Relazioni di coppia
Salve,
vi scrivo per avere dei consigli in merito ad una situazione che sto vivendo in questo periodo. Vi spiego brevemente il problema: Sto insieme ad una
ragazza da 5 anni, io ho 28 anni e lei 25. Una storia bellissima, fatta di tanto amore e complicità perfetta. Questi 5 anni con lei sono stati i più belli della mia vita, mi sento veramente
bene, sono felice e riesce a farmi ridere il cuore in ogni cosa che fa. Anche per lei è lo stesso. E fin qui, tutto a posto. Adesso viene il bello! La mia ragazza frequenta l'università e
questo che sta sostenendo adesso è l'ultimo anno di facoltà, quindi si trova ad affrontare tesi, tirocinio e materie mancanti tutte insieme. Premetto che lei ha sempre avuto una
personalità forte e nella maggior parte dei casi ha superato enormi difficoltà senza battere ciglio. Qualche mese fa, anche in corrispondenza del nostro anniversario a cui teniamo
tanto, inizia il calvario. Noto che il suo sguardo non è più il suo, inizia ad essere assente, poi pianti improvvisi che diventano via via più frequenti, fino al fatidico giorno in cui crolla e
diventa totalmente apatica.
Penso subito ad un momento di stress mentale dovuto al sovraccarico di impegni che stava attraversando in quei giorni e che, dopo essersi tolta quei pesi, sarebbe tornato tutto alla
normalità, ma non è successo, anzi è sprofondata ancora di più nel buio della sua mente.
Adesso, da totale ignorante in materia e in preda alla confusione più totale, mi fiondo su internet a cercare sintomi e diturbi che possano avvicinarsi alla sua condizione ma come è
risaputo, internet anzicchè aiutare, mette ancora più confusione.
Tra disturbi bipolari, depressioni, ansie da stress e altri paroloni in cui mi dicono di comportarmi in maniere diversa l'uno dall'altro decidiamo di andare dallo psicologo di famiglia.
Ora, io non mi permetterei mai di andare contro la decisione di uno psicologo perchè sicuramente sa molte più cose di me e ha molta più esperienza di me in materia, ma
consigliare alla mia ragazza di allontanarsi da me e dalla sua famiglia, nonchè saltare un esame facile che avrebbe dovuto dare a giorni(e quindi togliersi un peso), non mi è
sembrata proprio l'intuizione del secolo.
In ogni caso, decidiamo di ascoltarlo, tranne che per l'esame superato con ottimi voti, e iniziamo questo percorso. Sembrava migliorare, ma ogni sera tornava a piangere e stare
male.
Oltre tutto, lo psicologo, notati questi leggeri miglioramenti, ha deciso che non era più essenziale fare ulteriori sedute, e tempo una settiamana siamo ritornati peggio di prima.
Ho cercato di farla riprendere, con svaghi o semplicemente farla sorridere e tenerle compagnia ma passava da una situazione di normalità apparente ad una di completo sconforto,
disagio e apatia.
Si sentiva come se fosse lei inutile, insoddisfatta di tutto e tutti, non vedeva più niente di bello nemmeno nel nostro rapporto e in niente. Aveva paura di non riprendersi mai più.
In passato anche io ho attraversato un momento simile al suo e me ne sono uscito, tra alti e bassi, tutto sommato bene e per questo la rassicuravo dicendo che tutto si sarebbe
sistemato nel migliore dei modi.
Grazie all'aiuto di una sua amica, ha consultato un nuovo psicologo, ma questa volta le ha detto che è una questione di tempo e che la soluzione avrebbe dovuto trovarla dentro di se.
Inoltre, ha detto che probabilmente, questo suo malessere è causato anche da qualcosa inerente al rapporto di coppia.
