Università e depressione ....

Sono al I anno di Giurisprudenza a Catania! Provengo da un liceo magistrale sociale in cui giustamente non ho avuto una formazione analoga a quella dei miei colleghi che provengono quasi tutti dal classico. A dicembre infatti, giunta al momento di riprendere le materie per avere almeno una parte pronta per gli esami di febbraio, non ricordavo niente!

Da 3, ho dovuto limitare le materie da dare ad 1: Diritto Privato. Al primo appello, il 9 febbraio, mi sono presentata ma obiettivamente, nonostante non esca mai e studio sempre, non avevo una buona preparazione e sono stata rimandata! Questo è stato un trauma!! Mi sono sentita una fallita e ho pianto tutto il giorno.. Ora il 2 Marzo ho il secondo appello ma non mi sento pronta e anche se facendo così sarò costretta a darla tutta, non voglio presentarmi!

Mi sto sentendo una fallita, demotivata e frustata perché non sono riuscita a dare una soddisfazione a mia madre per ripagare i suoi sacrifici che fa per mantenermi all'università anche se lei non me lo fa pesare e dice che l'importante è che io sia felice qualunque cosa decida! Piango da giorni .. Aiutatemi
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<mia madre... dice che l'importante è che io sia felice qualunque cosa decida!>

Gentile Ragazza,
infatti su questo si dovrebbe basare poiché il peso e la responsabilità che si sente addosso rispetto a sua madre non la aiutano a mantenere la serenità necessaria per comprendere come muoversi al meglio rispetto al suo ciclo di studi.

Il passaggio dalle scuole superiori all'università è un cambiamento importante e come tale comporta un certo carico di stress e richiede nuovi adattamenti. Nuovo contesto, persone, modo di studiare.

Approcciarsi allo studio richiede la mente sgombra da preoccupazioni, l'ansia inficia la capacità di attenzione, concentrazione, buone performance.

Dunque se lei si accinge a studiare con un certo tipo di premesse su sé, sulle sue possibilità di riuscita, con la preoccupazione di non deludere sua madre, con i paragoni, già parte con il piede sbagliato.

Anche un metodo di studio poco idoneo potrebbe influire sui risultati.
In ogni caso un esame andato male non è affatto una probabilità infrequente nel percorso universitario, l'importante è riuscire a rialzarsi e andare avanti, se naturalmente pensiamo che la scelta fatta sia quella opportuna, altrimenti nessuno ci vieta di cambiare strada.

Come ha scelto la facoltà di giurisprudenza? Per quali motivi?

Le suggerisco di fare il punto della situazione per ritrovare chiarezza sul percorso in atto, su quanto sia opportuno fare in merito e ritrovare la serenità necessaria.
Può ad esempio riferirsi allo sportello di ascolto della sua facoltà, se presente.
Oppure al Consultorio Familiare ASL Spazio Giovani, non occorre prescrizione medica e l'accesso è gratuito.

Le suggerisco questo link per informazioni e spunti molto utili per studiare con profitto

http://www.polimi.it/fileadmin/user_upload/Studenti/Spazio_ascolto/studiare_bene.pdf

Un grande in bocca al lupo

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
<<perché non sono riuscita a dare una soddisfazione a mia madre per ripagare i suoi sacrifici che fa per mantenermi all'università <<

Se alla propria insicurezza aggiunge anche i sensi di colpa verso Sua madre, come potrà "stare in piedi"? Verrà schiacciata dalla pesantezza.

Il primo anno di università è duro per (quasi) tutti: cambia metodo di studio ecc., e non è detto che non uscire mai di casa sia il sistema migliore.

Appoggio il consiglio datole sopra dalla dott. Rinella, senza piangersi inutilmente addosso.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Dr.ssa Brunialti il fatto è che mio padre dopo il divorzio (10 anni fa) è scomparso e con mia madre quindi ho costituito un rapporto che si può definire simbiotico visto che è il mio unico punto di riferimento quindi non saprei come isolare questi sensi di colpa..


Dr.ssa Rinella lei con questa frase mi ha descritto in pieno:

<<Dunque se lei si accinge a studiare con un certo tipo di premesse su sé, sulle sue possibilità di riuscita, con la preoccupazione di non deludere sua madre, con i paragoni, già parte con il piede sbagliato.>>

Ciò però non c'entra con la mia scelta. Sono infatti andata in Giurisprudenza non per mia madre (una donna straordinaria che ha sempre sostenuto che il tipo di scuola, come la religione, sia assolutamente una scelta a carattere personale) ma perché ho sempre amato il mondo del diritto al fine di tutelare i più indifesi!

Anche se essendo una persona a cui piace il mondo creativo, l'avventura e l'aspetto pratico delle situazione mi sono sempre chiesta se questa fosse la strada giusta per me
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Forse la sua storia familiare ha qualche connessione con la sua scelta universitaria, ma è solo un'ipotesi. Questo però non significa che non sia una scelta opportuna e credo che oltre alla conoscenza del diritto a un avvovato servano anche buone dosi di creatività, dal mio punto di vista.

Sua madre è certamente una donna straordinaria ma il vissuto familiare sembrerebbe condizionare la sua sfera emotiva (di lei che scrive) e il vostro modo di stare in relazione.

Per quanto detto qui e nella replica precedente le chiedo se pensa di considerare l'opportunità di incontrare un nostro collega, le sarebbe utile dato il momento che sta vivendo.







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Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Sò che se il momento continuerà lo dovrò incontrare ma non saprei a chi rivolgermi visto che non sono economicamente indipendente e sinceramente non saprei neanche come impostare il discorso con mia madre, nel caso in cui me lo dovesse pagare lei..
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Consideri che presso i Consultori Lo spazio Giovani è proprio per questo e gratuito.