Suicidio assistito
Salve, mi chiamo Alberto ed ho 33 anni. Da poco ho scoperto di essermi ammalato di leucemia dopo aver lottato contro questa malattia già cinque anni fa. La notizia mi ha gettato nello sconforto dato che sono un uomo solo. I miei genitori morirono quando ero ragazzo e negli anni non sono riuscito a trovare una compagna che fosse abbastanza forte da starmi vicino anche nella sofferenza. Cinque anni fa lottare contro la leucemia fu un 'esperienza terrificante. Dopo la chemio stavo spesso male e misuravo con sofferenza la mia solitudine. Ho deciso di ricorrere al suicidio assistito. Un mese fa sono andato in una clinica vicino Zurigo. Mi hanno fissato un appuntamento con un medico generico e uno psichiatra che mi hanno dato il nulla osta. Devo effettuare il bonifico per pagare la prestazione e dare disposizioni ad una agenzia di pompe funebri. Vi scrivo perché negli ultimi tempi soffro di incubi ricorrenti che mi fanno svegliare nel cuore della notte sudato e angosciato. In Svizzera i medici mi dicevano che il mio era un gesto molto coraggioso e che quando l'edificio è in fiamme e' giusto cercare una via di fuga. Tuttavia negli ultimi tempi sono assillato dai dubbi ed ho cominciato ad aver paura. Capisco che è stupido da parte di un malato grave ma ho difficoltà ad accettare la morte. Da un lato vorrei nuovamente combattere ma dall'altra mi rendo conto che è giusto che mi faccia da parte. Per il nervosismo ho cominciato a sviluppare una psoriasi che credo psicosomatica. Ho troppo paura della sofferenza fisica e psichica che ho sofferto in passato e per questo credo di star facendo la scelta giusta chiedendo di poter morire senza più provarla.
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>>Tuttavia negli ultimi tempi sono assillato dai dubbi ed ho cominciato ad aver paura. Capisco che è stupido da parte di un malato grave ma ho difficoltà ad accettare la morte.<<
i suoi dubbi sono legittimi e assolutamente umani, accettare la morte è difficile per chiunque, anche per le persone che come lei hanno una grave patologia.
Non conosco il suo caso quindi non mi sento di esprimere un parere in merito alla sua scelta, però mi sento di dirle che lei è una persona giovane e dovrebbe a mio avviso riuscire a trovare le forze per una soluzione differente da quella descritta.
Ha mai pensato di rivolgersi di persona ad un Collega per avere un supporto?
i suoi dubbi sono legittimi e assolutamente umani, accettare la morte è difficile per chiunque, anche per le persone che come lei hanno una grave patologia.
Non conosco il suo caso quindi non mi sento di esprimere un parere in merito alla sua scelta, però mi sento di dirle che lei è una persona giovane e dovrebbe a mio avviso riuscire a trovare le forze per una soluzione differente da quella descritta.
Ha mai pensato di rivolgersi di persona ad un Collega per avere un supporto?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
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Gentile Signore,
come tutte le richieste che hanno a che fare con la vita e con la morte, le domande sono inquietanti e le risposte on line ... hanno molti limiti.
Le tematiche che Lei presenta sono decisive per ognuno di noi e dunque le "difficoltà ad accettare la morte" mi sembrano nella norma.
Ma queste difficoltà forse Le segnalano anche che "la dipartita" non è l'unica scelta possibile.
Lei ci dice che
<<Ho troppo paura della sofferenza fisica e psichica che ho sofferto in passato.
La chemio è ingombrante, d'accordo; ma forse - ancora più - la solitudine affettiva a cui Lei con pudore accenna.
Ha cercato una "situazione protetta" nella quale affrontare, non da solo, questo difficile periodo che andrebbe ad affrontare? Forse, rispetto a 5 anni fa, può modificare le strategie con cui affrontare.
Attenda, per il bonifico alla clinica. E’ sempre in tempo.
Noi ci siamo.
Una serena notte.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.6k visite dal 29/03/2015.
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