Marito non partecipe

Salve vorrei sottoporVi gentilmente la mia situazione.
Sono sposata da quasi sei anni, alle spalle ho tre aborti spontanei entro il primo trimestre e perso in totale quattro figli.
Sono in cura da uno psicologo perchè questi lutti mi hanno deteriorato. Ho notato una cosa di mio marito, vale a dire che tende a sminuire i miei problemi mentre quando il problema riguarda la sua famiglia d'origine sembra che stia cadere il mondo. Mi spiego meglio con un esempio pratico: il padre ha una malattia degenerativa ed ieri mio marito si è preoccupato in modo esagerato solo perchè il padre ha vomitato. In verità anch'io alla mattina avevo un senso di vomito, e mio marito mi ha risposto che non dovevo mangiare un certo cibo che ho assaggiato. Insomma a mio parere reputo che mio marito si preoccupi maggiormente dei genitori e dei fratelli (famiglia d'origine) trascurando la sottoscritta con cui ha formato una nuova famiglia e con essa tutti i problemi che abbiamo. Non c'è Sabato o Domenica che non si rechi a casa dei genitori a lavorare, per non parlare che ogni giorno dopo il lavoro passa dai genitori. Io capisco che mio marito ha il DOVERE di prestare assistenza, ma preciso che ci sono altri due fratelli i quali oltre ad essere ben visti, di lavorare non ne vogliono sapere. Io penso che se si debba tirare il carro bisogna farlo insieme, chi più, chi meno. Ed i genitori non cambiano la situazione. Per tale motivo io ho deciso di evitarli il più possibile, in poche parole io in quella casa sono una straniera. Non mi piacciono come persone anche perchè sono persone ignoranti e che insultano anche sul male di salute altrui. Però di loro non m'interessa, mi sta a cuore il fatto che la mia di famiglia si sta rovinando e forse il motivo degli aborti sta anche in questo. Un bimbo ha bisogno di una famiglia calda, di genitori presenti. Ora mio marito è diventato un coniuge, non è più principalmente un figlio. Potete per cortesia darmi un suggerimento su come comportarmi? Grazie e cordiali saluti.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598


Gentile utente,
Comprendo come quattro figli persi siano un dolore difficiolmente digeribile.
E mi sembra corretto essere in cura da una psicologa per questi motivi.


Lei ci pone il problema del parito, ma aggiunge anche:
<<Ora mio marito è diventato un coniuge, non è più principalmente un figlio.<<
E quindi sembrerebbe tutto OK.

Inoltre, considerato che è già in terapia, ne ha parlato con la sua Psy?





Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
"Ora mio marito è diventato un coniuge, non è più principalmente un figlio", è una mia riflessione, ovvero un mio modo di interpretare la vita.
Mi piacerebbe un sacco se mio marito fosse così, ma viene sempre prima la sua famiglia d'origine, mentre gli altri due fratelli si lavano le mani, anzi sono ben visti ed invitati in casa a cenare e/o pranzare.
Mentre un invito verso mio marito non viene fatto. Io sono giunta alla conclusione che mio marito nella famiglia d'origine è visto come uno schiavo che deve soddisfare le esigenze di fratelli e/o cognati.
Se ne ho parlato con lo psicologo? Certo, lo specialista mi ha risposto che devo riferire al marito di pensare prima alla nuova famiglia. Ecco come sono stata liquidata.
Grazie e cordiali saluti.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
<< lo specialista mi ha risposto che devo riferire al marito di pensare prima alla nuova famiglia. <<

A dire il vero... è la cosa giusta, solo che non si avvera con la parola magica, ma attraverso un lungo lavoro della coppia.

Riprenda il discorso col suo psicologo, chidendogli "Come?".


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Utente
Utente
Va bene durante il prossimo incontro con lo specialista chiederò di indicarmi il modo di variare la visione della nuova famiglia da parte di mio marito.
Io avrei già però un'ipotesi per risolvere il problema. La radice di tutto sono i suoi parenti, persone forti che manovrano mio marito come un burattino. Lui è una persona debole e si fa passare sopra.
Ho cercato di fare lo stesso anch'io per vedere la reazione di mio marito, e sa cosa è successo? Si arrabbia ed alza la voce contro di me. Siccome io non sono stata educata a sfruttare le persone come i suoceri/cognati, lui si permette di alzare la voce. Una volta mi sono arrabbiata e me ne sono andata di casa rifugiandomi dai miei genitori. Un altro esempio. Durante l'ultima gravidanza avevo un ematoma sul ventre di ben 20 cm causato da un'iniezione di eparina, mia mamma ha dovuto tanto insistere con mio marito per farmi portare al pronto soccorso, lui non voleva. Allora io chiedo: io potevo restarmene a casa incinta e con l'ematoma mentre suo padre perchè vomita una volta si alzano mari e monti?! Da questo noto che ci sono trattamenti diversi e che io vengo come ultima del carro. Non mi piace fare la prima donna, ma anche a me piace sentirmi importante soprattutto da chi dovrebbe stare con me nel bene e nel male. Non sono gelosa, sono solo una persona che vuole i propri diritti e doveri. Le sembra giusto da parte di mio marito stare zitto davanti alle seguente affermazione del marito della sorella: "non so perchè questi due non ci provano ad avere un figlio". E sottolineo che erano passati due mesi dall'arrivo del ciclo post revisione uterina, la prima di una serie... Mio marito è stato zitto, io mi sono incavolata e ho detto "che battuta di m...". Anche grazie a quella battuta sto sulle scatole maggiormente, neppure la suocera ha aperto bocca, cosa che fa sempre sentendo certe battuttacce. Cosa ho deciso di fare? Stare alla larga da certa gente, le rare volte che sto nella stessa stanza non ci parlo insieme, me ne stò zitta ad ascoltarli mentre dalla loro bocca escono altro che cavolate: non c'è una volta che non sento parlare nei loro discorsi di soldi spesi. Alla faccia che il denaro fa la vera felicità. Distinti saluti.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Non esistono strategie magiche e veloci per far diventare un coniuge adulto e presente rispetto alla coppia.
È vero che è un coniuge, ma è altrettanto vero che è anche figlio, così come lo è lei.

