Sessualità da definire
Egregi Dottori che curate questo spazio, sono un ragazzo di 27 anni e Vi scrivo per avere un parere su quello che ormai da tempo sto attraversando, e mi scuso enormemente per la lunghezza del mio post.
Come ho già detto ho 27 anni, e mi definisco come una persona con molti interessi, e voglia di conoscere sempre nuovi orizzonti e forse anche nuove situazioni di vita. Tuttavia un problema c'è, infatti nonostante non sia più nella fase dell'adolescenza da tempo, non mi sento veramente definito con la mia sessualità.
Sono stato un bambino a cui non è mancato niente, intendo da un punto di vista materiale e affettivo, ciò nonostante negli anni, quelli dalle scuole elementari fino anche ad alcune situazioni del liceo, a causa del mio carattere molto sensibile e buono, non sono mancati episodi di bullismo nei miei confronti, manifestatosi soprattutto con prese in giro di vario tipo fino ad arrivare alle mani. Devo dire che questo però, mi ha consentito di formarmi una personalità abbastanza forte negli anni, anche se oggettivamente se ripenso a quando ero più piccolo un pò di amarezza mi assale. Ma il problema che mi spinge a scriverVi in questa sede, come già ho introdotto all'inizio, si riferisce al fatto che non ho ancora capito quale direzione prendere dal punto di vista sessuale.
Mi spiego meglio. Durante le elementari ho sempre manifestato una sensibilità molto accentuata, tanto è vero che oltre ad avere la fidanzatina, stava molto bene in compagnia delle bambine con cui instauravo delle splendide amicizie, ma comunque avevo sempre i miei 2-3 "amichetti del cuore". Intorno all'età di 12 anni, mi è capitato di sentirmi attratto da ragazzi, magari più grandi di me, ma ovviamente era una situazione interiore che non prendeva sviluppi. Poi mi sono per così dire innamorato negli anni del liceo di varie ragazze, quasi sempre mai ricambiato e forse anche perchè frequentavo una scuola molto in vista dove era necessario essere molto "popolare" per poter far colpo. Infatti per i motivi appena esposti si intuisce che in quegli anni le mie storie con le ragazze sono sempre nate (e morte) nei mesi estivi o comunque fuori dal contesto scolastico.
Ho incontrato un ragazza intorno ai 20 anni che mi ha fatto letteralmente perdere la testa, di cui proprio mi ero invaghito, ma non credo innamorato. Risultato? Una tremenda delusione. Da quel momento in poi ho iniziato a non guardare più le donne, a non provare più fiducia, e come conseguenza di tutto ciò a dare ampio spazio alla mia parte omosessuale. Ho conosciuto su internet vari ragazzi, ma solo dopo 2 anni, e con molte sofferenze sono davvero riuscito a incontrare qualcuno. Ho avuto non poche esperienze con altri uomini, quasi sempre più grandi, nelle quali mi sono sentito appagato, dominante, parte attiva. Sono stato convinto di essere omosessuale, poi quando ero sul punto di accettarmi incondizionatamente ho incontrato un ragazza che mi ha fatto scattare qualcosa di tenero e bello dentro. Relazione brevissima perchè lei vive dall'altra parte dell'oceano. Nel corso del tempo successivo, convinto che comunque con le donne non ero in grado di piacer tanto come agli uomini ho continuato a viver avventure di una notte con gli uomini. Mi piaceva piacere e il piacere in sè, e ho vissuto quasi la totalità degli incontri con molto egoismo da parte mia, senza però approfittare mai dell'altro.
Il fatto però, è che ho capito rispetto ai mie esordi, che non sono davvero interessato a costruire qualcosa con un uomo, e ciò che invece mi piacerebbe è avere una relazione con una donna. Infatti soprattutto si questo tema verte il tema del mio post. Per me non è facile per niente poter incontrate donne come potenziali fidanzate, perchè la maggioranza delle ragazze che conosco o sono impegnate oppure non mi piacciono davvero, inoltre cosa che accade anche con gli uomini, sono molto attratto dalle donne più grandi di me.
