Analizzare l'amore per il mio ragazzo: perché lo faccio?
Buongiorno a tutti e buon mercoledì!!
Vi scrivo perché vorrei chiarire un elemento che mi capita spesso di attuare nella mia mente: analizzare il mio rapporto d'amore col mio ragazzo.
Premetto che é il mio primo ragazzo e prima di lui non nascondo di aver avuto una bassa autostima (aspetto che un pó comunque prosegue anche oggi, ma in maniera leggermente diversa).
Mi capita di analizzare ogni singola sfaccettatura del suo e del mio comportamento (non vorrei dire che sta diventando un'ossessione, ma quasi).
Il fatto é che prima di fidanzarmi stavo bene da sola, e credo che questo giocasse molto a mio favore: se da un lato c'era il desiderio di essere amata e desiderata da qualcuno che ancora non c'era nella mia vita, dall'altro tutto sommato stavo bene (prima c'erano state le solite infatuazioni adolescenziali trascorse, che non mi hanno portata da nessuna parte). Questo, come ho detto precedentemente, é stato rilevante fino ad un certo punto: quello della rassegnazione.
Addirittura ho pensato che il fidanzamento non fosse per me, che non tutti erano destinati a stare con qualcuno; e questo sarebbe toccato a me.
Ho conosciuto il mio ragazzo all'università, e la cosa é partita da me: infatti non ci siamo messi subito insieme perché nel frattempo stava frequentando una ragazza in maniera molto tranquilla, senza un obiettivo predefinito di relazione.
Giá quando penso al fatto che l'input al nostro legame sia stato dipeso da me mi rattrista, perché avrei sempre voluto che un ragazzo volesse conoscermi e contraccambiare da subito.
Ma non é questo il problema. Anche se stiamo bene insieme e io sono felice con lui, mi opprime l'idea del "per sempre"; io vorrei i miei spazi di lavoro, di studio, di opportunità di carriera, e dopo pensare a creare una famiglia.
Tendo a precisare che per anni i miei genitori mi hanno sempre detto che il matrimonio non era per me, perché non davo una mano in casa e mi concentravo solo sullo studio, il che questo mi etichettava ad un'impotenza domestica e forse filiare.
Oltre a questo il matrimonio dei miei genitori non é stato affatto sereno: con un padre aggressivo e violento pensavo che l'ideale fosse stare da soli, tranquilli e spensierati.
Nonostante questi excursus, vedo il mio ragazzo molto simile a me (ovviamente alcune riflessioni sono diverse per differenza di genere e forse ideologie) e lo vedo nella mia vita, ma mi rendo conto che non ho smesso di fare confronti di personalità: quando ero single cercavo di capire quali fossero le caratteristiche che mi colpivano in una persona; ora continuo a farlo perché mi é sempre stata inculcata nella testa che dovevo scegliere "il meglio" e non "il buono".
E a volte mi chiedo quindi:"Lui è il meglio o il buono? E quella persona che ha carinerie e si dimostra gentile e interessato, puó rendermi felice piú di lui?"
Volevo chiedere se queste riflessioni sono naturali o se sono frutto di un'infanzia e un'adolescenza familiare un pó provata.
Vi ringrazio per l'attenzione!!
Vi scrivo perché vorrei chiarire un elemento che mi capita spesso di attuare nella mia mente: analizzare il mio rapporto d'amore col mio ragazzo.
Premetto che é il mio primo ragazzo e prima di lui non nascondo di aver avuto una bassa autostima (aspetto che un pó comunque prosegue anche oggi, ma in maniera leggermente diversa).
Mi capita di analizzare ogni singola sfaccettatura del suo e del mio comportamento (non vorrei dire che sta diventando un'ossessione, ma quasi).
Il fatto é che prima di fidanzarmi stavo bene da sola, e credo che questo giocasse molto a mio favore: se da un lato c'era il desiderio di essere amata e desiderata da qualcuno che ancora non c'era nella mia vita, dall'altro tutto sommato stavo bene (prima c'erano state le solite infatuazioni adolescenziali trascorse, che non mi hanno portata da nessuna parte). Questo, come ho detto precedentemente, é stato rilevante fino ad un certo punto: quello della rassegnazione.
Addirittura ho pensato che il fidanzamento non fosse per me, che non tutti erano destinati a stare con qualcuno; e questo sarebbe toccato a me.
Ho conosciuto il mio ragazzo all'università, e la cosa é partita da me: infatti non ci siamo messi subito insieme perché nel frattempo stava frequentando una ragazza in maniera molto tranquilla, senza un obiettivo predefinito di relazione.
Giá quando penso al fatto che l'input al nostro legame sia stato dipeso da me mi rattrista, perché avrei sempre voluto che un ragazzo volesse conoscermi e contraccambiare da subito.
Ma non é questo il problema. Anche se stiamo bene insieme e io sono felice con lui, mi opprime l'idea del "per sempre"; io vorrei i miei spazi di lavoro, di studio, di opportunità di carriera, e dopo pensare a creare una famiglia.
Tendo a precisare che per anni i miei genitori mi hanno sempre detto che il matrimonio non era per me, perché non davo una mano in casa e mi concentravo solo sullo studio, il che questo mi etichettava ad un'impotenza domestica e forse filiare.
Oltre a questo il matrimonio dei miei genitori non é stato affatto sereno: con un padre aggressivo e violento pensavo che l'ideale fosse stare da soli, tranquilli e spensierati.
