Apatia o depressione da fidanzamento
salve, mi chiamo leonardo, sono un ragazzo di 24 anni. Nella vita studio e sono a 2 esami dalla laurea in biologia. Sono fidanzato da più di due anni e amo la mia fidanzata. i primi mesi della nostra relazione sono stati felici, uscivamo con i miei amici e andava tutto bene. Da un momento all'altro la mia fidanzata ha litigato pesantemente con i miei amici (scherzando, uno di loro ha disse che me la facevo con un'altra). Da quel momento è cambiato tutto. Non ho potuto più frequentarli come prima e piano piano sono spariti dalla mia vita. e non solo loro: anche gli amici più stretti dell'università piano piano sono spariti anche quelli, perchè non erano simpatici secondo la mia fidanzata e lei stessa pensava che mi piacesse una di loro. Sono rimasto solo con la mia fidanzata e con i suoi amici. La mia vita si è svuotata di colpo, da un anno non mi riconosco più (non sono un tipo a cui piace litigare, soprattutto con gli amici stretti). Non mi sento motivato nello studio così come nella vita. Purtroppo oltre a questo non riesco a laurearmi, e le pressioni dei miei genitori (si aspettano molto da me) mi fanno cadere ancora più in fondo. I pensieri di suicidio sono ricorrenti, ma sò che è una cosa che non farò mai. Con la mia fidanzata ci siamo lasciati almeno 3 volte e siamo una coppia che litiga tanto. Abbiamo convissuto per qualche mese ma non ha funzionato. temo di essere affetto da apatia, o depressione, sono tantissime le volte che penso al passato e che sarebbe dovuto andare diversamente. A volte ho attacchi di ansia, mi ritrovo spesso davanti ad un computer senza studiare, intere giornate, anche se lò sò benissimo quello che dovrei fare. Rimango fermo, immobile. Non mi sento affatto felice e la mia vita non mi piace per niente. A volte penso che sono nato difettoso e che la mia vita dovrebbe finire. Io non riesco a lasciare la mia fidanzata, conosco bene tutta la sua famiglia e lei la mia, è un passo che non riesco a fare. Ma sto male, come dovrei fare? grazie in anticipo delle risposte
[#1]
Gentile ragazzo,
per venire subito alla sua domanda: "come dovrei fare?"
dovrebbe rivolgersi certamente a uno psicoterapeuta, il professionista più adeguato a poterle garantire una "risposta" idonea alle sue problematiche attuali.
Da ciò che racconta sembra che lei abbia difficoltà ad accettare che una relazione può cambiare e che il partner, passato un po' di tempo, non è esattamente la persona che ci era sembrata durante i "primi mesi" d'innamoramento.
Se dopo soli due anni le cose tra lei e la sua ragazza vanno così male (litigi frequenti, impossibilità ad aprire alle amicizie, eccessiva morbosità), direi che deve fare una riflessione più profonda sul suo rapporto e sulla natura del legame che avete.
Per la sua fidanzata, a meno che non vi siano motivi molto seri, lei non è tenuto a lasciare i suoi amici solo per assecondare le gelosie di lei peraltro non reali (se è come racconta).
Per quanto riguarda questo momento difficile che sta vivendo, vicinissimo alla laurea, sappia che molto spesso si possono verificare momenti transitori simili, proprio in concomitanza con importanti cambiamenti nella nostra vita.
Non si lasci scoraggiare da questo periodo di tristezza, finisca i suoi studi e si faccia aiutare a superare questo momento da un professionista della sua zona.
per venire subito alla sua domanda: "come dovrei fare?"
dovrebbe rivolgersi certamente a uno psicoterapeuta, il professionista più adeguato a poterle garantire una "risposta" idonea alle sue problematiche attuali.
Da ciò che racconta sembra che lei abbia difficoltà ad accettare che una relazione può cambiare e che il partner, passato un po' di tempo, non è esattamente la persona che ci era sembrata durante i "primi mesi" d'innamoramento.
Se dopo soli due anni le cose tra lei e la sua ragazza vanno così male (litigi frequenti, impossibilità ad aprire alle amicizie, eccessiva morbosità), direi che deve fare una riflessione più profonda sul suo rapporto e sulla natura del legame che avete.