Il problema in generale con le donne, è che sono timido, non sono spavaldo come con gli uomini. Per essere più chiaro, se si tratta di instaurare una bella conversazione sono molto estroverso e anche simpaticone, ma poi, se si deve approfondire per qualcos'altro, mi blocco, perchè ho paura di non saper come proseguire. Ho paura di un rifiuto, e di non essere all'altezza. E ripeto ancora, ho paura di essere rifiutato. Mi chiedo se ci riuscirò, e mi domando se posso ancora innamorarmi.
Grazie infinite per la Vostra pazienza.
Aspetto tanto fiducioso un Vostro rincontro.
Come ho già detto ho 27 anni, e mi definisco come una persona con molti interessi, e voglia di conoscere sempre nuovi orizzonti e forse anche nuove situazioni di vita. Tuttavia un problema c'è, infatti nonostante non sia più nella fase dell'adolescenza da tempo, non mi sento veramente definito con la mia sessualità.
Sono stato un bambino a cui non è mancato niente, intendo da un punto di vista materiale e affettivo, ciò nonostante negli anni, quelli dalle scuole elementari fino anche ad alcune situazioni del liceo, a causa del mio carattere molto sensibile e buono, non sono mancati episodi di bullismo nei miei confronti, manifestatosi soprattutto con prese in giro di vario tipo fino ad arrivare alle mani. Devo dire che questo però, mi ha consentito di formarmi una personalità abbastanza forte negli anni, anche se oggettivamente se ripenso a quando ero più piccolo un pò di amarezza mi assale. Ma il problema che mi spinge a scriverVi in questa sede, come già ho introdotto all'inizio, si riferisce al fatto che non ho ancora capito quale direzione prendere dal punto di vista sessuale.
Mi spiego meglio. Durante le elementari ho sempre manifestato una sensibilità molto accentuata, tanto è vero che oltre ad avere la fidanzatina, stava molto bene in compagnia delle bambine con cui instauravo delle splendide amicizie, ma comunque avevo sempre i miei 2-3 "amichetti del cuore". Intorno all'età di 12 anni, mi è capitato di sentirmi attratto da ragazzi, magari più grandi di me, ma ovviamente era una situazione interiore che non prendeva sviluppi. Poi mi sono per così dire innamorato negli anni del liceo di varie ragazze, quasi sempre mai ricambiato e forse anche perchè frequentavo una scuola molto in vista dove era necessario essere molto "popolare" per poter far colpo. Infatti per i motivi appena esposti si intuisce che in quegli anni le mie storie con le ragazze sono sempre nate (e morte) nei mesi estivi o comunque fuori dal contesto scolastico.
Ho incontrato un ragazza intorno ai 20 anni che mi ha fatto letteralmente perdere la testa, di cui proprio mi ero invaghito, ma non credo innamorato. Risultato? Una tremenda delusione. Da quel momento in poi ho iniziato a non guardare più le donne, a non provare più fiducia, e come conseguenza di tutto ciò a dare ampio spazio alla mia parte omosessuale. Ho conosciuto su internet vari ragazzi, ma solo dopo 2 anni, e con molte sofferenze sono davvero riuscito a incontrare qualcuno. Ho avuto non poche esperienze con altri uomini, quasi sempre più grandi, nelle quali mi sono sentito appagato, dominante, parte attiva. Sono stato convinto di essere omosessuale, poi quando ero sul punto di accettarmi incondizionatamente ho incontrato un ragazza che mi ha fatto scattare qualcosa di tenero e bello dentro. Relazione brevissima perchè lei vive dall'altra parte dell'oceano. Nel corso del tempo successivo, convinto che comunque con le donne non ero in grado di piacer tanto come agli uomini ho continuato a viver avventure di una notte con gli uomini. Mi piaceva piacere e il piacere in sè, e ho vissuto quasi la totalità degli incontri con molto egoismo da parte mia, senza però approfittare mai dell'altro.
Il fatto però, è che ho capito rispetto ai mie esordi, che non sono davvero interessato a costruire qualcosa con un uomo, e ciò che invece mi piacerebbe è avere una relazione con una donna. Infatti soprattutto si questo tema verte il tema del mio post. Per me non è facile per niente poter incontrate donne come potenziali fidanzate, perchè la maggioranza delle ragazze che conosco o sono impegnate oppure non mi piacciono davvero, inoltre cosa che accade anche con gli uomini, sono molto attratto dalle donne più grandi di me.
