Maria goretti? anche no

Gentili dottori,
sono una ragazza di 25 anni, piuttosto estroversa.
Amo molto stare con i miei amici, mi sento amata, sto bene nella mia cerchia ristretta di persone.
Se conosco qualcuno di nuovo ed interessante lo coltivo senza problemi, ma, se non m'interessa, passo oltre.
Non sono fidanzata, la vita di coppia non fa per me. Lo so da quando ho 13 anni. Mi vedo da sola, libera, senza un partner a cui rendere conto, ma con tanti amici.
Detto questo, faccio questa considerazione: alla faccia dell'essere ognuno ciò che è, seguendo il proprio sentire!
Per chi sta bene per i cavoli suoi - ed è socievole - non c'è pace. Meglio avere un'inclinazione da orso, o eremita, a questo punto.
Se vai in vacanza e sei in coppia nessuno s'intrufola. E lo stesso se fai una cenetta tête-à-tête con il partner.
Ma guai, da single, ad organizzare un week-end con Tizio: Caio s'offende!
E, se vai al cinema con Pinco, Pallo "mette la piva".
La mostra di Mirò con Alfa? Stanne certo, Beta si sentirà tagliato fuori!
Ma dunque: anche l'amicizia è una forma d'amore, ed è sacrosanto, a mio avviso, non doversi sentire in dovere di estendere inviti a pioggia.
Ma chi sono, Maria Goretti?
E' colpa dei miei, comunque. Sì, non lo virgoletto neanche "colpa", perché sono proprio convinta delle mie affermazioni.
Mi hanno bombardato, soprattutto mio padre, con moniti di questo tipo: "Ti raccomando, invita alla festina anche X, perché poverina, è timida, mi fa pena". "Per piacere, guida tu, lei è imbranata"."Ma cosa vai a fare in vacanza solo con Zeta, estendete l'invito anche a Omega, è una povera crista, dopotutto!".
Ecco: anni così. Dall'asilo all'università. Questo il mantra di Padre Alf, mio papà.
Ora, anche se vivo ancora in casa, va da sé che io non parli molto con lui, per non sentirmi continuamente giudicata.
Però, non riesco a vivere in totale libertà come vorrei.
C'è sempre qualcuno che titilla il mio senso di colpa.
"Ci son rimasta male perché non mi hai invitato.." "Avresti potuto dirmelo".
Insomma, essendo piuttosto vitale nelle uscite, ho queste amicizie-anemiche (alle quali, ogni tanto, concedo, tra l'altro, una giornata insieme) che avanzano pretese che mi stra-infastidiscono.
Il colmo è che, se avessi un partner e mi recassi con lui ad Istanbul, per esempio, nessuno batterebbe ciglio.
Ci sono cliché che sono macigni da abbattere con le granate.

Be', come posso fare per non sentirmi in colpa e vivere la mia vita non sentendomi obbligata a includere, nei miei svaghi, anche gente che mi annoia, per finto buonismo?
[#1]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>come posso fare per non sentirmi in colpa e vivere la mia vita non sentendomi obbligata a includere, nei miei svaghi, anche gente che mi annoia, per finto buonismo?<<
innanzitutto è bene riconoscere il senso di colpa e il "finto buonismo", perché non è possibile piacere a tutti, soprattutto alle persone che non le sono simpatiche.

Lei sembra utilizzare un certo tipo di lenti "iper-inclusive", che non le permettono di fare una cernita tra le amicizie che contano di più, perché le persone non sono tutte uguali quando si parla di legami affettivi.

Talvolta il bisogno di includere sempre tutti assomiglia al timore di un rifiuto o del giudizio, questo chiaramente genera sensi di colpa, alimentano una certa immagine di se.

Lei non vuole una relazione stabile, ma come si inserisce la sessualità nella sua vita, visto che cita Maria Goretti?




Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#2]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597


Se ben ricordo, Maria Goretti è morta nel corso di uno stupro e volendosene difendere; e dunque - se così è - lasciamola stare.


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verificando i ricordi:
https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Goretti

Stupro a 12 anni.









Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
@dott. Del Signore_____Esatto, io vorrei non includere, ma questo mi crea senso di colpa. E vedo gli altri che non si giustificano. Fanno le loro cose, vanno a farsi i week-end e i mesi via, organizzano cene senza essere PR generosi.
Per capire: mio padre mi chiamava "fottutissima str****" a 11 anni, quando sapeva che giocavo con l'amico X e non volevo Y. O se dicevo di un bimbo che aveva un naso grosso. "Non far la str***". Mantra, così.
La sfera sessuale, mi chiede..Ma, sono un po' morta inside su quel lato. Letargo.
Però non lo sento come un problema. Altrimenti, credo potrei soddisfare il bisogno. Anche questo, a volte, risulta strano da capire.

@dott. Brunialti____Ho usato Maria Goretti perché spesso, qui, in dialetto, si usa questo modo di dire. La storia la so, ma, in effetti, l'appunto che mi fa ci può stare.

[#4]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
L'educazione chiaramente ha influito nel suo modo di rapportarsi, ma nell'età adulta bisogna imparare a mettere delle distanze con le figure genitoriali interiorizzate.

>>Ho usato Maria Goretti perché spesso, qui, in dialetto, si usa questo modo di dire.<<
è un modo di dire frequente che rende bene l'idea, ma attenzione a non diventare "martire". Lei ha i suoi bisogni e i suoi desideri che possono anche non coincidere con quelli degli altri. Lei dovrebbe diventare una PR di se stessa, cercando di coltivare anche quel "sano egoismo", senza sentire il bisogno di doversi giustificare con i suoi amici e conoscenti.





[#5]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Solo che nel pratico non mi riesce.
Con la testa lo so, ma, nei comportamenti, riesco a portare la maschera dell'egoista soft per 3 giorni, e poi il senso di colpa pungola.
Ho fatto anche, per 4 anni, un percorso con uno psicologo. Una volta ogni due settimane.
Ma questo problema permane.
Senso di colpa per tutto.
E' come se fosse radicato in me.
Intarsiato.
Ora ho scritto una lettera da John Travolta di provincia che organizza, disfa e fa, ma io mi sento in colpa anche per l'aria che respiro, sia chiaro.
E se faccio un errore, voglio fustigarmi.
Però, questi colloqui, che tanto mi hanno aiutato in alcune cose, per quanto concerne questa sensazione, niente hanno potuto.
E questo mi preoccupa.
Forse, era sbagliata l'illusione di credere che una sensazione potesse venir cancellata da un altro (lo psicologo).
[#6]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Il senso di colpa fa parte della natura dell'essere umano, bisogna imparare ad accettarlo per poi dare un senso diverso agli avvenimenti. In genere ci sono dei vantaggi secondari che alimentano questi comportamenti, come la mancanza di una presa di posizione e la tendenza ad essere passivi e poco assertivi.

Credo sia utile consultare un Collega, meglio se specializzato in psicoterapia psicodinamica.

Che tipo di percorso ha fatto e per quale motivo l'ha iniziato?
Fatica a dire di no alle persone?






[#7]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Ero all'ultimo anno di superiori, o penultimo.
Ho iniziato perché avevo dei pensieri ossessivi.
Mi ha senz'altro aiutato e tirato via da quell'Inferno e mi ha tolto, quindi, una grande angoscia.
Poi, è iniziata l'università e, anche lì, mi ha aiutato a scrollarmi di dosso molte vergogne.
Era uno psicologo, ma non mi ha detto che tipo di percorso si faceva.
Facevamo questi colloqui di due volte a settimana in cui si parlava un po' di tutto.

Sì, ho un po' di difficoltà a dire no.