Ansia relazione affettiva
Gentilissimi,
sono un'insegnante di 31 anni, da qualche mese alle prese con attacchi di ansia.
Da quattro anni vivo a milano,inizialmente per frequentare un corso di abilitazione all'insegnamento e poi per lavorare.
Dopo una relazione importante,anche se non lunghissima,finita male per incompatibilità varie-caratteri,valori, aspirazioni,obiettivi, ecc..- ho avuto qualche relazione poco significante finchè mi sono innamorata nuovamente di una persona in gamba ma completamente diversa da me. Io desideravo, senza forzature, una relazione stabile, caratterizzata anche da una progettualità futura, ma convinta di rispettare i suoi tempi, alla fine mi sono resa conto di aver trascinato per treuna "pseudo relazione" con una persona che aveva come unico obiettivo la carriera. Fortunatamente la storia è finita, anche se mi ha lasciato un grande vuoto e forse mi ha anche un po' inaridita.
Ho continuato a svolgere la mia vita, che nell'ultimo anno è stata molto pesante dal punto di vista lavorativo: insegnavo in due scuole-due professionali molto pesanti,con ragazzi difficilissimi da gestire-, e con un affitto considerevole da pagare, ho iniziato a lavorare come baby sitter nel pomeriggio. Contro ogni previsione dopo pochissimo tempo ho incontrato un ragazzo meraviglioso. Quando ci siamo baciati la prima volta ho sentito, dopo tanto tempo, il mio cuore battere..ero felicissima! Poi lui è andato una settimana in sicilia, ci siamo sentiti regolarm per telefono, più lo conoscevo e più mi rendevo conto di che persona speciale fosse. Un giorno sono andata ache in chiesa a ringraziare il Signore per averlo incontrato..ma nel pomeriggio ho avuto come un senso di svuotamento..senza alcun motivo ho perso l'interesse per lui, ho temuto di non provare più alcun interesse e gliel'ho comunicato per correttezza.
Non volevo chiudere definitivam con lui senza capire cosa fosse successo..abbiamo continuato a vederci, lui ha avuto sempre molto rispetto per le mie decisioni.
Dopo qualche settimana ho cominciato a soffrire di pulsazioni accelerate, strette alla gola, e preoccupazione.
Temevo che la "causa" fosse lui...pensavo ci fosse un conflitto dentro di me fra il fatto di aver incontrato finalmente l'uomo che avevo sempre sognato e la paura di non esserne innamorata.
Questi sintomi si sono aggravati, ho trascorso un week end a piangere e ho deciso di rivolgermi ad una psichiatra che ritiene che questo ragazzo non abbia nulla a che fare con questo malessere ma, a causa dell'anno pesante trascorso,io soffra di depressione-se pur non grave-accompagnata da ansia. Mi ha prescritto l'entact-prima 5 g poi 10 g-.
I primi tempi sono stata malissimo...poi ho cominciato a star meglio ma la psichiatra, dopo aver constatato la persistenza di alcuni sintomi legati all'ansia, dopo due mesi mi ha aumentato la dose di 5 g.
Ho ripreso a non dormire la notte, faccio incubi in cui sono molto arrabbiata e ho sempre il terrore di far finire questa storia per mancanza di sentimento-ma forse in queste condizioni è normale non viverla con serenità-.Ci sono stati momenti in cui, ritrovato un briciolo di serenità, siamo stati bene, abbiamo fatto l'amore, l'ho riempito di baci, ero appagata...ma poi ritornava tuto come prima..mi sentivo distante..e ne soffrivo!
E' la mia paura più grande, non sono mai stata bene con una persona come sto con lui:abbiamo gli stessi interessi, lo stesso modo di vivere la vita, gli stessi ideali, ridiamo molto insieme-nonostante tutto..-e poi lui mi ha lasciata libera di fare quello che sento, senza forzare le cose..
Ho detto alla mia psichiatra che mi sembra il caso di iniziare una psicoterapia, lei mi ha detto che se voglio posso farlo..ma non mi sembra molto convinta..
