Estremi per prima visita psichiatrica
Salve, vorrei avere un parere riguardo la mia condizione per capire se possa essere utile richiedere al mio medico di base una prima visita psichiatrica.
Il problema principale è che da un anno non riesco più ad affrontare gli esami universitari (frequento Chimica e Tecnologia Farmaceutiche a Milano), mi manca la concentrazione e la capacità di impegnarmi per più di qualche decina di minuti, dopo sento la necessità di allontanarmi dallo studio e non riesco più a ricominciare. Nelle giornate buone studio 1 o 2 ore e nemmeno quello fruttano, nelle restanti ore in cui sono a casa e che potrei utilizzare per studiare non riesco a smettere di perdere tempo sul pc, leggendo qualsiasi rivista mi capiti vicino, odiandomi perché non riesco a sfruttare il tempo a disposizione, e mangiando.
Prima non ho mai avuto problemi eccessivamente grandi, non mi è mai piaciuto passare ore e ore sui libri, ma sapevo che dovevo farlo e ci riuscivo, e passavo gli esami portando a casa voti non eccelsi, ma buoni ed in tempi ragionevoli. Adesso non più.
La mia vita privata non brilla di felicità, gli amici conosciuti prima di cominciare l’università li ho abbandonati tutti per non dover dire loro di essere omosessuale. Con l’inizio dell’università sono dimagrito moltissimo fino ad arrivare a 70kg solo con la mia forza di volontà, inoltre mi ero fatto due gruppi di amici, uno con cui uscire la sera e composto da altre persone gay, l’altro era il mio gruppo di studio, infine ero riuscito a trovare un ragazzo con cui stare.
Dopo un anno e mezzo la relazione è finita, e nonostante prima avessi rimesso su qualche chiletto, da quel momento ho ricominciato ad ingrassare seriamente fino a raggiungere i 98kg di adesso. Per il fatto di essere ingrassato non ho più voluto vedere gli amici con cui uscivo, rimanendo di fatto in contato solo con il mio gruppo di studio con il quale mi trovo ancora benissimo ma non avendo mai voluto condividere la mia omosessualità non ho stabilito un vero rapporto di amicizia.
In tutta questa situazione la pressione universitaria è aumentata, gli esami sono più difficili e la concentrazione sempre meno, inoltre il prossimo autunno ho deciso di partire per il progetto Erasmus (per la tesi sperimentale in laboratorio) e avrei la necessità di passare più esami possibili nei prossimi 6 mesi.
Il fatto è questo, sono sempre stato pigro, ma mi hanno sempre affascinato un sacco di cose, infatti sono assolutamente convinto di aver fatto la scelta universitaria giusta e che ciò che studio mi interessa e mi piace. Non ho alcun problema di ansia durante l’esame, a parte un po’ di agitazione. Il mio problema sono i giorni che precedono l’esame, spesi a cercare di riuscire a studiare e rimanere concentrato, i due giorni prima dell’esame invece sono super ansioso e riesco ad obbligarmi a studiare 10/12 ore e memorizzare tantissimi concetti, ma non bastano.
Vorrei capire se dei farmaci potrebbero aiutarmi, almeno durante la fase di preparazione agli esami.
Il problema principale è che da un anno non riesco più ad affrontare gli esami universitari (frequento Chimica e Tecnologia Farmaceutiche a Milano), mi manca la concentrazione e la capacità di impegnarmi per più di qualche decina di minuti, dopo sento la necessità di allontanarmi dallo studio e non riesco più a ricominciare. Nelle giornate buone studio 1 o 2 ore e nemmeno quello fruttano, nelle restanti ore in cui sono a casa e che potrei utilizzare per studiare non riesco a smettere di perdere tempo sul pc, leggendo qualsiasi rivista mi capiti vicino, odiandomi perché non riesco a sfruttare il tempo a disposizione, e mangiando.
Prima non ho mai avuto problemi eccessivamente grandi, non mi è mai piaciuto passare ore e ore sui libri, ma sapevo che dovevo farlo e ci riuscivo, e passavo gli esami portando a casa voti non eccelsi, ma buoni ed in tempi ragionevoli. Adesso non più.
