Psicoterapeuta, incesto, comportamento in psicoterapia
Salve
Ho iniziato un percorso di psicoterapia presso il centro di consulto psicologico della mia università cui mi sono rivolto a causa delle mie difficoltà nello studio e di problemi relazionali, nello specifico pensieri incestuosi che mi ossessionano da una decina di anni e che mi hanno portato a commettere abusi in due episodi della mia vita.
Mercoledì si è tenuta la prima seduta che, tuttavia ha deluso un po' le mie aspettative e mi ha causato un certo nervosismo nei giorni successivi. Oltre al fatto di aver faticato tantissimo a raccontare esperienze per me molto pesanti, ho trovato difficoltà ad aprirmi con lo psicoterapeuta assegnatomi. Ero letteralmente in confusione, tanto che facevo molta fatica anche solo ad esporre in un italiano chiaro i miei pensieri e mi è capitato anche di mentire e distorcere la realtà di alcuni fatti (ma di scarsa importanza per la verità). Non ero naturale e sciolto, mi sentivo spaesato come quando si arriva ad un esame orale impreparati. Ho faticato anche a seguire bene le considerazioni del dottore, tant'è vero che ho solo qualche confuso ricordo di quanto mi ha detto.
Devo dire che non ho avuto un buon impatto con il terapeuta da subito, e mi ha infastidito il suo comportamento quando alla fine della seduta (durata un'ora) si è semplicemente alzato senza avvertirmi che fosse finita, opponendo un seccato rifiuto alla mia richiesta di ascoltarmi per qualche altro minuto; quindi mi ha fatto firmare qualche carta e poi mi ha accompagnato alla porta.
Ora. Non sono esattamente un simpaticone e io in primis non metto a proprio agio chi si relaziona con me, in più sono anche pienamente consapevole della mia tendenza ad esagerare e a dare un valore distorto a quello che dicono/fanno gli altri, tant'è vero che cerco sempre di filtrare il tutto per riportarlo alla giusta dimensione. In più in seguito a ricerche ho appreso che il terapeuta è un'eccellenza nel suo settore, insegna all'università, avrà tanti impegni, nel lavoro il tempo è preziosissimo e ovviamente non è che esisto solo io. In ogni caso, tolto il disagio della prima seduta, ripongo ancora tantissima fiducia in lui e nel percorso e siccome penso che quel nervosismo sia dovuto al mio carattere e non ad un atteggiamento scorretto del dottore vorrei qualche consiglio su come affrontare più serenamente la terapia.
Vi ringrazio in anticipo per la vostra sempre cortese disponibilità.
Ho iniziato un percorso di psicoterapia presso il centro di consulto psicologico della mia università cui mi sono rivolto a causa delle mie difficoltà nello studio e di problemi relazionali, nello specifico pensieri incestuosi che mi ossessionano da una decina di anni e che mi hanno portato a commettere abusi in due episodi della mia vita.
Mercoledì si è tenuta la prima seduta che, tuttavia ha deluso un po' le mie aspettative e mi ha causato un certo nervosismo nei giorni successivi. Oltre al fatto di aver faticato tantissimo a raccontare esperienze per me molto pesanti, ho trovato difficoltà ad aprirmi con lo psicoterapeuta assegnatomi. Ero letteralmente in confusione, tanto che facevo molta fatica anche solo ad esporre in un italiano chiaro i miei pensieri e mi è capitato anche di mentire e distorcere la realtà di alcuni fatti (ma di scarsa importanza per la verità). Non ero naturale e sciolto, mi sentivo spaesato come quando si arriva ad un esame orale impreparati. Ho faticato anche a seguire bene le considerazioni del dottore, tant'è vero che ho solo qualche confuso ricordo di quanto mi ha detto.
Devo dire che non ho avuto un buon impatto con il terapeuta da subito, e mi ha infastidito il suo comportamento quando alla fine della seduta (durata un'ora) si è semplicemente alzato senza avvertirmi che fosse finita, opponendo un seccato rifiuto alla mia richiesta di ascoltarmi per qualche altro minuto; quindi mi ha fatto firmare qualche carta e poi mi ha accompagnato alla porta.
Ora. Non sono esattamente un simpaticone e io in primis non metto a proprio agio chi si relaziona con me, in più sono anche pienamente consapevole della mia tendenza ad esagerare e a dare un valore distorto a quello che dicono/fanno gli altri, tant'è vero che cerco sempre di filtrare il tutto per riportarlo alla giusta dimensione. In più in seguito a ricerche ho appreso che il terapeuta è un'eccellenza nel suo settore, insegna all'università, avrà tanti impegni, nel lavoro il tempo è preziosissimo e ovviamente non è che esisto solo io. In ogni caso, tolto il disagio della prima seduta, ripongo ancora tantissima fiducia in lui e nel percorso e siccome penso che quel nervosismo sia dovuto al mio carattere e non ad un atteggiamento scorretto del dottore vorrei qualche consiglio su come affrontare più serenamente la terapia.
Vi ringrazio in anticipo per la vostra sempre cortese disponibilità.
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Gentile ragazzo,
che si possa avere un certo scetticismo nei confronti dello psicoterapeuta può essere normale e quasi atteso, ma tenga presente che è necessaria comunque una collaborazione tra psicologo e paziente perché si ottengano i migliori risultati.
Sentimenti di ostilità, sensazioni di non essere compresi o comunque obiezioni che vorrebbero essere mosse e non sono verbalizzate potrebbero non giovare al rapporto terapeutico, per cui è opportuno che lei esprima al terapeuta i suoi dubbi o le sue obiezioni, chiedendo chiarimenti sui tempi, obiettivi e modalità della terapia.
Tenga anche presente che spesso il parere del paziente è utile e assolutamente necessario allo psicoterapeuta per "aggiustare il tiro" delle manovre terapeutiche.
Cordiali saluti
che si possa avere un certo scetticismo nei confronti dello psicoterapeuta può essere normale e quasi atteso, ma tenga presente che è necessaria comunque una collaborazione tra psicologo e paziente perché si ottengano i migliori risultati.
Sentimenti di ostilità, sensazioni di non essere compresi o comunque obiezioni che vorrebbero essere mosse e non sono verbalizzate potrebbero non giovare al rapporto terapeutico, per cui è opportuno che lei esprima al terapeuta i suoi dubbi o le sue obiezioni, chiedendo chiarimenti sui tempi, obiettivi e modalità della terapia.
Tenga anche presente che spesso il parere del paziente è utile e assolutamente necessario allo psicoterapeuta per "aggiustare il tiro" delle manovre terapeutiche.
Cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 6.1k visite dal 17/04/2015.
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