Non riesco più a studiare con tranquillità e motivazione
Gentili dottori ,
vi scrivo perchè credo di avere un ''problema'': quello di non riuscire più a trovare la tranquillità e la giusta motivazione per poter studiare e continuare i miei studi.
Alle superiori ho sempre avuto risultati eccellenti o accettabili senza tante ore di studio.
Finito la scuola superiore ,ho deciso di intraprendere gli studi in economia e miei genitori mi hanno spinto a trasferirmi da Brindisi a Milano per poter studiare in una università privata.
Inizialmente l'idea di trasferirmi ,da solo, in una grande città come Milano , senza conoscere nessuno, non l'accettavo.
I primi mesi sono stati davvero difficili , anche perchè essendo il più piccolo della famiglia (ho una sorella e un fratello con i quali mi tolgo 8 e 11 anni) e non avendo ne un mio famigliare al mio fianco, ne la mia ragazza , ne i miei amici , non avevo persone con cui passare del tempo se non quei 3 4 ragazzi con cui studiavamo in università assieme.
Il primo anno ,nonostante tutto, mi sono prefissato di dare tutti gli esami tranne analisi I, poichè non avevo le conoscenze per poter iniziare a studiare un esame così complicato da solo e in effetti così è stato , dando 9 esami su 10.
Ho studiato tutta l'estate per poter dare poi l'esame di analisi I a settembre , che non sono riuscito a passarlo.
Inizio il mio secondo anno accademico, portandomi dietro le spalle quell'esame che non ero riuscito a dare. A novembre do 3 parziali , di altre 3 materie, trascurando analisi e pensando di poterlo dare a Gennaio durante la sessione invernale , ma è proprio qui che ho un blocco.
A gennaio, provo a dare analisi per la prima volta , non lo passo e qui inizia il mio calvario. Mi blocco psicolgicamente , tanto da non dare il completamento degli altri 3 esami che avevo dato , ponendomi l'obbiettivo di passare solo ed esclusivamente matematica generale. Ci riprovo altre 2 volte , sempre nella sessione invernale , ma non riesco a passarlo.
Decido così , demoralizzato e psicologicamente distrutto di tornare a casa , prendo appuntamento con uno psicologo e mi da delle "pastigliette" per la concentrazione , senza prescrivermi psicofarmaci o altro e tranquillizzandomi dicendo che è solo un forte stress quello che ho.
Proseguo i mie studi a casa passando 3 esami su 3 .
Finalmente , nella sessione invernale di questo anno riesco a passare matematica generale e a recuperare un altro esame.
Mi ritrovo ora a non accettare più l'università ne Milano e sto pensando di fare il trasferimento nell'università della mia provincia.
Tra l'altro non essendo una persona con molti amici , ho sempre o quasi sempre rifiutato ad uscire il sabato e la domenica sera con loro, ritrovandomi praticamente da solo o meglio io e i libri. Stufo anche di questa situazione ,voglio scendere giù proseguire gli studi e iniziare a godermi anche un pò la vita di 22enne come giusto che sia.
Ma riuscirò a proseguire gli studi o troverò anche li una scusa per non essere tranquillo e a non avere la giusta motivazi?
vi scrivo perchè credo di avere un ''problema'': quello di non riuscire più a trovare la tranquillità e la giusta motivazione per poter studiare e continuare i miei studi.
Alle superiori ho sempre avuto risultati eccellenti o accettabili senza tante ore di studio.
Finito la scuola superiore ,ho deciso di intraprendere gli studi in economia e miei genitori mi hanno spinto a trasferirmi da Brindisi a Milano per poter studiare in una università privata.
Inizialmente l'idea di trasferirmi ,da solo, in una grande città come Milano , senza conoscere nessuno, non l'accettavo.
I primi mesi sono stati davvero difficili , anche perchè essendo il più piccolo della famiglia (ho una sorella e un fratello con i quali mi tolgo 8 e 11 anni) e non avendo ne un mio famigliare al mio fianco, ne la mia ragazza , ne i miei amici , non avevo persone con cui passare del tempo se non quei 3 4 ragazzi con cui studiavamo in università assieme.
Il primo anno ,nonostante tutto, mi sono prefissato di dare tutti gli esami tranne analisi I, poichè non avevo le conoscenze per poter iniziare a studiare un esame così complicato da solo e in effetti così è stato , dando 9 esami su 10.
Ho studiato tutta l'estate per poter dare poi l'esame di analisi I a settembre , che non sono riuscito a passarlo.