Il problema in generale con le donne, è che sono timido, non sono spavaldo come con gli uomini. Per essere più chiaro, se si tratta di instaurare una bella conversazione sono molto estroverso e anche simpaticone, ma poi, se si deve approfondire per qualcos'altro, mi blocco, perchè ho paura di non saper come proseguire. Ho paura di un rifiuto, e di non essere all'altezza. E ripeto ancora, ho paura di essere rifiutato. Mi chiedo se ci riuscirò, e mi domando se posso ancora innamorarmi.
Grazie infinite per la Vostra pazienza.
Aspetto tanto fiducioso un Vostro rincontro.
[#1]
Gentile Utente,
è chiaro che il riscontro che può avere qui è limitato a un contesto virtuale, quindi legato più a consigli che a una consulenza professionale reale alla quale può affidarsi qualora ne senta il bisogno.
Da tutto ciò che ha descritto sembra sia un problema che lei concentra sulla definizione del suo orientamento sessuale. Personalmente quello che riscontro invece è una profonda e triste solitudine che invece di una conseguenza qui sembra causa di tanti dubbi sulla sua vita sociale che appare un deserto affettivo sia con uomini che con donne. Come può vivere così? Ha provato a frequentare contesti dove può conoscere persone nuove? Es. scuole di ballo, palestra, circoli ricreativi...
Inizi a ricrearsi un pò più di fiducia negli altri, capisco sia un percorso lungo e difficoltoso, ma se crede di non farcela da solo non abbia timore di affidarsi ad un consulto psicologico che possa guidarla verso una vita relazionale migliore.
Mi tenga pure informato se desidera.
è chiaro che il riscontro che può avere qui è limitato a un contesto virtuale, quindi legato più a consigli che a una consulenza professionale reale alla quale può affidarsi qualora ne senta il bisogno.
Da tutto ciò che ha descritto sembra sia un problema che lei concentra sulla definizione del suo orientamento sessuale. Personalmente quello che riscontro invece è una profonda e triste solitudine che invece di una conseguenza qui sembra causa di tanti dubbi sulla sua vita sociale che appare un deserto affettivo sia con uomini che con donne. Come può vivere così? Ha provato a frequentare contesti dove può conoscere persone nuove? Es. scuole di ballo, palestra, circoli ricreativi...
Inizi a ricrearsi un pò più di fiducia negli altri, capisco sia un percorso lungo e difficoltoso, ma se crede di non farcela da solo non abbia timore di affidarsi ad un consulto psicologico che possa guidarla verso una vita relazionale migliore.
Mi tenga pure informato se desidera.
Cordialità
Dr. Andrea Antonelli
[#2]
Gentile utente,
ho letto con molta attenzione la sua richiesta di consulto e anche la risposta del collega. Purtroppo in un consulto online non è facile approfondire questo aspetto. Se dovessi averla come paziente sicuramente mi piacerebbe approfondire una cosa: quale è il suo rapporto con i suoi gentitori? In particolar modo quale quello con suo babbo?
In linea di massima concordo la deduzione del collega secondo la quale lei vive una profonda e triste solitudine, però bisogna capire (e questo non è possibile o comunque difficile online) se questa è causa o effetto di questi orientamenti sessuali e sopratutto provare a inquadrare il suo orientamento. Ha mai pensato di rivolgersi ad un professionista del settore? La prego di tenermi informato.
Cordialmente,
ho letto con molta attenzione la sua richiesta di consulto e anche la risposta del collega. Purtroppo in un consulto online non è facile approfondire questo aspetto. Se dovessi averla come paziente sicuramente mi piacerebbe approfondire una cosa: quale è il suo rapporto con i suoi gentitori? In particolar modo quale quello con suo babbo?
In linea di massima concordo la deduzione del collega secondo la quale lei vive una profonda e triste solitudine, però bisogna capire (e questo non è possibile o comunque difficile online) se questa è causa o effetto di questi orientamenti sessuali e sopratutto provare a inquadrare il suo orientamento. Ha mai pensato di rivolgersi ad un professionista del settore? La prego di tenermi informato.
