Lutto, morte di un genitore
ho 25 anni,sono figlia unica,mio padre è mancato cinque mesi fa,dopo cinque anni di una malattia che non ha voluto curare,non ho mai potuto fare nulla per lui e non ha mai voluto che io vedessi il suo dolore,che ne facessi parte(mi mandava via) o che tentassimo di fare qualcosa per curarlo.durante questi anni, provando rabbia,depressione,mi sono molto allontanata da quella che era la mia vita,i miei amici,mi sono spenta, affaticata,vedo tutto nero, mi sono isolata e sto molto male,pochissime sono le persone di cui mi fido e preferisco comunque mantenere una certa distanza, mi sento soprattutto incompresa e sola. l'anno scorso,finiti gli studi, ho deciso di dare una svolta alla mia vita e di partire, stavo soffrendo troppo in casa, senza poter fare nulla, ho un lavoro che mi piace, sto in un'altra città dove ancora non riesco ad ambientarmi completamente,ad aprirmi e non sono così convinta di aver fatto la giusta scelta.poco dopo la mia partenza mio padre è mancato,sono riuscita a tornare per dirgli addio ma è stato un addio secco,senza emozioni, non potevo agitarlo,non volevo essere la causa della sua morte, già ho tanti,tantissimi sensi di colpa per non aver potuto fare niente ed essermi anch'io lasciata prendere dalla depressione,soffrendo con lui e morendo lentamente di giorno in giorno. mi è capitato di sognare di dirgli di nuovo addio ed entrambi piangevamo,ci riconciliavamo,mi sono svegliata in lacrime. ora mi trovo disorientata,vivo momenti di serenità, forse mi sento più tranquilla dopo questi quattro anni di sofferenza e trovo la forza di fare molte cose, in altri invece mi sento sprofondare, e rimango chiusa in casa, senza forze, mi sento crollare tutto addosso,sento che per me la tranquillità,sorridere,sia molto lontano,penso che mi sento uno schifo per non aver trovato un modo di essere forte accanto a mio padre e di essermi lasciata abbattere vedendolo soffrire, e, in ultimo, per essermene andata poco prima della sua morte. non so cosa fare, cambio umore in continuazione e non trovo pace né la capacità di stare a galla emotivamente, in quei momenti vorrei solo fuggire.
grazie, G.
grazie, G.
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Cara ragazza, così severa con sè stessa, un grande dolore , un continuo rileggere, colpevolizzarsi, tormentarsi, ma insieme la forza di finire gli studi, trovare un lavoro e lavorare ogni giorno.. è stata brava e suo padre sarà stato fiero d lei, con lui ha fatto quello che poteva, quello che lui le permetteva di fare.. ma poi gli altri in famiglia non c'erano ?penso che lei debba riconciliarsi con sè stessa, ritrovare nel suo cuore la bambina certo affettuosa col papà e darsi il permesso di vivere, che è quello che lui vorrebbe per lei.. la invito a cercare, nel pubblico o nel privato un Collega con cui parlare de visu,per rileggere tutto questa vicenda, tutto questo dolore con altri occhi, più indulgenti e sereni..
Spero che mi ascolti, e che segua il mio consiglio.. cerchi le fotografie di quando era piccola , per commuoversi e cominciare a perdonarsi in nome dell'amore che c'è stato tra voi..
Restiamo in ascolto.. un saluto e un abbraccio..
Spero che mi ascolti, e che segua il mio consiglio.. cerchi le fotografie di quando era piccola , per commuoversi e cominciare a perdonarsi in nome dell'amore che c'è stato tra voi..
Restiamo in ascolto.. un saluto e un abbraccio..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#2]
Cara utente,
Suo padre ha fatto una scelta per sè molto coraggiosa, per Lei molto dolorosa: quella di non farsi curare.
Forse Lei conosce il motivo della sua scelta, ma - sentendo la sua amarezza - ipotizzo che non ci sia atata condivisione tra Voi su ciò. Mi dispiace, perchè la vita e le scelte relative appartengono alla persona e , seppure con fatica, dobbiamo rispettarle.
Ora Le rimane il vuoto e il dolore di quell'addio freddo. Ma suo padre avrà certamente capito e compreso.
Il lutto ha bisogno di un tempo di "digestione", tuttora in corso. Se si accorge che non evolve, chieda aiuto. Ne va della Sua vita.
. ....
E la Sua mamma? La Sua assenza in questo consulto ... brilla per assenza.
Suo padre ha fatto una scelta per sè molto coraggiosa, per Lei molto dolorosa: quella di non farsi curare.
Forse Lei conosce il motivo della sua scelta, ma - sentendo la sua amarezza - ipotizzo che non ci sia atata condivisione tra Voi su ciò. Mi dispiace, perchè la vita e le scelte relative appartengono alla persona e , seppure con fatica, dobbiamo rispettarle.
