La pupilla, la donna del capo
Questa è la situazione famigliare di un mio amico, ho cercato di stringarla il più possibile. Avrei bisogno che mi aiutiate ad aiutarlo: lui stesso è andato in terapia per qualche tempo, ma vorrebbe che anche sua madre andasse, senza riuscirci (“è per i matti e io non sono matta”). Io ho provato spesso ad aiutarlo, ma non so che fare più che farlo sfogare, non essendo ancora del mestiere. La sua situazione economica non è florida, quindi per questo ve lo chiedo qui, dal momento che non può permettersi altra terapia.
Donna, 53 anni, madre di due figli, con trascorsi di anoressia insorti a circa 25 anni, superati all’arrivo del primo figlio, ma che conserva comportamenti ricorrenti tipici (ossessione per diete, cibo e palestra) sin da allora, intensificati da dopo la menopausa, ma non patologici (l’insorgenza di un diffuso ed evidente gonfiore dovuto a questa e all’astensione dal fumo sono stati un fattore rilevante nella nuova insorgenza). Sin da giovanissima presenta frigidità sessuale e anedonia (il marito lo scopre dopo il matrimonio, ma riesce comunque a starle accanto), rigetta il contatto fisico e quello emotivo dei suoi cari (genitori ancora in vita, decisamente anaffettivi e distaccati, padroni, hanno sempre preteso da lei risultati elevati senza darle mai riconoscimento, esageratamente attaccati al denaro. Lei non è economicamente indipendente e riceve sostegno economico da loro, che sprezza perché “le fanno pesare l’aiuto”).
Tratto caratteristico è quello di essere una bugiarda patologica: a suo dire questo le serve per evitare situazioni di pericolo.
Da tre anni separata dal marito: la giustificazione che dà inizialmente ai conoscenti stretti è quella di non aver mai beneficiato delle comodità economiche che un marito dovrebbe assicurarle e di aver perso interesse in questi, anche perché talvolta non era d’accordo con lei. Successivamente si scopre che l’allontanamento non è dovuto solo a una perdita di rispetto nei confronti del marito (il quale non è riuscito a portarle l’agiatezza che lei stessa aveva visto nei suoi genitori: sua madre è sempre stata la tipica madre di famiglia e suo padre un ricchissimo benestante, dei quali ha sempre cercato di ricalcare le orme) ma, soprattutto, dall’avvio parallelo e costante di relazioni in cui presenta un’attaccamento emotivo ossessivo (mai ricambiato dalle controparti e che allo stesso marito erano stati negati da sempre) a uomini “di spicco” (es: istruttori capo di palestre) di cui si fregiava essere la pupilla, la donna del capo. Nel 2009, quando ancora non era separata, inizia una relazione verosimilmente non contraccambiata, se non blandamente, con un ballerino omosessuale di 15 anni più giovane. Il marito se ne accorge, lei ammette l’innamoramento, lui le sta accanto, ma lei non si sente libera e alla prima occasione lo allontana. I figli vengono a conoscenza della situazione, che continua tuttora [CONTINUA]
Donna, 53 anni, madre di due figli, con trascorsi di anoressia insorti a circa 25 anni, superati all’arrivo del primo figlio, ma che conserva comportamenti ricorrenti tipici (ossessione per diete, cibo e palestra) sin da allora, intensificati da dopo la menopausa, ma non patologici (l’insorgenza di un diffuso ed evidente gonfiore dovuto a questa e all’astensione dal fumo sono stati un fattore rilevante nella nuova insorgenza). Sin da giovanissima presenta frigidità sessuale e anedonia (il marito lo scopre dopo il matrimonio, ma riesce comunque a starle accanto), rigetta il contatto fisico e quello emotivo dei suoi cari (genitori ancora in vita, decisamente anaffettivi e distaccati, padroni, hanno sempre preteso da lei risultati elevati senza darle mai riconoscimento, esageratamente attaccati al denaro. Lei non è economicamente indipendente e riceve sostegno economico da loro, che sprezza perché “le fanno pesare l’aiuto”).
Tratto caratteristico è quello di essere una bugiarda patologica: a suo dire questo le serve per evitare situazioni di pericolo.
