Quale specialista è più indicato?

Salve.
Premetto che scrivo questo messaggio dopo molte titubanze, vista la mia difficoltà a parlare (anche a me stesso) del mio problema.
Vengo subito al dunque: sin da piccolo mi sono sempre sentito attratto solo ed esclusivamente da persone del mio stesso sesso e, benchè razionalmente sia consapevole del fatto che l'orientamento sessuale non si sceglie, vivo questa condizione in maniera estremamente difficoltosa: mi vergogno profondamente di questo aspetto della mia sessualità che considero una sorta di handicap (al punto tale che per me è un argomento assolutamente tabù), provo spesso sensi di colpa con conseguenti attacchi d'ansia e mi sento molto frustrato (per usare un eufemismo) quando penso che se il mio orientamento sessuale non dovesse in futuro cambiare dovrò rinuciare ad una vita "normale" (per quanto il concetto di normalità sia difficile da definire) che invece desidererei fortemente.
Preciso che nonostante a livello fisico mi senta attratto da persone del mio stesso sesso, l'idea di avere rapporti omosessuali mi spaventa (a tutt'oggi, a 25 anni, non ho infatti mai avuto esperienze sessuali di nessun tipo), così come mi imbarazza tremendamente l'ipotesi di poter avere in futuro una relazione sentimentale con un altro ragazzo.
A causa di questo mio problema mi sono rivolto circa un anno fa ad uno psicologo (si tratta peraltro dell'unica persona a cui ho esposto il mio problema), ma ho poi deciso di interrompere le sedute sia per sopraggiunte difficoltà economiche sia, soprattutto, perchè non mi trovavo affatto a mio agio con lo specialista presso cui ero in cura.
Attualmente la mia "convivenza" con questo problema si è fatta a tal punto soffocante da farmi considerare l'idea di rivolgermi nuovamente ad uno specialista (nonostante la precedente esperienza di psicoterapia mi abbia lasciato parecchi dubbi circa l'utilità di una simile scelta, nutro ancora qualche speranza circa il fatto di poter essere in qualche modo aiutato).
A tal proposito mi interesserebbe sapere che tipo di specialista (psichiatra? psicologo? deve avere una specifica formazione in materia di disturbi nella sfera sessuale o non è necessario?) è più indicato per trattare questo mio problema in maniera competente. (Scusate la mia ignoranza in materia)
Chiedo questo perchè per me è essenziale poter essere seguito da un professionista in grado di comprendere la sofferenza che questo problema comporta per me senza aggiungere ulterori motivi di disagio.
Vi ringrazio infinitamente per il servizio che offrite e mi scuso per aver formulato una richiesta piuttosto prolissa.

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Dr.ssa Antonella Morganti Psicologo 48 1

Ha fatto bene a scrivere tutto quello che riteneva opportuno, a noi serve anche qualche riga in più per meglio farci un idea della situazione che stiamo leggendo.
Io comprendo quanto la sua situazione sia dolorosa per lei sopratutto perchè mi sembra di aver capito che lei non ha messo da parte solo la sfera sessuale ma anche quella affettiva che io ritengo, forse, ancora piu importante.
Cio che lei chiede è più che leggittimo, sapere quale specialista sia più adatto è una buona domanda in genere ma nel suo caso bisogna fare delle premesse.
Essere attratti dalle persone dello stesso sesso non è una malattia.
Lei non troverà uno specialista che la cura, perche non si tratta di una patologia, io spero vivamente che non ci siano psicologi che VOGLIONO CURARE gli omosessuli.
Cio che posso dirle è che dovrebbe iniziare un nuovo percorso di terapia, chieda una consulenza, esponga il suo disagio e valuti insiema al terapeuta il percorso da seguire.
Se vuole il mio parere, cio che penso è che lei ha messo a fuoco il problema sbagliato.
Il problema non è tanto l'oggetto delle sue attenzioni sessuli quanto la sua difficolta ad essere se stesso, a viversi le sue emozioni, ad aprirsi, mettersi in gioco con lo stesso sesso o con l'altro, magari per la curiosità di "provare".
Io non conosco il contesto in cui lei vive, ma spesso è questo il vero problema!Sono le regole sociali, le aspettative dei nosti genitori, quello che ci hanno insegnato essere la normalità che ci fà vivere male.
Lei è perfettamente normale, forse gli altri questo non lo sanno o non lo capirebbero ma lei DOVREBBE SAPERLO!
Se accetta il mio punto di vista, se concorda con me che il focus della terapia è il "DOVREBBE SAPERLO" allora qualunque psicoterapeuta va bene!
Le faccio i mie migliori auguri e scriva pure se ha ancora bisogno

Dr.ssa Antonella Morganti
morgantiantonella@hotmail.it


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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile ragazzo,
non dovresti scusarti, soprattutto perchè lo sforzo che hai fatto per mettere tutto nero su bianco e scriverci non sarà vano: sai quante persone con problemi simili al tuo leggeranno il tuo post? Solo per questo motivo credo tu abbia fatto bene a scriverci.

