Ultimamente sono irritabile

Salve Dottori.

Torno l'n-esima volta, oggi a chiedervi un parere circa un episodio accaduto di recente. Come ben so ormai, voi gentilissimi vi attenete sempre alla "regola" (peraltro giustamente) di indicare al richiedente del consulto una visita vera e propria presso un vostro collega.
Ora, purtroppo, in questo momento non sono in condizioni di iniziare una terapia, quindi se reputate inutile che di tanto in tanto decida di scrivervi, non vi resta che farmelo presente.

Ogni fine settimana, il mio vicino di camera (alloggio in un pensionato universitario) fa parecchio rumore, per non parlare di quasi ogni sera quando si mette a parlare a voce abbastanza alta al telefono.
Mi è capitato più volte di innervosirmi più o meno gravemente durante questi episodi: questo mio "nervosismo" sfocia infine (quasi come se il disturbo causatomi supera la soglia di tollerenza/pazienza) in atti che potrei definire, forse impropriamente, di autolesionismo e poi altro.
Adesso, ci ho riflettuto sopra e mi sono accorto che solo nelle ultime settimane questo disturbare periodico mi ha portato davvero al limite.
Se un mese fa avvertivo sintomi tipici di un umore depresso, adesso questi sono spariti ma di contro mi sento molto più irritabile (che di per sé, è anche un sintomo di depressione...).
Ieri per la prima volta l'ho "affrontato", ma come al solito non sono molto eloquente e perciò diciamo che la battaglia a parole l'ha vinta lui. Dopo quella che forse potrei considerare appunto una sconfitta e un'umiliazione (forse un'esagerazione) sono intanto aumentati i pensieri aggressivi già presenti.
Pensieri aggressivi e cattivi nei confronti degli altri (in quel caso lui), ma la cosa curiosa è che io non sono assolutamente un tipo litigioso, quindi quando questi pensieri si sono fatti "eccessivi" ho iniziato a urlare e a commettere questi gesti che prima ho definito autolesionistici.
Questi consistono, ad esempio, nello sbattermi la testa sul muro o sulla scrivania, nel darmi pugni in faccia, in testa o sulle ginocchia, nello stringermi la gola, certe volte succede come se volessi strapparmi il corpo o la faccia.
Tutto ciò che nei miei pensieri aggressivi vorrei fare agli altri, in questi casi limite diventano una violenza fisica contro me stesso, quasi come un segno di debolezza (debole per affrontare gli altri), o, da un altro punto di vista, una "furba necessità" (quali conseguenze per me se davvero causassi una rissa? necessità, perché avverto il bisogno di uno sfogo di natura fisica).
Mi sento cattivo e spietato, ma nonostante questo, nonostante il desiderio di ripagarlo con la stessa moneta, sta diventanto al contrario un'ossessione la mia attenzione nel rumore che provoco io, quasi come volessi dargli l'esempio di come ci si dovrebbe comportare; o forse, perché anche lo stesso rumore che provoco io mi dà fastidio, oppure mi dà fastidio che gli altri si accorgano della mia presenza come a me viceversa. o altro ancora....
Ho finito i caratteri.

Grazie e scusatemi
[#1]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, forse, per controllare il suo antipatico vicino di camera può rivolgersi alla direzione del pensionato universitario, immagino che ci saranno delle regole di reciproco rispetto.. tanto per cercare di evitare la rabbia di dover subire soprusi , il che non fa bene a nessuno..Ho visto i suoi precedenti post e le difficoltà che ha dovuto superare.. allora, forse potrebbe rivolgersi allo Spazio Giovani dell'Università, per avere un punto di riferimento, dato che le esperienze passate la fanno decidere di escludere psichiatri e psicologi..Allo Spazio Giovani si rivolgono tanti giovani che incontrano difficoltà nella socializzazione in generale.
Le rispondo perchè lei diceva di volere ascolto, anche se i nostri consigli , in genere, non hanno avuto molto ascolto..Cerchi di studiare, dato che è intelligente e studiare anche le interessa, ma cerchi anche di uscire, sentire musica, andare al cinema, per pensare ad altro, non solo alle difficoltà della vita..
Le faccio molti auguri di una svolta sempre più serena..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#2]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598

Gentile utente,

non riuscendo a far fronte al suo inopportuno vicino, forse Lei agisce su di sè sapendo che "ce la fa" cartamente?

Di fronte ai rumori indesiderati o molesti, o cambia il fuori di noi o cambiamo noi di fronte allo stimolo. Se è davvero al limite, qualcosa deve fare. Ha provato, ad es., a indossare gli auricolari?

Ma la domanda, qual è?





Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Devo dire di essere rimasto soddisfatto del vostro intervento. La dottoressa Fregonese ha centrato il punto; ho bisogno in certi momenti di essere ascoltato e tanto mi basta.
Oggi sono più calmo e tranquillo e non ho più bisogno né interesse in questo consulto.

In realtà ieri avevo diverse altre cose da scrivere, in particolare anche "la domanda", ma adesso, non so come spiegare, ciò che è successo qualche giorno fa mi sembra come vecchio di qualche anno e non mi va di ritornarci, come se si fosse chiuso un capitolo (per adesso).
O, in altre parole, i miei pensieri sono adesso tutti convogliati verso altre faccende riguardanti lo studio, e così mi piace sinceramente: la mente libera da pensieri negativi e sfruttarla invece per cose importanti.
Vorrei semplicemente che fosse così più spesso.


Siete stati gentilissimi, grazie mille.


[#4]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Siamo veramente felici di esserLe stati utili.

<<i miei pensieri sono adesso tutti convogliati verso altre faccende riguardanti lo studio, e così mi piace sinceramente: la mente libera da pensieri negativi e sfruttarla invece per cose importanti.<<. Bellissimo.

Grazie del riscontro.

Saluti cari.


[#5]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Salve, ho necessità di resuscitare questo antico consulto in quanto il "per adesso" (del capitolo chiuso) è purtroppo durato ben poco e oggi sono quasi di nuovo al limite.

In genere sono una persona molto inerte, ma per questa faccenda mi sono, diciamo, mobilitato chiedendo l'intervento del direttore del pensionato e facendo parlare con lui i miei genitori (Lunedì gli chiederò di cambiare camera il prima possibile).

Prima di continuare voglio accennare brevemente al tipo di rumore che provoca questa persona: ogni fine settimana usa il lavandino per ore intere, lavandino che, putroppo, ha le tubature in comune con la stanza accanto.
Acqua che scorre, lui che sbatte cose (muri sottili) e infine il potente e irregolare e ottuso e lungo gorgoglìo dell'acqua travasata in ingenti quantità sullo scarico, ogni due minuti.

Abbiamo dei bagni comodi e puliti eppure lui non vuole saperne di fare questi lavori lunghi e fastidiosi lì.


Il direttore mi ha detto di far controllare il lavandino al "factotum" del pensionato, che si è presentato dopo settimane; in qualche modo è riuscito a prendermi in giro perché durante le prove che ha fatto il gorgoglìo era molto diverso rispetto a quello di oggi.

All'inizio volevo che il direttore ponesse dei limiti sul suo utilizzo del lavandino, ma il factotum mi ha detto che secondo lui non lo farà perché non sarebbe giusto: lui paga per usare il lavandino e io pago per subire delle tremende torture. Sono a pezzi; i tappi (che ho sempre usato sin dall'inizio dell'anno) fanno poco contro questo tipo di rumore che ho praticamente dentro la mia stanza.
Adesso ho intenzione di cambiare direttamente camera.
Oggi i tappi hanno fatto qualcosina, mentre con un registratore sonoro ho raccolto "le prove".

Appena li ho tolti quel rumore è stata una pugnalata nel cervello! In altre parole io non posso impedirgli di usare il lavandino, ma lui in pratica mi sta costringendo a usare i tappi oppure a uscire dalla stanza durante i suoi lavori.


Sono arrabbiato perché NON E' ASSOLUTAMENTE GIUSTO!


Per quanto riguarda altro, per adesso la salute va bene, c'è solo questo fatto. Non vorrei andare via dal pensionato perché, per quanto mediocre, è comunque comodo.
Ma giuro a me stesso che se dovessi andare via (per colpa sua) io farò molto del male a questa persona.

Ed ecco infatti la famosa "domanda": io non voglio che succedano guai, ma quando perdo il controllo non so cosa potrei fare (il cosiddetto "fare qualcosa senza pensare alle conseguenze").
Come evitare spiacevoli episodi??


Se dico al direttore che sono uno squilibrato (che è vero) lui mi caccia via, quindi non ho speranze di essere compreso su questo fatto.


Vi prego sinceramente di dirmi qualcosa.
Grazie.
[#6]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Mi è venuta una splendida idea: all'inizio avevo paura che potesse essere una cosa sciocca, che mi sarei fatto prendere per deficiente (soprattutto se non avesse funzionato), ma ripensandoci meglio credo che possa beneficiare di questa cosa.