Ora Le rimane il vuoto e il dolore di quell'addio freddo. Ma suo padre avrà certamente capito e compreso.
Il lutto ha bisogno di un tempo di "digestione", tuttora in corso. Se si accorge che non evolve, chieda aiuto. Ne va della Sua vita.
. ....
E la Sua mamma? La Sua assenza in questo consulto ... brilla per assenza.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Utente
gentile dottoressa Brunialti,
è stata una scelta molto dolorosa che non ho mai accettato e non riuscirò mai ad accettare, questo provoca in me una rabbia enorme che mi fa venire la voglia di uccidermi per non essere stata in grado di rispettare la sua scelta, davvero mi odio per questo e questo mi porta a fare spesso pensieri suicidi. il rispetto sembra destinato a fare parte dei rapporti distanti e non sembra coinvolgere le persone che amiamo purtroppo.
nella vita vado avanti da quattro anni per inerzia, lche ora mi sta disintegrando dal dolore,smettendo di fumare,cercando di migliorarmi,come fosse per nulla la mia combattività, la mia voglia di fare cose positive, che nessuno ha approvato.
mi fa estrema rabbia sentire la gente dire "ma devi rispettare la sua scelta" perchè mi sembra che non capiscano proprio nulla della situazione e che siano a giudicare i miei sentimenti come sbagliati e che questa sia una cosa facile, mi sento una persona sbagliata per questo e mi odio.
mia madre è una persona ansiotica, mi mette a disagio parlarle di cosa provo perché si agita, le interessa sempre e solo di controllare la mia vita e vuole che io realizzi i suoi sogni, che io sia felice non le importa.
è stata una scelta molto dolorosa che non ho mai accettato e non riuscirò mai ad accettare, questo provoca in me una rabbia enorme che mi fa venire la voglia di uccidermi per non essere stata in grado di rispettare la sua scelta, davvero mi odio per questo e questo mi porta a fare spesso pensieri suicidi. il rispetto sembra destinato a fare parte dei rapporti distanti e non sembra coinvolgere le persone che amiamo purtroppo.
nella vita vado avanti da quattro anni per inerzia, lche ora mi sta disintegrando dal dolore,smettendo di fumare,cercando di migliorarmi,come fosse per nulla la mia combattività, la mia voglia di fare cose positive, che nessuno ha approvato.
mi fa estrema rabbia sentire la gente dire "ma devi rispettare la sua scelta" perchè mi sembra che non capiscano proprio nulla della situazione e che siano a giudicare i miei sentimenti come sbagliati e che questa sia una cosa facile, mi sento una persona sbagliata per questo e mi odio.
mia madre è una persona ansiotica, mi mette a disagio parlarle di cosa provo perché si agita, le interessa sempre e solo di controllare la mia vita e vuole che io realizzi i suoi sogni, che io sia felice non le importa.
[#4]
Gentile utente,
<<mi fa estrema rabbia sentire la gente dire "ma devi rispettare la sua scelta"<<
Capisco, ci sono passata.
E' che i genitori non vorremmo perderli mai; diventare "orfani", a qualsiasi età, significa "essere in prima fila", non avere nessuno davanti a proteggerci; come è sempre stato da quando siamo nati.
Accettare le loro scelte è difficile, ma loro lo sanno e non giudicano. Non si senta giudicata da Suo padre, ma solo da sè.
Cosa Le importa del giudizio altrui? alcuni parlano perchè non sanno, altri perchè non capiscono, altri ancora perchè non amano.
E allora? Non Le resta che riprendere le redini della Sua vita, si faccia aiutare. Permetta che qualcuno La aiuti, cosa che forse Suo padre non ha permesso a nessuno di fare per lui.
Ma Lei è Lei, è un'altra vita.
Una notte serena!
<<mi fa estrema rabbia sentire la gente dire "ma devi rispettare la sua scelta"<<
Capisco, ci sono passata.
E' che i genitori non vorremmo perderli mai; diventare "orfani", a qualsiasi età, significa "essere in prima fila", non avere nessuno davanti a proteggerci; come è sempre stato da quando siamo nati.
Accettare le loro scelte è difficile, ma loro lo sanno e non giudicano. Non si senta giudicata da Suo padre, ma solo da sè.
Cosa Le importa del giudizio altrui? alcuni parlano perchè non sanno, altri perchè non capiscono, altri ancora perchè non amano.
E allora? Non Le resta che riprendere le redini della Sua vita, si faccia aiutare. Permetta che qualcuno La aiuti, cosa che forse Suo padre non ha permesso a nessuno di fare per lui.
Ma Lei è Lei, è un'altra vita.
Una notte serena!
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.7k visite dal 02/03/2015.
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