In più, data la mia condizione economica-quest'anno ho metà cattedra.significa 700 euro al mese con 500 di affitto!- mi sono rivolta ad un CPS in cui non ci sono psicoterapeuti ma psicologi che stanno appena iniziando la specializzazione..
Io non ne posso più di star male, di non dormire la notte, di avere l'ansia...ho paura di perdere il mio ragazzo che e mi vuole un bene dell'anima e che ha una pazienza infinita..di non essere capace di innamorarmi se non di persone che non hanno nulla a che fare con me..
So che nella vita ci sono problemi più gravi...ma io voglio ritrovare la serenità..non è vita questa..
Forse ho conosciuto la persona giusta nel momento sbagliato ma spero che non sia tutto compromesso per sempre..!!
Cosa posso fare? Vi chiedo cortesemente di darmi un consiglio.
dalle risposte lette ad altre richieste noto una grande professionalità e tanta umanità.
Vi ringrazio anticipatamente e vi auguro buon lavoro.
sono un'insegnante di 31 anni, da qualche mese alle prese con attacchi di ansia.
Da quattro anni vivo a milano,inizialmente per frequentare un corso di abilitazione all'insegnamento e poi per lavorare.
Dopo una relazione importante,anche se non lunghissima,finita male per incompatibilità varie-caratteri,valori, aspirazioni,obiettivi, ecc..- ho avuto qualche relazione poco significante finchè mi sono innamorata nuovamente di una persona in gamba ma completamente diversa da me. Io desideravo, senza forzature, una relazione stabile, caratterizzata anche da una progettualità futura, ma convinta di rispettare i suoi tempi, alla fine mi sono resa conto di aver trascinato per treuna "pseudo relazione" con una persona che aveva come unico obiettivo la carriera. Fortunatamente la storia è finita, anche se mi ha lasciato un grande vuoto e forse mi ha anche un po' inaridita.
Ho continuato a svolgere la mia vita, che nell'ultimo anno è stata molto pesante dal punto di vista lavorativo: insegnavo in due scuole-due professionali molto pesanti,con ragazzi difficilissimi da gestire-, e con un affitto considerevole da pagare, ho iniziato a lavorare come baby sitter nel pomeriggio. Contro ogni previsione dopo pochissimo tempo ho incontrato un ragazzo meraviglioso. Quando ci siamo baciati la prima volta ho sentito, dopo tanto tempo, il mio cuore battere..ero felicissima! Poi lui è andato una settimana in sicilia, ci siamo sentiti regolarm per telefono, più lo conoscevo e più mi rendevo conto di che persona speciale fosse. Un giorno sono andata ache in chiesa a ringraziare il Signore per averlo incontrato..ma nel pomeriggio ho avuto come un senso di svuotamento..senza alcun motivo ho perso l'interesse per lui, ho temuto di non provare più alcun interesse e gliel'ho comunicato per correttezza.
Non volevo chiudere definitivam con lui senza capire cosa fosse successo..abbiamo continuato a vederci, lui ha avuto sempre molto rispetto per le mie decisioni.
Dopo qualche settimana ho cominciato a soffrire di pulsazioni accelerate, strette alla gola, e preoccupazione.
Temevo che la "causa" fosse lui...pensavo ci fosse un conflitto dentro di me fra il fatto di aver incontrato finalmente l'uomo che avevo sempre sognato e la paura di non esserne innamorata.
Questi sintomi si sono aggravati, ho trascorso un week end a piangere e ho deciso di rivolgermi ad una psichiatra che ritiene che questo ragazzo non abbia nulla a che fare con questo malessere ma, a causa dell'anno pesante trascorso,io soffra di depressione-se pur non grave-accompagnata da ansia. Mi ha prescritto l'entact-prima 5 g poi 10 g-.
I primi tempi sono stata malissimo...poi ho cominciato a star meglio ma la psichiatra, dopo aver constatato la persistenza di alcuni sintomi legati all'ansia, dopo due mesi mi ha aumentato la dose di 5 g.