La mia vita privata non brilla di felicità, gli amici conosciuti prima di cominciare l’università li ho abbandonati tutti per non dover dire loro di essere omosessuale. Con l’inizio dell’università sono dimagrito moltissimo fino ad arrivare a 70kg solo con la mia forza di volontà, inoltre mi ero fatto due gruppi di amici, uno con cui uscire la sera e composto da altre persone gay, l’altro era il mio gruppo di studio, infine ero riuscito a trovare un ragazzo con cui stare.
Dopo un anno e mezzo la relazione è finita, e nonostante prima avessi rimesso su qualche chiletto, da quel momento ho ricominciato ad ingrassare seriamente fino a raggiungere i 98kg di adesso. Per il fatto di essere ingrassato non ho più voluto vedere gli amici con cui uscivo, rimanendo di fatto in contato solo con il mio gruppo di studio con il quale mi trovo ancora benissimo ma non avendo mai voluto condividere la mia omosessualità non ho stabilito un vero rapporto di amicizia.
In tutta questa situazione la pressione universitaria è aumentata, gli esami sono più difficili e la concentrazione sempre meno, inoltre il prossimo autunno ho deciso di partire per il progetto Erasmus (per la tesi sperimentale in laboratorio) e avrei la necessità di passare più esami possibili nei prossimi 6 mesi.
Il fatto è questo, sono sempre stato pigro, ma mi hanno sempre affascinato un sacco di cose, infatti sono assolutamente convinto di aver fatto la scelta universitaria giusta e che ciò che studio mi interessa e mi piace. Non ho alcun problema di ansia durante l’esame, a parte un po’ di agitazione. Il mio problema sono i giorni che precedono l’esame, spesi a cercare di riuscire a studiare e rimanere concentrato, i due giorni prima dell’esame invece sono super ansioso e riesco ad obbligarmi a studiare 10/12 ore e memorizzare tantissimi concetti, ma non bastano.
Vorrei capire se dei farmaci potrebbero aiutarmi, almeno durante la fase di preparazione agli esami.
[#1]
Mio caro, se scegli di non condividere la tua omosessualità con i tuoi amici e suppongo con la tua famiglia, non puoi che pagarne le conseguenze.
Si chiama Minority Stress.
Sei una persona consapevole e matura, anche se non ci dici come dormi la notte, e secondo me puoi aver bisogno di una consulenza psicologica, non di farmaci.
La mia esperienza personale e gli studi scientifici ci dicono che una relazione positiva con sè stessi e con gli altri (una relazione assertiva) è quella che ci rende liberi e felici.
Si chiama Coming Out e ti assicuro per esperienza personale che ti permette di godere di relazioni di sostegno incredibili, cui prima semplicemente non potevi accedere.
Se ti senti a disagio con i tuoi amici o familiari (di cui non parli mai) perché in qualche modo non vuoi parlare di te, dei tuoi affetti, degradi già te stesso, negli affetti più umani e profondi a nulla, cancellandoti.
Rallentare negli studi e cambiare di peso, non amarsi e negarsi pubblicamente sono tante facce dello stesso problema.
Sicuramente dichiararsi in pubblico può portare a reazioni contrastanti, ma sarebbero sincere e su quelle positive potrai finalmente contare completamente, mentre adesso ti sei messo nella posizione di vittima predestinata. Se a qualcuno potrai non piacere, potrai sullo stesso piano reagire in modo sereno e non vivere questa continua degradazione che ti procuri da solo con tutti indistintamente, finendo anche per disprezzare gli altri in qualche modo, considerandoli tutti incapaci di amarti veramente. Una posizione che ha degli aspetti narcisisti, probabilmente, ma che aumenta gli aspetti depressivi da te stesso lamentati.
Tutto questo ragionamento spero ti incoraggi a parlare con uno psicoterapeuta dal vivo, perché non saranno necessariamente i farmaci ad aiutarti (la tua relazione sinceramente non lo suggerisce, ma uno scritto ha i suoi limiti, da entrambi i lati).
Le relazioni umane assertive, quelle sì che ti aiuteranno.
Si chiama Minority Stress.