Il problema credo sia nella tua confusione generale: non sai bene chi sei e senti che invece dovresti saperlo, soprattutto guardando al futuro

Lo specialista più indicato nel tuo caso secondo me è una psicologa. Già, una donna, proprio per permetterti di affrontare liberamente i tuoi pensieri disturbanti, gli stessi che forse hanno fatto interferenza nei colloqui precedenti. Forse una fantasia che ti è passata per la mente in quel periodo potrebbe essere descritta così:

"Sono davanti a questo psicologo, lui sicuramente non ha problemi, senza dubbio è fidanzato/sposato, chissà cosa pensa di me, magari pensa che sono gay ma non me lo vuole dire, oddio che vergogna", e così via.

Magari non hai pensato nulla di tutto questo, forse è stata solo una sensazione

Ma visto che non ti sei trovato bene con uno psicologo perchè non provare con una donna?

A Cremona se vuoi riceve la nostra Collega Ilenia Sussarellu, che risponde su Medicitalia, ma puoi anche pensare ad una consulenza in ambito pubblico (CPS, consultorio, ecc.)

Però fai qualcosa, non stare lì a porti dubbi!

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#3]
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Gentile Dott.ssa Morganti, gentile Dott. Bulla,
innanzitutto vi ringrazio di cuore per la vostra celere e cortese risposta.
Per la dott.ssa Morganti: vorrei aggiungere un paio di righe alle sue considerazioni.
Concordo con Lei pienamente quando afferma che il problema risiede principalmente nella mia difficoltà ad essere me stesso, a vivere pienamente le mie emozioni, ad aprirmi ed a mettermi in gioco con il mio stesso sesso. Il fatto è che tutte queste mie difficoltà derivano proprio dal fatto che considero la mia sessualità un grosso problema (con questo non mi aspetto che un percorso di psicoterapia risolva il mio problema cambiando il mio orientamento sessuale: ovviamente la cosa mi farebbe piacere, ma non mi aspetto miracoli; il mio obiettivo nell'intraprendere un percorso terapeutico sarebbe quello di riscire a raggiungere quantomeno un maggiore livello di serenità - o forse sarebbe meglio dire di minore sofferenza - rispetto alla mia sfera sessuale: è un obiettivo che mi rendo conto di non saper raggiungere senza un aiuto concreto, per questo vorrei rivolgermi ad uno specialista).
Circa la sua domanda in merito al concordare o meno rispetto al fatto che dovrei sapere di essere normale, purtroppo mi dispiace deluderla, ma non mi considero tale. Normale per me vorrebbe dire poter avere una famiglia, una moglie e dei figli. E' proprio l'assenza di una prospettiva di normalità nel mio futuro che mi causa tanto dolore interiore.
Riguardo la sua considerazione circa la mia difficoltà a mettermi in gioco con l'altro sesso, magari anche per la curiosità di provare, Le devo chiedere un chiarimento. Per quanto mi riguarda non credo di essere emotivamente frenato nei confronti dell'altro sesso. Non provo infatti timore nei confronti dell'universo femminile e ho anche diverse amiche, con le quali sono piuttosto aperto. Considerando che a livello fisico non ho mai avuto attrazione per l'altro sesso, Le volevo chiedere in che modo dovrei mettermi in gioco con l'altro sesso?

Per il dott. Bulla: A dire il vero il motivo del mio sentirmi a disagio nei precedenti colloqui non era per nulla legato al fatto che il precedente specialista a cui mi sono rivolto fosse uomo (anzi, credo che mi riesca sicuramente più facile aprirmi con qualcuno che conosce la sfera sessuale maschile "dal di dentro" che dall'esterno), quanto il fatto che mi sembrava che più in difficoltà lui di me nell'affrontare la questione (e le posso garantire che il mio imbarazzo era comunque molto).
Ad ogni modo vedrò di seguire il Suo prezioso consiglio e mi rivolgerò ad una psicologa donna.

Vi ringrazio ancora per la vostra cortesia.
Distinti saluti.