Conseguenze genitori assenti
Salve, vorrei capire se nella psicologia certe cose sono matematiche e
quindi scattano come formule chimiche oppure se tutto è sempre relativo,
mi spiego..
Un ragazzo/a che nasce in una famiglia dove A ( il padre) è assenteista
a causa della separazione con B ( e si fa vivo solo per sapere come va
la scuola e magari anche con modi carichi di autorità in modo da
infondere timore ) e una madre B che è troppo insicura e interessata ad
apparire come i "parenti" la vogliono vedere, quindi un lato verso
parenti, amici conoscenti, ( quello dei sorrisi, delle finte frasi
fatte, del voler apparire sempre gentile e buona per paura di essere
giudicata ) e uno ( il più vile, incattivito, rabbioso,senza
autocontrollo) nei confronti del figlio/a che funge da cavia per lo
sfogo.Con una panoramica simile un individuo è per forza soggetto a
gravi lacune e quindi vuoti interiori che si faranno sentire per sempre
nella sua vita, anche nell età adulta, oppure situazioni al limite
dell'assurdo come quella appunto descritta possono fungere da
"allenamento" dove l'individuo una volta "subito" i colpi dal suo fulcro
"familiare" si rende conto di tutti gli schemi mentali, e di cosa ci sta
dietro a simili comportamenti?In pratica diviene più forte e robusto
mentalmente o porterà per sempre nel suo io un dolore causato dalla
mancanza di persone che non lo hanno mai sostenuto?
Grazie
quindi scattano come formule chimiche oppure se tutto è sempre relativo,
mi spiego..
Un ragazzo/a che nasce in una famiglia dove A ( il padre) è assenteista
a causa della separazione con B ( e si fa vivo solo per sapere come va
la scuola e magari anche con modi carichi di autorità in modo da
infondere timore ) e una madre B che è troppo insicura e interessata ad
apparire come i "parenti" la vogliono vedere, quindi un lato verso
parenti, amici conoscenti, ( quello dei sorrisi, delle finte frasi
fatte, del voler apparire sempre gentile e buona per paura di essere
giudicata ) e uno ( il più vile, incattivito, rabbioso,senza
autocontrollo) nei confronti del figlio/a che funge da cavia per lo
sfogo.Con una panoramica simile un individuo è per forza soggetto a
gravi lacune e quindi vuoti interiori che si faranno sentire per sempre
nella sua vita, anche nell età adulta, oppure situazioni al limite
dell'assurdo come quella appunto descritta possono fungere da
"allenamento" dove l'individuo una volta "subito" i colpi dal suo fulcro
"familiare" si rende conto di tutti gli schemi mentali, e di cosa ci sta
dietro a simili comportamenti?In pratica diviene più forte e robusto
mentalmente o porterà per sempre nel suo io un dolore causato dalla
mancanza di persone che non lo hanno mai sostenuto?
Grazie
[#1]
Gentile ragazza
In altre parole mi pare che la sua domanda si possa riformulare come segue: i colpi che subiamo ci danneggiano irreparabilmente, oppure ciò che non uccide ci rende più forti?
La risposta è che non c'è una risposta univoca. Se la psicologia si basasse su delle formule matematiche non ci sarebbe bisogno di psicologi, ma solo di ingegneri e meccanici. Lascio a lei scegliere quale delle due alternative sarebbe la più desiderabile.
Dipende da vari fattori. Dipende dalle caratteristiche del ragazzo/a del suo ipotetico racconto. Non solo dalla sua resistenza e dalla sua resilienza, ma soprattuto dalla motivazione che riesce a trovare per voler superare ciò che ha subito. La crescita e la maturazione, poi, fanno molto per aiutare a percepire diversamente gli eventi e ridimensionarli.
Oltre a queste variabili vi è naturalmente anche ciò che altre persone, specificamente formate, possono fare per aiutarci. In questo senso un aiuto specialistico può tornare utile.
Cordiali saluti
In altre parole mi pare che la sua domanda si possa riformulare come segue: i colpi che subiamo ci danneggiano irreparabilmente, oppure ciò che non uccide ci rende più forti?
La risposta è che non c'è una risposta univoca. Se la psicologia si basasse su delle formule matematiche non ci sarebbe bisogno di psicologi, ma solo di ingegneri e meccanici. Lascio a lei scegliere quale delle due alternative sarebbe la più desiderabile.
Dipende da vari fattori. Dipende dalle caratteristiche del ragazzo/a del suo ipotetico racconto. Non solo dalla sua resistenza e dalla sua resilienza, ma soprattuto dalla motivazione che riesce a trovare per voler superare ciò che ha subito. La crescita e la maturazione, poi, fanno molto per aiutare a percepire diversamente gli eventi e ridimensionarli.
Oltre a queste variabili vi è naturalmente anche ciò che altre persone, specificamente formate, possono fare per aiutarci. In questo senso un aiuto specialistico può tornare utile.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.3k visite dal 07/09/2008.
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