Consigli sul tipo di psicoterapia

Buongiorno a tutti!
Sono una ragazza di 24 anni e avevo qualche domanda sui possibili metodi che la psicologia offre. Ho letto alcuni degli articoli su questo sito, ma rimangono ancora dubbi.
Ho fatto il mio primo, spiacevole, incontro con la psicologia quattro anni fa, dopo aver sperimentato il mio primo attacco di panico, che mi ha portato a sviluppare una depressione che è durata fino a metà primavera dello stesso anno. Qui avevo iniziato a prendere sia medicine (citalopram) sia un percorso cognitivo-comportamentale con uno psicologo. Con lo psicologo ho chiuso circa 2-3 mesi dopo, perché stava diventando un "rapporto morboso", nel senso che avevo sia paura sia bisogno di fare le sedute, sempre con l'idea che avesse la "bacchetta magica" per risolvere il problema. In quest'ottica ho deciso di lasciare perdere, anche perché dopo mesi che continuava a dirmi che eravamo ancora nella fase in cui lui cercava di capire come "funzionavo". Ho continuato quindi a prendere solo le medicine mentre continuavo a migliorare.
Un anno dopo, ho cominciato ad abbassare la dose delle medicine senza consultare lo psichiatra, e infatti ho scatenato un'ansia generalizzata che mi è durata altri 6 mesetti, ma non credo di essere ricaduta nella depressione. Qui lo psichiatra mi ha fatto cambiare medicina (fluoxeren) e ho cominciato un altro percorso con un altro specialista (non so se può servire, ma se non sbaglio era della scuola kleiniana) che però ho interrotto un anno dopo, perché anche qui mi sembrava di non arrivare da nessuna parte. Non capivo come stavamo procedendo, e quando chiedevo informazioni non ricevevo una risposta, ma una domanda, come "Secondo Lei dove stiamo andando? E a che punto siamo?". Di sicuro questo non mi metteva a mio agio. Le medicine le ho interrotte la prima metà di gennaio di quest'anno, stavolta seguendo le indicazioni del mio psichiatra, haha.
Ora, il mio problema è che sono di nuovo in un periodo un po' scuro e difficile: mi sono appena laureata, non so cosa fare (sia in futuro, che durante il giorno) e prima di arrivare a questo traguardo ho passato quasi due mesi chiusa in casa a studiare e scrivere la tesi... anche questo penso abbia scatenato il malumore e l'insonnia di questo periodo.
Ho notato, soprattutto negli anni seguenti la prima crisi, che faccio fatica ad accettare o digerire i grandi cambiamenti. E anche quando cerco di cambiare mentalità per migliorare e crescere, spesso ho paura, come se potessi "perdermi" o non riconoscermi più. Insomma, cambiare troppo. (ad es., quando facevo meditazione o il corso di PNL, spesso mi veniva una grande ansia, anche se sapevo che ciò che stavo facendo era positivo e mi entusiasmava) La domanda che rivolgo a voi è: per superare questa cosa, che via mi consigliereste? Leggendo gli articoli sul sito, propendevo per la psicoterapia strategica breve. Ma sono davvero ignorante a riguardo e volevo avere il vostro parere!
Potreste anche spiegarmi come funziona l'ipnosi?

Grazie a tutti!
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza,

per prima cosa evitare il fai da te, soprattutto per il farmaco, ma si rivolga al medico che lo ha prescritto, altrimenti non sorprende che abbia tali ricadute.

Per quanto riguarda il tipo di psicoterapia, le terapie non sono tutte uguali e ha già potuto notare che si tratta di metodi anche molto diversi.

Mi colpisce che Lei si sia trovata sempre male...
Posso chiederLe che cosa ha fatto durante la terapia cognitivo-comportamentale, così da poter capire meglio la situazione?

Esattamente quale era la diagnosi?

La strategica va bene per le problematiche ansiose.

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
gentile utente, l'ipnosi non è più o meno di altre terapie, spesso essa è contornata da un alone quasi magico aumentando il rischio di rimanerne delusi.
per panico e ansia le psicoterapie di maggior elezione rimangono sempre quelle attive focalizzate sulla soluzione e gestione dei sintomi.
presumo abbia già letto questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#3]
Utente
Utente
Vi ringrazio per le risposte!

Dr. Pileci:
Certo, ho imparato da quell'errore... non è stato piacevole come risultato, haha.
Mi sono trovata "male" (non userei questa parola ma per il momento mi viene in mente solo quella) perché mi sembrava che non si arrivasse da nessuna parte. Con il primo specialista poi mi sembrava che mi stessi aggrappando troppo a lui e che ciò mi frenasse nella guarigione. Nelle prime sedute mi ha dato dei consigli su come evitare di andare nel panico, niente di più, e mi ha spiegato cosa e come si scatena un attacco di panico.
Con il secondo, dopo un anno mi sembrava che avessi parlato sempre e solo io... volevo riscontri o proposte, mi aspettavo un ruolo più attivo da parte sua. Poi, appunto, io non so come funzionano o come si strutturano queste terapie, per questo facevo domande, ma non ricevendo mai una risposta chiara mi sono scoraggiata...
Nessuno dei due mi ha dato una diagnosi.