Oltre al peso di tutto questo, si aggiunge, per lei, la convinzione che mi stia facendo del male. All'inizio la rassicuravo del fatto che per me è più confortante poterle stare vicino e,
anche senza attenzioni da parte sua, farle sentire la mia presenza. Mi accorgo subito, però, che forse questo le recava una sofferenza in più considerando il fatto che quando
stavamo insieme non faceva altro che piangere di più perchè si sentiva un peso per me e perchè credeva che io mi stessi stancando di lei in quelle condizioni. Ovviamente cosa non
vera, ma non c'era modo di farglielo capire.
Decido allora una cosa che veramente mi ha fatto e mi fa ancora un male cane: lo stacco della nostra relazione.
Le propongo di non sentirci per un pò e di trovare delle risposte dentro di lei anche sulla nostra attuale storia.
Però, ad oggi, parlando con le persone vicine a lei, so che non ha fatto miglioramenti e che sta sempre nel suo mondo, in totale apatia.
Quello che vi chiedo oggi è sapere se ho fatto la scelta giusta o se invece la sto abbandonando a se stessa in un momento difficile della sua vita?
Se dovessi seguire la ragione o i dottori che l'hanno visitata, questa è la scelta giusta, ma se dovessi seguire il mio cuore, non smetterei neanche un momento di sostenerla.
In questo momento mi sento impotente e inutile verso la persona che è la mia vita.
Vorrei trovare una via, uno spiraglio o una piccola speranza dove aggrapparmi per essere anche l'1% utile al suo miglioramento ma non so davvero cosa sia giusto o sbagliato.
Io la amo da morire e so che per lei è uguale e sicuramente il lasciarci in questo momento non sarebbe la situazione migliore. Su internet si dice che bisogna avere pazienza e starle
vicino, ma non penso che sia la scelta giusta in questa situazione. Chiedo aiuto a voi per avere un consiglio su come comportarmi e sulla strada giusta da prendere per essere un pò
più utile al suo ritrovamento, anche se questo dovesse comportare il doppio delle sofferenze che sto passando attualmente. La sua salute è la mia prima priorità.
grazie in anticipo
vi scrivo per avere dei consigli in merito ad una situazione che sto vivendo in questo periodo. Vi spiego brevemente il problema: Sto insieme ad una
ragazza da 5 anni, io ho 28 anni e lei 25. Una storia bellissima, fatta di tanto amore e complicità perfetta. Questi 5 anni con lei sono stati i più belli della mia vita, mi sento veramente
bene, sono felice e riesce a farmi ridere il cuore in ogni cosa che fa. Anche per lei è lo stesso. E fin qui, tutto a posto. Adesso viene il bello! La mia ragazza frequenta l'università e
questo che sta sostenendo adesso è l'ultimo anno di facoltà, quindi si trova ad affrontare tesi, tirocinio e materie mancanti tutte insieme. Premetto che lei ha sempre avuto una
personalità forte e nella maggior parte dei casi ha superato enormi difficoltà senza battere ciglio. Qualche mese fa, anche in corrispondenza del nostro anniversario a cui teniamo
tanto, inizia il calvario. Noto che il suo sguardo non è più il suo, inizia ad essere assente, poi pianti improvvisi che diventano via via più frequenti, fino al fatidico giorno in cui crolla e
diventa totalmente apatica.
Penso subito ad un momento di stress mentale dovuto al sovraccarico di impegni che stava attraversando in quei giorni e che, dopo essersi tolta quei pesi, sarebbe tornato tutto alla
normalità, ma non è successo, anzi è sprofondata ancora di più nel buio della sua mente.
Adesso, da totale ignorante in materia e in preda alla confusione più totale, mi fiondo su internet a cercare sintomi e diturbi che possano avvicinarsi alla sua condizione ma come è
risaputo, internet anzicchè aiutare, mette ancora più confusione.
Tra disturbi bipolari, depressioni, ansie da stress e altri paroloni in cui mi dicono di comportarmi in maniere diversa l'uno dall'altro decidiamo di andare dallo psicologo di famiglia.
