Psicologia infantile

Buongiorno,

vi scrivo perchè da un anno a questa parte mio figlio di 12 anni ha cominciato a non voler andare a scuola, inizialmente avevamo pensato solo per pigrizia, sono cose che capitano alla sua età. Aveva già avuto un episodio simile alle elementari, questo per colpa di una maestra un pò troppo severa.
Ultimamente però le cose sono cambiate, torna a casa con graffi, lividi o qualche oggetto personale in meno e subito abbiamo pensato a qualche compagno prepotente. Se domandiamo a lui chi gli ha fatto i graffi ecc.. lui risponde difendendo i compagni e dicendo che non è stato fatto di proposito.
Gli insegnanti sottovalutano un pò la situazione, dicendo che sono bambini ma a noi sembra un pò strano.
Inoltre a questo si aggiunge la "fissazione" per il cibo, ovvero non vuole più mangiare dolci o cose che ritiene grasse (il che non è proprio un male) e predilige insalate e cose sane, ma a volte si rifiuta di mangiare. Spesso si da pugni sullo stomaco.
Il pediatra dice che è tutto nella norma, ha risolto il bruciore di stomaco che mio figlio lamentava al mattino (il motivo per il quale lui dice di non volere andare a scuola) dandogli il Gaviscon.
Lui è alto 153cm per 40 Kg, io non voglio ne sforzarlo a mangiare ma tanto meno lasciare che digiuni.
Abbiamo provato a togliergli quello che è il suo divertimento videogiochi ecc abbiamo fatto male? lui è completamente disinteressato, sembra che per lui sia importante non andare assolutamente a scuola.
Non so veramente cosa fare, rischia di perdere l'anno e non vorrei assolutamente che avesse problemi alimentari o di bullismo.


Grazie mille,
aspetto risposte.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

che cosa c'entra il togliere i videogiochi ( o il calcio, o altri divertimenti dei ragazzi) ?
E' qualcosa che sento spessissimo, ma io sono contrarissima, perché i ragazzi devono essere compresi e aiutati a crescere e non privati di un gioco o di una partita, senza che capiscano che cosa sta succedendo.

Ha contatti con altri genitori a scuola?
Come è il rapporto con Suo figlio?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
la questione dovrebbe essere approfondita a dovere.

Non credo che la soluzione di togliergli i videogiochi o quant'altro possa funzionare.
Occorre capire cosa sostenga il disagio di suo figlio.

Si informi a dovere, approfondisca su quanto avviene a scuola, poiché spesso i ragazzi si vergognano a raccontare ciò che succede loro oltre a proteggere i pari, magari solo per paura o perché minacciati.
Il Dirigente Scolastico è stato informato?
Cosa avete fatto finora?

Il rifiuto di andare a scuola dunque andrebbe indagato a fondo e non essere scambiato per pigrizia né adottando rimedi che non funzionano.
Andrebbe risolto. Tra l'altro il problema si trascina da un anno e non dovrebbe attendere altro tempo affinché suo figlio possa tornare a frequentare e non vivere in una condizione di malessere.

In precedenza come andavano le cose per suo figlio?
Cosa riferivano gli insegnanti?
E l'ambiente familiare, i rapporti tra voi in famiglia come vanno?
In quali modi oltre quanto ci ha detto avete affrontato questa problematica?
A quali eventuali soluzioni avete pensato?

C'è uno psicologo nella scuola?

Sarebbe comunque opportuno consultare un nostro collega direttamente.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile mamma,
"Psicologia infantile" non è coretto, in quanto suo figlio è già un preadolescente; e dunque NON bambino, MA ragazzino.

Egli mostra più sintomi di disagio:
- rifiuto dell'andare a scuola
- tornare con graffi e difendere i compagni
- il problema che si fa del cibo.

E' evidente che non sa come gestire questi eventi - interiori ed esterni - ingombranti e difficili. Come aiutarlo?

Non è con i castighi che si risolve, ma cercando di ascoltarlo senza dare subito giudizi. Lei e il padre del ragazzino ne siete in grado?

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
Utente
Utente
Gentili dottori,

La punizione era stata data inizialmente quando pensavamo fosse tutto un capriccio, dal momento che abbiamo intuito che c'è qualcosa di più non abbiamo voluto infierire, stiamo provando ad aiutarlo ma ogni nostro passo è vano.

il rapporto con nostro figlio è normale, nel senso che ogni tanto capita qualche piccolo litigio, ma mai nulla di grave, cerchiamo sempre di fare il meglio per i nostri figli.

