Depressione o forte ansia?
Salve, gentili dottori. Premettendo che il mio stato attuale è partito dall'episodio descritto nel precedente consulto che metterò tra parentesi ( https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/459357-confusione-sentimentale-depressione-e-paranoie.html ), ho deciso di ricorrere nuovamente ad un vostro parere, poiché la mia psicologa non eserciterà fino a Maggio, a causa della maternità. Detto ciò, l'ansia al momento ne sta uscendo vittoriosa, nel senso che alla fine ho compulsato in un modo così indicibile da sottomettermi da un punto di vista psicologico totalmente ad essa. Dalla psicologa mi sono stati identificati vari punti sui quali lavorare tra cui senso di inadeguatezza, paura dell'abbandono, paura del giudizio altrui, ansia e autostima quasi inesistente. Al momento abbiamo sostenuto solamente 3-4 sedute, quindi sta avendo modo solamente di conoscermi. Il punto è che la situazione credo stia mutando dall'ansia ad una prima fase di depressione. Sono sempre stata una persona molto ambiziosa, sempre insoddisfatta dei risultati che otteneva e che ha sempre dato tutto per la scuola. Ora non m'importa più di niente, ogni giorno che passa, perdo sempre di più vitalità e la voglia di stare con le persone. Voglio sempre stare da sola e non fare niente, consapevolmente capisco che così alimento solamente il mostro ma non riesco a smettere. Prima ero molto vanitosa, ora ho perso persino la voglia di truccarmi o fare uno shampoo. Quello che mi chiedo è: se non riesco a dare amore neppure a me, come pretendo di darlo agli altri? Sto iniziando a vivere in un mondo che esiste solamente nella mia mente, mentre non accetto la positività che, invece, vuole offrirmi il mondo che mi circonda e quindi la ''vera'' realtà. Per farvi un esempio: quando sono con il mio ragazzo, non c'è altro luogo in cui vorrei essere, lui sembra essere l'unico in grado di far riemergere i miei sentimenti e le mie emozioni. L'inferno risorge quando non c'è e il problema è che io e lui non riusciamo a vederci, a volte, neppure una volta a settimana. Allora questo stacco è come se mi desse modo di far fruttare nuove bugie nella mia mente: la sua assenza mi dà modo di compulsare ulteriormente, di pensare cose totalmente opposte alla realtà. Provo apatia nei confronti di qualsiasi cosa mi circondi, tranne quando sono, fisicamente, con lui. Sono reduce di molte delusioni: la mia prima esperienza sentimentale (durata due mesi) s'è rivelata una vera e propria infamata per la quale sono stata male circa un anno e mezzo; circa tre anni fa ho chiuso con la mia ex migliore amica, esperienza che mi ha totalmente segnata e dalla quale penso che io sia cambiata; inoltre, continuo a ricevere delusioni dalle amicizie, come se mi sentissi sempre una seconda scelta. Ed ora che ho una cosa sulla quale poter contare veramente, è come se mi stessi imponendo di essere infelice, attraverso convinzioni che nella realtà vengono confutate, perché con lui, sto benissimo.
Vorrei essere la persona che ero un tempo
Vorrei essere la persona che ero un tempo
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E' decisamente inusuale che una collega prenda in carico un paziente per sole 3 o 4 sedute, sapendo che presto dovrà andare in maternità. Avrebbe dovuto piuttosto inviarti a una/un altro collega.
>>> se non riesco a dare amore neppure a me, come pretendo di darlo agli altri?
>>>
Buona domanda. Si può piacere agli altri solo piacendo prima a se stessi, ma non è cosa che si possa ottenere da semplici indicazioni ricevute online, se non si riesce a farlo da soli. Perciò la necessaria raccomandazione è di iniziare un nuovo percorso terapeutico, oppure attendere con pazienza che torni la collega.
È possibile che l'ansia che senti quando non puoi vedere il tuo ragazzo sia collegata a quella che non riesci a sopportare per non poter vedere la terapeuta, ma tieni presente che diventare adulti significa anche questo: imparare a posporre le gratificazioni, se necessario. Si deve imparare a bastare a se stessi, almeno nel breve periodo.
>>> se non riesco a dare amore neppure a me, come pretendo di darlo agli altri?
>>>
Buona domanda. Si può piacere agli altri solo piacendo prima a se stessi, ma non è cosa che si possa ottenere da semplici indicazioni ricevute online, se non si riesce a farlo da soli. Perciò la necessaria raccomandazione è di iniziare un nuovo percorso terapeutico, oppure attendere con pazienza che torni la collega.
È possibile che l'ansia che senti quando non puoi vedere il tuo ragazzo sia collegata a quella che non riesci a sopportare per non poter vedere la terapeuta, ma tieni presente che diventare adulti significa anche questo: imparare a posporre le gratificazioni, se necessario. Si deve imparare a bastare a se stessi, almeno nel breve periodo.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.2k visite dal 03/04/2015.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.