Facoltà sbagliata (o forse altro): sto esaurendo le energie e la forza di reagire

Gentili Dottori,
da i due anni mi chiedo: è possibile non riuscire a trovare la propria strada? Arrivare ad esaurire le proprie energie e rischiare di rimetterci la salute?
Sono tornata da 20 giorni da un Erasmus che mi ha inevitabilmente cambiata: sono stati 5 mesi fantastici, in cui sono cresciuta tanto, nonostante i mille dubbi prima di partire. Ma non me lo sono riuscita a godere al massimo a causa dell'Università, e la situazione ora è peggiorata. In breve: ho 21 anni e frequento il II anno di Economia. Ho sempre avuto buoni voti (Liceo Scientifico Bilinguistico 98/100).
Le capacità non mi mancano, ma non riesco a mettermi in gioco al massimo perchè non sono convinta di quello che sto studiando, non credo sia l'ambiente adatto a me, nonostante abbia una delle medie più alte. Quindi qual'è il problema?
Mi sono iscritta non per un vero interesse, ma perchè non sapevo cosa fare e so di essere portata per queste materie. “Provo un anno qui e poi mi trasferisco”. Errore. Dal primo giorno dell'anno scorso non faccio altro che pensare al mio futuro, cosa voglio fare? E non riesco a trovare risposta. Questo mi fa stare male e mi condiziona in tutto.
L'anno scorso ho sempre finto che andasse tutto bene, tranne con due compagni con cui mi sono confidata. Mille pianti, discussioni con i genitori, intere giornate a cercare informazioni su Internet, testimonianze simili alla mia, ma sono riuscita ad ottenere ottimi voti, rischiando però di perderci la testa. So che è un mio limite, ma continuo a confrontarmi con gli altri, e mi sento male. Io, che sono sempre stata una ragazza solare, ottimista, nonostante i problemi a casa e le mille delusioni in amicizia, ho sempre cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno, in tutto, ora sento di non farcela. Sono stata da una Psicologa per 5 mesi e questa settimana ritorno per vedere se mi può ancora seguire: mi ha aiutata tanto, ho conosciuto e apprezzato questo lavoro come mai prima, ma come ben sapete non è un medico che prescrive la ricetta, la soluzione la conosco solo io.
Non riesco a vivere serenamente nulla perchè la mia mente è sempre concentrata su questo. A volte esco, ma poi penso che ”Dovrei stare a casa a pensare a cosa fare della mia vita” e non concludo nulla. Adesso ho ricominciato le lezioni ma devo ancora comprare i libri, non riesco nemmeno a stare attenta, e sono circondata da persone che parlano di tesi, magistrale, ecc.
Non voglio fare la vittima, ma credetemi: non è facile. Che senso ha andare all'universita in questo modo? L'anno scorso ce l'ho fatta, ma quest'anno la vedo veramente difficile. L'idea di fare un secondo anno qui mi faceva stare male, quindi sono partita, ma il problema è rimasto. Me ne voglio andare da questa città, ma quel che più mi preme è capire quello che voglio e riuscire finalmente ad andare al'università libera da questo peso che ormai sta rendendo tutto invivibile. La vita è una, e io la voglio vivere fino in fondo, ma non a queste condizioni.
Cordiali saluti,
M
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Dr. Gianluigi Basile Psicologo, Psicoterapeuta 104 2
Gentile Utente,
non sono momenti facili quelli in cui si deve scegliere il proprio futuro. E' chiaro che in questo momento la cosa più importante è interrogarsi su quali sono le sue passioni i suoi desideri e le sue capacità e cercare la strada migliore da intraprendere. Non è semplice, ma tenga presente che questa può anche essere un'occasione per lei per guardare meglio dentro se stessa e cercare di capire cosa vuole veramente, se studiare, lavorare e dove farlo.
Si prenda del tempo per esplorare tutte le possibilità, ma nel frattempo non faccia l'errore di trascurare i rapporti umani e chiudersi troppo in questi pensieri. Sarebbe deleterio e non porterebbe a nessun risultato.
Se ne ha tratto giovamento, credo che sia utile ritornare dalla psicologa, per stabilire insieme un percorso che l'aiuti a capire meglio ciò che sente e a perseguire con il massimo impegno i suoi obiettivi.

Resto in ascolto.

Dr. Gianluigi Basile - Psicologo - Roma
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica Integrata
www.psicologobasile.it

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2017
Psicologo, Psicoterapeuta
Cara Utente,

Provi a chiudere gli occhi e a "viaggiare nel tempo": è il giorno del suo trentesimo compleanno e sta festeggiando l'evento con gli amici. Ad un certo punto uno di questi amici (provi ad immaginare una persona ben precisa) si alza e dice "vorrei dire due parole per la nostra amica M, che oggi compie 30 anni".
Che cosa le piacerebbe che dicesse questa persona di lei?