Ho ripreso a non dormire la notte, faccio incubi in cui sono molto arrabbiata e ho sempre il terrore di far finire questa storia per mancanza di sentimento-ma forse in queste condizioni è normale non viverla con serenità-.Ci sono stati momenti in cui, ritrovato un briciolo di serenità, siamo stati bene, abbiamo fatto l'amore, l'ho riempito di baci, ero appagata...ma poi ritornava tuto come prima..mi sentivo distante..e ne soffrivo!
E' la mia paura più grande, non sono mai stata bene con una persona come sto con lui:abbiamo gli stessi interessi, lo stesso modo di vivere la vita, gli stessi ideali, ridiamo molto insieme-nonostante tutto..-e poi lui mi ha lasciata libera di fare quello che sento, senza forzare le cose..
Ho detto alla mia psichiatra che mi sembra il caso di iniziare una psicoterapia, lei mi ha detto che se voglio posso farlo..ma non mi sembra molto convinta..
In più, data la mia condizione economica-quest'anno ho metà cattedra.significa 700 euro al mese con 500 di affitto!- mi sono rivolta ad un CPS in cui non ci sono psicoterapeuti ma psicologi che stanno appena iniziando la specializzazione..
Io non ne posso più di star male, di non dormire la notte, di avere l'ansia...ho paura di perdere il mio ragazzo che e mi vuole un bene dell'anima e che ha una pazienza infinita..di non essere capace di innamorarmi se non di persone che non hanno nulla a che fare con me..
So che nella vita ci sono problemi più gravi...ma io voglio ritrovare la serenità..non è vita questa..
Forse ho conosciuto la persona giusta nel momento sbagliato ma spero che non sia tutto compromesso per sempre..!!
Cosa posso fare? Vi chiedo cortesemente di darmi un consiglio.
dalle risposte lette ad altre richieste noto una grande professionalità e tanta umanità.
Vi ringrazio anticipatamente e vi auguro buon lavoro.
[#1]
Gentile Utente,
mi sembra di capire che in primis è proprio lei a non essere convinta delle spiegazioni della psichiatra. La sua lunga mail ha come oggetto principale proprio lui, il ragazzo di cui si è innamorata, per cui sembrerebbe (la mail) un modo per dire "Sono convinta che il focus è lui"
Il problema è che questo ragazzo, proprio perchè "speciale", è diventato contemporaneamente "terrorizzante"
Fa parte dell'innamoramento anche una certa paura di perdere l'innamorato, soprattutto se in precedenza abbiamo vissuto relazioni deludenti dal punto di vista sentimentale. Però non possiamo sottovalutare tutti i "life events" che ha dovuto gestire negli ultimi tempi, comprese le difficoltà economiche, eventi che tendono, forse, a farla sentire più insicura e vulnerabile
Infine, lei sente la necessità di iniziare un lavoro di tipo psicoterapeutico, ma anche qui non riesce a soddisfare questo desiderio per paura di non farcela economicamente, ecc
Insomma: sembra che quando lei desidera una cosa contemporaneamente è costretta ad allontanarsene. L'ansia mi sembra in quest'ottica una reazione piuttosto normale, anche se andrebbe gestita accuratamente.
