Riabilitazione dopo ischemia
Buongiorno carissimi dottori,
sono un uomo di 49 anni.Spiego brevemente la mia storia.
Sono stato colpito da una ischemia cerebrale nel mese di dicembre 2014.
Dopo un ricovero di una settimana per i controlli di routine sono stato dimesso senza però che i medici abbiano capito bene cosa mi aveva causato questa ischemia.In realtà,ad un controllo nei giorni immediatamente successivi alle mie dimissioni mi è stato diagnosticato il forame ovale pervio.Questa diagnosi ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai medici che,secondo le linee guida mediche,hanno indirizzato i loro sospetti verso questo tipo di spiegazione.Da tenere presente che non bevo,non fumo ed ho tutti i valori sensibili sotto assoluto controllo (glicemia nella norma e valori colesterolo e trigliceridi al minimo),sono otretutto (o meglio ero) un podista amatoriale con una percorrenza mensile di circa 120 km (uscivo 3/4 volte a settimana per una percorrenza di dieci km ogni volta).Il consiglio è stato quindi di rovolgersi presso una struttura pe un consulto sulla convenienza o meno di effettuare la procedura di chiusura del forame.Al consulto il medico è stato chiaro sul fatto che dopo l'intervento,passato un periodo di cura con la cardio aspirina avrei potuto smettere con le terapie e riprendere a fare vita sportiva come prima.I primi giorni di quest'anno mi sono sottoposto all'intervento.A marzo ho effettuato la prima visita neurologica di controllo dopo le dimissioni.Con mi o grande stupore però il neurologo mi ha comunicato che,pur potendo fare attività sportiva (possibilmente moderata)devo continuare la terapia di antiaggreganti per tutta la vita con la possibilità che l'idoneità agonistica non mi venga piu' rilasciata.Pur non entrando nel merito della questione,rimane il fatto che un medico mi ha detto che avrei ripreso a fare tutto quello che facevo ed il neurologo invece mi ha detto che potevo fare ma con dei limiti ,considerando anche che comunque potrei essere soggetto a possibile recidive.
Come posso gestire a livello psicologico questa situazione?
Attualmente sono pieno di paure,sul fatto che mi possano tornare i sintomi della ischemia,ho ripreso blandamente a correre ma senza troppa convinzione,con la paura che possa arrivare un attacco ischemico metre corro.Vado a letto con la paura che al risveglio possa arrivare l'attacco di ischemia e sono preoccupato che possa capitare qualcosa durante la giornata.Prima che il neurologo mi comunicasse che comunque dovevo riguardarmi tutta la vita ero molto sereno e non vedevo l'ora di potere ricominciare a fare tutto.Adesso invece ho la paura che mi assale ogni qualvolta devo fare qualcosa.Anche la vita sessuale ne ha risentito in quanto,fra le possibili cause dell'attacco ischemico mi è stato detto che potrebbe essere stato anche un rapporto sessuale avuto la sera prima.
Vorrei sapere se devo accettare questa situazione o se posso adoperarmi per cercare di vivere quanto meno serenamente la mia vita che adesso non è il massimo.
saluti
sono un uomo di 49 anni.Spiego brevemente la mia storia.
Sono stato colpito da una ischemia cerebrale nel mese di dicembre 2014.
Dopo un ricovero di una settimana per i controlli di routine sono stato dimesso senza però che i medici abbiano capito bene cosa mi aveva causato questa ischemia.In realtà,ad un controllo nei giorni immediatamente successivi alle mie dimissioni mi è stato diagnosticato il forame ovale pervio.Questa diagnosi ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai medici che,secondo le linee guida mediche,hanno indirizzato i loro sospetti verso questo tipo di spiegazione.Da tenere presente che non bevo,non fumo ed ho tutti i valori sensibili sotto assoluto controllo (glicemia nella norma e valori colesterolo e trigliceridi al minimo),sono otretutto (o meglio ero) un podista amatoriale con una percorrenza mensile di circa 120 km (uscivo 3/4 volte a settimana per una percorrenza di dieci km ogni volta).Il consiglio è stato quindi di rovolgersi presso una struttura pe un consulto sulla convenienza o meno di effettuare la procedura di chiusura del forame.Al consulto il medico è stato chiaro sul fatto che dopo l'intervento,passato un periodo di cura con la cardio aspirina avrei potuto smettere con le terapie e riprendere a fare vita sportiva come prima.I primi giorni di quest'anno mi sono sottoposto all'intervento.A marzo ho effettuato la prima visita neurologica di controllo dopo le dimissioni.Con mi o grande stupore però il neurologo mi ha comunicato che,pur potendo fare attività sportiva (possibilmente moderata)devo continuare la terapia di antiaggreganti per tutta la vita con la possibilità che l'idoneità agonistica non mi venga piu' rilasciata.Pur non entrando nel merito della questione,rimane il fatto che un medico mi ha detto che avrei ripreso a fare tutto quello che facevo ed il neurologo invece mi ha detto che potevo fare ma con dei limiti ,considerando anche che comunque potrei essere soggetto a possibile recidive.
Come posso gestire a livello psicologico questa situazione?