Per la sua fidanzata, a meno che non vi siano motivi molto seri, lei non è tenuto a lasciare i suoi amici solo per assecondare le gelosie di lei peraltro non reali (se è come racconta).
Per quanto riguarda questo momento difficile che sta vivendo, vicinissimo alla laurea, sappia che molto spesso si possono verificare momenti transitori simili, proprio in concomitanza con importanti cambiamenti nella nostra vita.
Non si lasci scoraggiare da questo periodo di tristezza, finisca i suoi studi e si faccia aiutare a superare questo momento da un professionista della sua zona.
Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it
[#2]
Gentile utente,
sembra probabile, da ciò che racconta, che la rinuncia ai suoi amici sia stata per lei un evento grave che influisce pesantemente sulla sua vita, il suo benessere, forse persino il suo senso di identità e che le abbia comportato vissuti depressivi.
Da uno stato depressivo comunque si può uscire abbastanza agevolmente con una terapia psicologica (eventualmente associata a farmaci nei casi più gravi) per cui è indicato consultare uno psicologo psicoterapeuta.
Lo psicologo la aiuterebbe a migliorare la comunicazione con la sua partner e trovare una soluzione più soddisfacente al problema "amici", a ritrovare uno stato di serenità, a valutare se esistano altri fattori di disagio ecc..
Consulti anche il medico di base per sentire il suo parere, la prescrizione di eventuali farmaci, l'invio ai centri del SSN per una terapia psicologica o professionisti privati.
Cordiali saluti
sembra probabile, da ciò che racconta, che la rinuncia ai suoi amici sia stata per lei un evento grave che influisce pesantemente sulla sua vita, il suo benessere, forse persino il suo senso di identità e che le abbia comportato vissuti depressivi.
Da uno stato depressivo comunque si può uscire abbastanza agevolmente con una terapia psicologica (eventualmente associata a farmaci nei casi più gravi) per cui è indicato consultare uno psicologo psicoterapeuta.
Lo psicologo la aiuterebbe a migliorare la comunicazione con la sua partner e trovare una soluzione più soddisfacente al problema "amici", a ritrovare uno stato di serenità, a valutare se esistano altri fattori di disagio ecc..
Consulti anche il medico di base per sentire il suo parere, la prescrizione di eventuali farmaci, l'invio ai centri del SSN per una terapia psicologica o professionisti privati.
Cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#3]
Spesso i problemi psicologici sono originati da una combinazione di fattori innati e circostanze socio-ambientali.
Se lei è una persona di base un po' remissiva, che smette - per esempio - di vedere tutti i propri amici per non scontentare la fidanzata, è chiaro che l'umore può risentirne.
Allora la sua terapia dovrebbe consistere nell'insegnarle a essere innanzitutto una persona più assertiva e meno timorosa di affermarsi. E in secondo luogo ad applicare tale rinnovato atteggiamento alle situazioni di tutti i giorni: la relazione con la sua ragazza, gli studi, i rapporti con i genitori che si aspettano molto da lei.
Tutti si aspettano qualcosa da noi. Ma lei che cosa desidera veramente dalla vita?
Se non risponde prima a questa domanda in modo onesto e convinto, passerà i suoi giorni preoccupato di non scontentare gli altri piuttosto che far felice se stesso.
Se lei è una persona di base un po' remissiva, che smette - per esempio - di vedere tutti i propri amici per non scontentare la fidanzata, è chiaro che l'umore può risentirne.
Allora la sua terapia dovrebbe consistere nell'insegnarle a essere innanzitutto una persona più assertiva e meno timorosa di affermarsi. E in secondo luogo ad applicare tale rinnovato atteggiamento alle situazioni di tutti i giorni: la relazione con la sua ragazza, gli studi, i rapporti con i genitori che si aspettano molto da lei.
Tutti si aspettano qualcosa da noi. Ma lei che cosa desidera veramente dalla vita?
Se non risponde prima a questa domanda in modo onesto e convinto, passerà i suoi giorni preoccupato di non scontentare gli altri piuttosto che far felice se stesso.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.8k visite dal 09/04/2015.
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