Dopo la 5° elementare nel quale non ha avuto fortuna con l'insegnante, dato che non capiva mio figlio e i bisogni che comporta la disgrafia. Scriveva talmente piccolo che si faceva fatica anche a leggere, ma con l'aiuto di una psicologa consigliata allora dal pediatra siamo riusciti a capire che in base a quanto si sente a disagio questo viene manifestato sulla scrittura. Il primo anno di medie lo ha passato tranquillamente dopo che con tutta la documentazione abbiamo chiarito con la cordinatrice la situazione di mio figlio. Ha avuto episodi in cui si sentiva un pò a disagio per non riuscire a studiare come voleva , e quindi chiedeva di stare a casa ma, con un pò di aiuto e conforto tutto si risolveva.

Da quest'anno (2° media) ha cominciato il rifiuto come già dicevo, noi abbiamo parlato sia con la preside, la cordinatrice di classe che con le altre insegnanti ma nessuno ha saputo darci una mano, anzi più volte è stato ripreso mio figlio e sgridato per l'assenteismo.

Noi per quanto riguarda l'aiuto con lo studio abbiamo provato a chiamare un ragazzo per il dopo scuola, inizialmente si faceva aiutare volentieri, poi da un giorno all'altro ha deciso di non farsi aiutare più. Noi non lo abbiamo forzato più di tanto per non infierire.
Dal punto di vista psicologico ho richiesto un consulto con la psicologa che lo seguiva ma ad oggi non è stato ancora chiamato per un'appuntamento.

Mi ha riferito mio marito che questa mattina mio figlio ha detto che non voleva andare per qualcosa che riguardava la scuola ma non voleva dirlo.
Noi non sappiamo cosa fare, abbiamo cercato in tutti i modi di fargli capire che con la famiglia può parlare, nessuno lo giudica o sgrida ma, con noi non vuole aprirsi, con un medico neanche. E' stato sempre molto chiuso ed emotivo.


Per la Dottoressa Brunialti, grazie per la sua precisazione.
Per quanto riguarda la sua domanda, si penso proprio che sia io che mio marito sappiamo esser capaci di ascoltare nostro figlio, se sono qui è perchè ci stiamo provando ma abbiamo bisogno di qualcuno che magari possa saperne un pò di più.


Grazie mille

[#5]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
non ho ben compreso il problema di disgrafia così come lei lo definisce , né come sia stato trattato il disagio di suo figlio.
Se fosse solo occasionale o al contrario persistente.
Scriveva solo piccolo o c'era qualche altra irregolarità?
Non riusciva a studiare come voleva...per quali motivi?

Suo figlio è stato seguito in ambito pubblico o privato?
In che modo è stato valutato il problema?
Quale difficoltà rilevata in concreto?
Di che tipo di documentazione data alla scuola parla?
Come scrive e come legge attualmente?

Non comprendo bene infatti se le sia stato prospettato un eventuale problema emotivo e basta (come potrebbe sembrare leggendo alla lettera) oppure un eventuale disagio rientrante nelle difficoltà specifiche di apprendimento (e dunque con Bisogni Educativi Speciali) con eventuali correlate difficoltà emotive.
Solo per chiarire e orientarla meglio, con i limiti consentiti da qui.



[#6]
Utente
Utente
La disgrafia sembra occasionale, come ho detto in base a come viene trattato a scuola lui scrive senza alcun errore , solo piccolo questo, a detta della dottoressa che lo ha seguito, la dottoressa in sede pubblica ci è stata indirizzata dal pediatra. Li lui ha avuto modo di avere colloqui sia con la famiglia presente e sia da solo, siamo riusciti con l'aiuto della dottoressa a capire quale fosse il problema e come aiutarlo a superarlo. Parlare con noi e con la psicologa lo ha aiutato a capire cosa fare, come reagire e a non chiudersi in se stesso. Per quanto riguarda lo studio, lui ogni tanto ha qualche piccolo problema con il ricordare ciò che impara, questo è dovuto alla lieve dislessia. I documenti di cui parlavo sono stati consegnati a noi dalla psicologa, da dare alla scuola media per informare che aveva questo "problema" della disgrafia, con lettera annessa che spiega come rapportasi con lui, che non avrebbe assolutamente avuto bisogno di un sostegno. Al momento scrive e legge bene, a differenza dell'ultimo anno di elementari la scrittura è migliorata molto, ora è grande e leggibile, ma ogni tanto torna a scrivere piccolino.

Grazie
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