Intanto può approfondire l'argomento ansia scaricando gratuitamente questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Per quanto riguarda la psicoterapia potrebbe contattare dei giovani professionisti, anche appena specializzati (giovane non significa impreparato, anzi, spesso è più aggiornato un giovane fresco di specializzazione), spiegando le proprie difficoltà economiche e cercando una eventuale soluzione (ad esempio sulla frequenza delle sedute)
Tenga presente che la psicoterapia cognitivo comportamentale nei disturbi d'ansia non dura anni ma mesi(ammesso che la diagnosi non sia complicata da disturbi di personalità, e così via)
In alternativa, provi a sentire i Consultori Familiari, ove potrebbe trovare anche psicoterapeuti a titolo volontario (non abbia timore di chiedere se ci sono o meno "psicoterapeuti")
Un ultimo consiglio per il ragazzo: secondo me il problema è che lei signora si preoccupa troppo di cosa succederà domani, e non si accorge di quanto succede nel presente
mi sembra di capire che in primis è proprio lei a non essere convinta delle spiegazioni della psichiatra. La sua lunga mail ha come oggetto principale proprio lui, il ragazzo di cui si è innamorata, per cui sembrerebbe (la mail) un modo per dire "Sono convinta che il focus è lui"
Il problema è che questo ragazzo, proprio perchè "speciale", è diventato contemporaneamente "terrorizzante"
Fa parte dell'innamoramento anche una certa paura di perdere l'innamorato, soprattutto se in precedenza abbiamo vissuto relazioni deludenti dal punto di vista sentimentale. Però non possiamo sottovalutare tutti i "life events" che ha dovuto gestire negli ultimi tempi, comprese le difficoltà economiche, eventi che tendono, forse, a farla sentire più insicura e vulnerabile
Infine, lei sente la necessità di iniziare un lavoro di tipo psicoterapeutico, ma anche qui non riesce a soddisfare questo desiderio per paura di non farcela economicamente, ecc
Insomma: sembra che quando lei desidera una cosa contemporaneamente è costretta ad allontanarsene. L'ansia mi sembra in quest'ottica una reazione piuttosto normale, anche se andrebbe gestita accuratamente.
Intanto può approfondire l'argomento ansia scaricando gratuitamente questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Per quanto riguarda la psicoterapia potrebbe contattare dei giovani professionisti, anche appena specializzati (giovane non significa impreparato, anzi, spesso è più aggiornato un giovane fresco di specializzazione), spiegando le proprie difficoltà economiche e cercando una eventuale soluzione (ad esempio sulla frequenza delle sedute)
Tenga presente che la psicoterapia cognitivo comportamentale nei disturbi d'ansia non dura anni ma mesi(ammesso che la diagnosi non sia complicata da disturbi di personalità, e così via)
In alternativa, provi a sentire i Consultori Familiari, ove potrebbe trovare anche psicoterapeuti a titolo volontario (non abbia timore di chiedere se ci sono o meno "psicoterapeuti")
Un ultimo consiglio per il ragazzo: secondo me il problema è che lei signora si preoccupa troppo di cosa succederà domani, e non si accorge di quanto succede nel presente
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#2]
Ex utente
Gentilissimo Dott. Bulla,
grazie mille per la sua attenzione!
Si, il focus per me è lui.. o almeno è la prima causa a cui purtroppo tendo ad imputare il mio malessere. E' bruttissimo avere una sensazione di disagio quando si sta con una persona, non sentire niente, non provare gioia nè dolore..
Per fortuna non me ne sono voluta convincere del tutto perchè so che l'ansia ti fa vedere tutto nero. Ma è possibile che intacchi anche i sentimenti??? E' il mio peniero fisso..ho paura di perderlo senza una giusta motivazione, ma non c'è dolore nella mia paura..non so se riesco ad essere chiara. L'unica cosa che so è che ho un rapporto bellissimo con lui ma quando mi sveglio la notte ho un'angoscia legata sempre a questo rapporto..
Dalla mia ho una forte determinazione, non ho mai avuto vergogna nel raccontare questo malessere e voglio andare in fondo a questa cosa.
Non so se per lei è possibile ma sarei contenta se mi indicasse il nominativo di qualche suo giovane psicoterapeuta che mi possa aiutare tenendo conto della mia situazione economica o, chissà, magari c'è uno psicoterapeuta che, leggendo la mia mail, mi lascia il suo contatto.
La ringrazio molto per le sue parole, che ritengo molto adeguate e che mi accendono una lucina di speranza.
Spero anche che qualche psichiatra, col vostro permesso, mi dia un suo parere sulla terapia farmacologiaca che sto seguendo (non l'ho accettata tanto per eliminare i sintomi quanto per poter affrontare meglio la psicoterapia) e che spero di diminuire quanto prima.
