Doc da relazione?
Buongiorno,
Chiedo cortesemente un parere riguardo a certi "tormenti" che ho avuto di recente.
Premetto che io ho sempre sofferto di doc fin da ragazzina (ora ho 22 anni) e nel tempo questo disturbo ha assunto varie forme, dal contenuto omosessuale, alla paura di fare o farmi del male, alle ossessioni religiose... Sono stata seguita nei momenti peggiori da una brava psicologa e col tempo ho imparato a tenere a bada queste mie false paure. Ultimamente però è sorta una nuova ossessione che mi fa penare parecchio perché si è aggrappata alla cosa a cui tengo di più, la relazione col mio fidanzato.
Siamo insieme da 4 anni e viviamo un rapporto consolidato ed equilibrato, privo di futili litigi e molto profondo.
Sfortunatamente però io ho sempre avuto qualche problema nell'ambito sessuale per due motivi: il primo è di carattere fisico (e per questo sono in cura da un ginecologo ) il secondo a mio parere è psicologico (probabilmente dipende dal fatto che la mia famiglia cattolica ha sempre demonizzato l'atto sessuale) e quest'ultimo mi impedisce di provare quasi totalmente il piacere del rapporto. Lui ne è al corrente e mi aiuta molto, ma se per un periodo io riusivo a sopportare la situazione, negli ultimi due mesi sono crollata. Ho iniziato a soffrire questa mancanza, che prima davo per scontata, e si è risvegliato il doc.
Il mio primo pensiero automatico è stato "se non provo piacere lui non è l'uomo della mia vita". E così ho iniziato a vivere l'ansia di potermi "disinnamorare" di lui. Immaginavo di lasciarlo, di cambiare vita e in certi momenti mi sembrava che l'idea mi allettasse.... ma subito panicavo perché vivevo questi pensieri come estranei, indesiderati, tanto da provare malessere fisico violento.
Mi mettevo alla prova, e sotto stress non riuscivo più a vivere le sensazioni piacevoli che fino al giorno prima erano naturali....
Poi si è verificata una nuova situazione complicante. Sembrerà una sciocchezza, ma al lavoro si è presentato un mio amico che non vedevo da tempo che ho sempre considerato un bel ragazzo, ma solo perché somiglia vagamente ad un attore che mi piace. Assurdità, me ne rendo conto, ma ora non riesco a togliermi s
dalla testa che al lavoro vedrò questo ragazzo e il pensiero di incontrarlo mi mette ansia, come se temessi di scoprire che mi sono invaghita di lui e sarei costretta a lasciare il mio fidanzato. È una sensazione sgradevolissima che a volte non riesco ad inquadrare... ha le caratteristiche del doc, ma il dubbio che non lo sia mi tormenta!
Potreste darmi un vostro parere? Ho già fissato un appuntamento con la psicologa, ma non la vedrò prima di settimana prossima...
Grazie della cortese attenzione,
Cordiali saluti.
Chiedo cortesemente un parere riguardo a certi "tormenti" che ho avuto di recente.
Premetto che io ho sempre sofferto di doc fin da ragazzina (ora ho 22 anni) e nel tempo questo disturbo ha assunto varie forme, dal contenuto omosessuale, alla paura di fare o farmi del male, alle ossessioni religiose... Sono stata seguita nei momenti peggiori da una brava psicologa e col tempo ho imparato a tenere a bada queste mie false paure. Ultimamente però è sorta una nuova ossessione che mi fa penare parecchio perché si è aggrappata alla cosa a cui tengo di più, la relazione col mio fidanzato.
Siamo insieme da 4 anni e viviamo un rapporto consolidato ed equilibrato, privo di futili litigi e molto profondo.
Sfortunatamente però io ho sempre avuto qualche problema nell'ambito sessuale per due motivi: il primo è di carattere fisico (e per questo sono in cura da un ginecologo ) il secondo a mio parere è psicologico (probabilmente dipende dal fatto che la mia famiglia cattolica ha sempre demonizzato l'atto sessuale) e quest'ultimo mi impedisce di provare quasi totalmente il piacere del rapporto. Lui ne è al corrente e mi aiuta molto, ma se per un periodo io riusivo a sopportare la situazione, negli ultimi due mesi sono crollata. Ho iniziato a soffrire questa mancanza, che prima davo per scontata, e si è risvegliato il doc.
Il mio primo pensiero automatico è stato "se non provo piacere lui non è l'uomo della mia vita". E così ho iniziato a vivere l'ansia di potermi "disinnamorare" di lui. Immaginavo di lasciarlo, di cambiare vita e in certi momenti mi sembrava che l'idea mi allettasse.... ma subito panicavo perché vivevo questi pensieri come estranei, indesiderati, tanto da provare malessere fisico violento.
