Non riesco a porre fine a una relazione che mi consuma
Buongiorno Dottori.
Sono da più di cinque anni con una ragazza, con la quale inizialmente vivevo una relazione a distanza. Abbiamo passato momenti bellissimi, e siamo cresciuti insieme, abbiamo anche vissuto insieme il nostro primo rapporto intimo insieme; abbiamo passato vacanze insieme, e momenti di estrema gioia.
Finché ho deciso di spostarmi nella sua città, e qui sono iniziati i problemi.
Faccio una premessa: lei ha sempre avuto un grandissimo attaccamento alla sua famiglia. Spesso le uscite insieme erano sempre accompagnate dai genitori, che nonostante io sia estremamente cortese e mi sforzi di esser sempre sorridente, mi hanno sempre trattato con sufficienza (quando ci parlano si sono sempre rivolti direttamente a lei, dopo cinque anni è raro che mi guardino addirittura in faccia). Questo per amore sono stato disposto a tollerarlo.
Per non parlare delle sue amiche che mi hanno sempre visto come se fossi colui che le ruba da loro; io ho sempre cercato di essere carino con loro, ma non sempre questo è stato ricambiato.
Dopo questa premessa, torniamo alla questione. Quando ho cambiato città abbiamo scelto apposta un appartamento per due, pagato solo da me, e io non sono andato a vivere con altre persone con l'obiettivo di stare con lei. Ma da quando mi sono trasferito, lei resta comunque con i suoi.
Ho passato il penultimo anno da inferno, totalmente solo in una nuova città: se uscivo per vedermi con una ragazza, mi sentivo subito rinfacciare la questione.
Se le chiedevo di uscire, aveva da studiare; se le chiedevo un'uscita io e lei, uscivamo con i suoi. Ci vedevamo molto poco, a parte alcuni rari periodi (il massimo tempo in cui è stata da me è restata per 7 giorni continuativi!).
Dopo aver passato anche le vacanze con i genitori di lei, mi son stancato e ho messo le cose in chiaro: se continua così, è finita. Io sono caduto come un allocco appena l'ho sentita crollare, ed è tornato tutto come prima.
I rapporti sessuali sono rari (uno al mese se va bene?), ci vediamo molto poco (due giorni al mese? dall'anno nuovo l'ho vista solo la settimana scorsa). Ora ha finalmente un fine settimana di libertà, le ho chiesto se ci vediamo, e ha tirato fuori scuse ed esce con i suoi, dicendo che lo fa per me perché devo studiare. Basta.
Io non ce la faccio più: la amo tantissimo, ho dato tutto per lei e ho anche cambiato città, perdendo amici e tutto. Non avrei problemi a trovare altre ragazze (solo solare, non ho mai avuto problemi), ma non riesco proprio a staccarmi da lei, perché è molto intelligente, fedele, gentile, non troverei mai un'altra come lei. Appena inizio ad affrontare il discorso, la sento piangere, mi si chiude il cuore e torno sui miei passi; intanto sono solo, senza amici nella nuova città, fidanzato con i relativi vincoli ma senza benefici. Parenti e vecchi amici mi dicono di vedere che io faccio di tutto per lei e mi dò tantissimo da fare, ma lei è carina con me solo certe volte: secondo loro è un rapporto a una direzione. Mi sento terribilmente usato: da una parte vorrei stare con lei per sempre per quello che è, e per quello che abbiamo vissuto insieme (la vedo in ogni cosa), ma dall'altra parte non lo vedo giusto nei miei confronti. La cosa più giusta sarebbe lasciarla, ma non ci riesco perché non vorrei pentirmi, in futuro, di aver perso una persona speciale come poche ne esistono.
Sono da più di cinque anni con una ragazza, con la quale inizialmente vivevo una relazione a distanza. Abbiamo passato momenti bellissimi, e siamo cresciuti insieme, abbiamo anche vissuto insieme il nostro primo rapporto intimo insieme; abbiamo passato vacanze insieme, e momenti di estrema gioia.
