Un prelievo, rischio
Buongiorno,
ho 53 anni e sono una persona molto sensibile, emotiva, che non rimane indifferente al dolore altrui al punto, talvolta, di avere degli svenimenti, in ambienti tipo ospedale. Anche alla vista del sangue, quando devo fare un prelievo, rischio di sentirmi male. Ho sempre cercato di gestire tali situazioni, ma non sempre ci sono riuscita e questo, via via nel corso del tempo, mi ha portato anche ad avere delle crisi di panico che, per fortuna, sono riuscita a contenere e da tempo sono cessate. Devo premettere che, probabilmente, il bagaglio genetico che mi porto dietro non ha di certo influito positivamente sulla mia psiche, in quanto mia madre è sempre stata una persona ansiosa che non ha mai nascosto questo suo stato e ha condizionato non poco il mio modo di crescere.
Al contrario, per quanto mi riguarda, ho sempre tentato di vincere queste mie piccole paure, prendendo di petto i problemi, mai aggirando l'ostacolo e, in molti casi, ci sono riuscita.
Di sicuro non ho fatto mai ostentazione di questo mio stato in famiglia, anzi, di fronte a certi avvenimenti negativi, ho sempre voluto minimizzare ed affrontare serenamente l'accaduto.
Nonostante ciò i miei figli sembrano ricalcare, almeno in parte, la mia condizione. Ad es. mia figlia, ventenne, sviene talvolta quando fa un prelievo. L'altro giorno, addirittura, si è sentita male guardando un video della serie "1000 modi per morire". Eppure è una persona molto coraggiosa e determinata, ha iniziato fin da adolescente a viaggiare anche da sola. Quest'ultimo fatto mi ha non poco turbato: le ho detto, innanzitutto, di non vedere certe stupide, a mio parere, trasmissioni, poi l'ho tranquillizzata, dicendole che, in qualche modo, deve far tesoro di certi eventi, imparando cosa ci far star male per poi fronteggiare queste sensazioni.
Sottolineo che si tratta di episodi molto limitati, però vorrei capire davvero quale possa essere la strategia più indicata per affrontarli. Grazie
ho 53 anni e sono una persona molto sensibile, emotiva, che non rimane indifferente al dolore altrui al punto, talvolta, di avere degli svenimenti, in ambienti tipo ospedale. Anche alla vista del sangue, quando devo fare un prelievo, rischio di sentirmi male. Ho sempre cercato di gestire tali situazioni, ma non sempre ci sono riuscita e questo, via via nel corso del tempo, mi ha portato anche ad avere delle crisi di panico che, per fortuna, sono riuscita a contenere e da tempo sono cessate. Devo premettere che, probabilmente, il bagaglio genetico che mi porto dietro non ha di certo influito positivamente sulla mia psiche, in quanto mia madre è sempre stata una persona ansiosa che non ha mai nascosto questo suo stato e ha condizionato non poco il mio modo di crescere.
Al contrario, per quanto mi riguarda, ho sempre tentato di vincere queste mie piccole paure, prendendo di petto i problemi, mai aggirando l'ostacolo e, in molti casi, ci sono riuscita.
Di sicuro non ho fatto mai ostentazione di questo mio stato in famiglia, anzi, di fronte a certi avvenimenti negativi, ho sempre voluto minimizzare ed affrontare serenamente l'accaduto.
Nonostante ciò i miei figli sembrano ricalcare, almeno in parte, la mia condizione. Ad es. mia figlia, ventenne, sviene talvolta quando fa un prelievo. L'altro giorno, addirittura, si è sentita male guardando un video della serie "1000 modi per morire". Eppure è una persona molto coraggiosa e determinata, ha iniziato fin da adolescente a viaggiare anche da sola. Quest'ultimo fatto mi ha non poco turbato: le ho detto, innanzitutto, di non vedere certe stupide, a mio parere, trasmissioni, poi l'ho tranquillizzata, dicendole che, in qualche modo, deve far tesoro di certi eventi, imparando cosa ci far star male per poi fronteggiare queste sensazioni.
Sottolineo che si tratta di episodi molto limitati, però vorrei capire davvero quale possa essere la strategia più indicata per affrontarli. Grazie
[#1]
Gentile utente,
La Sua vita sembra caratterizzata da un'alternanza tra il darsi forza e lo staccare la spina .
<<ho sempre tentato di vincere queste mie piccole paure, prendendo di petto i problemi, mai aggirando l'ostacolo e, in molti casi, ci sono riuscita.<
E in qualche caso no, quando l'emozione è eccessiva.
Nel caso Suo, direi che ormai la strada è fatta e Lei si è creata le proprie strategie.
Per quanto riguarda sua figlia, perchè non indirizzarla ad un consulto psicologico? Le reazioni emotive sembrano francamente eccessive.
La Sua vita sembra caratterizzata da un'alternanza tra il darsi forza e lo staccare la spina .
<<ho sempre tentato di vincere queste mie piccole paure, prendendo di petto i problemi, mai aggirando l'ostacolo e, in molti casi, ci sono riuscita.<
E in qualche caso no, quando l'emozione è eccessiva.
Nel caso Suo, direi che ormai la strada è fatta e Lei si è creata le proprie strategie.
Per quanto riguarda sua figlia, perchè non indirizzarla ad un consulto psicologico? Le reazioni emotive sembrano francamente eccessive.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta. Per quanto riguarda il consiglio su mia figlia, sbaglierò, però temo che dicendole questo metterei in risalto la gravità di quanto le accade, anzichè, sminuirne la portata. Non vorrei, praticamente, che si sentisse "malata" quando invece, appare tutt'altro: una ragazza capace, positiva e che sa quello che vuole. In altri termini, non si rischia di insinuare dentro di lei una sensazione di inadeguatezza, di ansia, ecc.? Forse sarà perchè con me è successo così, nel corso della mia vita (senza che nessuno mai - dei miei familiari - si sognasse di interpretare questo mio disagio) ho intrapreso un lungo percorso "interiore" (e non è detto che sia stato corretto!). Posso dire di aver trovato una chiave di lettura che mi aiuta a saper gestire certi eventi e ritengo doveroso, in quanto madre, stare al suo fianco per darle dei consigli, così come avviene per tanti altri piccoli e grandi problemi della vita che vedono coinvolti genitori/figli. Non è escluso, tuttavia, che, laddove si dovessero intensificare purtroppo gli episodi, la scelta sarebbe obiettivamente obbligata. Grazie ancora
[#3]
Lei corre il rischio di proiettare su sua filgia il suo percorso, presupponendo abbia lo stesso esito..
<<addirittura, si è sentita male guardando un video della serie "1000 modi per morire". ....: le ho detto, innanzitutto, di non vedere certe stupide, a mio parere, trasmissioni,<<
L'evitamento non è certo una buona soluzione...
L'indicazione dello psicologo era proprio per individuare una via che risolvesse i problemi; al fine di non stiracchiarseli tutta la vita e trasmetterli ai figli, in una catena ininterrotta.
Vedrà Lei cosa fare.
[#4]
"Non vorrei, praticamente, che si sentisse "malata" quando invece, appare tutt'altro"
Gentile Utente,
agli psicologi ci si rivolge non perché malati, ma per eventuali chiarificazioni emozionali o per sanare conflitti interiori, proprio per evitare di " ammalarsi"
Gentile Utente,
agli psicologi ci si rivolge non perché malati, ma per eventuali chiarificazioni emozionali o per sanare conflitti interiori, proprio per evitare di " ammalarsi"
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.9k visite dal 15/04/2015.
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