Da questo momento in poi inizierò un'autoterapia per liberarmi dall'ossessione del non fare rumore.
Sbatterò porte e finestre, terrò l'acqua aperta per ore e sbatterò i tegami sul lavandino mentre li lavo; aprirò e chiuderò l'avvolgibile della finestra continuamente.
Laverò vestiti e cose varie facendo molto baccano e metterò la musica ad alto volume.
Accenderò il fono per mezz'ora e mi farò la barba con la macchinetta in camera.
Spero anche di trovare il coraggio di cantare a squarciagola fregandomi del giudizio degli altri.

Voglio liberarmi dalla mia ossessione magari, indirettamente, riuscirò a sopportare meglio i rumori altrui e, nello stesso tempo, spero con tutto me stesso che riuscirò a far fare tante notti insonne al mio vicino :)
[#7]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, capisco la sua rabbia crescente , ma la soluzione che pensa di mettere in atto assomiglia ad un .. lavoro.. e pesante..con cui , alla fine lei perde un sacco di tempo , di energie.. aprire e chiudere l'avvolgibile della finestra continuamente .. mah .. mi pare autolesionistico.. Meglio farsi dare una camera diversa dal Direttore, come ci aveva detto in un precedente post..dicendo che deve studiare e ha bisogno di tranquillità.. Mi auguro che le sia possibile anche avere delle piacevoli attività , che abbia degli amici, dei progetti, che le illuminino le giornate e i pensieri..
Lei mi sembra intelligente e sensibile, cerchi di avere anche momenti positivi e piacevoli..
Buona notte..
[#8]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Salve dottoressa, e grazie mille per la risposta.
Quello che lei definisce un "lavoro" e, temo impropriamente, "autolesionistico" dipende in realtà da come sono svolte tali azioni.
La mia intenzione primaria era quella di essere un po' più menefreghista, più libero dalla preoccupazione di arrecare disturbo. Razionalmente questa mi sembra una cosa ok considerando che in questo posto sono proprio tutti menefreghisti e dare l'esempio dell'opposto non serve a nulla.
Alla fine il pavone deve mostrare la coda; se il cretino accanto mi ha preso per un debole perdente io ho il dovere, in quanto uomo, di fargli capire invece che merito più rispetto di suo padre.

Forse sto delirando? Ma in passato sono sempre stato preso in giro, sono appunto stato sempre il debole. Sono stanco di questa cosa.
Anche io ieri avevo tante cose da lavare e così ho fatto.

Sbattere gli sportelli senza preoccuparsi di fare rumore, il power metal al massimo volume sul pc (musica che non ho mai ascoltato, ma volevo sentire rumore vero, il mio rumore).
E' stato gratificante dalle 22:30 fino alle 00:30. Non ho idea di se e quali effetti abbia avuto sul vicino, ma posso dirle quali effetti ha avuto su di me.

Il problema sarebbe sorto allorquando questo arrecare rumore da parte mia sarebbe diventato forzato, quindi sì, un lavoro, "pesante", ma non proprio autolesionistico, non saprei definirlo per ora.
Questo è successo comunque. Non proprio aprire e chiudere l'avvolgibile, ma quando ho finito di lavare ho lasciato il rubinetto aperto combinato in modo che facesse tanto rumore.
L'ho chiuso quando sono andato a dormire.

Oggi ho intenzione di comportarmi in modo un po' più contenuto per evitare "rappresaglie".
Ripeto, non ho idea di come abbia passato il tizio la serata, ma se magari fossi riuscito a fargli capire quanto fastidio mi dà il suo modo di fare e quanto anche io sia in grado di essere noioso, avrei raggiunto il mio scopo finale dalle comunque molto basse probabilità di riuscita.



Per quanto riguarda la seconda parte della sua risposta, putroppo devo confessare che c'è grave carenza di attività positive nella mia vita.
L'ultimo psicologo mi disse che il suo lavoro consisteva nel fare stare meglio le persone, che al limite poteva anche significare qualcosa tipo "insegnare loro a convivere con una certa situazione inevitabile".
Io sto facendo fatica a convincermi che la situazione a cui sono sottoposto in questa vita sia appunto inevitabile. Il mio scopo è quello di accettare le mie "sventure" così come esse sono, di abbracciarne la loro presenza.
Sarò felice quando non sarò più triste per ciò che è.
Ho intenzione di convincermi, di imparare, che non solo merito e sono fatto per soffrire e stare solo, ma che anzi io abbia proprio bisogno di soffrire e stare solo.
Voglio alla fine trarre gioia dalle mie sofferenze.


Il mio sogno/progetto è quello di laurearmi e fare il ricercatore e dalle sofferenze che vorrò provare in questi anni al fine di laurearmi, spero di ottenere la soddisfazione di un obbiettivo raggiunto.