Un'ultima cortesia: mi spiegherebbe meglio la sua ultima affermazione "Un ultimo consiglio per il ragazzo: secondo me il problema è che lei signora si preoccupa troppo di cosa succederà domani, e non si accorge di quanto succede nel presente" ?
GRAZIE ancora dott. Bulla!!
Cordiali saluti!
grazie mille per la sua attenzione!
Si, il focus per me è lui.. o almeno è la prima causa a cui purtroppo tendo ad imputare il mio malessere. E' bruttissimo avere una sensazione di disagio quando si sta con una persona, non sentire niente, non provare gioia nè dolore..
Per fortuna non me ne sono voluta convincere del tutto perchè so che l'ansia ti fa vedere tutto nero. Ma è possibile che intacchi anche i sentimenti??? E' il mio peniero fisso..ho paura di perderlo senza una giusta motivazione, ma non c'è dolore nella mia paura..non so se riesco ad essere chiara. L'unica cosa che so è che ho un rapporto bellissimo con lui ma quando mi sveglio la notte ho un'angoscia legata sempre a questo rapporto..
Dalla mia ho una forte determinazione, non ho mai avuto vergogna nel raccontare questo malessere e voglio andare in fondo a questa cosa.
Non so se per lei è possibile ma sarei contenta se mi indicasse il nominativo di qualche suo giovane psicoterapeuta che mi possa aiutare tenendo conto della mia situazione economica o, chissà, magari c'è uno psicoterapeuta che, leggendo la mia mail, mi lascia il suo contatto.
La ringrazio molto per le sue parole, che ritengo molto adeguate e che mi accendono una lucina di speranza.
Spero anche che qualche psichiatra, col vostro permesso, mi dia un suo parere sulla terapia farmacologiaca che sto seguendo (non l'ho accettata tanto per eliminare i sintomi quanto per poter affrontare meglio la psicoterapia) e che spero di diminuire quanto prima.
Un'ultima cortesia: mi spiegherebbe meglio la sua ultima affermazione "Un ultimo consiglio per il ragazzo: secondo me il problema è che lei signora si preoccupa troppo di cosa succederà domani, e non si accorge di quanto succede nel presente" ?
GRAZIE ancora dott. Bulla!!
Cordiali saluti!
[#3]
Gentile utente
Quando frequentavo le superiori, noi ragazzi avevamo tutti il pallino dell'alta fedeltà. Erano gli anni '80 e stava esplodendo questa passione, a metà strada fra l'avanguardia tecnologia, epoca permettendo, e la musica. In quel periodo internet e telefonini ancora non esistevano e i computer utili a qualcosa erano solo quelli della NASA: l'hi-fi era la tecnologia più avanzata e a buon mercato che c'era. E noi ragazzi ne andavamo pazzi.
Molti di noi passavano del tempo a discutere del proprio impianto hi-fi e a confrontarne le caratteristiche con quello degli altri. Un giorno, un mio collega m'invitò a casa sua per farmi ascoltare il suo impianto, che si era interamente autocostruito.
Come forse anche lei saprà, l'inizio e la fine di un impianto di riproduzione sono le parti più importanti e delicate ai fini della qualità del suono: la puntina del giradischi (a quei tempi) e le casse degli altoparlanti.
Le casse, che questo ragazzo si era fatto con le proprie mani, erano alte più di un metro, di legno massiccio, e da esse mi fece ascoltare la musica più emozionante e realistica che avessi mai sentito SINO A QUEL MOMENTO. Gli acuti più brillanti, i medi più chiari e limpidi e i bassi più intensi, caldi e potenti. Musica classica, pop, jazz e rock. Tutta la musica sembrava di una qualità infinitamente superiore, ascoltata da là.
In confronto, lo stereo che avevo io faceva schifo. Eppure, fino ad allora mi era sembrato non dico eccellente, ma se non altro decente o rispettabile.