Cordialmente,
Dr. Cristian Livolsi
Psicologo/Psicoterapeuta e Ipnologo
www.cristianlivolsi.com
cell. 3387425971
[#3]
Ex utente
Grazie Dottori di avermi risposto subito...
In ordine rispondo alle domande e alle affermazioni di entrambi.
Non mi è difficile essere d'accordo con il Dott. Antonelli, e perciò anche con il Dott. Livolsi, nel senso che mi rendo conto che forse il fatto scatenante di tutto è che mi sento un pò solo. Nel senso che se da una parte sono per natura un soggetto che ama molto la sua libertà, è anche vero che gli piacerebbe condividerla, pur sapendo di sacrificarla per certi versi, accanto ad un'altra persona.
In maniera specifica poi, rispondo al Dott. Livolsi. Con i miei genitori posso dire di avere un buon rapporto. Ho ricevuto un'educazione cattolica, e per certi versi un pò all'antica, ma comunque indipendentemente da questo, ho formato grazie anche alla mia personalità, un modo di vedere la vita del tutto personale. E' ovvio che ancora vivendo a casa con i miei genitori, sono comunque dipendente da loro. E non pretendo molto di più, perchè questa condizione in fondo l'ho voluta anche un pò io, che alla mia età non sono ancora riuscito a formarmi una mia indipendenza effettiva.
Veniamo al rapporto con mio padre. Con mio padre ho un ottimo rapporto. Nel senso che lui è una persona molto pacifica, anche se in generale quando si trattava di imporre divieti o fare rimproveri, il ruolo della cattiva per comodità, lo faceva fare sempre a mia madre. Negli anni sia mia sorella più grande, sia io stesso, ce la siamo sempre presa con mia mamma, perchè comunque era lei che si esponeva in prima persona, poi però abbiamo capito il "gioco" e quindi siamo stati, almeno per quanto mi riguarda, molto più oggettivi, e quindi imparato a scindere bene le responsabilità di ciascuno.
Per concludere, anche se non so se può essere utile per Voi saperlo, caratterialmente penso che abbia da ripreso da entrambi, il modo di scherzare e di interagire con le persone da mio padre, anche se non nego, che certi modi di pensare, come per esempio il fatto di essere alquanto polemico o critico li abbia più ereditati da mia madre, con cui comunque ho trascorso la maggioranza del mio tempo.
Spero ancora in una Vostra conferma.
Grazie
In ordine rispondo alle domande e alle affermazioni di entrambi.
Non mi è difficile essere d'accordo con il Dott. Antonelli, e perciò anche con il Dott. Livolsi, nel senso che mi rendo conto che forse il fatto scatenante di tutto è che mi sento un pò solo. Nel senso che se da una parte sono per natura un soggetto che ama molto la sua libertà, è anche vero che gli piacerebbe condividerla, pur sapendo di sacrificarla per certi versi, accanto ad un'altra persona.
In maniera specifica poi, rispondo al Dott. Livolsi. Con i miei genitori posso dire di avere un buon rapporto. Ho ricevuto un'educazione cattolica, e per certi versi un pò all'antica, ma comunque indipendentemente da questo, ho formato grazie anche alla mia personalità, un modo di vedere la vita del tutto personale. E' ovvio che ancora vivendo a casa con i miei genitori, sono comunque dipendente da loro. E non pretendo molto di più, perchè questa condizione in fondo l'ho voluta anche un pò io, che alla mia età non sono ancora riuscito a formarmi una mia indipendenza effettiva.
Veniamo al rapporto con mio padre. Con mio padre ho un ottimo rapporto. Nel senso che lui è una persona molto pacifica, anche se in generale quando si trattava di imporre divieti o fare rimproveri, il ruolo della cattiva per comodità, lo faceva fare sempre a mia madre. Negli anni sia mia sorella più grande, sia io stesso, ce la siamo sempre presa con mia mamma, perchè comunque era lei che si esponeva in prima persona, poi però abbiamo capito il "gioco" e quindi siamo stati, almeno per quanto mi riguarda, molto più oggettivi, e quindi imparato a scindere bene le responsabilità di ciascuno.