Finché ho deciso di spostarmi nella sua città, e qui sono iniziati i problemi.
Faccio una premessa: lei ha sempre avuto un grandissimo attaccamento alla sua famiglia. Spesso le uscite insieme erano sempre accompagnate dai genitori, che nonostante io sia estremamente cortese e mi sforzi di esser sempre sorridente, mi hanno sempre trattato con sufficienza (quando ci parlano si sono sempre rivolti direttamente a lei, dopo cinque anni è raro che mi guardino addirittura in faccia). Questo per amore sono stato disposto a tollerarlo.
Per non parlare delle sue amiche che mi hanno sempre visto come se fossi colui che le ruba da loro; io ho sempre cercato di essere carino con loro, ma non sempre questo è stato ricambiato.
Dopo questa premessa, torniamo alla questione. Quando ho cambiato città abbiamo scelto apposta un appartamento per due, pagato solo da me, e io non sono andato a vivere con altre persone con l'obiettivo di stare con lei. Ma da quando mi sono trasferito, lei resta comunque con i suoi.
Ho passato il penultimo anno da inferno, totalmente solo in una nuova città: se uscivo per vedermi con una ragazza, mi sentivo subito rinfacciare la questione.
Se le chiedevo di uscire, aveva da studiare; se le chiedevo un'uscita io e lei, uscivamo con i suoi. Ci vedevamo molto poco, a parte alcuni rari periodi (il massimo tempo in cui è stata da me è restata per 7 giorni continuativi!).
Dopo aver passato anche le vacanze con i genitori di lei, mi son stancato e ho messo le cose in chiaro: se continua così, è finita. Io sono caduto come un allocco appena l'ho sentita crollare, ed è tornato tutto come prima.
I rapporti sessuali sono rari (uno al mese se va bene?), ci vediamo molto poco (due giorni al mese? dall'anno nuovo l'ho vista solo la settimana scorsa). Ora ha finalmente un fine settimana di libertà, le ho chiesto se ci vediamo, e ha tirato fuori scuse ed esce con i suoi, dicendo che lo fa per me perché devo studiare. Basta.
Io non ce la faccio più: la amo tantissimo, ho dato tutto per lei e ho anche cambiato città, perdendo amici e tutto. Non avrei problemi a trovare altre ragazze (solo solare, non ho mai avuto problemi), ma non riesco proprio a staccarmi da lei, perché è molto intelligente, fedele, gentile, non troverei mai un'altra come lei. Appena inizio ad affrontare il discorso, la sento piangere, mi si chiude il cuore e torno sui miei passi; intanto sono solo, senza amici nella nuova città, fidanzato con i relativi vincoli ma senza benefici. Parenti e vecchi amici mi dicono di vedere che io faccio di tutto per lei e mi dò tantissimo da fare, ma lei è carina con me solo certe volte: secondo loro è un rapporto a una direzione. Mi sento terribilmente usato: da una parte vorrei stare con lei per sempre per quello che è, e per quello che abbiamo vissuto insieme (la vedo in ogni cosa), ma dall'altra parte non lo vedo giusto nei miei confronti. La cosa più giusta sarebbe lasciarla, ma non ci riesco perché non vorrei pentirmi, in futuro, di aver perso una persona speciale come poche ne esistono.
[#1]
>>ma non riesco proprio a staccarmi da lei, perché è molto intelligente, fedele, gentile, non troverei mai un'altra come lei.<<
questa idea di base andrebbe rivista perché potrebbe compromettere la possibilità di fare una scelta autonoma e decisa.
>>Appena inizio ad affrontare il discorso, la sento piangere, mi si chiude il cuore e torno sui miei passi..<<
Lei sembra assecondare un certo modo di fare della sua ragazza, che con le sue "crisi" ristabilisce l'ordine delle cose, che rimane sostanzialmente invariato, generando in lei dei sensi di colpa per aver cercato di affrontare un problema importante.
Mi sembra di comprendere che oltre ai problemi di confini (tra vuoi due, i suoi genitori ecc.), sembrano presentarsi delle disparità nell'impegno reciproco, cosa fondamentale per il benessere di coppia.
