Sessualità, sottomissione e sensi di colpa
Gentili Dottori,
non so dire esattamente come siano iniziate, ma sin da bambina ho avuto delle fantasie di dominazione/sottomissione. La particolarità sta nel fatto che immaginavo di essere un uomo, e di essere io a dominare sessualmente una donna. Con il passare degli anni (diciamo intorno ai 23, attualmente ne ho 29) questo tipo di inclinazione si è capovolta e, benché ancora mi ecciti immaginarmi nei panni di un uomo, ho abbracciato io stessa un'inclinazione sottomissiva e fantastico spesso di essere dominata da un uomo.
Recentemente ho avuto modo di sperimentare quelle che fino a qualche tempo fa erano state solo fantasie erotiche, confermando a me stessa di trovarle eccitanti anche nel piano pratico. Tuttavia, non le vivo totalmente bene: il mio attuale compagno è una persona molto premurosa e comprensiva, che ha accettato di rivestire un ruolo dominante con piacere ma anche con le dovute cautele e riserve; pensavo che non avrei mai accettato, per esempio, di farmi schiaffeggiare il viso, e invece sono stata proprio io a chiederlo, ritrovandomi però a domandarmi cosa non sia andato per il verso giusto nella mia infanzia e perché la mia eccitazione sessuale debba passare attraverso questa sorta di svalutazione e umiliazione. Prediligo spesso anche rapporti molto intensi, persino dolorosi.
Il rapporto con mio padre nell'infanzia è stato di freddo distacco, caratterizzato da costanti rimproveri ed un velato disprezzo. Non mi ha mai aggredita fisicamente, ma psicologicamente mi ha molto spesso svalutata e lo fa tuttora. Ne consegue che, tendenzialmente, ho una bassa autostima. L'idea di voler inconsciamente ricreare questo scenario nella mia vita sessuale da adulta in qualche maniera mi mortifica. Qualsiasi considerazione, da parte vostra, che possa aiutarmi a vederci più chiaro sarebbe estremamente gradita e vi ringrazio anticipatamente per il tempo dedicatomi.
non so dire esattamente come siano iniziate, ma sin da bambina ho avuto delle fantasie di dominazione/sottomissione. La particolarità sta nel fatto che immaginavo di essere un uomo, e di essere io a dominare sessualmente una donna. Con il passare degli anni (diciamo intorno ai 23, attualmente ne ho 29) questo tipo di inclinazione si è capovolta e, benché ancora mi ecciti immaginarmi nei panni di un uomo, ho abbracciato io stessa un'inclinazione sottomissiva e fantastico spesso di essere dominata da un uomo.
Recentemente ho avuto modo di sperimentare quelle che fino a qualche tempo fa erano state solo fantasie erotiche, confermando a me stessa di trovarle eccitanti anche nel piano pratico. Tuttavia, non le vivo totalmente bene: il mio attuale compagno è una persona molto premurosa e comprensiva, che ha accettato di rivestire un ruolo dominante con piacere ma anche con le dovute cautele e riserve; pensavo che non avrei mai accettato, per esempio, di farmi schiaffeggiare il viso, e invece sono stata proprio io a chiederlo, ritrovandomi però a domandarmi cosa non sia andato per il verso giusto nella mia infanzia e perché la mia eccitazione sessuale debba passare attraverso questa sorta di svalutazione e umiliazione. Prediligo spesso anche rapporti molto intensi, persino dolorosi.
Il rapporto con mio padre nell'infanzia è stato di freddo distacco, caratterizzato da costanti rimproveri ed un velato disprezzo. Non mi ha mai aggredita fisicamente, ma psicologicamente mi ha molto spesso svalutata e lo fa tuttora. Ne consegue che, tendenzialmente, ho una bassa autostima. L'idea di voler inconsciamente ricreare questo scenario nella mia vita sessuale da adulta in qualche maniera mi mortifica. Qualsiasi considerazione, da parte vostra, che possa aiutarmi a vederci più chiaro sarebbe estremamente gradita e vi ringrazio anticipatamente per il tempo dedicatomi.
[#1]
Le nostre considerazioni dovrebbero essere in linea con la sua richiesta, ma se lei intende approfondire alcune parti di se, la consulenza diretta con un Collega è la via migliore.
Quali sono i suoi dubbi in merito alla sua sessualità?
Quali sono i suoi dubbi in merito alla sua sessualità?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Gentile Utente,
sono d'accordo col Collega: è interessante ciò che descrive, ma per evitare di costruire idee sbagliate che potrebbero condurLa a creare un problema dove magari non c'è e per trovare le risposte che cerca è opportuna una valutazione di persona.
Tenga anche presente che se ha un problema di bassa autostima, sarebbe quantomai opportuna una valutazione per capire che cosa fare.