Sei una persona consapevole e matura, anche se non ci dici come dormi la notte, e secondo me puoi aver bisogno di una consulenza psicologica, non di farmaci.
La mia esperienza personale e gli studi scientifici ci dicono che una relazione positiva con sè stessi e con gli altri (una relazione assertiva) è quella che ci rende liberi e felici.
Si chiama Coming Out e ti assicuro per esperienza personale che ti permette di godere di relazioni di sostegno incredibili, cui prima semplicemente non potevi accedere.
Se ti senti a disagio con i tuoi amici o familiari (di cui non parli mai) perché in qualche modo non vuoi parlare di te, dei tuoi affetti, degradi già te stesso, negli affetti più umani e profondi a nulla, cancellandoti.
Rallentare negli studi e cambiare di peso, non amarsi e negarsi pubblicamente sono tante facce dello stesso problema.
Sicuramente dichiararsi in pubblico può portare a reazioni contrastanti, ma sarebbero sincere e su quelle positive potrai finalmente contare completamente, mentre adesso ti sei messo nella posizione di vittima predestinata. Se a qualcuno potrai non piacere, potrai sullo stesso piano reagire in modo sereno e non vivere questa continua degradazione che ti procuri da solo con tutti indistintamente, finendo anche per disprezzare gli altri in qualche modo, considerandoli tutti incapaci di amarti veramente. Una posizione che ha degli aspetti narcisisti, probabilmente, ma che aumenta gli aspetti depressivi da te stesso lamentati.
Tutto questo ragionamento spero ti incoraggi a parlare con uno psicoterapeuta dal vivo, perché non saranno necessariamente i farmaci ad aiutarti (la tua relazione sinceramente non lo suggerisce, ma uno scritto ha i suoi limiti, da entrambi i lati).
Le relazioni umane assertive, quelle sì che ti aiuteranno.
Dr. Manlio Converti
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta, completo con i dati mancanti che non ho potuto inserire per limiti di spazio.
Con la mia famiglia va piuttosto bene, ho detto loro da tempo di essere gay e a parte l'iniziale shock mi hanno sostenuto, in particolare mia sorella, che è sempre stata disposta a parlare e consigliarmi in merito.
Ai miei ormai ex amici non ho detto nulla principalmente su richiesta di mia madre, che temendo la gente fosse venuta a scoprirlo (vivo in un paesino di 2000 abitanti) pensava che il loro lavoro avrebbe potuto risentirne (negozio di abbigliamento). A parte questo quando li frequentavo conoscevo la loro opinione in merito e per questo mi sono celato. Ora li vedo ogni tanto e sembrano maturati, ma ormai è tardi.
Con le altre persone con cui sono in contatto, ad alcune non dico niente per tenermele buone e non avere ripercussioni sulla mia attività (svolgo un tirocinio presso una farmacia), con le altre i motivi credo siano due:
1-Essendo grasso credo che rivelare la mia omosessualitá sia come fare la figura del pagliaccio, perchè nella mia testa i gay sono persone magre, attraenti e io mi sento solo una brutta caricatura, quindi mi riprometto di dimagrire e solo allora fare coming out, fallendo miseramente.
2-Mi piace starmene per i fatti miei e non dover rendere conto a nessuno delle mie scelte, non voglio rischiare di avere amici che diventino più un peso che un aiuto (forse sono un po' egoista)
In ogni caso so che la mia situazione privata non è bella e che quindi si riperquote sul mio rendimento scolastico, ma credo di non avere la forza ora per affrontare entrambe le cose, ora quello che mi preme di più è riuscire a laurearmi in tempi ragionevoli, e tolto questo stress, dedicarmi alla mia vita privata.
Mi scusi se ho scritto troppo.
*Modifica: dimenticavo di scrivere che non ho particolari problemi a dormire, a volte se uso il pc dopo le 22, fino a mezzanotte/l'una non riesco piú a dormire e svegliandomi alle 6/7 il pomeriggio mi viene sonno, ma credo sia normale. Se mi sforzo di non usare schermi la sera tardi, dormo tranquillamente.
