Ci si può concedere una relazione...

nonostante una psicopatologia?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazza,
potrebbe riformulare la sua domanda ampliandola?

Si riferisce a se stessa o cosa, ci vuole dire di più?
E' ancora seguita dalla psicologa?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
si sono ancora seguita, ma devo trovare il coraggio di interromperla. Nonostante stia valutando un aggiunta farmacologica o una seduta in più davvero faccio fatica a fidarmi(ma non per questo chiedo consulto).

A causa dell'ansia(o del disturbo d attaccamento non ho ancora ben capito) mi sono ritrovata a chiudere una relazione che durava da 4 anni. buttavo tutti i miei problemi addosso a questo ragazzo, ma con la psicoterapia sto cercando di attenuare un pochino le richieste d'aiuto, imparando a relazionarmi in altro modo. La situazione era diventata ingestibile e un pò perché la relazione mi stava soffocando e volevo provare nuove esperienze, cosi' ho deciso di interrompere il circolo vizioso e chiudere la relazione. durante la relazione c'è sempre stata scarsa intimità(nonostante la voglia c'era), un pò per mancanza di tempo e luogo, e sono saltati fuori dei problemi a livello intimo che mi impediscono di avere dei rapporti completi(dopo due anni non sono ancora arrivata a una soluzione). Ho scoperto poi che questo ragazzo ce l'ha messa tutta per starmi vicino, ma ormai aveva cambiato il suo carattere con me per starmi vicino, per paura delle mie reazioni(me le dava vinte tutte e alimentava la relazione di dipendenza). Ci sentiamo e vediamo ancora come amici(tipo una volta al mese), ma io ho voglia di fare nuove esperienze, quindi cerco di tenerlo a distanza anche se con molta fatica(visto il legame molto forte), nonostante lui sia ancora innamorato di me.

Tra poco inizierò a lavorare e sono arrivata finalmente alla consapevolezza di soffrire di attacchi di panico molto forti.

Nel frattempo un ragazzo della compagnia con cui esco ora si è avvicinato molto a me. parliamo molto e abbiamo scoperto di avere un carattere molto simile(anche lui ipercontrollante, in apparenza molto mite e controllato ma in realtà fatica a gestire a rabbia e le emozioni), ma interessi diversissimi. Un pò di interesse c'è da parte mia(e anche la psicologa ha detto di provarci), ma dopo un paio di uscite(con sbalzi di umore nell'attesa) dove ci siamo trovati bene sono arrivata al punto di tenerlo lontano: non me la sento di avere una storia stabile ora, ma sopratutto non me la sento di ripetere gli stessi meccanismi di dipendenza, nonostante finalmente qualcuno si fida e si apre con me. per non parlare della componente sessuale, che mi tocca reprimere.
Il mio ex mi ha più volte avvertito di non parlare dei miei problemi ai ragazzi subito, perché potrebbero non supportarmi come ha lui. Questo nuovo ragazzo sa molto superficialmente, sia che soffro d'ansia sia che ho dei problemi sessuali(ho dovuto raccontarlo), ma vuole a tutti i costi scoprire chi c'è sotto l'apparenza(anche perché io gli sto smontando tutta l'armatura che si è costruito)

non so se è giusto buttarmi anche solo nella conoscenza delle persone a causa dei miei problemi. una mia amica nonostante sia depressa e ex anoressica è sempre riuscita a portare avanti le sue relazioni, io non ci riesco...anzi mi chiedo se riuscirò anche solo a provare un'esperienza diversa(vivo dall'adolescenza con il rimorso di non essermi divertita con i ragazzi), visto che ne ho la possibilità.

[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
lei scrive
"non so se è giusto buttarmi anche solo nella conoscenza delle persone a causa dei miei problemi. "

Sono due cose distinte e separate, la sua cura e guarigione e la conoscenza/ possibili relazioni.

Se lei non considera l'altro una "medicina", non vedo quali complicanze possano esserci

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
io sono partita abbastanza positiva con questo ragazzo, ho voluto dargli la possibilità di avvicinarsi(e per me che tendo a costruire un muro con gli altri è più che una conquista)..

"Se lei non considera l'altro una "medicina", non vedo quali complicanze possano esserci"

è proprio questo il problema. io per ora non mi sono esposta troppo, nonostante lui sappia che ho determinati problemi a livello sessuale, ma sopratutto di relazione e di autostima. mi sto sforzando tantissimo di ascoltare, di alsciarlo parlare edi non parlare di me.
con gli altri ragazzi nel giro di 2 minuti sapevano già tutti i miei drammi e problemi, e con i pensieri ossessivi in atto, tendo a cercare aiuto via messaggio, per poi finire per insultare la persona che (come giusto che sia) non riesce ad aiutarmi.
siccome stavo già per mettere questa dinamica in atto(e siamo usciti solo 2 volte)e durante l'ennesimo attacco di panico(che non ragiono)mi sono limitata a dirgli che ho bisogno di parlargli di una cosa importante. a giorni ci vedremo di persona, e sarò costretta a dirgli che non possiamo vederci al di fuori dell'essere amici.


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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente?

<<problemi a livello intimo che mi impediscono di avere dei rapporti completi(dopo due anni non sono ancora arrivata a una soluzione) <<

Ci dice qualcosa di più riguardo ai Suoi problemi sessuali? Non riesce ad avere rapporti completi perchè soffre di vaginismo, oppure per che altro motivo?





Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#6]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
sino ad ora non si è ancora capito che cos'ho.

per 3 anni della relazione con il mio ex, nonostante tantissimi tentativi ho sempre sentito dolore. dopo aver iniziato al terapia finalmente sono riuscita a sbloccarmi(superando vari traumi). però nonostante tutto io sentivo(parlo al passato perchè non ho rapporti completi da più di un anno) ancora tantissimo dolore, che si concentra all'entrata.
dopo aver fatto i dovuti controlli di è stata data la diagnosi di vulvodinia. ho fatto una cura di 6 mesi, senza risultati.
ho cambiato ginecologo, rivolgendomi alla persona che mi ha fatto nascere(e che tratta anche i problemi dello sviluppo). ha riscontrato anche lui una contrattura, ma secondo il medico è un problema che ho dalla nascita(ed è sempre da li che derivano tutti i miei problemi). adesso è stata fatta una diagnosi sommaria(in parole povere secondo lui ho l'entrata poco sviluppata ). mi ha sconsigliato i rapporti completi(cosa che evito anche se non me lo dice lui)però posso farmi toccare, e che tra qualche mese valuteremo la situazione(adesso non so cosa succederà, ma credo che proverà a vedere quanto mi posso dilatare).ha parlato anche di un'eventuale operazione.
parlandone con la psicologa, non mi ha mai parlato di vaginismo, però(come anche il ginecologo ha riscontrato)ho un pò la tendenza ad usare il mio corpo come scudo, a chiudermi(un po perchè sento dolore, un pò perchè non mi fido). inoltre secondo la psicologa, il mio dolore è psicosomatico, aumenta con l'ansia.

il mio ex mi è sempre stato vicino, mi ha aspettato per anni, ed era pronto ad aspettare che io guarissi(avremmo comunque avuto una vita sessuale soddisfacente, ce l'abbiamo avuta per anni senza penetrazione). ma io mi sentivo in trappola, costretta a dire no a ogni sua (e mia) voglia di andare più in la.

[#7]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598


Gentile utente,

per aiutarLa a chiarirsi sulle Sue percezioni e nella Sua corporeità, le allego queste due letture sui problemi sessuali cui Lei accenna; se crede, mi faccia sapere se ci si ritrova.

Vulvodinia:
https://www.medicitalia.it/news/ginecologia-e-ostetricia/5415-vulvodinia-sessualita-e-rapporti-dolorosi-l-importanza-di-un-trattamento-multidisciplinare.html

Vaginismo:
http://www.nuovaitaliamedica.it/index.asp?PGS=ARTICLE&ID=562


saluti cordiali.


[#8]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
sono ben informata su tutte e due le patologie e mi ci ritrovo in entrambe. La componente psichica e ansiosa tipica del vaginismo c'è, ma dall'altra ho degli aspetti tipici della vulvodinia: dolore persistente all'entrata della vagina, anche se non ho rapporti. Per fortuna questo aspetto un po si è attenuato, grazie all'utilizzo di regole di igiene, abbigliamento ecc...(sempre forniti dal medico).

non voglio azzardare ipotesi perché non sono un medico....penso che comunque sia la causa organica che psicologica siano entrambe da considerare.

ma al di la di questo ho non uno, ma due ragazzi (il mio ex e l'altro ragazzo) che sono davvero interessati a me, ma che io, per colpa dei miei comportamenti sbagliati, continuo a mettere all'angolo.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598

Gentile utente,
immagino dunque che Lei "ascolti" il Suo corpo e la Sua psiche.

Per quanto riguarda il Suo corpo Le consiglirei vivamente di postare a domanda anche il ginecologia.
Per la psiche, richieste più esplicite alla sua Psy la potrebbero aiutare, forse più di noi online.



[#10]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
gent.dott. brunialti,

la ringrazio per la risposta e per gli articoli, ma la mia richiesta di consulto era un'altra. essendo in cura da un ginecologo e una psicoterapeuta(che voglio assolutamente cambiare).

la mia domanda era un'altra: nonostante io tenda a aggrapparmi alle persone vedendoli come cura nonostante l'ansia, nonostante i problemi sessuali posso concedermi delle relazioni? o forse è meglio affrontare queste cose da sola?

e ancora più in generale: chi soffre di una psicopatologia durante il periodo di cura è destinato alla solitudine o può portare avanti una relazione?
[#11]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Grazie della riformulazione: Il consulto ci è giunto con 1 sola riga scritta!

Risposte:
1. <<nonostante l'ansia, nonostante i problemi sessuali posso concedermi delle relazioni? o forse è meglio affrontare queste cose da sola?<<

Le persone non servono come "cura", ma come amicizie e amori. Se attraverso le 2 terapie riece a vederle coma tali si può "concedere" delle relazioni, altrimenti le "usa" per "guarire, con esito nullo.
E tuttavia ri-sottolineo che i due specialisti che La seguono sono i più adatti a rispondere, visto che la conoscono di persona.

2. <<chi soffre di una psicopatologia durante il periodo di cura è destinato alla solitudine o può portare avanti una relazione?<<

Le domande generali non riguardano gli obiettivi dei consulti, quindi rispondo per Lei individualmente; v. sopra.

Saluti cordiali.