Ora, io non mi permetterei mai di andare contro la decisione di uno psicologo perchè sicuramente sa molte più cose di me e ha molta più esperienza di me in materia, ma
consigliare alla mia ragazza di allontanarsi da me e dalla sua famiglia, nonchè saltare un esame facile che avrebbe dovuto dare a giorni(e quindi togliersi un peso), non mi è
sembrata proprio l'intuizione del secolo.
In ogni caso, decidiamo di ascoltarlo, tranne che per l'esame superato con ottimi voti, e iniziamo questo percorso. Sembrava migliorare, ma ogni sera tornava a piangere e stare
male.
Oltre tutto, lo psicologo, notati questi leggeri miglioramenti, ha deciso che non era più essenziale fare ulteriori sedute, e tempo una settiamana siamo ritornati peggio di prima.
Ho cercato di farla riprendere, con svaghi o semplicemente farla sorridere e tenerle compagnia ma passava da una situazione di normalità apparente ad una di completo sconforto,
disagio e apatia.
Si sentiva come se fosse lei inutile, insoddisfatta di tutto e tutti, non vedeva più niente di bello nemmeno nel nostro rapporto e in niente. Aveva paura di non riprendersi mai più.
In passato anche io ho attraversato un momento simile al suo e me ne sono uscito, tra alti e bassi, tutto sommato bene e per questo la rassicuravo dicendo che tutto si sarebbe
sistemato nel migliore dei modi.
Grazie all'aiuto di una sua amica, ha consultato un nuovo psicologo, ma questa volta le ha detto che è una questione di tempo e che la soluzione avrebbe dovuto trovarla dentro di se.
Inoltre, ha detto che probabilmente, questo suo malessere è causato anche da qualcosa inerente al rapporto di coppia.
Oltre al peso di tutto questo, si aggiunge, per lei, la convinzione che mi stia facendo del male. All'inizio la rassicuravo del fatto che per me è più confortante poterle stare vicino e,
anche senza attenzioni da parte sua, farle sentire la mia presenza. Mi accorgo subito, però, che forse questo le recava una sofferenza in più considerando il fatto che quando
stavamo insieme non faceva altro che piangere di più perchè si sentiva un peso per me e perchè credeva che io mi stessi stancando di lei in quelle condizioni. Ovviamente cosa non
vera, ma non c'era modo di farglielo capire.
Decido allora una cosa che veramente mi ha fatto e mi fa ancora un male cane: lo stacco della nostra relazione.
Le propongo di non sentirci per un pò e di trovare delle risposte dentro di lei anche sulla nostra attuale storia.
Però, ad oggi, parlando con le persone vicine a lei, so che non ha fatto miglioramenti e che sta sempre nel suo mondo, in totale apatia.
Quello che vi chiedo oggi è sapere se ho fatto la scelta giusta o se invece la sto abbandonando a se stessa in un momento difficile della sua vita?
Se dovessi seguire la ragione o i dottori che l'hanno visitata, questa è la scelta giusta, ma se dovessi seguire il mio cuore, non smetterei neanche un momento di sostenerla.
In questo momento mi sento impotente e inutile verso la persona che è la mia vita.
Vorrei trovare una via, uno spiraglio o una piccola speranza dove aggrapparmi per essere anche l'1% utile al suo miglioramento ma non so davvero cosa sia giusto o sbagliato.
Io la amo da morire e so che per lei è uguale e sicuramente il lasciarci in questo momento non sarebbe la situazione migliore. Su internet si dice che bisogna avere pazienza e starle
vicino, ma non penso che sia la scelta giusta in questa situazione. Chiedo aiuto a voi per avere un consiglio su come comportarmi e sulla strada giusta da prendere per essere un pò
più utile al suo ritrovamento, anche se questo dovesse comportare il doppio delle sofferenze che sto passando attualmente. La sua salute è la mia prima priorità.
grazie in anticipo
[#1]
Gentile Utente,
per prima cosa bisognerebbe comprendere se la natura di questo malessere è legato al rapporto di coppia o a qualcos'altro.