Con la mia famiglia va piuttosto bene, ho detto loro da tempo di essere gay e a parte l'iniziale shock mi hanno sostenuto, in particolare mia sorella, che è sempre stata disposta a parlare e consigliarmi in merito.
Ai miei ormai ex amici non ho detto nulla principalmente su richiesta di mia madre, che temendo la gente fosse venuta a scoprirlo (vivo in un paesino di 2000 abitanti) pensava che il loro lavoro avrebbe potuto risentirne (negozio di abbigliamento). A parte questo quando li frequentavo conoscevo la loro opinione in merito e per questo mi sono celato. Ora li vedo ogni tanto e sembrano maturati, ma ormai è tardi.
Con le altre persone con cui sono in contatto, ad alcune non dico niente per tenermele buone e non avere ripercussioni sulla mia attività (svolgo un tirocinio presso una farmacia), con le altre i motivi credo siano due:
1-Essendo grasso credo che rivelare la mia omosessualitá sia come fare la figura del pagliaccio, perchè nella mia testa i gay sono persone magre, attraenti e io mi sento solo una brutta caricatura, quindi mi riprometto di dimagrire e solo allora fare coming out, fallendo miseramente.
2-Mi piace starmene per i fatti miei e non dover rendere conto a nessuno delle mie scelte, non voglio rischiare di avere amici che diventino più un peso che un aiuto (forse sono un po' egoista)
In ogni caso so che la mia situazione privata non è bella e che quindi si riperquote sul mio rendimento scolastico, ma credo di non avere la forza ora per affrontare entrambe le cose, ora quello che mi preme di più è riuscire a laurearmi in tempi ragionevoli, e tolto questo stress, dedicarmi alla mia vita privata.
Mi scusi se ho scritto troppo.
*Modifica: dimenticavo di scrivere che non ho particolari problemi a dormire, a volte se uso il pc dopo le 22, fino a mezzanotte/l'una non riesco piú a dormire e svegliandomi alle 6/7 il pomeriggio mi viene sonno, ma credo sia normale. Se mi sforzo di non usare schermi la sera tardi, dormo tranquillamente.
[#3]
Non capirò mai come facciate a vivere in modo dissociato...
Esistono due mamme... Una rassicurate che la sostiene, una omofoba che la boicotta... La frase di sua madre equivale a un maltrattamento grave.
Lei studia per vivere o vive per studiare?
Smettere di essere sè stessi in pubblico o nella vita privata la cacancella come persona.
Chi sta studiando?
Un essere astratto e immaginario o un ragazzo con tutti i suoi desideri e le sue passioni?
Terza dissociazione quella dagli amici... Se lei non avesse dimostrato di vergognarsi si sarebbe creato un dialogo, fuori dai luoghi comuni che tutti abbiamo usato da piccoli, essendo quella la cultura familiare e scolastica all'epoca. Oggi avrebbe degli amici, magari non tutti, ma non averne nessuno è gravissimo.
Quarta dissociazione.
Lei è omofobo!
Ha un'idea stereotipata di gay Cui pretende di conformarsi... È non parla mai di sesso o amore... Ma di scelta... Lei ha scelto di essere gay?
No, ma lei ha scelto di escludersi dalla società, maltrattarsi e farsi maltrattare!
Esistono gli orsi... I bear... Sono molto apprezzati ma si amano! Lei.non si ama...
È assurdo anche per le adolescenti che vogliono essere tutte delle veline.
Quando inizierà ad amarsi e a farsi amamare per quello che è, lo stress andrà via e sarà felicedel suo corpo, di studiare di lavorare di innamorarsi degli amici e dei parenti che la sostengono sul serio la sua vita invece di boicottarla come sta facendo lei.
Vada da uno psicoterapeuta e faccia Coming Out sempre...
Esistono due mamme... Una rassicurate che la sostiene, una omofoba che la boicotta... La frase di sua madre equivale a un maltrattamento grave.
Lei studia per vivere o vive per studiare?
Smettere di essere sè stessi in pubblico o nella vita privata la cacancella come persona.
Chi sta studiando?
Un essere astratto e immaginario o un ragazzo con tutti i suoi desideri e le sue passioni?