Mi mettevo alla prova, e sotto stress non riuscivo più a vivere le sensazioni piacevoli che fino al giorno prima erano naturali....
Poi si è verificata una nuova situazione complicante. Sembrerà una sciocchezza, ma al lavoro si è presentato un mio amico che non vedevo da tempo che ho sempre considerato un bel ragazzo, ma solo perché somiglia vagamente ad un attore che mi piace. Assurdità, me ne rendo conto, ma ora non riesco a togliermi s
dalla testa che al lavoro vedrò questo ragazzo e il pensiero di incontrarlo mi mette ansia, come se temessi di scoprire che mi sono invaghita di lui e sarei costretta a lasciare il mio fidanzato. È una sensazione sgradevolissima che a volte non riesco ad inquadrare... ha le caratteristiche del doc, ma il dubbio che non lo sia mi tormenta!
Potreste darmi un vostro parere? Ho già fissato un appuntamento con la psicologa, ma non la vedrò prima di settimana prossima...
Grazie della cortese attenzione,
Cordiali saluti.
[#1]
Cara ragazza, lei sembra molto consapevole del suo disagio, ma se il disturbo si ripresenta a distanza di tempo significa che non è stato curato in maniera adeguata.
Credo sia utile andare oltre il DOC (perché lei non è il DOC, ma qualcosa di più complesso) e fare un lavoro sulle sue rigidità e su alcuni aspetti di personalità che potrebbero alimentare i suoi stati d'ansia.
Che tipo di intervento ha fatto (psicoterapia, consulenza)?
Cosa secondo te non ha funzionato nel trattamento precedente?
Credo sia utile andare oltre il DOC (perché lei non è il DOC, ma qualcosa di più complesso) e fare un lavoro sulle sue rigidità e su alcuni aspetti di personalità che potrebbero alimentare i suoi stati d'ansia.
Che tipo di intervento ha fatto (psicoterapia, consulenza)?
Cosa secondo te non ha funzionato nel trattamento precedente?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
<<Potreste darmi un vostro parere? Ho già fissato un appuntamento con la psicologa, ma non la vedrò prima di settimana prossima... >>
Gentile Ragazza,
la sua richiesta di un parere ha la finalità di placare -per pochissimo!- l'ansia che i pensieri in cui si avviluppa le scatenano e che, in un processo di causalità circolare, sono da essa derivati. Dal momento che scrive di essere una "veterana" del DOC, saprà bene che ciò non ha molta efficacia.
Ha invece fatto molto bene a fissare un appuntamento con la psicologa che già conosce Lei e la sua storia: la prossima settimana arriverà presto...e aspettare qualche giorno sarà per Lei un utile allenamento a tollerare l'incertezza, cosa fondamentale per chi ha problemi d'ansia.
Non mi è ben chiara, invece, la problematica sessuologica a cui ha fatto cenno. In ogni caso, l'ha già affrontata con la psicologa?
Saluti.
Gentile Ragazza,
la sua richiesta di un parere ha la finalità di placare -per pochissimo!- l'ansia che i pensieri in cui si avviluppa le scatenano e che, in un processo di causalità circolare, sono da essa derivati. Dal momento che scrive di essere una "veterana" del DOC, saprà bene che ciò non ha molta efficacia.
Ha invece fatto molto bene a fissare un appuntamento con la psicologa che già conosce Lei e la sua storia: la prossima settimana arriverà presto...e aspettare qualche giorno sarà per Lei un utile allenamento a tollerare l'incertezza, cosa fondamentale per chi ha problemi d'ansia.
Non mi è ben chiara, invece, la problematica sessuologica a cui ha fatto cenno. In ogni caso, l'ha già affrontata con la psicologa?
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Utente
Grazie delle vostre gentili risposte.
In effetti non ho mao seguito terapie approfonite come quella cognitivo comportamentale o assunto farmaci, il motivo è semplicemente il fatto che le altre ansie sono sempre state facilmente gestibili, dato che la loro falsità mi era più facile da comprendere razionalmente e con l'aiuto della psicologa avevo imparato a tenerle a bada. Sfortunatamente quando queste ansie però si aggrappano a situazioni di vita coinvolgenti come la mia relazione diventa molto più difficile ragionare a mente fredda. La mia non è rigidità, semplicemente avverto questa situazione come intrusiva... (ad esempio, provavo le stesse sensazioni quando avevo il doc omosessuale e mi mettevo alla prova non con un altro uomo ma con amiche casuali, anche lì paura irrazionale di scoprire chissà cosa, agitazione nel vedere la persona del caso e così via...)