Da tre anni separata dal marito: la giustificazione che dà inizialmente ai conoscenti stretti è quella di non aver mai beneficiato delle comodità economiche che un marito dovrebbe assicurarle e di aver perso interesse in questi, anche perché talvolta non era d’accordo con lei. Successivamente si scopre che l’allontanamento non è dovuto solo a una perdita di rispetto nei confronti del marito (il quale non è riuscito a portarle l’agiatezza che lei stessa aveva visto nei suoi genitori: sua madre è sempre stata la tipica madre di famiglia e suo padre un ricchissimo benestante, dei quali ha sempre cercato di ricalcare le orme) ma, soprattutto, dall’avvio parallelo e costante di relazioni in cui presenta un’attaccamento emotivo ossessivo (mai ricambiato dalle controparti e che allo stesso marito erano stati negati da sempre) a uomini “di spicco” (es: istruttori capo di palestre) di cui si fregiava essere la pupilla, la donna del capo. Nel 2009, quando ancora non era separata, inizia una relazione verosimilmente non contraccambiata, se non blandamente, con un ballerino omosessuale di 15 anni più giovane. Il marito se ne accorge, lei ammette l’innamoramento, lui le sta accanto, ma lei non si sente libera e alla prima occasione lo allontana. I figli vengono a conoscenza della situazione, che continua tuttora [CONTINUA]
[#1]
>>Io ho provato spesso ad aiutarlo, ma non so che fare più che farlo sfogare..<<
Caro ragazzo, purtroppo lei non può aiutare il suo amico prendendosi carico dell'intera famiglia. Può al limite suggerire di riprendere la psicoterapia, anche tramite ASL.
Per quanto riguarda la madre, dovrebbe essere quest'ultima a decidere di andare in terapia (sempre ammesso che ne abbia bisogno).
>>non essendo ancora del mestiere<<
Che lavoro vuole fare?
Caro ragazzo, purtroppo lei non può aiutare il suo amico prendendosi carico dell'intera famiglia. Può al limite suggerire di riprendere la psicoterapia, anche tramite ASL.
Per quanto riguarda la madre, dovrebbe essere quest'ultima a decidere di andare in terapia (sempre ammesso che ne abbia bisogno).
>>non essendo ancora del mestiere<<
Che lavoro vuole fare?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Gentile ragazzo,
certo che per essere un amico del figlio conosce un bel po' di dati anamnestici di questa donna...
Perchè non consiglia al Suo amico di chiedere ad un CSM della sua asl competente? Potrebbe trovare un supporto psicologico gratuito (o quasi) e parlarne direttamente con un professionista.
Lei si può "limitare" ad ascoltare i suoi sfoghi: avere un amico che ti ascolta, oggi, non è cosa da poco, non trova?
certo che per essere un amico del figlio conosce un bel po' di dati anamnestici di questa donna...
Perchè non consiglia al Suo amico di chiedere ad un CSM della sua asl competente? Potrebbe trovare un supporto psicologico gratuito (o quasi) e parlarne direttamente con un professionista.
Lei si può "limitare" ad ascoltare i suoi sfoghi: avere un amico che ti ascolta, oggi, non è cosa da poco, non trova?
[#3]
Gentile utente,
sembra quasi parli di sè tanto è preciso nella descrizione...
Aiutare il sua amico lo può fare a attraverso l' "ascolto attivo", che non è poco. Il resto è competenza dello specialista.
La spesa di una terapia può essere ridotta quasi a zero attraverso il Consultorio o il Centro di Igiene Mentale.
sembra quasi parli di sè tanto è preciso nella descrizione...
Aiutare il sua amico lo può fare a attraverso l' "ascolto attivo", che non è poco. Il resto è competenza dello specialista.
La spesa di una terapia può essere ridotta quasi a zero attraverso il Consultorio o il Centro di Igiene Mentale.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Gentili dottori,
Vi ringrazio delle tempestive risposte!
Purtroppo non ho avuto spazio per finire la domanda, ma bene o male la situazione è quella (ovviamente un po' deformata)...
Effettivamente conosco discretamente bene la situazione, sia dal suo punto di vista, sia da quello del padre, che ho conosciuto: siamo ottimi amici e finiamo spesso a parlare di questo, che ormai sembra essere l'unico problema, senza barriere.
Non conoscevo la possibilità del consultorio, ma solo quella dell'igiene mentale, che proposi, ma lui declinò per via del fatto che, a suo dire, sarebbe potuta essere considerata, essendo poi segnata in un'anamnesi, un fattore negativo in un futuro. Devo ammettere che però io non ne sono informato. Ad ogni modo proverò a proporre il consultorio.
Vorrei diventare psichiatra.
Grazie ancora, apprezzo molto il vostro lavoro.
Alla prossima
Vi ringrazio delle tempestive risposte!
Purtroppo non ho avuto spazio per finire la domanda, ma bene o male la situazione è quella (ovviamente un po' deformata)...
Effettivamente conosco discretamente bene la situazione, sia dal suo punto di vista, sia da quello del padre, che ho conosciuto: siamo ottimi amici e finiamo spesso a parlare di questo, che ormai sembra essere l'unico problema, senza barriere.
Non conoscevo la possibilità del consultorio, ma solo quella dell'igiene mentale, che proposi, ma lui declinò per via del fatto che, a suo dire, sarebbe potuta essere considerata, essendo poi segnata in un'anamnesi, un fattore negativo in un futuro. Devo ammettere che però io non ne sono informato. Ad ogni modo proverò a proporre il consultorio.
Vorrei diventare psichiatra.
Grazie ancora, apprezzo molto il vostro lavoro.
Alla prossima
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.6k visite dal 22/02/2015.
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