Sesso difficile e insoddisfacente

Gentili dottori,
ho una relazione da ormai 7 anni con un uomo che considero meraviglioso: attento, premuroso, sempre pronto a capirmi e a parlare di qualunque problema o disagio.
Premetto che non ho mai provato una forte attrazione sessuale per lui, perché il nostro amore (forse più il mio che il suo) è nato sulla base della conoscenza reciproca e della comprensione. Purtroppo io ho sofferto di vaginismo, disturbo per il quale sono stata in terapia e che si è in buona parte attenuato; ho sempre imputato a me le difficoltà dei nostri rapporti, ma comincio a pensare che sia arrivata l'ora anche per lui di mettersi in discussione. Vi faccio un esempio pratico premettendo però che ultimamente i nostri rapporti sono stati scarsi a causa di una grave malattia di mia mamma che mi ha causato stress e preoccupazione e quindi un discreto calo del desiderio: una sera, in attesa che tornasse dal lavoro, ho indossato un intimo molto sensuale per fargli una sorpresa, annunciandogli via sms che lo desideravo. Lui è arrivato a casa, mi ha visto, sembrava entusiasta, si è fatto una doccia e quando abbiamo cominciato a fare l'amore, sul più bello, non è riuscito a mantenere l'erezione... e qui sono cominciate una marea di scuse (perché non è la prima volta che succede): "non dovevi mandarmi il messaggino, non mi sarei dovuto fare la doccia perché in questo modo ho perso "l'attimo", è da tempo che non lo facciamo e forse questa non era la sera giusta visto che sono tornato a casa stanco" e così via. Io sono convinta che lui non riesca a lasciarsi andare, è molto concentrato sull'atto in sé e, se fosse per lui, eviterebbe anche quei 10 min di preliminari che pretendo. A me sembra tutto molto, troppo automatico e poco giocoso, oltre che complicato (dal mio punto di vista il gioco e la complicità nel sesso sono fondamentali). Anche i miei tentativi di sedurlo o di mettere in atto qualche gioco sessuale sono stati vani (con conseguente poca voglia da parte mia di avere rapporti con lui)... E' un uomo introverso e con delle rigidità caratteriali, ma con me è adorabile e non vorrei perderlo. D'altro canto, non so come fargli capire che un confronto con uno specialista gli farebbe bene, perché così diventa complicato andare avanti. Io ho 43 anni (lui 45), non 83!!!
Eventualmente mi sapreste consigliare un centro a Milano a cui rivolgermi nella speranza che il mio lui sia disposto a seguirmi?
Molte grazie, con i più cordiali saluti,
Axa