Per concludere, anche se non so se può essere utile per Voi saperlo, caratterialmente penso che abbia da ripreso da entrambi, il modo di scherzare e di interagire con le persone da mio padre, anche se non nego, che certi modi di pensare, come per esempio il fatto di essere alquanto polemico o critico li abbia più ereditati da mia madre, con cui comunque ho trascorso la maggioranza del mio tempo.
Spero ancora in una Vostra conferma.
Grazie
[#4]
Gentile Utente,
quali conferme cerca? purtroppo in questa Sede è impossibile oltre che non etico condurre una consulenza adeguata ed efficace, ma resta il mio consiglio, ovvero quello di impegnarsi a costruire relazioni affettive vive con chiunque lei si senta a suo agio. Il "fatto scatenante" di questo suo disagio che espone non può essere scatenato dal fatto di sentirsi "un pò solo", non crede?
Poi ritengo che ogni altro particolare circa la sua vita familiare in questa Sede non è possibile considerarlo in modo opportuno, mentre sarebbe consigliabile lei si affidi ad un pecorso serio e concreto con uno psicologo professionista.
quali conferme cerca? purtroppo in questa Sede è impossibile oltre che non etico condurre una consulenza adeguata ed efficace, ma resta il mio consiglio, ovvero quello di impegnarsi a costruire relazioni affettive vive con chiunque lei si senta a suo agio. Il "fatto scatenante" di questo suo disagio che espone non può essere scatenato dal fatto di sentirsi "un pò solo", non crede?
Poi ritengo che ogni altro particolare circa la sua vita familiare in questa Sede non è possibile considerarlo in modo opportuno, mentre sarebbe consigliabile lei si affidi ad un pecorso serio e concreto con uno psicologo professionista.
[#5]
Ex utente
Dr Antonelli, non mi sono spiegato non correttamente. Non intedevo avere una diagnosi a distanza, anche perchè, come Lei giustamente ha affermato non sarebbe stato professionale da parte di Voi tutti. Inoltre non ritengo in maniera assoluta che la causa sia il fatto che mi senta solo, ma ciò comunque è un problema per me, più o meno evidente.
Ancora grazie per il Vostro intervento.
Cordialmente.
Ancora grazie per il Vostro intervento.
Cordialmente.
[#6]
Gentile utente
Vorrei proporle un'immagine che mi sembra calzante alla sua situazione.
Nell'ultima Grande Guerra, mio padre mi raccontava sempre che c'era una gran penuria. Quando non c'era la carne, si mangiavano i ceci. E quando non c'erano nemmeno i ceci, si mangiavano le bucce di patate. A volte raccattandole direttamente dai bidoni dell'immondizia.
Mi pare che la sua vita relazionale, se non ho capito male, sia stata finora un po' una vita di restrizioni. Quindi, se ciò che ha non è ciò che vuole, dovrebbe intanto riflettere su questo. Poi, se crede potrà adoprarsi sull'individuare qualcuno cui rivolgersi per ottenere aiuto e imparare come fare.
Ma mantenga l'enfasi sul "come fare", non sul "sapere perché", che non le servirà a molto.
Cordiali saluti
Vorrei proporle un'immagine che mi sembra calzante alla sua situazione.
Nell'ultima Grande Guerra, mio padre mi raccontava sempre che c'era una gran penuria. Quando non c'era la carne, si mangiavano i ceci. E quando non c'erano nemmeno i ceci, si mangiavano le bucce di patate. A volte raccattandole direttamente dai bidoni dell'immondizia.
Mi pare che la sua vita relazionale, se non ho capito male, sia stata finora un po' una vita di restrizioni. Quindi, se ciò che ha non è ciò che vuole, dovrebbe intanto riflettere su questo. Poi, se crede potrà adoprarsi sull'individuare qualcuno cui rivolgersi per ottenere aiuto e imparare come fare.