Riguardo i problemi nell'ambito sessuale, semplicemente io all'inizio ho faticato molto ad avere rapporti, quando l'ho fatto la prima volta è stato quasi chiedendo il permesso alla famiglia prima... per alcuni tempi mi sentivo di fare qualcosa di strano, ma l'amore per il mio fidanzato mi portava a farlo comunque volentieri. L'unico problema è che, oltre ad alcuni effettivi problemi fisici di dolore e bruciore dovuti ad alterazioni della flora batterica, non provo quasi piacere, per me diventa un atto meccanico e privo di appagamento se non, appunto, l'idea di rendere felice il mio ragazzo. Diventa un solo dare... e questo mi fa spesso perdere coinvolgimento.... soffro molto per questa cosa, ma solo da poco tempo! Non ne ho ancora parlato con la psicologa proprio perché, assurdamente, prima non ne avvertivo il bisogno...
In effetti non ho mao seguito terapie approfonite come quella cognitivo comportamentale o assunto farmaci, il motivo è semplicemente il fatto che le altre ansie sono sempre state facilmente gestibili, dato che la loro falsità mi era più facile da comprendere razionalmente e con l'aiuto della psicologa avevo imparato a tenerle a bada. Sfortunatamente quando queste ansie però si aggrappano a situazioni di vita coinvolgenti come la mia relazione diventa molto più difficile ragionare a mente fredda. La mia non è rigidità, semplicemente avverto questa situazione come intrusiva... (ad esempio, provavo le stesse sensazioni quando avevo il doc omosessuale e mi mettevo alla prova non con un altro uomo ma con amiche casuali, anche lì paura irrazionale di scoprire chissà cosa, agitazione nel vedere la persona del caso e così via...)
Riguardo i problemi nell'ambito sessuale, semplicemente io all'inizio ho faticato molto ad avere rapporti, quando l'ho fatto la prima volta è stato quasi chiedendo il permesso alla famiglia prima... per alcuni tempi mi sentivo di fare qualcosa di strano, ma l'amore per il mio fidanzato mi portava a farlo comunque volentieri. L'unico problema è che, oltre ad alcuni effettivi problemi fisici di dolore e bruciore dovuti ad alterazioni della flora batterica, non provo quasi piacere, per me diventa un atto meccanico e privo di appagamento se non, appunto, l'idea di rendere felice il mio ragazzo. Diventa un solo dare... e questo mi fa spesso perdere coinvolgimento.... soffro molto per questa cosa, ma solo da poco tempo! Non ne ho ancora parlato con la psicologa proprio perché, assurdamente, prima non ne avvertivo il bisogno...
[#4]
<<prima non ne avvertivo il bisogno... >>
Mi auguro che, invece, ora ci sia maggior consapevolezza che anche di questo dovrebbe parlare con chi la segue: la sessualità non è svincolata dal resto e, dunque, è importante occuparsi del problema nella sua interezza.
Se non prova piacere, è presumibile che non sia particolarmente eccitata (e per le donne eccitazione significa lubrificazione), dunque non c'è da stupirsi se avverte dolore e bruciore.
Concordo con il dott. Del Signore rispetto all'esigenza di un intervento più mirato.
Cordialmente,
Mi auguro che, invece, ora ci sia maggior consapevolezza che anche di questo dovrebbe parlare con chi la segue: la sessualità non è svincolata dal resto e, dunque, è importante occuparsi del problema nella sua interezza.
Se non prova piacere, è presumibile che non sia particolarmente eccitata (e per le donne eccitazione significa lubrificazione), dunque non c'è da stupirsi se avverte dolore e bruciore.
Concordo con il dott. Del Signore rispetto all'esigenza di un intervento più mirato.
Cordialmente,
[#5]
>>La mia non è rigidità, semplicemente avverto questa situazione come intrusiva..<<
se lei ha un disturbo ossessivo-compulsivo ha di conseguenza delle rigidità che spaziano in diversi ambiti della sua vita, come ad es. le difficoltà sessuali che non sono qualcosa di diverso o scollato dal DOC, perché rientrano nel suo modo di funzionare e di gestire la sfera emotiva.
Questi disturbi non sono altro che il tentativo di iper-controllare gli aspetti di sé, in maniera appunto rigida.
se lei ha un disturbo ossessivo-compulsivo ha di conseguenza delle rigidità che spaziano in diversi ambiti della sua vita, come ad es. le difficoltà sessuali che non sono qualcosa di diverso o scollato dal DOC, perché rientrano nel suo modo di funzionare e di gestire la sfera emotiva.
Questi disturbi non sono altro che il tentativo di iper-controllare gli aspetti di sé, in maniera appunto rigida.
[#7]
Le idee intrusive sono semplicemente un sintomo, quindi sarebbe una limitazione focalizzarsi esclusivamente su queste, mettendo da parte la sua personalità.
Questo problema nella gestione dell'ansia va ampliato in altri ambiti della sua vita.
Questo problema nella gestione dell'ansia va ampliato in altri ambiti della sua vita.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 4.5k visite dal 04/04/2015.
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