Le risposte che cerca, di solito, si trovano attraverso una psicoterapia, NON on line.
Cordiali saluti,
sono d'accordo col Collega: è interessante ciò che descrive, ma per evitare di costruire idee sbagliate che potrebbero condurLa a creare un problema dove magari non c'è e per trovare le risposte che cerca è opportuna una valutazione di persona.
Tenga anche presente che se ha un problema di bassa autostima, sarebbe quantomai opportuna una valutazione per capire che cosa fare.
Le risposte che cerca, di solito, si trovano attraverso una psicoterapia, NON on line.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
Gentili Dottori, innanzitutto grazie per le vostre risposte.
Rispondo in primis al Dottor Del Signore. I dubbi in merito alla mia sessualità ruotano intorno al perché della mia preferenza, mi domando come mai, molto semplicemente, la sensazione di essere sottomessa, quasi usata, colpita con degli schiaffi (che a dire il vero non sono mai stati troppo violenti sino ad ora) o continuare a fare l'amore anche in presenza di dolore fisico, causi in me eccitazione sessuale. Benché sul momento il tutto mi causi piacere, dopo mi capita di sprofondare in una sensazione di indefinito disagio, quasi che razionalmente mi domandassi perché io "mi lasci fare" e desideri tutto questo. E' quasi come se volessi punire me stessa per qualcosa, ma non riesco a capire esattamente cosa.
Dott.ssa Pileci, sono perfettamente d'accordo con Lei quando dice che una psicoterapia sarebbe l'ideale per vederci chiaro dentro di me; in mancanza di una possibilità effettiva nell'intraprenderla, mi sono rivolta a Colleghi tramite ASL o a servizi gratuiti, laddove possibile, ma gli esiti dei colloqui - sfortuna ha voluto - non sono stati dei più positivi. E' per questo che mi ritrovo qui, nella speranza di qualche input su cui riflettere, non mi aspetto né pretendo un vero e proprio consulto approfondito, in linea con lo scopo stesso del sito.
Rispondo in primis al Dottor Del Signore. I dubbi in merito alla mia sessualità ruotano intorno al perché della mia preferenza, mi domando come mai, molto semplicemente, la sensazione di essere sottomessa, quasi usata, colpita con degli schiaffi (che a dire il vero non sono mai stati troppo violenti sino ad ora) o continuare a fare l'amore anche in presenza di dolore fisico, causi in me eccitazione sessuale. Benché sul momento il tutto mi causi piacere, dopo mi capita di sprofondare in una sensazione di indefinito disagio, quasi che razionalmente mi domandassi perché io "mi lasci fare" e desideri tutto questo. E' quasi come se volessi punire me stessa per qualcosa, ma non riesco a capire esattamente cosa.
Dott.ssa Pileci, sono perfettamente d'accordo con Lei quando dice che una psicoterapia sarebbe l'ideale per vederci chiaro dentro di me; in mancanza di una possibilità effettiva nell'intraprenderla, mi sono rivolta a Colleghi tramite ASL o a servizi gratuiti, laddove possibile, ma gli esiti dei colloqui - sfortuna ha voluto - non sono stati dei più positivi. E' per questo che mi ritrovo qui, nella speranza di qualche input su cui riflettere, non mi aspetto né pretendo un vero e proprio consulto approfondito, in linea con lo scopo stesso del sito.
[#4]
>>dopo mi capita di sprofondare in una sensazione di indefinito disagio..<<
l'intervento psicologico può essere utile per comprendere questo aspetto e per definire meglio se si tratta di una parafilia o semplicemente di un suo modo di vivere la sessualità.
I Colleghi hanno fatto una diagnosi?
l'intervento psicologico può essere utile per comprendere questo aspetto e per definire meglio se si tratta di una parafilia o semplicemente di un suo modo di vivere la sessualità.
I Colleghi hanno fatto una diagnosi?
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Perchè gli esiti dei colloqui ASL non sono stati positivi?
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#7]
Utente
Dott.ssa Brunialti, nello specifico ambedue gli psicologi non mi hanno particolarmente illuminata, limitandosi (secondo la mia impressione) ad un ascolto passivo e piuttosto ermetico. In altre parole, sebbene non mi sia rivolta a loro esclusivamente per questa problematica (se così la si può definire), i consulti non hanno portato a nulla di concreto. Diverso è stato con un'altra collega con la quale ho affrontato un'altra questione (relativa ad un rapporto di coppia finito male) e che ha saputo effettivamente darmi un aiuto concreto e spunti di riflessione, se pure in un numero limitatissimo di sedute.