Inizio il mio secondo anno accademico, portandomi dietro le spalle quell'esame che non ero riuscito a dare. A novembre do 3 parziali , di altre 3 materie, trascurando analisi e pensando di poterlo dare a Gennaio durante la sessione invernale , ma è proprio qui che ho un blocco.
A gennaio, provo a dare analisi per la prima volta , non lo passo e qui inizia il mio calvario. Mi blocco psicolgicamente , tanto da non dare il completamento degli altri 3 esami che avevo dato , ponendomi l'obbiettivo di passare solo ed esclusivamente matematica generale. Ci riprovo altre 2 volte , sempre nella sessione invernale , ma non riesco a passarlo.
Decido così , demoralizzato e psicologicamente distrutto di tornare a casa , prendo appuntamento con uno psicologo e mi da delle "pastigliette" per la concentrazione , senza prescrivermi psicofarmaci o altro e tranquillizzandomi dicendo che è solo un forte stress quello che ho.
Proseguo i mie studi a casa passando 3 esami su 3 .
Finalmente , nella sessione invernale di questo anno riesco a passare matematica generale e a recuperare un altro esame.
Mi ritrovo ora a non accettare più l'università ne Milano e sto pensando di fare il trasferimento nell'università della mia provincia.
Tra l'altro non essendo una persona con molti amici , ho sempre o quasi sempre rifiutato ad uscire il sabato e la domenica sera con loro, ritrovandomi praticamente da solo o meglio io e i libri. Stufo anche di questa situazione ,voglio scendere giù proseguire gli studi e iniziare a godermi anche un pò la vita di 22enne come giusto che sia.
Ma riuscirò a proseguire gli studi o troverò anche li una scusa per non essere tranquillo e a non avere la giusta motivazi?
[#1]
Gentile Utente,
Lo psicologo non prescrive farmaci, nemmeno per la concentrazione.
È certo che si tratti di un nostro collega?
Ha scelto lei il percorso di studi?
Soffre di ansia o di disturbi dell'uomore?
Potrebbe effettuata una consulenza psicologica al fine di comprendere le possibili cause del suo blocco psicologico, accanirsi nello studio non credo sia la soluzione
Lo psicologo non prescrive farmaci, nemmeno per la concentrazione.
È certo che si tratti di un nostro collega?
Ha scelto lei il percorso di studi?
Soffre di ansia o di disturbi dell'uomore?
Potrebbe effettuata una consulenza psicologica al fine di comprendere le possibili cause del suo blocco psicologico, accanirsi nello studio non credo sia la soluzione
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
Buonasera dr. Valeria ,
la ringrazio innanzitutto per aver risposto al mio consulto.
Mi correggo sul fatto dello psicologo , in quanto mi sono rivolto ad uno psichiatra , non psicologo.
Il percorso di studi è stata una mia decisione , i miei genitori mi hanno consigliato solo di trasferirmi a Milano in quanto l'università è stata considerata come una delle migliori in Italia.
Io ovviamente ho accettato sia per le opportunità che offriva la stessa università , sia perchè volevo accettare questa sfida personale (per conoscermi meglio) e perchè non volevo dare un dispiacere ai miei.
Non soffro d'ansia o di disturbi dell'umore, delle volte avverto dell'ansia da prestazione quando devo dare un esame un pò più difficoltoso o quando mi trovo in difficoltà con lo studio , nella vita quotidiana però non ho e non avverto ansia.
la ringrazio innanzitutto per aver risposto al mio consulto.
Mi correggo sul fatto dello psicologo , in quanto mi sono rivolto ad uno psichiatra , non psicologo.
Il percorso di studi è stata una mia decisione , i miei genitori mi hanno consigliato solo di trasferirmi a Milano in quanto l'università è stata considerata come una delle migliori in Italia.
Io ovviamente ho accettato sia per le opportunità che offriva la stessa università , sia perchè volevo accettare questa sfida personale (per conoscermi meglio) e perchè non volevo dare un dispiacere ai miei.
Non soffro d'ansia o di disturbi dell'umore, delle volte avverto dell'ansia da prestazione quando devo dare un esame un pò più difficoltoso o quando mi trovo in difficoltà con lo studio , nella vita quotidiana però non ho e non avverto ansia.
[#3]
Caro ragazzo , come reagiscono i suoi genitori al suo percorso universitario?Forse Lei si fa scrupolo per le spese sostenute da loro, teme di deluderli , oppure questa angoscia riguarda solo Lei e la sua autostima.. ?Fino a che punto le interessa, le piace quello che studia ?
