Disturbo borderline: come convincerli ad affrontare una terapia
Buongiorno a tutti,
sono nuova del portale e ne approfitto per ringraziarvi per l'aiuto che date ogni giorno agli utenti.
Sono una ragazza quasi trentenne, soffro da sempre di ansia e di un lieve disturbo ossessivo compulsivo, sono sempre stata tormentata da moltissime ossessione di contrasto, e diciamo che la mia non è un'esistenza facile. Solo da pochi mesi, tramite l'analisi transazionale, inizio a stare notevolmente meglio. Infatti qui non scrivo per parlare di me, ma per chiedervi aiuto riguardo il mio compagno. Siamo fidanzati da anni, il primo dei quali è stato un periodo perfetto; le cose sono degenerate nel tempo; gli atteggiamenti di violenza verbale, instabilitò, rabbia tremenda con conseguente disperazione, autodistruzione e ansia folle da abbandono mi hanno portata ad interrogarmi, anche con l'aiuto fondamentale della mia psicoterapeuta. Lei sostiene con grande probabilità, alla luce di quello che racconto e che registro di nascosto delle sue "sfuriate" spaventose, che soffra di un disturbo borderline di personalità. Ho provato a parlarne a lui, che x comodità chiamerò C. Se nei momenti di totale sconforto, dopo gli attacchi di panico di cui soffre sempre, dopo ill suo sentirsi sbagliato, conviene con me che dovrebbe consultarsi con un esperto, la maggior parte del tempo rifiuta qualsiasi aiuto sostenendo "io sono perfettamente normale! Sei tu che hai qualcosa che non va, tu sei pazza, malata! E senza di te tornerei a stare bene!" approfittandosi del fatto che soffro di DOC e di ansia. So però per certo che non stava bene nemmeno prima che ci fossi io, nè tantomeno in famiglia, dove i genitori non lo sopportano quasi più, e sono stati primi a indirizzarli da uno psicologo, anche in adolescenza, senza risultato, perchè lui dopo una seduta critica in modo caustico il terapista (un po' come fa anche con me) e si rifiuta di tornarci. Io non so come aiutarlo; come fargli capire che deve farsi aiutare? Amici mi consigliano di interrompere la relazione, ma sono molto innamorata di lui, la nostra relazione c'è da anni e conviviamo. Inoltre, anche se decidessi razionalmente che è la cosa migliore da fare, in questo momento non credo avrei la forza x farlo.
grazie anticipatamente a chi mi risponderà..
sono nuova del portale e ne approfitto per ringraziarvi per l'aiuto che date ogni giorno agli utenti.
Sono una ragazza quasi trentenne, soffro da sempre di ansia e di un lieve disturbo ossessivo compulsivo, sono sempre stata tormentata da moltissime ossessione di contrasto, e diciamo che la mia non è un'esistenza facile. Solo da pochi mesi, tramite l'analisi transazionale, inizio a stare notevolmente meglio. Infatti qui non scrivo per parlare di me, ma per chiedervi aiuto riguardo il mio compagno. Siamo fidanzati da anni, il primo dei quali è stato un periodo perfetto; le cose sono degenerate nel tempo; gli atteggiamenti di violenza verbale, instabilitò, rabbia tremenda con conseguente disperazione, autodistruzione e ansia folle da abbandono mi hanno portata ad interrogarmi, anche con l'aiuto fondamentale della mia psicoterapeuta. Lei sostiene con grande probabilità, alla luce di quello che racconto e che registro di nascosto delle sue "sfuriate" spaventose, che soffra di un disturbo borderline di personalità. Ho provato a parlarne a lui, che x comodità chiamerò C. Se nei momenti di totale sconforto, dopo gli attacchi di panico di cui soffre sempre, dopo ill suo sentirsi sbagliato, conviene con me che dovrebbe consultarsi con un esperto, la maggior parte del tempo rifiuta qualsiasi aiuto sostenendo "io sono perfettamente normale! Sei tu che hai qualcosa che non va, tu sei pazza, malata! E senza di te tornerei a stare bene!" approfittandosi del fatto che soffro di DOC e di ansia. So però per certo che non stava bene nemmeno prima che ci fossi io, nè tantomeno in famiglia, dove i genitori non lo sopportano quasi più, e sono stati primi a indirizzarli da uno psicologo, anche in adolescenza, senza risultato, perchè lui dopo una seduta critica in modo caustico il terapista (un po' come fa anche con me) e si rifiuta di tornarci. Io non so come aiutarlo; come fargli capire che deve farsi aiutare? Amici mi consigliano di interrompere la relazione, ma sono molto innamorata di lui, la nostra relazione c'è da anni e conviviamo. Inoltre, anche se decidessi razionalmente che è la cosa migliore da fare, in questo momento non credo avrei la forza x farlo.
grazie anticipatamente a chi mi risponderà..
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Gentile Utente,
se il suo compagno non è motivato a rivolgersi a uno specialista né accetta di avere problemi da risolvere, difficile che decida, il tentativo di convincerlo come vede non porta risutati.
Potrebbe tentare ancora magari centrando tale opportunità non su un problema personale, ma sulla difficoltà della coppia per agganciarlo in un consulto, rivolgendosi lei in prima persona a un terapeuta per illustrare la situazione.
Ma meglio ancora è che ne parli con la sua terapeuta per un parere su come comportarsi.
Cordialità
se il suo compagno non è motivato a rivolgersi a uno specialista né accetta di avere problemi da risolvere, difficile che decida, il tentativo di convincerlo come vede non porta risutati.
Potrebbe tentare ancora magari centrando tale opportunità non su un problema personale, ma sulla difficoltà della coppia per agganciarlo in un consulto, rivolgendosi lei in prima persona a un terapeuta per illustrare la situazione.
Ma meglio ancora è che ne parli con la sua terapeuta per un parere su come comportarsi.
Cordialità
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.7k visite dal 11/03/2015.
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