Attualmente sono pieno di paure,sul fatto che mi possano tornare i sintomi della ischemia,ho ripreso blandamente a correre ma senza troppa convinzione,con la paura che possa arrivare un attacco ischemico metre corro.Vado a letto con la paura che al risveglio possa arrivare l'attacco di ischemia e sono preoccupato che possa capitare qualcosa durante la giornata.Prima che il neurologo mi comunicasse che comunque dovevo riguardarmi tutta la vita ero molto sereno e non vedevo l'ora di potere ricominciare a fare tutto.Adesso invece ho la paura che mi assale ogni qualvolta devo fare qualcosa.Anche la vita sessuale ne ha risentito in quanto,fra le possibili cause dell'attacco ischemico mi è stato detto che potrebbe essere stato anche un rapporto sessuale avuto la sera prima.
Vorrei sapere se devo accettare questa situazione o se posso adoperarmi per cercare di vivere quanto meno serenamente la mia vita che adesso non è il massimo.
saluti
[#1]
"Attualmente sono pieno di paure,sul fatto che mi possano tornare i sintomi della ischemia,ho ripreso blandamente a correre ma senza troppa convinzione,con la paura che possa arrivare un attacco ischemico metre corro.Vado a letto con la paura che al risveglio possa arrivare l'attacco di ischemia e sono preoccupato che possa capitare qualcosa durante la giornata."
Gentile Utente,
comprensibili le Sue paure, soprattutto dopo questa situazione.
Tuttavia, seguendo le indicazioni del medico curante, è INDISPENSABILE spezzare il meccanismo fobico e superare le paure, in maniera graduale.
Chi ha subito un evento simile, infatti, inizia a ridurre le proprie attività o chiede al qualcuno di accompagnarlo, ecc...
Invece bisogna in maniera graduale tornare alla vita di prima, facendo i controlli medici sicuramente, ma senza preoccuparsene.
Cordiali saluti,
Gentile Utente,
comprensibili le Sue paure, soprattutto dopo questa situazione.
Tuttavia, seguendo le indicazioni del medico curante, è INDISPENSABILE spezzare il meccanismo fobico e superare le paure, in maniera graduale.
Chi ha subito un evento simile, infatti, inizia a ridurre le proprie attività o chiede al qualcuno di accompagnarlo, ecc...
Invece bisogna in maniera graduale tornare alla vita di prima, facendo i controlli medici sicuramente, ma senza preoccuparsene.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
La paura di rivivere quello che ha già vissuto è fisiologica e le permette di prevenire altre ricadute facendo quello che le viene consigliato dal medico. Tuttavia se la paura persiste, come nel suo caso, occorre trattarla attraverso un percorso specifico di psicoterapia affinché lei possa condurre la sua vita con maggior serenità.
cordialmente
cordialmente
Dr.ssa Serena Bosco
Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
[#6]
Utente
Beh..è un po' difficile da spiegare,ma mi sembra che mi sia caduto un pezzo di mondo addosso e d'un tratto mi sono ritrovato "vecchio" (nel senso dispregiativo del termine e nel rispetto di tutte le persone di età avanzata,ci mancherebbe),con delle limitazioni alla mia vita(effettive e sicuramente anche psicologiche)
Certo,c'è senz'altro chi stà peggio di me,ci mancherebbe.L'ischemia,a parte alcune piccolissime menomazioni,non mi ha lasciato segni evidentissimi.Dicono che l'ho messa bene..molto bene....ho avuto la sensazione che il fatto che io sia stato un ottimo risultato dal punto di vista medico non mi dia il diritto di chiedere altro...per questo dico che forse dovrei provare ad accettare questa situazione così com'è.
Comunque,tornando al discorso principale, penso che alla mia età forse non ne vale la pena affrontare un percorso di psicoterapia proprio perchè mi sento vecchio dentro,poi non so',puo' anche essere che allo stato attuale io non riesca a ragionare sul problema in maniera razionale.Momenti un po' difficili capitano piu' o meno a tutti purtroppo.
Certo,c'è senz'altro chi stà peggio di me,ci mancherebbe.L'ischemia,a parte alcune piccolissime menomazioni,non mi ha lasciato segni evidentissimi.Dicono che l'ho messa bene..molto bene....ho avuto la sensazione che il fatto che io sia stato un ottimo risultato dal punto di vista medico non mi dia il diritto di chiedere altro...per questo dico che forse dovrei provare ad accettare questa situazione così com'è.
Comunque,tornando al discorso principale, penso che alla mia età forse non ne vale la pena affrontare un percorso di psicoterapia proprio perchè mi sento vecchio dentro,poi non so',puo' anche essere che allo stato attuale io non riesca a ragionare sul problema in maniera razionale.Momenti un po' difficili capitano piu' o meno a tutti purtroppo.
[#7]
Gentile utente,
quando si deve fare i conti con una "limitazione" oppure con una "attenzione" permanente, ossia cronica, l'adattamento a questa nuova situazione non è mai troppo facile.
E' per questo che si consiglia un percorso di psicoterapia, qualsiasi sia l'età.
<<Momenti un po' difficili capitano piu' o meno a tutti purtroppo.<<.
è vero; ma apprendere a gestirli adeguatamente demntro di sè è meglio!
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#9]
Grazie, anche a Lei.
Forse Le potrà essere utile per certi versi questa lettura:
http://www.psicologi-italia.it/psicologia/varie/1223/la-malattia-cronica.html
Cordialità.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 2.3k visite dal 11/03/2015.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ictus
Come riconoscere l'ictus? Ischemico o emorragico: scopri le cause, i fattori di rischio e i sintomi. Cure e guarigione: terapie possibili e complicanze.