Mi auguro che questo semplice esercizio la possa aiutare in questo momento difficile a ragionare su quelli che potrebbero essere i suoi obiettivi sul breve e sul lungo termine.

Buon viaggio!

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Utente
Utente
Gentili Dottori, ringrazio innanzitutto per la risposta immediata.

Dr. Basile:
sapevo che questo momento sarebbe stato difficile ma non pensavo fino a questo punto, anche se devo ammettere di essere una persona piuttosto ansiosa e indecisa; per me l'università, come l'istruzione in generale, è molto importante e questo mi preoccupa ancora di più nel momento della scelta, soprattutto ora che sento di non poter più commettere errori.
Sto cercando di interrogarmi, sto scoprendo tanti lati del mio carattere: per quanto io possa apparire come una ragazza forte e decisa, sto ora mostrando una fragilità incredibile. Il problema è proprio questo: non ho una passione ben precisa, sono sempre andata bene in tutte le materie. Cerco di pensare ai miei interessi, ai sogni che avevo da "ragazzina", ma a volte mi sembra una follia. Solo questo chiedo: un obiettivo, nel quale potermi davvero impegnare al 100%.
Come ho detto, ci tengo a fare le cose bene, sono sempre stata cosi, e nonostante tutto sono riuscita ad avere buoni voti anche lo scorso anno, ma a quale prezzo? Mi rendo conto che sia difficile da comprendere agli occhi degli altri, sembra un problema banale, ma cosi non è. Lo stesso per quanto riguarda i miei genitori, soprattutto mia mamma, con la quale ho un rapporto abbastanza conflittuale, tende ad essere molto più realista è concreta: "Ormai hai cominciato questa facoltà, portala a termine e ti troverai un lavoro". Ma per me non è solo questo e non voglio avere un ricordo dell'Università vissuta in questo modo, non me lo perdonerei mai.

Dr. Spera:
appena ho letto la sua domanda ho pensato a C., la mia coinquilina durante il mio periodo Erasmus, con la quale si è creato un bellissimo rapporto dopo i tanti momenti che abbiamo condiviso insieme. Anche perchè ho parlato con lei di questo mio periodo piuttosto difficile e più volte mi ha ascoltata e consigliata, ed io ne ho davvero bisogno, soprattutto in momenti come questo.
Mi piacerebbe sentire un ringraziamento per la mia amicizia, per la mia disponibilità nei suoi confronti e in generale delle persone che mi circondano. Tante volte sono stata delusa, ma sono dell'idea che una persona non può cambiare la propria indole: ho sempre fatto tanto per gli amici, per le persone a cui tengo, non per ottenere qualcosa in particolare ma perchè mi fa stare bene, e sono felice quando questo mio comportamento viene recepito. Mi piacerebbe anche sentirmi dire che sono una ragazza solare, allegra e sorridente, come mi è stato detto in passato anche da alcuni colleghi al lavoro. E, infine, vorrei che qualcuno riconoscesse la mia capacità di lottare e non arrendermi: anche quando sento di non farcela, cerco sempre di farmi forza e andare avanti, ed è la stessa cosa che cerco di trasmettere agli altri. Ecco, questo vorrei pensassero di me.

Situazione piuttosto interessante, non ci avevo mai pensato.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2017
Psicologo, Psicoterapeuta
Bene, mi sembra un punto di partenza effettivamente interessante. Tra le cose che ha immaginato che la sua amica C le dicesse, c'è qualcosa che ci può essere utile nella situazione che sta vivendo ora?
Mi permetto di farle notare un'altra cosa. La scelta del "cosa fare da grandi" non è certo semplice, come diceva anche il collega. Ma non dimentichi che nessuna decisione è irrevocabile, che quando si dice "non posso più commettere errori" o "non potrei mai perdonarmelo" forse ha delle ambizioni un po' troppo perfezionistiche ed irreali: pensa davvero di poter smettere di sbagliare a 22 anni?! Io le auguro invece di continuare a fare tanti e tanti sbagli, perchè è proprio da questi che impariamo.