Nonostante questi excursus, vedo il mio ragazzo molto simile a me (ovviamente alcune riflessioni sono diverse per differenza di genere e forse ideologie) e lo vedo nella mia vita, ma mi rendo conto che non ho smesso di fare confronti di personalità: quando ero single cercavo di capire quali fossero le caratteristiche che mi colpivano in una persona; ora continuo a farlo perché mi é sempre stata inculcata nella testa che dovevo scegliere "il meglio" e non "il buono".
E a volte mi chiedo quindi:"Lui è il meglio o il buono? E quella persona che ha carinerie e si dimostra gentile e interessato, puó rendermi felice piú di lui?"
Volevo chiedere se queste riflessioni sono naturali o se sono frutto di un'infanzia e un'adolescenza familiare un pó provata.
Vi ringrazio per l'attenzione!!
[#1]
>>> Mi capita di analizzare ogni singola sfaccettatura del suo e del mio comportamento (non vorrei dire che sta diventando un'ossessione, ma quasi)
>>>
Potrebbe trattarsi effettivamente di una tendenza all'ossessività.
E se così fosse, a poco ti servirebbero le spiegazioni. Sbloccare il problema coinciderebbe con il diventare meno rimuginatoria, meno preoccupata e più attenta a ciò che *vuoi* piuttosto che a ciò che ti spaventa.
È possibile che un'educazione un po' castrante abbia influito, ma di nuovo, non serve a niente saperlo. L'ossessività è l'illusione che sapendo il "perché" un certo problema psicologico si è prodotto, si sarà in grado di farci qualcosa. Spesso però non è così. Occorre che tu riesca a fare dei cambiamenti generali di atteggiamento, poi il particolare automaticamente troverà il suo posto.
>>>
Potrebbe trattarsi effettivamente di una tendenza all'ossessività.
E se così fosse, a poco ti servirebbero le spiegazioni. Sbloccare il problema coinciderebbe con il diventare meno rimuginatoria, meno preoccupata e più attenta a ciò che *vuoi* piuttosto che a ciò che ti spaventa.
È possibile che un'educazione un po' castrante abbia influito, ma di nuovo, non serve a niente saperlo. L'ossessività è l'illusione che sapendo il "perché" un certo problema psicologico si è prodotto, si sarà in grado di farci qualcosa. Spesso però non è così. Occorre che tu riesca a fare dei cambiamenti generali di atteggiamento, poi il particolare automaticamente troverà il suo posto.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Intendo risolvere il tuo problema di tendenza ansiosa di base. Senza preoccuparsi eccessivamente dei contenuti particolari, dei perché e delle cause.
Analizzando molto si finisce che si impara tutto del proprio problema, ma non si è fatto un solo passo in più verso la soluzione. Perciò ti suggerisco di chiedere un consulto a un terapeuta che usi un approccio attivo, dove cioè riceverai istruzioni dettagliate su cosa fare.
Analizzando molto si finisce che si impara tutto del proprio problema, ma non si è fatto un solo passo in più verso la soluzione. Perciò ti suggerisco di chiedere un consulto a un terapeuta che usi un approccio attivo, dove cioè riceverai istruzioni dettagliate su cosa fare.
[#4]
Gentile Ragazza,
anche a me sembra nel suo scritto che ci siano quote d'ansia....
È così soltanto con lui o anche in altri ambiti della vita?
Forse ha bisogno di fare amicizia con le sue paure, di entrare nello sconosciuto che alberga in lei per scegliere di provare un 'esperienza"....anche amorosa, intensa, non valutata e monitorata....
La spaventa l'Amore?
Teme di perdere il controllo?
Abbracci le sue paure e vedrà che troverà delle grandi risorse...
Un nostro Collega potrebbe aiutarla in questo percorso.
Le differenze inoltre, servono alla coppia.
Ottimale sarebbe spingersi nell'altro con dolcezza, lasciando "spazio ma non distanza"....e rispettare sempre le diversità, come vera e propria risorsa per la coppia stessa.
anche a me sembra nel suo scritto che ci siano quote d'ansia....
È così soltanto con lui o anche in altri ambiti della vita?
Forse ha bisogno di fare amicizia con le sue paure, di entrare nello sconosciuto che alberga in lei per scegliere di provare un 'esperienza"....anche amorosa, intensa, non valutata e monitorata....
La spaventa l'Amore?
Teme di perdere il controllo?
Abbracci le sue paure e vedrà che troverà delle grandi risorse...
Un nostro Collega potrebbe aiutarla in questo percorso.
Le differenze inoltre, servono alla coppia.
Ottimale sarebbe spingersi nell'altro con dolcezza, lasciando "spazio ma non distanza"....e rispettare sempre le diversità, come vera e propria risorsa per la coppia stessa.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#6]
Ad Amare si impara, ma prima deve imparare ad amare se stessa ed a lasciarsi amare.....soltanto così potrà farlo.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4219-sappiamo-ancora-amare-la-nuova-grammatica-del-cuore.html
Legga questa lettura e guardi questo video.
https://m.youtube.com/watch?v=hbh5mFUVPok
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4219-sappiamo-ancora-amare-la-nuova-grammatica-del-cuore.html
Legga questa lettura e guardi questo video.
https://m.youtube.com/watch?v=hbh5mFUVPok
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.9k visite dal 08/04/2015.
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