"Vedi" - mi disse questo ragazzo, che si chiamava Marco - "io ho una teoria, che chiamo 'la teoria della qualità': quando sei appassionato a qualcosa, e cerchi di migliorare sempre di più il piacere che ne ricavi, ogni volta che trovi un modo migliore per farlo, poi non riesci a tornare più indietro. E finché non riesci a farlo sempre nel modo nuovo, ne sei ossessionato".
È la teoria della qualità. Quando trovi di meglio rispetto a quello che avevi, non riesci più a rassegnarti alla vecchia maniera: vuoi quella nuova e basta.
Infatti, da quel giorno diventai ossessionato da come fare e dove trovare i soldi per disfarmi del mio vecchio stereo e farmene uno nuovo. Mi ci volle un po' di tempo ma alla fine ci riuscii. Anche se, nel frattempo, non ci dormivo la notte.
Mi scusi se mi permetto, e mi perdoni anche il collega Bulla, so di stare per suggerire una cosa un po' fuori dalle righe, ma se ha trovato utile la risposta del Dr. Bulla, perché non prova a rivolgersi direttamente a lui? In fondo, mi pare, siete entrambi di Milano.
Cordiali saluti
Quando frequentavo le superiori, noi ragazzi avevamo tutti il pallino dell'alta fedeltà. Erano gli anni '80 e stava esplodendo questa passione, a metà strada fra l'avanguardia tecnologia, epoca permettendo, e la musica. In quel periodo internet e telefonini ancora non esistevano e i computer utili a qualcosa erano solo quelli della NASA: l'hi-fi era la tecnologia più avanzata e a buon mercato che c'era. E noi ragazzi ne andavamo pazzi.
Molti di noi passavano del tempo a discutere del proprio impianto hi-fi e a confrontarne le caratteristiche con quello degli altri. Un giorno, un mio collega m'invitò a casa sua per farmi ascoltare il suo impianto, che si era interamente autocostruito.
Come forse anche lei saprà, l'inizio e la fine di un impianto di riproduzione sono le parti più importanti e delicate ai fini della qualità del suono: la puntina del giradischi (a quei tempi) e le casse degli altoparlanti.
Le casse, che questo ragazzo si era fatto con le proprie mani, erano alte più di un metro, di legno massiccio, e da esse mi fece ascoltare la musica più emozionante e realistica che avessi mai sentito SINO A QUEL MOMENTO. Gli acuti più brillanti, i medi più chiari e limpidi e i bassi più intensi, caldi e potenti. Musica classica, pop, jazz e rock. Tutta la musica sembrava di una qualità infinitamente superiore, ascoltata da là.
In confronto, lo stereo che avevo io faceva schifo. Eppure, fino ad allora mi era sembrato non dico eccellente, ma se non altro decente o rispettabile.
"Vedi" - mi disse questo ragazzo, che si chiamava Marco - "io ho una teoria, che chiamo 'la teoria della qualità': quando sei appassionato a qualcosa, e cerchi di migliorare sempre di più il piacere che ne ricavi, ogni volta che trovi un modo migliore per farlo, poi non riesci a tornare più indietro. E finché non riesci a farlo sempre nel modo nuovo, ne sei ossessionato".
È la teoria della qualità. Quando trovi di meglio rispetto a quello che avevi, non riesci più a rassegnarti alla vecchia maniera: vuoi quella nuova e basta.
Infatti, da quel giorno diventai ossessionato da come fare e dove trovare i soldi per disfarmi del mio vecchio stereo e farmene uno nuovo. Mi ci volle un po' di tempo ma alla fine ci riuscii. Anche se, nel frattempo, non ci dormivo la notte.
Mi scusi se mi permetto, e mi perdoni anche il collega Bulla, so di stare per suggerire una cosa un po' fuori dalle righe, ma se ha trovato utile la risposta del Dr. Bulla, perché non prova a rivolgersi direttamente a lui? In fondo, mi pare, siete entrambi di Milano.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Ex utente
Gentilissimo Dott. Santonocito,
mi rispecchio molto in quello che scrive e la ringrazio infinitamente!