Ne avete parlato?
Credo sia opportuno fare un percorso individuale, questo permetterà alla ragazza di chiarire le sue idee, comprendere le sue emozioni e dare una senso al suo malessere.
In merito alle sue domande bisogna dire che non ci sono regole specifiche da seguire, ci vuole semplicemente un po' di buon senso e probabilmente del tempo.
Quindi dovrebbe mettere da parte le letture e le diagnosi lette su internet perché non la possono aiutare.
Se continua a trovare difficoltà nella gestione di questa situazione potrebbe essere utile anche per lei prendere contatto con uno psicologo.
per prima cosa bisognerebbe comprendere se la natura di questo malessere è legato al rapporto di coppia o a qualcos'altro.
Ne avete parlato?
Credo sia opportuno fare un percorso individuale, questo permetterà alla ragazza di chiarire le sue idee, comprendere le sue emozioni e dare una senso al suo malessere.
In merito alle sue domande bisogna dire che non ci sono regole specifiche da seguire, ci vuole semplicemente un po' di buon senso e probabilmente del tempo.
Quindi dovrebbe mettere da parte le letture e le diagnosi lette su internet perché non la possono aiutare.
Se continua a trovare difficoltà nella gestione di questa situazione potrebbe essere utile anche per lei prendere contatto con uno psicologo.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#3]
>>> Quello che vi chiedo oggi è sapere se ho fatto la scelta giusta o se invece la sto abbandonando a se stessa in un momento difficile della sua vita?
>>>
Potrebbe non essere stata una scelta sbagliata. A volte la distanza serve per capire cosa realmente si vuole. Perché una delle caratteristiche degli esseri umani è che capiscono più facilmente ciò che vogliono, una volta che non ce l'hanno più.
Per il resto sono d'accordo con il collega Del Signore che in questo momento sia semmai da preferire, se se ne sente il bisogno, un percorso individuale a uno di coppia. Ma anche semplicemente dare tempo al tempo potrebbe avere la sua importanza. Senza cercare spiegazioni, senza affannarsi. Semplicemente aspettando.
>>>
Potrebbe non essere stata una scelta sbagliata. A volte la distanza serve per capire cosa realmente si vuole. Perché una delle caratteristiche degli esseri umani è che capiscono più facilmente ciò che vogliono, una volta che non ce l'hanno più.
Per il resto sono d'accordo con il collega Del Signore che in questo momento sia semmai da preferire, se se ne sente il bisogno, un percorso individuale a uno di coppia. Ma anche semplicemente dare tempo al tempo potrebbe avere la sua importanza. Senza cercare spiegazioni, senza affannarsi. Semplicemente aspettando.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Gentile utente,
solo lei può sentire se la scelta fatta sia o meno quella giusta, ma sicuramente, come ha già intuito, non troverà una risposta su internet a questo nè tantomeno al malessere che vive la sua compagna.
Vorrei farle una domanda: il primo esperto consultato è uno psicologo o uno psicologo psicoterapeuta?
Lo psicologo offre un supporto incontrando la persona per un periodo di tempo che in genere è breve, ma nei casi più seri è opportuno che la stessa venga inviata ad uno psicoterapeuta per iniziare un percorso che è sempre abbastanza lungo.
E in ogni caso...non reputo corretto sostituirsi al paziente nelle decisioni (ad esempio, allontanarsi dal fidanzato, sospendere gli esami universitari, ecc.) perchè, è proprio vero, ognuno deve trovare la soluzione da sè e assumersi la responsabilità delle proprie azioni, giuste o sbagliate che siano, senza dare deleghe.