Sarebbe necessario che lei si appoggiasse ad un Collega de visu, per chiarirsi le idee prima di ritornare a casa, se il costo psicologico ed emotivo di Milano, come sembra , le appare troppo elevato.. Ma prenda la cosa in mano con lucidità, l'importante è la sua motivazione a farcela..
Auguri, restiamo in ascolto..
Sarebbe necessario che lei si appoggiasse ad un Collega de visu, per chiarirsi le idee prima di ritornare a casa, se il costo psicologico ed emotivo di Milano, come sembra , le appare troppo elevato.. Ma prenda la cosa in mano con lucidità, l'importante è la sua motivazione a farcela..
Auguri, restiamo in ascolto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#4]
Utente
Buonasera dottoressa Magda,
la ringrazio innanzitutto della sua risposta e dell'interesse dimostratomi, può anche darmi del tu.
I miei genitori , inizialmente, vedendo i risultati positivi da me conseguiti erano molto contenti e vedevo che erano particolarmente fieri di me.
Mia madre, prima di iniziare gli studi ,non era molto convinta del fatto di lasciarmi da solo a Milano , essendo il figlio più piccolo è sempre stata molto apprensiva nei miei confronti
.
Dopo questo blocco , invece , non mi hanno mai obbligato a rimanere a Milano , tanto che mi hanno sempre accontentato facendomi il biglietto per tornare a casa ogni qualvolta non volessi rimanere a Milano, per via del senso di ansia o quel 'magone' che mi veniva quando pensavo di non potercela fare per proseguire gli studi.
Nonostante abbia comunicato ai miei , la decisione , loro mi spronano a continuare gli studi nell'università di Milano ,anche non frequentando le lezioni e studiando da casa, ma non sono d'accordo con questa loro decisione.
Mi son sempre trovato bene a frequentare le lezioni , studiare e dare l'esame , ma lo studio a distanza non lo trovo conveniente ne per me ne per loro (dal punto di vista economico).
Tra l'altro ogni volta che ritorno a Milano , mi trovo spesso a lottare contro me stesso , contro questo "magone" o senso d'ansia che sia , "sintomo" che quando sono a casa non mi capita mai di avvertire.
Lo scrupolo che mi faccio non deriva tanto dal fattore economico , ma in primis ho una angoscia che riguarda me e la mia autostima e in secondis non voglio deludere i miei genitori.
Quello che studio mi interessa molto e mi piace altrettanto.
All'inizio anche se non accettavo l'università di Milano , perché mi costringeva a vivere a 1000 km di distanza dagli affetti miei e familiari accettavo di buon grado la distanza , perché ero in pari con gli esami , ma ora che non lo sono , non riesco a trovare l'utilità mia ed economica dei miei nel fare tutti questi sacrifici se poi non vivo bene quando sono qui a Milano.
la ringrazio innanzitutto della sua risposta e dell'interesse dimostratomi, può anche darmi del tu.
I miei genitori , inizialmente, vedendo i risultati positivi da me conseguiti erano molto contenti e vedevo che erano particolarmente fieri di me.
Mia madre, prima di iniziare gli studi ,non era molto convinta del fatto di lasciarmi da solo a Milano , essendo il figlio più piccolo è sempre stata molto apprensiva nei miei confronti
.
Dopo questo blocco , invece , non mi hanno mai obbligato a rimanere a Milano , tanto che mi hanno sempre accontentato facendomi il biglietto per tornare a casa ogni qualvolta non volessi rimanere a Milano, per via del senso di ansia o quel 'magone' che mi veniva quando pensavo di non potercela fare per proseguire gli studi.
Nonostante abbia comunicato ai miei , la decisione , loro mi spronano a continuare gli studi nell'università di Milano ,anche non frequentando le lezioni e studiando da casa, ma non sono d'accordo con questa loro decisione.
Mi son sempre trovato bene a frequentare le lezioni , studiare e dare l'esame , ma lo studio a distanza non lo trovo conveniente ne per me ne per loro (dal punto di vista economico).
Tra l'altro ogni volta che ritorno a Milano , mi trovo spesso a lottare contro me stesso , contro questo "magone" o senso d'ansia che sia , "sintomo" che quando sono a casa non mi capita mai di avvertire.
Lo scrupolo che mi faccio non deriva tanto dal fattore economico , ma in primis ho una angoscia che riguarda me e la mia autostima e in secondis non voglio deludere i miei genitori.
Quello che studio mi interessa molto e mi piace altrettanto.