Questa ragazza molto attaccata alla sua famiglia sembra rimanere ancorata ad un bisogno di dipendenza dai suoi genitori, cosa che dovrebbe spostare e riversare sul rapporto di coppia (ovviamente in senso funzionale).
Le relazioni che nascono a distanza possono presentare queste difficoltà, anche la ricerca (spesso inconsapevole) di un partner distante potrebbe colludere con un pensiero di base da mettere in relazione ai confini e allo spazio che intende concedere al partner, in questo caso mi sembra assai poco.
questa idea di base andrebbe rivista perché potrebbe compromettere la possibilità di fare una scelta autonoma e decisa.
>>Appena inizio ad affrontare il discorso, la sento piangere, mi si chiude il cuore e torno sui miei passi..<<
Lei sembra assecondare un certo modo di fare della sua ragazza, che con le sue "crisi" ristabilisce l'ordine delle cose, che rimane sostanzialmente invariato, generando in lei dei sensi di colpa per aver cercato di affrontare un problema importante.
Mi sembra di comprendere che oltre ai problemi di confini (tra vuoi due, i suoi genitori ecc.), sembrano presentarsi delle disparità nell'impegno reciproco, cosa fondamentale per il benessere di coppia.
Questa ragazza molto attaccata alla sua famiglia sembra rimanere ancorata ad un bisogno di dipendenza dai suoi genitori, cosa che dovrebbe spostare e riversare sul rapporto di coppia (ovviamente in senso funzionale).
Le relazioni che nascono a distanza possono presentare queste difficoltà, anche la ricerca (spesso inconsapevole) di un partner distante potrebbe colludere con un pensiero di base da mettere in relazione ai confini e allo spazio che intende concedere al partner, in questo caso mi sembra assai poco.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Utente
La ringrazio gentile Dottore della sua risposta.
Penso che abbia colto con estrema precisione il punto e la situazione sotto i vari aspetti.
Il problema che mi tiene "bloccato" sull'agire con decisione, è che mi trovo molto bene quando siamo insieme, ci capiamo come nessun altro, forse ho sbagliato a mettermi in gioco con tutto me stesso in questa relazione.
Inoltre i suoi sentimenti sono veri per me, mi sento amato quando c'è, il problema è che spesso sceglie di non stare con me, oppure con i suoi genitori E me, è come se mi sentissi in ordine di importanza basso: sotto gli amici e la famiglia. Questa mia sensazione è confermata da chi ci conosce entrambi. Peccato che per me lei invece è sopra di tutto.
Tempo fa ha subito un lutto abbastanza importante, ma ho avuto la sensazione che non cercasse nemmeno consolazione da me, ma dai suoi e gli amici; lei lo nega, ma la mia sensazione è stata quella. Mi sento al pari di amici e famiglia, tra le quali divide il suo tempo come se uno valesse l'altro, lasciando meno tempo per me perché sa che "ci sono in ogni caso".
Quindi secondo lei è giusto terminare una relazione così importante, con gli aspetti negativi citati, oppure dovrei accettarla per quello che è? Dovrei trovare qualcuno che viva il rapporto con il mio stesso coinvolgimento? Ho terribilmente paura di distaccarmi da una persona così importante per me, anche se dentro di me mi sento messo da parte...
Penso che abbia colto con estrema precisione il punto e la situazione sotto i vari aspetti.
Il problema che mi tiene "bloccato" sull'agire con decisione, è che mi trovo molto bene quando siamo insieme, ci capiamo come nessun altro, forse ho sbagliato a mettermi in gioco con tutto me stesso in questa relazione.
Inoltre i suoi sentimenti sono veri per me, mi sento amato quando c'è, il problema è che spesso sceglie di non stare con me, oppure con i suoi genitori E me, è come se mi sentissi in ordine di importanza basso: sotto gli amici e la famiglia. Questa mia sensazione è confermata da chi ci conosce entrambi. Peccato che per me lei invece è sopra di tutto.
