Disagio e senso di inadeguatezza
Qualcosa non andava già nell’adolescenza. I miei amici iniziavano ad avere le prime esperienze con l’altro sesso, dal primo bacio al primo appuntamento, mentre io, seppur in gruppo, vivevo in un mondo a parte fatto esclusivamente di frivolezze. Un carattere molto introverso e schivo fa da cornice a questa situazione, condizionando negativamente i miei rapporti sia con le donne che con gli uomini. Vedo ex compagni di scuola, colleghi, amici, conoscenti e coetanei crescere e farsi una vita, una famiglia, contrariamente a me che sono rimasto a guardare il tempo scorrere così come in giovinezza. A volte mi sembra di impazzire: mi fermo a pensare a cosa ho perso e sto perdendo, anche ora che sto scrivendo queste righe, ma non affronto mai il problema perché lo ritengo insormontabile nonostante sia in parte consapevole di non avere ormai più nulla da perdere. La situazione è sempre più insostenibile con l’ansia, l’insicurezza e la rabbia a costituire un mix devastante che sta gravando pesantemente anche nei più piccoli e insignificanti gesti quotidiani. Sinceramente, non ce la faccio più.
Non so se sia debolezza o cadardìa, la verità è che ho bisogno di una persona che mi aiuti a trovare la voglia di vivere i miei 30 anni. Due anni fa ho conosciuto una ragazza per cui tutt’ora nutro dei sentimenti ma complici anche le passate delusioni non ho avuto il coraggio di dichiarami e ora sono i rimorsi a farla da padrone. Ad ogni modo, tornando a noi, è da diverse settimane che prendo in considerazione l’idea di rivolgermi ad uno psicologo (o psicoterapeuta) tuttavia non riesco a compiere il passo decisivo perché, complice anche la diffidenza, ho paura ad aprirmi con un’altra persona e soprattutto non voglio dare preoccupazioni ai miei familiari. Ovviamente questo disagio è visibile a tutti ma mon lascio trasparire nulla al contrario cerco sempre di essere scherzoso e sorridente.
L’obiettivo che vorrei raggiungere è fare le cose più banali, come ad esempio uscire con gli amici (persone con cui andare a cena o nei locali le conosco, sono io ad aver perso la voglia di fare qualsiasi cosa e quelle rare volte che esco di casa le passo a pensare a quando sarà finita la serata) e più in generale andare a fare la spesa senza sentirmi sempre inadeguato, così da poter abbandonare (Spero) una vita priva di stimoli, triste, con un senso di vuoto incolmabile.
Navigando ho letto del DEP e mi rivedo in alcuni dei suoi sintomi.
Non so se sia debolezza o cadardìa, la verità è che ho bisogno di una persona che mi aiuti a trovare la voglia di vivere i miei 30 anni. Due anni fa ho conosciuto una ragazza per cui tutt’ora nutro dei sentimenti ma complici anche le passate delusioni non ho avuto il coraggio di dichiarami e ora sono i rimorsi a farla da padrone. Ad ogni modo, tornando a noi, è da diverse settimane che prendo in considerazione l’idea di rivolgermi ad uno psicologo (o psicoterapeuta) tuttavia non riesco a compiere il passo decisivo perché, complice anche la diffidenza, ho paura ad aprirmi con un’altra persona e soprattutto non voglio dare preoccupazioni ai miei familiari. Ovviamente questo disagio è visibile a tutti ma mon lascio trasparire nulla al contrario cerco sempre di essere scherzoso e sorridente.
L’obiettivo che vorrei raggiungere è fare le cose più banali, come ad esempio uscire con gli amici (persone con cui andare a cena o nei locali le conosco, sono io ad aver perso la voglia di fare qualsiasi cosa e quelle rare volte che esco di casa le passo a pensare a quando sarà finita la serata) e più in generale andare a fare la spesa senza sentirmi sempre inadeguato, così da poter abbandonare (Spero) una vita priva di stimoli, triste, con un senso di vuoto incolmabile.
Navigando ho letto del DEP e mi rivedo in alcuni dei suoi sintomi.
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>>non riesco a compiere il passo decisivo perché, complice anche la diffidenza, ho paura ad aprirmi con un’altra persona e soprattutto non voglio dare preoccupazioni ai miei familiari.<<
a cosa è dovuta la sua diffidenza?
Il compito dello psicologo è quello di creare le condizioni migliori per mettere il paziente a suo agio, alimentando un clima empatico e supportivo.
Essendo maggiorenne non è tenuto ad informare i suoi genitori.
a cosa è dovuta la sua diffidenza?
Il compito dello psicologo è quello di creare le condizioni migliori per mettere il paziente a suo agio, alimentando un clima empatico e supportivo.
Essendo maggiorenne non è tenuto ad informare i suoi genitori.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Utente
Buonasera Dott. Del Signore,
la fiducia che in passato ho riposto in amici e conoscenti si è spesso rivelata un errore, è per questo che non mi apro con nessuno e ho paura di farlo, anche con uno psicologo.
So di non essere tenuto ad informare i miei familiari ma vorrei intraprendere questo percorso nel modo più sereno possibile, senza avere vincoli e preoccuparmi di essere scoperto.
Grazie.
la fiducia che in passato ho riposto in amici e conoscenti si è spesso rivelata un errore, è per questo che non mi apro con nessuno e ho paura di farlo, anche con uno psicologo.
So di non essere tenuto ad informare i miei familiari ma vorrei intraprendere questo percorso nel modo più sereno possibile, senza avere vincoli e preoccuparmi di essere scoperto.
Grazie.
[#3]
>>la fiducia che in passato ho riposto in amici e conoscenti si è spesso rivelata un errore..<<
è chiaro che il contesto psicologico è sostanzialmente diverso.
>>So di non essere tenuto ad informare i miei familiari..<<
questa è una sua personale decisione, ma dovrebbe stare attento a non farla diventare un ostacolo per evitare di affrontare le sue problematiche.
è chiaro che il contesto psicologico è sostanzialmente diverso.
>>So di non essere tenuto ad informare i miei familiari..<<
questa è una sua personale decisione, ma dovrebbe stare attento a non farla diventare un ostacolo per evitare di affrontare le sue problematiche.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.9k visite dal 08/03/2015.
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