Da quanto leggo, anche riguardando il suo nutrito storico di consulti, la situazione familiare non deve essere stata molto serena - lutti poi avranno contribuito enormemente a creare dolore ed angoscia- sembra che la casa genitoriale rappresenti un fuga da casa, una sorta di oasi felice....e forse serena.

Solitamente conviene allearsi con il partner, dialogare a lungo, essere empatici e simpatici, complici e così via.....evitando acredine, passando su qualcosa ogni tanto, evitando ancora richieste lapidarie e perentorie....

Se la casa diventa asfittica e colpevolizzante, come dalle galere, si tenta l'evasione...


Ne parli con la sua terapeuta, saprà al meglio come aiutarla

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Ringrazio per la cortese risposta Dott.ssa Randone.
Sono d'accordo su quanto segue:
1) io e mio marito siamo entrambi figli per cui soffriamo per lo stato di salute precario dei propri genitori. Mio marito ha il dovere di pensare al genitore ma INSIEME agli altri due fratelli che per non farlo si inventano altro che scuse. Ed inoltre perchè quando era MIO padre a stare male mio marito mi diceva che dovevo pensarci di meno e non declinare inviti di amici invece di andare a casa di mio padre?
2) con la pazienza si ottiene molto di più, è un dato di fatto. Io ho intrapreso questo comportamento con mio marito ma mi sono stancata. Vedo che le altre persone, in primis la sua famiglia d'origine, ottengono le cose con un tantino di verbi coniugati all'imperativo. Se questo modo di fare con mio marito funziona, perchè non lo posso fare anch'io? Perchè con me si arrabbia? Non è forse che io sono di serie B?!

Più passa il tempo e più sono convinta che io sono di classe inferiore. Ieri mi ha proprio detto che avrei potuto fare a meno di sottopormi ai tre interventi chirurgici di revisione uterina a causa degli aborti, che il corpo riesce ad espellere il tutto. Peccato che a suo tempo non abbia espresso la sua opinione. Ora deve sottoporsi anche lui ad un intervento e continua a chiedermi se debba o meno farlo. Cosa vuole che risponda? Gli ho risposto che deve decidere lui, cosa ha fatto per me a suo tempo? Scusi riformulo la domanda: cosa ha fatto per NOI (figli compresi)?
Cordiali saluti.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Dovrebbe evitare, ove possibile, di mantenere un braccio di ferro tra lei, lui e la famiglia d'orogine

Non esistono legami di serie A,B,C e così via

L'Amore è grande, non lo obblighi a scegliere, i verbi coniugati all'imperativo non sono indice di autorità, ma di fragilità.

Se non riuscite da soli, una terapia di coppia potrebbe aiutarvi.
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Utente
Utente
Ha perfettamente ragione Dott.ssa Randone, l'amore è infinito ed è per questo che io ho lasciato correre, ma dall'altra parte non si lascia correre e per tale motivo mio marito, ed ora anch'io, viene passato da persona di serie b. Io me ne accorgo quando sono insieme. Ha ricevuto insulti davanti a tutti solo per aver fatto gli auguri di Natale, davanti a me hanno fatto ipotesi di morte del fratello e su chi dovesse pagare il restante mutuo. Questo non mi sembra amore, mi sembra cattiveria al 100%, egoismo ed aggiungo anche ignoranza.
Il tutto viene lasciato fare dai genitori... per la serie hanno imparato da qualcuno.
Io non attacco nessuno per prima, ma se mi rompi le scatole per la quarta volta, e mi passi le parole, sono pronta a rompertele il doppio. Già sono vendicativa, ma non permetto a nessuno di calpestare la mia persona.
Come si sentirebbe lei prima del matrimonio sentire la sua famiglia parlare solo al singolare in merito all'appartamento di mio marito? Sono d'accordo che l'ha comperato lui al 100%, ma un attimo di tatto. Come si sentirebbe lei sapere che il fondo di pensione integrativa di mio marito era intestato solo ai genitori?! Alla mia scoperta, dopo anni di matrimonio, mio marito ha cambiato i beneficiari non indicando nessun nominativo. Per la serie, in assenza di figlio, come nel mio caso, anche la famiglia d'origine si becca la sua quota di eredità. Allora sono pazzi le altre persone che mi hanno riferito d'aver indicato come beneficiario del fondo i figli e la moglie. Già perchè se mio marito dovesse morire io devo dividere TUTTA la sua eredità con la famiglia, ma chi se la vedrebbe peggio? Io o i suoi fratelli che continuano il loro solito tran tam anche senza la presenza del fratello? Mi vergogno a scrivere in questo modo, ma Le garantisco che mi trovo davanti a persone che hanno solamente in mente il denaro. E bene, ma io ora non accetto più che mi calpestino. Grazie e distinti saluti.