Ma mantenga l'enfasi sul "come fare", non sul "sapere perché", che non le servirà a molto.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#7]
Gentile ragazzo,
la mia impressione invece è un po' diversa dai Colleghi che mi hanno preceduto. Secondo me il tuo problema non è la solitudine, anzi, forse ne avresti un po' bisogno
Infatti, da quanto scrivi, sembra che (sull'onda del "sapere perchè", come dice il Dottor Santonocito) tu abbia cercato in questi anni di raccogliere "prove" a favore o dell'etero- o dell'omosessualità, con il risultato che ti ritrovi oggi più confuso di prima. Hai raccolto stimoli "affettivi" con le donne e sessuali con gli uomini, hai mischiato troppo i colori delle carte, ed ora ti senti comprensibilmente in ansia
Pertanto secondo me avresti bisogno di una bella pausa sentimentale e sessuale. Non credo che un po' di digiuno da donne e/o uomini ti farà impazzire.
Intendo, con "un po'", almeno un periodo di sei (6) mesi. In questo periodo potrai:
1) startene un pò da solo a leggere, guardarele tv, ecc.
2) frequentare gli amici veri, quelli che non rientrano nella tua "Sessualità da definire", ovvero quelli con cui ti mangi una pizza, ti incavoli, e così via
In questo periodo non potrai:
a) cercare avventure sessuali
b) cercare di capire se sei etero oppure no
Insomma, secondo me dovresti goderti un po' la solitudine. Per questo ti consiglio una bella PAUSA. Basta cercare di definire la tua sessualità.Poi, potrai decidere con calma se andare da uno psicologo per imparare a "definire" la tua sessualità
Se pensi di non poter resistere sei mesi, allora è meglio cercarlo prima lo psicologo
Ma secondo me puoi farcela
la mia impressione invece è un po' diversa dai Colleghi che mi hanno preceduto. Secondo me il tuo problema non è la solitudine, anzi, forse ne avresti un po' bisogno
Infatti, da quanto scrivi, sembra che (sull'onda del "sapere perchè", come dice il Dottor Santonocito) tu abbia cercato in questi anni di raccogliere "prove" a favore o dell'etero- o dell'omosessualità, con il risultato che ti ritrovi oggi più confuso di prima. Hai raccolto stimoli "affettivi" con le donne e sessuali con gli uomini, hai mischiato troppo i colori delle carte, ed ora ti senti comprensibilmente in ansia
Pertanto secondo me avresti bisogno di una bella pausa sentimentale e sessuale. Non credo che un po' di digiuno da donne e/o uomini ti farà impazzire.
Intendo, con "un po'", almeno un periodo di sei (6) mesi. In questo periodo potrai:
1) startene un pò da solo a leggere, guardarele tv, ecc.
2) frequentare gli amici veri, quelli che non rientrano nella tua "Sessualità da definire", ovvero quelli con cui ti mangi una pizza, ti incavoli, e così via
In questo periodo non potrai:
a) cercare avventure sessuali
b) cercare di capire se sei etero oppure no
Insomma, secondo me dovresti goderti un po' la solitudine. Per questo ti consiglio una bella PAUSA. Basta cercare di definire la tua sessualità.Poi, potrai decidere con calma se andare da uno psicologo per imparare a "definire" la tua sessualità
Se pensi di non poter resistere sei mesi, allora è meglio cercarlo prima lo psicologo
Ma secondo me puoi farcela
[#8]
Ex utente
Ho riletto con interesse i Vostri suggerimenti. Credo davvero che ognuno a suo modo abbia provveduto ad aiutarmi. Seppur differenti le Risposte ai miei quesiti, è anche vero, che ciò che le accomuna è il fatto di non dover per forza dare una risposta di definizione subito. Infatti sono completamente d'accordo con il Dott. Santonocito e anzi, con il suo stile diretto mi ha catturato. Inoltre con l' ultimo intervento del Dott. Bulla, mi sento ancor di più tranquillo, e forse le sovrastrutture mentali che comunque mi sono a torto o ragione costruito non hanno contribuito ad aiutarmi.
Ancora grazie.
Ancora grazie.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 3.6k visite dal 09/09/2008.
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Approfondimento su Bullismo
Il bullismo comprende una serie di comportamenti violenti intenzionali di tipo fisico o verbale ripetuti nel tempo nei confronti di una determinata persona. Si può manifestare anche in modo virtuale online e sui social network (cyberbullismo).