Alla fine si tratta solo di un modo cosciente di dare un significato alle proprie sventure, per limitarne le conseguenze negative.
Stupido, ma se funzionano, tutti i tentativi sono ben accetti.


Grazie ancora per la sua risposta.
[#9]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
In questi giorni sono ancora molto irritabile; piccole banalità fanno sì che questa rabbia esploda all'improvviso ma che in ogni caso sto riuscendo negli ultimi tempi a gestire in modo che non abbia quasi conseguenze.

Mi arrabbio con gli altri e nella mia mente si accendono queste fantasie molto violente, a volte monologhi o in ogni caso quelli che in gergo adolescenziale vengono chiamati i flash, il cui termine più proprio credo sia appunto "fantasia".

Mi arrabbio con gli altri ma mi rendo conto che sono molto arrabbiato con me stesso o con la vita (in generale). Poiché, in fondo, non riesco a dare un volto alla vita per immaginare di farle del male reputo le altre persone come causa della mia frustrazione e loro diventano i protagonisti delle mie fantasie.
Quel generale è in realtà la mia vita in particolare e pertanto finisco solo per fare del male a me stesso perché so di essere io la causa delle mie sventure.


Riflettendo ultimamente mi sto rendendo conto (forse erroneamente visto che sbaglio spesso) che ciò di cui ho bisogno è avere la sensazione di essere un vero uomo (inteso sia come il "contrario" di donna che come il "contrario" di animale).


Non so dialogare, non so affrontare gli altri. Sono un vigliacco inutile. Sono debole; non riesco a farmi apprezzare, le persone non mi salutano, mi ignorano quasi fossi appunto un cane randagio. Addirittura mi evitano o mi provocano o mi suggeriscono di togliermi di mezzo.
Non ho mai amato e credo di stare perdendo definitivamente la capacità di poterlo fare. Perciò non ho mai fatto l'amore né sesso, in un certo senso...
Scoprire di essere anche la persona più stupida del mondo sarà l'ultima cosa che posso tollerare.


Mi sento un tròia. Ecco, un animale femmina, il tipo più lurido di animale. Per questo sono arrabbiato, perché in questa vita mi è stato negato tanto, ma soprattutto mi è negato di sentirmi uomo.


Una volta provavo tanta empatia per il prossimo, adesso provo solo odio e soddisfazione nelle sofferenze altrui.
Oltre che tròia mi sento il diavolo. Questo mi piace; ma vorrei essere più forte altrimenti sono solo un pagliaccio.



Basta. Questo nervosismo si è autoalimentato; all'inizio volevo solo dire quattro cose, alla fine invece automaticamente ha preso il sopravvento il circolo vizioso dei pensieri negativi.

Mi andava solo di scrivere, mi dispiace; è l'unico modo che ho per stare appresso ai miei pensieri che vanno veloci come un treno, ma se non scrivo a qualcuno che presumibilmente legge, non funzionerebbe.

Spero sia chiaro; purtroppo, tra gli altri difetti, ho quello di non sapere neppure esprimermi.


PS. La dottoressa aveva ragione, quel "lavoro" era autolesionistico, comunque alla fine sono in una camera nuova. per adesso più silenziosa.
[#10]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Alla fine, meglio ora .. cerchi se vuole star meglio , di salutare ogni giorno un paio di persone..di fare qualcosa di piacevole e gentile verso lei stesso, una passeggiata, un giornale, un panino, una strada diversa per tornare a casa.. importante è non radicalizzarsi nella negatività..
Le abbiamo risposto in tanti.. il mondo non è così nero, non sia così critico verso sè stesso e così arrabbiato sempre, è uno spreco di energie, con le quali può fare qualcosa di buono per sè..
Le auguro una notte .. buona..
[#11]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Dottoressa, ma le mie interazioni con gli altri non sono poi così limitate.
Magari ho uno strano carattere, scherzo a volte troppo e in maniera strana, ma di certo io sono quello che saluta e che "attacca bottone".

Non è un modo per dire "io sto facendo tutto bene e sono gli altri a sbagliare", perché arrivato a questo punto non posso negare che il problema venga per la maggior parte da me.

Ma le assicuro che da tempo sto cercando di fare il possibile per sembrare una persona "normale" e per farmi apprezzare.
Forse non sto facendo poi abbastanza, vero?


Comunque finché non c'è nessuno che mi fa innervosire le cose potrebbero andare bene per un po'.

La ringrazio ancora perché mi ha dato corda; credo che sia corretto non tornare definitivamente più in questo consulto, altrimenti sorge qualche strano tipo di dipendenza.