Un caro saluto
Dr.ssa Valentina Nappo
Psicologa Psicoterapeuta individuale, di coppia, familiare
via Epomeo, Napoli
via Roma, Pompei
via Scopari, San Giuseppe Vesuviano
http://www.psicodialogando.com/
solo lei può sentire se la scelta fatta sia o meno quella giusta, ma sicuramente, come ha già intuito, non troverà una risposta su internet a questo nè tantomeno al malessere che vive la sua compagna.
Vorrei farle una domanda: il primo esperto consultato è uno psicologo o uno psicologo psicoterapeuta?
Lo psicologo offre un supporto incontrando la persona per un periodo di tempo che in genere è breve, ma nei casi più seri è opportuno che la stessa venga inviata ad uno psicoterapeuta per iniziare un percorso che è sempre abbastanza lungo.
E in ogni caso...non reputo corretto sostituirsi al paziente nelle decisioni (ad esempio, allontanarsi dal fidanzato, sospendere gli esami universitari, ecc.) perchè, è proprio vero, ognuno deve trovare la soluzione da sè e assumersi la responsabilità delle proprie azioni, giuste o sbagliate che siano, senza dare deleghe.
Un caro saluto
Dr.ssa Valentina Nappo
Psicologa Psicoterapeuta individuale, di coppia, familiare
via Epomeo, Napoli
via Roma, Pompei
via Scopari, San Giuseppe Vesuviano
http://www.psicodialogando.com/
Dr.ssa Valentina Nappo - Terapia individuale, di coppia e familiare a Napoli
[#6]
Utente
Vorrei sapere se in questo dato momento sarebbe meglio lasciarci.
Lei sente il peso del tenermi "appeso" a questa situazione e non sa cosa decidere.
Ovviamente io non la lascerei mai, men che meno adesso, ma non so come farle capire che per me non è un peso e che la sto aspettando per tutto il tempo che le occorre. So che può essere logorante per me, ma sono pronto anche a questo per non perderla..
Il mio problema è proprio questo: il non sapere come comportarmi..
Lei sente il peso del tenermi "appeso" a questa situazione e non sa cosa decidere.
Ovviamente io non la lascerei mai, men che meno adesso, ma non so come farle capire che per me non è un peso e che la sto aspettando per tutto il tempo che le occorre. So che può essere logorante per me, ma sono pronto anche a questo per non perderla..
Il mio problema è proprio questo: il non sapere come comportarmi..
[#7]
>>Lei sente il peso del tenermi "appeso" a questa situazione e non sa cosa decidere.<<
Lei sembra avere un atteggiamento un po' controllante nei confronti della sua partner e questo modo di fare potrebbe alimentare indecisioni e insicurezze.
Lei sembra avere un atteggiamento un po' controllante nei confronti della sua partner e questo modo di fare potrebbe alimentare indecisioni e insicurezze.
[#9]
A mio avviso è utile rispondere a queste domande:
E' un problema di coppia che la ragazza ha difficoltà a riconoscersi?
Se la risposta è "si", probabilmente le rassicurazioni non aiutano.
Questa è una mia considerazione, con tutti i limiti del consulto a distanza.
E' un problema di coppia che la ragazza ha difficoltà a riconoscersi?
Se la risposta è "si", probabilmente le rassicurazioni non aiutano.
Questa è una mia considerazione, con tutti i limiti del consulto a distanza.
[#10]
Utente
Io non so rispondere, purtroppo, a questa domanda.. E' successo tutto così all'improvviso e ancora non riesco nemmeno io a darmi una spiegazione. Magari nemmeno lei (la mia ragazza) saprebbe rispondere a questa domanda. Se mai ci fosse un modo per capirlo, spenderei tutto me stesso per saperlo.
La ringrazio comunque delle risposte che mi sta dando.
Anche se a distanza, apprezzo molto l'interesse.
La ringrazio comunque delle risposte che mi sta dando.
Anche se a distanza, apprezzo molto l'interesse.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.1k visite dal 27/03/2015.
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