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Dr. Gianluigi Basile Psicologo, Psicoterapeuta 104 2
Credo che in questo momento la pressione che ha addosso sia molta. Sembra che debba dimostrare ai suoi genitori ai suoi amici e a se stessa di essere all'altezza.
Come diceva la collega, non è infallibile, e di errori se ne possono fare ancora tanti.
Uno sicuramente può evitarlo però: quello di non scegliere e non affrontare ora questa situazione.
Sarebbe importante comprendere anche da dove provenga questo bisogno di conferme e di approvazione che ricerca nelle persone.
In un periodo dove sembra tutto nebuloso e non sa come uscirne, può esserle utile esplorare le sue emozioni, comprenderle più a fondo per cercare di capire dove la conducono. Questo lavoro può essere fatto con l'aiuto della psicologa di cui parlava all'inizio se ha fiducia in lei.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598

<<Sono tornata da 20 giorni da un Erasmus che mi ha inevitabilmente cambiata: sono stati 5 mesi fantastici<<

Gentile ragazza,
il rientro dall'Erasmus è sempre un momento traumatico: dall'uscita al ritorno nel contesto consueto.

A fronte della sua domanda, suggerisco: torni dalla sua Psicologa, questa è la professionista adatta per aiutarLa a leggere il Suo bisogno: La conosce già.
Si rivolga a lei con fiducia raccontandole quanto ha raccontato a noi.

Cordialità










Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#7]
Utente
Utente
Dr. Spera:
mi trovo d'accordo con Lei quando dice che sono ancora giovane e che sicuramente commetterò altri errori nella vita, che inevitabilmente mi aiuteranno a crescere, me sento che quello che ho fatto finora è un'errore tanto grave. Ha ragione, non è "irrevocabile": una persona può riscoprire la propria strada col passare del tempo, perchè prima non lo sapeva o magari perchè nel corso della vita ci sono eventi che ti possono far cambiare. Solo che tra "il dire e il fare c'è di mezzo il mare", perchè per quanto io me lo dica (ma preferisco se me lo dicono gli altri) non ne sono del tutto convinta. E ritorna il mio limite: perchè gli altri sono più avanti di me e io mi sento così indietro? Cosa hanno in più di me? So di essere una ragazza sveglia, intelligente quando si tratta di scuola, me ancora forse troppo ingenua nella vita.
La psicologa stessa me lo aveva detto: "Concediti il lusso di sbagliare". Però continuo ad aver paura di aver già sbagliato, se non troppo, tanto.

A tal proposito, oggi sono andata al Consultorio dove c'era la psicologa di cui parlavo prima: come mi avevano avvisato per telefono, lei ora non lavora più li perchè si occupa degli adulti, ma ho potuto iniziare con un'altra dottoressa.

Dr. Basile:
la pressione è tanta, ora come non mai, solo che ci sono momenti in cui anzichè spingermi davvero a fare di più, a fare qualcosa per cambiare questa situazione, inizia ad avere l'effetto contrario e mi butto ancora più giù. Ed è una cosa che mi fa star male e che temo possa diventare un circolo vizioso a lungo andare.
Sono sempre stata una persona insicura, nel momento in cui devo decidere, e molto ansiosa, anche per una semplice interrogazione o esame. Per questo ci metto sempre tanto, voglio vedere tutte le alternative possibili e scegliere la migliore, ma, forse per insicurezza o paura, ho bisogno di qualcuno che mi rassicura, che mi garantisca che sto facendo la cosa giusta. Se me lo dicono gli altri (amici, genitori, professori, ecc) sento meno responsabilità su di me; probabilmente perchè. come ha detto lei, ho grandi aspettative, e anche gli altri le hanno su di me, ma sono soprattutto io che non mi accontento e che spesso mi dico "Potevo fare di più". E' così sbagliato?

Dr. Brunialti:
la ringrazio per il suo intervento. Come ho scritto, sono tornata oggi al Consultorio per vedere se hanno ancora la possibilità di seguirmi; non c'è più la Psicologa che si è occupata di me lo scorso anno ma ho comunque chiesto la possibilità di ricontattarla per ringraziarla di quello che ha fatto per me.
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Dr. Gianluigi Basile Psicologo, Psicoterapeuta 104 2
È molto sottile il confine tra il dare tutto e non accontentarsi mai di quello che si è dato.. Il risultato però è nettamente diverso dal punto di vista delle sensazioni che si hanno: nel primo caso si è soddisfatti di se stessi nel secondo affiorano i rimpianti. Credo che se ha ricominciato a un percorso potrà affrontare meglio questi e altri temi con la collega, ricordandosi che il massimo impegno, la costanza e la motivazione al cambiamento sono ingredienti fondamentali per la buona riuscita di una psicoterapia.

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598

Gentile utente,

grazie del riscontro in #7.
Non ho dubbi che la gratitudine nei confronti della Sua precedente Psicologa sia foriera di un percorso efficace, anche se con altra Collega.

saluti cari.