[#9]
Concordo del tutto coi Colleghi,torni da quest'ultima Collega ch aveva sentito più empatica, per comprendere meglio questi passaggi che come lei dice la riportano in parte ad un padre severo e squalificante, che la conducono a richieste di sottomissione.. DOPO sente il bisogno e il piacere di farsi consolare affettuosamente? Spesso succede così..quasi un complesso modo do arrivare all'amore..
Restiamo in ascolto..
Restiamo in ascolto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#10]
Utente
Vi ringrazio ancora per il tempo dedicatomi.
Sì Dott.ssa Fregonese, Lei ha centrato il punto: quella che quasi sempre mi trovo a ricercare è un'alternanza tra "violenza" ed affettuosità, tant'è che, molto spesso, dopo richiedo delle carezze sul viso ed una qualche forma di conforto. E' piuttosto contorto. E' come un modo per dimostrare che sono disposta a sopportare qualunque cosa e che quindi per questo sono "brava" e merito dolcezza? Eppure è un meccanismo così strano... ma ci sono caduta dentro, e non riesco a uscirne.
Mi piacerebbe quantomeno che tutto questo fosse vissuto come una diversa forma di vivere la sessualità, senza però tutto il peso dell'angoscia di reiterare gli schemi di un padre dal quale ho sempre provato ad elemosinare affetto, senza successo.
Non voglio dover finire con partner anaffettivi o freddi e impigliarmi in questo loop che può solo farmi male...
Ne approfitto per chiederVi, sperando di non andare offtopic: cosa ne pensate del libro "Donne che amano troppo"? Io mi sono ritrovata molto nella tipologia di famiglia disfunzionale che viene illustrata e tutto ciò che spesso ne consegue.
Sì Dott.ssa Fregonese, Lei ha centrato il punto: quella che quasi sempre mi trovo a ricercare è un'alternanza tra "violenza" ed affettuosità, tant'è che, molto spesso, dopo richiedo delle carezze sul viso ed una qualche forma di conforto. E' piuttosto contorto. E' come un modo per dimostrare che sono disposta a sopportare qualunque cosa e che quindi per questo sono "brava" e merito dolcezza? Eppure è un meccanismo così strano... ma ci sono caduta dentro, e non riesco a uscirne.
Mi piacerebbe quantomeno che tutto questo fosse vissuto come una diversa forma di vivere la sessualità, senza però tutto il peso dell'angoscia di reiterare gli schemi di un padre dal quale ho sempre provato ad elemosinare affetto, senza successo.
Non voglio dover finire con partner anaffettivi o freddi e impigliarmi in questo loop che può solo farmi male...
Ne approfitto per chiederVi, sperando di non andare offtopic: cosa ne pensate del libro "Donne che amano troppo"? Io mi sono ritrovata molto nella tipologia di famiglia disfunzionale che viene illustrata e tutto ciò che spesso ne consegue.
[#11]
Gentile Utente,
Alle riflessioni dei Collghi, la invito a leggere queste letture, sulle dinamiche che muovono le fila - complesse- del bisogno di sottomissione
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3828-bondage-dominanza-e-sottomissione-un-po-di-teoria.html-
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1613-sessualita-estrema-sado-masochismo-bdsm.html
Ed a proposito di donne che amano troppo, queste
http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipenden
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
Alle riflessioni dei Collghi, la invito a leggere queste letture, sulle dinamiche che muovono le fila - complesse- del bisogno di sottomissione
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3828-bondage-dominanza-e-sottomissione-un-po-di-teoria.html-
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1613-sessualita-estrema-sado-masochismo-bdsm.html
Ed a proposito di donne che amano troppo, queste
http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipenden
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#12]
Gentile ragazza,
sembrerebbe che le psicologhe che ha incontrato siano più delle sue colleghe che nostre colleghe.
Comunque sia, tenga conto che le vicissitudini del desiderio sono alquanto capricciose se viste da un punto di vista cosciente. A dispetto di quanto si pensa normalmente ogni desiderio sessuale ha una sua fantasmatica che per struttura è perversa, questo rappresenta l'abc dell'insegnamento freudiano. Non tener conto di questo equivale a voler patologizzare le vie del desiderio. E' ovvio però che in taluni casi tutto l'armamentario fantasmatico non è accettato dal soggetto cosciente, motivo per il quale si crea un conflitto che provoca un senso di sofferenza. Io le consiglierei vivamente una psicoterapia, mi permetto di aggiungere una psicoterapia psicodinamica, non volta ad eliminare tali vie traverse del desiderio ma che cerca di dargli ascolto, rintracciandone il peso nell'economia libidica del suo desiderio.
Saluti,
Antonio Raia
sembrerebbe che le psicologhe che ha incontrato siano più delle sue colleghe che nostre colleghe.