All'inizio anche se non accettavo l'università di Milano , perché mi costringeva a vivere a 1000 km di distanza dagli affetti miei e familiari accettavo di buon grado la distanza , perché ero in pari con gli esami , ma ora che non lo sono , non riesco a trovare l'utilità mia ed economica dei miei nel fare tutti questi sacrifici se poi non vivo bene quando sono qui a Milano.
[#5]
Gentile ragazzo, penso anch'io che studiare a distanza non è una buona idea, frequentare, avere rapporti coi professori aiuta a studiare , rafforza la motivazione , all'Università ci sarà sicuramente lo Sportello giovani se vuole chiarirsi meglio le idee, mi pare che oggi ci sia più desiderio di ritornare a casa , vivere meglio.. del resto una certa parte del percorso è già stata fatta e a Milano .. piuttosto che perdere tempo , energie forse è meglio cambiare, mi sembra ..
importante è vivere bene lo studio, ma anche la giovinezza ..
Cosa ne pensa.. ?
importante è vivere bene lo studio, ma anche la giovinezza ..
Cosa ne pensa.. ?
[#6]
Utente
Gentile Dottoressa ,
credo , dopo l'esperienza che ho vissuto sulla mia pelle , posso certamente darle ragione.
Non sono sicuramente il tipo di persona che ama stare lontano dalla propria famiglia , dalla propria ragazza e dai propri amici.
Allo stesso tempo però , ho paura di andare via e lasciare definitivamente l'università , poichè per me sarebbe una sconfitta personale e lo sarebbe anche per i miei genitori, ma più cerco di convincermi , di rimanere a Milano , più non riesco a tollerarlo.
I miei genitori sono a conoscenza di tutto ciò e per questo sono un pò più tranquillo , ma delle volte mi sento non compreso o poco capito, ovviamente loro desiderano solo il meglio per me e questo lo capisco.
Ho paura anche del giudizio dei miei stessi amici e conoscenti quando a Settembre mi troveranno in università (quella della mia provincia) e questo è un pensiero fisso.
Insomma , sono sicuro di non tollerare Milano , sono sicuro di non voler frequentare l'università di Milano , ma poi ho paura dei giudizi dei miei amici quando mi ritroveranno lì ...
Come ultima ipotesi ci sarebbe poi quella di lasciare l'università e andare a lavorare , ma a me piace studiare economia e non voglio che queste mie paure ed insicurezze possano impedirmi di prendere questa 'maledetta' laurea.
credo , dopo l'esperienza che ho vissuto sulla mia pelle , posso certamente darle ragione.
Non sono sicuramente il tipo di persona che ama stare lontano dalla propria famiglia , dalla propria ragazza e dai propri amici.
Allo stesso tempo però , ho paura di andare via e lasciare definitivamente l'università , poichè per me sarebbe una sconfitta personale e lo sarebbe anche per i miei genitori, ma più cerco di convincermi , di rimanere a Milano , più non riesco a tollerarlo.
I miei genitori sono a conoscenza di tutto ciò e per questo sono un pò più tranquillo , ma delle volte mi sento non compreso o poco capito, ovviamente loro desiderano solo il meglio per me e questo lo capisco.
Ho paura anche del giudizio dei miei stessi amici e conoscenti quando a Settembre mi troveranno in università (quella della mia provincia) e questo è un pensiero fisso.
Insomma , sono sicuro di non tollerare Milano , sono sicuro di non voler frequentare l'università di Milano , ma poi ho paura dei giudizi dei miei amici quando mi ritroveranno lì ...
Come ultima ipotesi ci sarebbe poi quella di lasciare l'università e andare a lavorare , ma a me piace studiare economia e non voglio che queste mie paure ed insicurezze possano impedirmi di prendere questa 'maledetta' laurea.
[#8]
Carissimo, un pò di cinismo la prego, dice a tutti che l'esperienza di Milano è stata interessante che ha visto, imparato molte cose ed ora continua qui per praticità , convenienza ecc. , non pensi di essere così centrale nella mente di tutti. ! che poi tutti hanno i loro propri problemi, se lei smette di condannarsi , a schiena dritta, la gente anche accetta.. questo tecnicamente si chiama essere .. indipendente dal campo.. il che vuol dire indipendente dal giudizio di questo e quello, perchè preoccuparsi di tutti ?.
CORAGGIO SI PUO' FARE ..!
CORAGGIO SI PUO' FARE ..!
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 6.1k visite dal 17/04/2015.
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