Tempo fa ha subito un lutto abbastanza importante, ma ho avuto la sensazione che non cercasse nemmeno consolazione da me, ma dai suoi e gli amici; lei lo nega, ma la mia sensazione è stata quella. Mi sento al pari di amici e famiglia, tra le quali divide il suo tempo come se uno valesse l'altro, lasciando meno tempo per me perché sa che "ci sono in ogni caso".
Quindi secondo lei è giusto terminare una relazione così importante, con gli aspetti negativi citati, oppure dovrei accettarla per quello che è? Dovrei trovare qualcuno che viva il rapporto con il mio stesso coinvolgimento? Ho terribilmente paura di distaccarmi da una persona così importante per me, anche se dentro di me mi sento messo da parte...
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>>Quindi secondo lei è giusto terminare una relazione così importante, con gli aspetti negativi citati, oppure dovrei accettarla per quello che è?<<
c'è un'altra opzione che forse non ha considerato (forse perché è la più impegnativa?): cercare di migliorare insieme questo rapporto.
>>Ho terribilmente paura di distaccarmi da una persona così importante per me, anche se dentro di me mi sento messo da parte... <<
la sua ragazza sembra distaccata, però bisogna dire che lei (lei che scrive) forse è troppo dipendente. In questi casi nella coppia c'è chi rifugge un eccessivo coinvolgimento e chi si sente "affamato" di attenzioni ecc.
c'è un'altra opzione che forse non ha considerato (forse perché è la più impegnativa?): cercare di migliorare insieme questo rapporto.
>>Ho terribilmente paura di distaccarmi da una persona così importante per me, anche se dentro di me mi sento messo da parte... <<
la sua ragazza sembra distaccata, però bisogna dire che lei (lei che scrive) forse è troppo dipendente. In questi casi nella coppia c'è chi rifugge un eccessivo coinvolgimento e chi si sente "affamato" di attenzioni ecc.
[#4]
Utente
La ringrazio Dottore, mi ha dato dei suggerimenti e consigli davvero preziosi!
Temo che tagliando di netto potrei eventualmente peggiorare la situazione, come dice lei l'opzione di dialogare apertamente sulle questioni presentate potrebbe essere la soluzione migliore, vista l'estrema confidenza che ho con la mia partner.
Anche sul fatto che sono troppo dipendente probabilmente ha ragione. Chiarirò con la mia compagna tutto quello che ho scritto qui (e altre tematiche che non ho potuto esprimere, naturalmente ho esposto le più salienti). Magari dovrei lavorare in ogni caso su me stesso cercando di trovare il giusto compromesso di "dipendenza", evitando di farmi sopraffare come dice da un eccessivo coinvolgimento; sono una persona piuttosto sensibile, non lo nascondo, basta poco per rendermi felice così come per turbarmi.
Per prima cosa affronterò un dialogo serio e maturo, esponendo i miei stati d'animo, forse è la cosa più sensata da fare.
La ringrazio nuovamente, per me è stata davvero essenziale questa conversazione.
Grazie di cuore!
Temo che tagliando di netto potrei eventualmente peggiorare la situazione, come dice lei l'opzione di dialogare apertamente sulle questioni presentate potrebbe essere la soluzione migliore, vista l'estrema confidenza che ho con la mia partner.
Anche sul fatto che sono troppo dipendente probabilmente ha ragione. Chiarirò con la mia compagna tutto quello che ho scritto qui (e altre tematiche che non ho potuto esprimere, naturalmente ho esposto le più salienti). Magari dovrei lavorare in ogni caso su me stesso cercando di trovare il giusto compromesso di "dipendenza", evitando di farmi sopraffare come dice da un eccessivo coinvolgimento; sono una persona piuttosto sensibile, non lo nascondo, basta poco per rendermi felice così come per turbarmi.
Per prima cosa affronterò un dialogo serio e maturo, esponendo i miei stati d'animo, forse è la cosa più sensata da fare.
La ringrazio nuovamente, per me è stata davvero essenziale questa conversazione.
Grazie di cuore!
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.1k visite dal 07/03/2015.
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