Rapporti: madre-figlia; compagno; amici

Salve, sono una ragazza di 23 anni.
Ultimamente vivo sempre con l'ansia.
Quando i miei amici mi chiedono all'ultimo se voglio uscire la sera e non era programmato mi faccio prendere dall'ansia. Non tanto per impegni che mi sarei già potuta prendere, ma perché dovrei dirlo ai miei. Ho un bellissimo rapporto coi miei genitori, mia madre e io siamo sempre state molto attaccate. Lei figlia unica e io pure. Sono sempre stata e sono ancora il suo appoggio. Come lei è il mio. Quando ho dubbi e ansie faccio sempre riferimento a lei e ai suoi consigli. Però ho sempre paura di deluderla. Spesso invento scuse ai miei amici per non uscire la sera perché so che potrei contrariarla. Magari lei è stata fuori tutto il giorno per lavoro e può vedermi solo la sera. Ma io vorrei uscire. Allora mi fa sentire in colpa. Mi dice che per lei non ci sono mai, che sono un'egoista. Eppure ho sempre rispettato le regole, non fumo, non mi drogo, studio medicina e faccio volontariato. Solo quest'anno mi sto frequentando con un ragazzo stabilmente, la mia prima vera storia, più grande di me di otto anni. Con lui mi lascia uscire, mi permette i weekend via, lo ha anche conosciuto. Però a volte, pur avendomi dato il permesso per uscirci, all'ultimo si arrabbia e mi invia sms durante la serata raccomandandomi di non fare tardi e si fa trovare arrabbiata al mio ritorno, pur tornando a mezzanotte e mezza. Altre volte mi fa sentire in colpa se vado a fare la notte in ambulanza. Che poi, anche se rimango a casa, lei e papà stanno davanti alla tv, ammutoliti uno perché guarda il pc mentre l'altra gioca con lo smartphone. Che differenza fa uscire o rimanere in camera mia mentre loro fanno così? Mi dice che devo studiare... Usa sempre lo studio come scusa per giustificare tutti i suoi no, quando sono perfettamente in pari con gli esami e vado bene. Inoltre non posso nemmeno fare sport. Da bambina lo praticavo, ma da quando ho passato un momento di simil anoressia al liceo, poi trattato, allora demonizza lo sport. A volte vado a correre e per farlo devo farlo di nascosto! Non lo so, il mio ragazzo è la mia migliore amica mi dicono che ormai non sono più una bambina, che devo staccarmi. Ma io mi sento in colpa, perché vivo ancora con loro e non avendo un lavoro mi mantiene lei. Quindi, come posso ribellarmi? Mi sentirei un'ingrata a farlo. Io le voglio tanto bene e so che lo fa perché mi ama. Lei vorrebbe che stessi sempre in casa con lei quando non lavora. Anche se poi quando ne ha l'occasione qualche volta mi ascolta altre volte si incolla al televisore e si perde via.
Anche col mio ragazzo ho sempre l'ansia di perderlo, che non mi ami davvero, che torni dalla sua ex. A volte mi faccio pare inutili anche quando mi risponde strano a un messaggio. Ho sempre sbalzi di umore e paura che le cose cambino all'improvviso. Perché non vivo mai serena ma perennemente nell'inquietudine?
Ringrazio in anticipo e mi scuso per la lunghezza.
[#1]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazza,
lei ha fatto un'analisi accurata del problema, individuandone le criticità e i fattori che rendono difficile la sua soluzione. Situazioni come la sua sono frequenti e si giovano moltissimo dell'opera di uno psicoterapeuta che però potrebbe aver bisogno della collaborazione dei suoi genitori.

Nel frattempo penso che forse le potrebbe essere di aiuto informarsi (anche su internet) sui doveri dei genitori nei confronti dei figli.
Le gioverebbe anche migliorare la comunicazione con i suoi genitori, anche quella con suo padre, che nella descrizione del problema sembra piuttosto assente.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza,

a mio avviso ci sono alcune dissonanze nel Suo racconto.
Lei ci parla di un rapporto bellissimo con la mamma, ma emergono delle note che stridono con quanto asserisce.

Se questo rapporto è così bello, come mai quel senso di colpa?
Come mai non riesce a lasciare la mamma a casa e a leggere più accuratamente ciò che la mamma trasmette con i suoi sms e atteggiamenti? Mi pare ad esempio di poter ipotizzare che la mamma sia piuttosto ansiosa e che pertanto sia anche controllante nei Suoi riguardi (figlia unica) e che voglia avere la situazione più a portata di mano.

Stare a casa in effetti potrebbe rassicurare tutti: Lei perché non teme che la mamma possa arrabbiarsi, la mamma perché non va in ansia, il papà pure. Ma non è giusto nei Suoi riguardi perché poi Lei vorrebbe (giustamente) uscire. Quindi il problema se la serata non è stata programmata si pone forse perché Lei non sa come dirlo alla mamma, che deluderebbe dal Suo punto di vista.

Tutti noi deludiamo qualcuno, prima o poi e non dico che lo facciamo deliberatamente, ma come può costruirsi una vita se non accetta di lasciare poco per volta la mamma?

Mamma e papà vanno d'accordo?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Utente
Utente
Vi ringrazio per le vostre pronte risposte.

Il senso di colpa dipende dal fatto che reagisce, a volte, come se la stessi abbandonando o deludendo. Come se non fosse da brava persona farlo, ecco.
Oppure è nelle serate sì e allora non è un problema che io esca. Poi magari me lo rinfaccia settimane dopo, durante un banale problema come per esempio essermi dimenticata di stendere la biancheria.
Il punto è che in generale a me è sempre piaciuto il nostro rapporto perché comunque lei c'è sempre per i miei problemi. Mi ha sempre supportata nello studio e consigliata per perseguire il meglio per me e il mio futuro. Solo che ora che vado avanti con l'età alcuni lati di questo rapporto mi pesano. Come per esempio le sue battute "ti terrei sempre a casa con me" oppure l'organizzazione viaggi in anticipo con loro, nonostante io ora mi sia fidanzata e perciò vorrei organizzare qualcosa col mio ragazzo. Vedo che non lo fa con cattiveria, perciò mi sento in colpa per arrabbiarmi con lei, solo che vorrei essere libera senza che questo la faccia stare male. O passare per ingrata.

I miei genitori vanno d'accordo, anche se mamma spesso si lamenta con me che lui a parole non le dimostra mai affetto. Nel senso che non le dice parole dolci o altro. Da bambina infatti era più le volte che li vedevo litigare. Solo quando mi solo ammalata al liceo allora li ho visti più affettuosi. Anche ora che esco col mio ragazzo mi sembrano anche loro più dolci a vicenda.
Nel rapporto è sempre stata lei la più forte, in casa "comanda" lei. E per carità, è lei che ha tirato avanti la famiglia nei momenti di difficoltà, e la ringrazio per tutto quello che mi dà.
Solo che ora vorrei vivere senza questa ansia e senso di colpa che ultimamente mi dominano maggiormente.
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Solo che ora vorrei vivere senza questa ansia e senso di colpa che ultimamente mi dominano maggiormente. "

Questo può essere un punto di partenza, ma spetta a Lei, non alla mamma, cambiare, imparando a gestire i comportamenti della mamma quando "rinfaccia" qualcosa.

Cordiali saluti,
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