Comunque sia, tenga conto che le vicissitudini del desiderio sono alquanto capricciose se viste da un punto di vista cosciente. A dispetto di quanto si pensa normalmente ogni desiderio sessuale ha una sua fantasmatica che per struttura è perversa, questo rappresenta l'abc dell'insegnamento freudiano. Non tener conto di questo equivale a voler patologizzare le vie del desiderio. E' ovvio però che in taluni casi tutto l'armamentario fantasmatico non è accettato dal soggetto cosciente, motivo per il quale si crea un conflitto che provoca un senso di sofferenza. Io le consiglierei vivamente una psicoterapia, mi permetto di aggiungere una psicoterapia psicodinamica, non volta ad eliminare tali vie traverse del desiderio ma che cerca di dargli ascolto, rintracciandone il peso nell'economia libidica del suo desiderio.
Saluti,
Antonio Raia
Dr. Antonio Raia
329.80.29.784
www.centropsicologicodelsannio.it
[#13]
Utente
Dott.ssa Randone, le sue letture sono state molto interessanti e la ringrazio per avermi lasciato i link, che effettivamente mi hanno offerto ulteriori spunti di riflessione.
Dott. Raia, in tutta sincerità non ho ben capito cosa intendesse dire con "siano più delle sue colleghe che nostre colleghe", non ho colto a cosa volesse riferirsi.
La sua riflessione mi è stata molto utile nell'aiutarmi a tenere in considerazione che si può potenzialmente convivere con determinati desideri sessuali senza darvi necessariamente l'accezione negativa di parafilia. Effettivamente, come spiegavo su, ciò che mi sarebbe utile non è tanto reprimere forzatamente questo genere di istinti, ma imparare a conviverci o a conoscerne le cause in maniera tale da poterli accettare senza che scatenino in me un conflitto interiore. In altre parole, più che "subire" tutto questo come conseguenza un meccanismo inconscio, preferirei viverlo in maniera consapevole, non so se riesco ad essere chiara nella distinzione.
Siete stati tutti molto preziosi e gentili e di questo vi ringrazio.
Colgo l'occasione per rivolgervi un ultimo dubbio: in una situazione come quella che ho descritto, può avere incidenza una famiglia nella quale il sesso venga vissuto come un tabù? Mio padre, quando venne a sapere che avevo perso la verginità, mi disse che "ormai ero senza valore". Questa frase mi bruciò tantissimo e persino ripensarci ora, dopo molti anni, fa ancora male. Sia lui che mia madre in alcune occasioni mi hanno rivolto parole molto dure e giudicanti, vere e proprie offese, facendomi più o meno velatamente sentire una poco di buono nonostante abbia cominciato ad avere rapporti oltre i vent'anni, dopo aver aspettato "l'amore" di allora.
Ponendomi in una condizione di passività e sottomissione sto cercando di sollevarmi dal senso di colpa che provare piacere attivamente mi comporterebbe? Vi ringrazio anticipatamente, qualora voleste ancora rispondermi.
Dott. Raia, in tutta sincerità non ho ben capito cosa intendesse dire con "siano più delle sue colleghe che nostre colleghe", non ho colto a cosa volesse riferirsi.
La sua riflessione mi è stata molto utile nell'aiutarmi a tenere in considerazione che si può potenzialmente convivere con determinati desideri sessuali senza darvi necessariamente l'accezione negativa di parafilia. Effettivamente, come spiegavo su, ciò che mi sarebbe utile non è tanto reprimere forzatamente questo genere di istinti, ma imparare a conviverci o a conoscerne le cause in maniera tale da poterli accettare senza che scatenino in me un conflitto interiore. In altre parole, più che "subire" tutto questo come conseguenza un meccanismo inconscio, preferirei viverlo in maniera consapevole, non so se riesco ad essere chiara nella distinzione.
Siete stati tutti molto preziosi e gentili e di questo vi ringrazio.
Colgo l'occasione per rivolgervi un ultimo dubbio: in una situazione come quella che ho descritto, può avere incidenza una famiglia nella quale il sesso venga vissuto come un tabù? Mio padre, quando venne a sapere che avevo perso la verginità, mi disse che "ormai ero senza valore". Questa frase mi bruciò tantissimo e persino ripensarci ora, dopo molti anni, fa ancora male. Sia lui che mia madre in alcune occasioni mi hanno rivolto parole molto dure e giudicanti, vere e proprie offese, facendomi più o meno velatamente sentire una poco di buono nonostante abbia cominciato ad avere rapporti oltre i vent'anni, dopo aver aspettato "l'amore" di allora.
Ponendomi in una condizione di passività e sottomissione sto cercando di sollevarmi dal senso di colpa che provare piacere attivamente mi comporterebbe? Vi ringrazio anticipatamente, qualora voleste ancora rispondermi.
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 17.4k visite dal 07/03/2015.
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