Terza dissociazione quella dagli amici... Se lei non avesse dimostrato di vergognarsi si sarebbe creato un dialogo, fuori dai luoghi comuni che tutti abbiamo usato da piccoli, essendo quella la cultura familiare e scolastica all'epoca. Oggi avrebbe degli amici, magari non tutti, ma non averne nessuno è gravissimo.
Quarta dissociazione.
Lei è omofobo!
Ha un'idea stereotipata di gay Cui pretende di conformarsi... È non parla mai di sesso o amore... Ma di scelta... Lei ha scelto di essere gay?
No, ma lei ha scelto di escludersi dalla società, maltrattarsi e farsi maltrattare!
Esistono gli orsi... I bear... Sono molto apprezzati ma si amano! Lei.non si ama...
È assurdo anche per le adolescenti che vogliono essere tutte delle veline.
Quando inizierà ad amarsi e a farsi amamare per quello che è, lo stress andrà via e sarà felicedel suo corpo, di studiare di lavorare di innamorarsi degli amici e dei parenti che la sostengono sul serio la sua vita invece di boicottarla come sta facendo lei.
Vada da uno psicoterapeuta e faccia Coming Out sempre...
[#4]
Utente
Mi dispisce, forse ho usato "scelta" in modo errato, non ho mai pensato che essere gay fosse una scelta, anzi sono sicuro di esserci nato.
In ogni caso io penso di volermi bene e di conoscermi, ho scelto di isolarmi per proteggere anche me stesso dalle offese che avrei ricevuto e che non sarei riuscito a sostenere. Mi voglio bene perchè mi sprono a migliorare un aspetto fisico in cui non mi ritrovo per nulla, io penso di essere una persona attraente e mi piaccio, ma non adesso con quasi 30kg in più, il me di qualche anno fa che faceva l'amore intensamente, amando e venendo amato. Nemmeno io vorrei avere un ragazzo grasso, non mi sentirei attrato, non vorrei fare sesso con una persona simile, perchè dunque gli altri dovrebbero volere me nel mio stato attuale? Mi voglio bene perchè so che dalle difficoltà alla fine riesco a tirarmi fuori continuando a dirmi di dare di più e riprovarci perchè nonostante sia tendenzialmente pigro, in fondo è nascosta una volontá di ferro che deve essere tirata fuori. Mi voglio bene perchè voglio garantirmi un buon futuro lavorativo e per questo voglio concludere degli studi che mi piacciono anche se mi pesano tantissimo.
Ecco, quello che ho notato è che non riesco più a trovare quella forza che mi caratterizza, che mi ha permesso di appoggiarmi sempre a qualcosa nelle difficoltá, me stesso. Con cui sono riuscito sempre ad andare avanti anche se tutto intorno è uno schifo, che mi permette di raggiungere un obbiettivo se me lo impongo.
Dalla sua risposta mi sembra quasi di non riconoscermi, forse in fondo non ho capito nulla di me. Sinceramente non la condivido, ma puó essere che lei veda in me cose che io in me stesso non vedo, le cose che forse mi hanno portato a questo blocco. A questo punto credo che una visita sia d'obbligo, la ringrazio per il suo tempo.
In ogni caso io penso di volermi bene e di conoscermi, ho scelto di isolarmi per proteggere anche me stesso dalle offese che avrei ricevuto e che non sarei riuscito a sostenere. Mi voglio bene perchè mi sprono a migliorare un aspetto fisico in cui non mi ritrovo per nulla, io penso di essere una persona attraente e mi piaccio, ma non adesso con quasi 30kg in più, il me di qualche anno fa che faceva l'amore intensamente, amando e venendo amato. Nemmeno io vorrei avere un ragazzo grasso, non mi sentirei attrato, non vorrei fare sesso con una persona simile, perchè dunque gli altri dovrebbero volere me nel mio stato attuale? Mi voglio bene perchè so che dalle difficoltà alla fine riesco a tirarmi fuori continuando a dirmi di dare di più e riprovarci perchè nonostante sia tendenzialmente pigro, in fondo è nascosta una volontá di ferro che deve essere tirata fuori. Mi voglio bene perchè voglio garantirmi un buon futuro lavorativo e per questo voglio concludere degli studi che mi piacciono anche se mi pesano tantissimo.