Quanto al Dott. Bulla sarei felicissima di rivolgermi a lui ma, come ho già scritto, quest'anno mi trovo in una difficile condizione economica e non mi permetto di chiedere ad un professionista che ha studiato tanto e che ha il diritto di trarre un'adeguata soddisfazione economica dal suo lavoro, di venirmi incontro. Io ho studiato tanto per diventare insegnante-laurea, tre anni di abilitazione, un master concluso ed uno in corso- con un grande investimento economico, prima dei miei genitori ed ora mio, e guadagnare la misera somma di 700 euro al mese a 31 anni è davvero umiliante! Soprattutto quando si vuol fare qualcosa per la propria salute, fisica e mentale, che non ha prezzo! Per cui se il Dott. Bulla o qualche suo collega volesse contattarmi spontaneamente ne sarei più che lieta e sollevata!
Chiedo solo di tornare ad essere serena e un giorno, spero non lontano, avere la felicità di avere una famiglia costruita con amore!
Mi faccio forza pensando a tanta gente con problemi più seri, che non ha un briciolo di speranza, ma non posso dimenticare che non si può fare a meno di lottare per la propria qualità di vita, senza farsi sconfiggere dalle difficoltà!
Ringrazio Lei, il Dott. Bulla e quanti mi daranno il loro sostegno!
Le auguro buona giornata e buon lavoro!
Cordiali saluti.
mi rispecchio molto in quello che scrive e la ringrazio infinitamente!
Quanto al Dott. Bulla sarei felicissima di rivolgermi a lui ma, come ho già scritto, quest'anno mi trovo in una difficile condizione economica e non mi permetto di chiedere ad un professionista che ha studiato tanto e che ha il diritto di trarre un'adeguata soddisfazione economica dal suo lavoro, di venirmi incontro. Io ho studiato tanto per diventare insegnante-laurea, tre anni di abilitazione, un master concluso ed uno in corso- con un grande investimento economico, prima dei miei genitori ed ora mio, e guadagnare la misera somma di 700 euro al mese a 31 anni è davvero umiliante! Soprattutto quando si vuol fare qualcosa per la propria salute, fisica e mentale, che non ha prezzo! Per cui se il Dott. Bulla o qualche suo collega volesse contattarmi spontaneamente ne sarei più che lieta e sollevata!
Chiedo solo di tornare ad essere serena e un giorno, spero non lontano, avere la felicità di avere una famiglia costruita con amore!
Mi faccio forza pensando a tanta gente con problemi più seri, che non ha un briciolo di speranza, ma non posso dimenticare che non si può fare a meno di lottare per la propria qualità di vita, senza farsi sconfiggere dalle difficoltà!
Ringrazio Lei, il Dott. Bulla e quanti mi daranno il loro sostegno!
Le auguro buona giornata e buon lavoro!
Cordiali saluti.
[#5]
Gentile signora,
secondo me visto il suo caso potrebbe essere utile una consulenza con una donna. A Milano potrebbe contattare la dottoressa Sussarellu, che tra l'altro scrive sul nostro sito, alla sua mail i.sussarellu@libero.it, oppure cercarne i contatti cliccando su
https://www.medicitalia.it/i.sussarellu/
così da poterle spiegare quali sono le difficoltà, cercando di trovare una soluzione
Mi fa piacere che le sia tornata la speranza
secondo me visto il suo caso potrebbe essere utile una consulenza con una donna. A Milano potrebbe contattare la dottoressa Sussarellu, che tra l'altro scrive sul nostro sito, alla sua mail i.sussarellu@libero.it, oppure cercarne i contatti cliccando su
https://www.medicitalia.it/i.sussarellu/
così da poterle spiegare quali sono le difficoltà, cercando di trovare una soluzione
Mi fa piacere che le sia tornata la speranza
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 5.9k visite dal 13/09/2008.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.