Dr. De Vincentiis: Sì grazie!
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

per impostare un trattamento terapeutico è imprescindibile una diagnosi e forse non Le è stata comunicata per motivi precisi che chiaramente io non posso conoscere.

Non capisco però come mai sembra che per Lei sia stata inutile l'indicazione del terapeuta: "Nelle prime sedute mi ha dato dei consigli su come evitare di andare nel panico, niente di più, "

Che cosa si aspetta da un trattamento terapeutico per il panico?

Quanto al secondo terapeuta, Lei scrive: "Non capivo come stavamo procedendo, e quando chiedevo informazioni non ricevevo una risposta, ma una domanda, come "Secondo Lei dove stiamo andando? E a che punto siamo?". Di sicuro questo non mi metteva a mio agio."

Certamente si può fare il punto della situazione in terapia, ma si parte dal pz, NON dal terapeuta. In altre parole è sensato girare a Lei la domanda, per meglio capire il Suo punto di vista ed eventuale smarrimento, perché in terapia il focus è sempre sul pz.

Molte persone sono spaventate o perplesse, ma non c'è nulla di male a fare il punto della situazione e, se le modalità del terapeuta sembrassero incomprensibili, a fare qualche domanda in più...

Per questa ragione mi dispiace che Lei si sia scoraggiata presto, ma La invito invece a cercare una soluzione, come già sta facendo, con un altro terapeuta, tenendo presente che potrà capitare di non capirsi: in quel caso non esiti a chiedere chiarimenti.

Se vuole ci faccia sapere.

Cordiali saluti,
[#5]
Dr.ssa Elisa Sala Psicologo 54 1
Gentile utente,
per capire quale sia l'approccio a lei più idoneo bisognerebbe capire la natura di questo sintomo ansioso. Spesso l'ansia è un sintomo aspecifico che nasconde diverse situazioni e problematiche.
Se utilizzasse una terapia incentrata esclusivamente sulla cura del sintomo potrebbe non risolvere comunque la situazione, il nodo, la problematica che ha portato alla costituzione del sintomo. Una volta sparito quello specifico sintomo l'ansia potrebbe prendere altre forme sintomatologiche.
Oltre all'approccio è importante anche l'aspetto della relazione con il terapeuta, ci si deve trovare bene e questa è una cosa che deve sentire lei.
Cari saluti

Dr.ssa Elisa Sala
www.psicologa.genova.it
Perfezionata in psicopatologia

[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Da un punto di vista breve strategico, se lei soffre principalmente d'ansia sono più importanti le istruzioni *pratiche* che riceve in terapia delle elucubrazioni e delle interpretazioni. Uscire dall'ansia significa imparare ad avere un nuovo atteggiamento nei confronti di ciò che fa paura, cambiando anche i comportamenti con cui reagiamo nei confronti di questi.

La domanda quindi è: ha mai ricevuto compiti e istruzioni precise e dettagliate nelle psicoterapie in cui è stata seguita?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#7]
Utente
Utente
Grazie ancora per le risposte!

Dr Pileci:
Diciamo che erano cose che già "sapevo", ossia come distrarsi ecc, ma in quel periodo distrarsi era quasi impossibile per me. Per quanto riguarda il punto della situazione ha ragione Lei e concordo appieno con quanto ha detto, soltanto che, come dire, avrei voluto capire come si struttura in grandi linee una psicoterapia. Forse è appunto una domanda che non ha una risposta vera e propria, ma io volevo farmi un'idea più chiara per sentirmi più tranquilla e per capire io stessa dove eravamo.
Grazie per i consigli!

Dr Sala: Grazie!

Dr Santonocito:
Nella seconda no, nella prima sì. Erano punti per come distrarsi dall'ansia e far passare "pacificamente" un attacco di panico. E stilare una specie di tabella dove scrivevo le sensazioni fisiche che portavano all'ansia e scrivere cosa provavo (questo per le prime settimane, quando ero nel panico più totale). Non ho scritto prima che il primo attacco di panico l'ho percepito come possibile ictus e dunque pensavo stessi davvero morendo. Quindi da lì per almeno 3 mesetti ero altamente ipocondriaca, e ogni minima sensazione mi faceva agitare. Per quello dunque la tabella.
[#8]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

mi pare di capire che il problema sia proprio in ciò che Lei ha compreso o che comunque è passato dal Collega: per curare un disturbo d'ansia in TCC non si utilizza la distrazione, ma il contrario!
Ma anche nel problema relazionale con quel terapeuta.

In ogni caso, per qualunque problematica o dubbio, anche se può sembrare banale, chieda liberamente al terapeuta.

Le auguro di trovarsi bene col terapeuta e di risolvere in fretta i Suoi problemi :-)
[#9]
Utente
Utente
Grazie mille :)

Ultima domanda: quindi per ansia consigliereste la terapia cognitivo-comportamentale o quella strategica breve?

Buona domenica a tutti!
[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Sono entrambe adatte.
[#11]
Utente
Utente
Grazie mille!!!
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