Ecco, quello che ho notato è che non riesco più a trovare quella forza che mi caratterizza, che mi ha permesso di appoggiarmi sempre a qualcosa nelle difficoltá, me stesso. Con cui sono riuscito sempre ad andare avanti anche se tutto intorno è uno schifo, che mi permette di raggiungere un obbiettivo se me lo impongo.
Dalla sua risposta mi sembra quasi di non riconoscermi, forse in fondo non ho capito nulla di me. Sinceramente non la condivido, ma puó essere che lei veda in me cose che io in me stesso non vedo, le cose che forse mi hanno portato a questo blocco. A questo punto credo che una visita sia d'obbligo, la ringrazio per il suo tempo.
[#5]
Intanto la invito ancora a continuare questa conversazione dal vivo con uno psicoterapeuta...
Poi le faccio notare un'altra contraddizione
io penso di essere una persona attraente e mi piaccio, ma non adesso con quasi 30kg in più
Quindi non si piace e non pensa di essere attraente...
L'Italia non è così omofoba come crede lei, ma chiudendosi lei non lo scoprirà mai e non permetterà a nessuno di amarla per quello che è o di cambiare idea.
Lei si è allontanato dal contesto sociale.
Si è fatto imprigionare da un'idea paranoica di omofobia che non le permette di avere amici.
Online non posso aiutarla nè è mia intenzione convincerla se non a capire che lei si contraddice dando sempre due versioni di sé, una delle quali reale chiusa asociale terrorizzata che si odia o ha paura o prova vergogna del proprio corpo e di dire di essere gay, una assurda in cui si ama, è felice di essere gay, si sente attraente ed è sostenuto sempre da sua madre...
Poi le faccio notare un'altra contraddizione
io penso di essere una persona attraente e mi piaccio, ma non adesso con quasi 30kg in più
Quindi non si piace e non pensa di essere attraente...
L'Italia non è così omofoba come crede lei, ma chiudendosi lei non lo scoprirà mai e non permetterà a nessuno di amarla per quello che è o di cambiare idea.
Lei si è allontanato dal contesto sociale.
Si è fatto imprigionare da un'idea paranoica di omofobia che non le permette di avere amici.
Online non posso aiutarla nè è mia intenzione convincerla se non a capire che lei si contraddice dando sempre due versioni di sé, una delle quali reale chiusa asociale terrorizzata che si odia o ha paura o prova vergogna del proprio corpo e di dire di essere gay, una assurda in cui si ama, è felice di essere gay, si sente attraente ed è sostenuto sempre da sua madre...
[#6]
<< vorrei avere un parere riguardo la mia condizione
<< i farmaci
La sua condizione comprende più aspetti: l'omosessualità, l'incapacità ad effettuare esami e concentrarsi, la vita privata, la famiglia d'origine...
Per ricevere una diagnosi sulla situazione della Sua vita psichica, psichiatra e psicologo ambedue lo possono fare; per la terapia, se eventualmente se ne prospettasse la necessità, lo specialista per i farmaci è lo psichiatra, per la psicoterapia è lo psicologo psicoterapeuta.
A questo punto:
o può parlare col Suo medico e sentire la sua proposta,
o chiedere un consulto presso uno psicoterapeuta, al fine di chiarirsi.
Saluti cordiali.
<< i farmaci
La sua condizione comprende più aspetti: l'omosessualità, l'incapacità ad effettuare esami e concentrarsi, la vita privata, la famiglia d'origine...
Per ricevere una diagnosi sulla situazione della Sua vita psichica, psichiatra e psicologo ambedue lo possono fare; per la terapia, se eventualmente se ne prospettasse la necessità, lo specialista per i farmaci è lo psichiatra, per la psicoterapia è lo psicologo psicoterapeuta.
A questo punto:
o può parlare col Suo medico e sentire la sua proposta,
o chiedere un consulto presso uno psicoterapeuta, al fine di chiarirsi.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.7k visite dal 20/03/2015.
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