Responsabilità di mamma
Buongiorno Dottori,
sono mamma di un bambino meraviglioso di 17 mesi e mezzo.
Nonostante lo stress psico-fisico soprattutto iniziale , lo stravolgimento ovvio che comporta l'arrivo di un figlio, fin da subito mi sono impegnata al massimo per imparare a diventare mamma, un mestiere che ti fa crescere giorno per giorno insieme a lui... e nonostante io sia una persona che è caduta anche in ansia nella mia vita, questa non l'ho mai riversata sul bambino , anzi. ho giurato a me stessa che lui non doveva minimamente assorbire nè percepire i miei momenti di maggiore stress ( quando sono piu' stanca e sovraccarica di cose da fare, mi sento piu' ansiosa, ma mai con lui con la quale gioco, canto rido , lui è felice sempre e sereno soprattutto). Anzi, Vi diro' , parlando con altre mamme , sento cose che a me non verrebbero nemmeno in mente ( ad esempio, una mia conoscente mi diceva che all'inizio ha tenuto per mesi il suo bambino chiiuso in casa per paura di virus, germi.. non lo portava in un bar per timore che si infettasse toccando il tavolino.)..insomma, sentendo queste storie, mi sono sentita una madre "normale", infatti mio figlio gioca , si sporca, si diverte a mettere le mani in giardino nella terra, ovviamentre sotto il mio occhio vigile , certo , non sono una madre scriteriata, lo controllo, vedo cosa fa.
Il mio unico scoglio che ho superato a fatica è stato l'allontanarmi in macchina da sola con lui. o per meglio dire, se devo farlo per impegni inderogabili e necessari che non posso farne a meno, non ho problemi, sto attenta e penso positivo. Pero' a volte vorrei anche uscire di piu' in giro anche fuori paese , andare per puro divertimento , ed è li' che mi scatta il senso di responsabilità cioè mi dico: visto che è solo per fare un giro di divertimento, puramente ludico , è il caso di mettersi in viaggio con un bimbo cosi piccolo..se per caso capita qualcosa a me, lui non è in grado di parlare e cercare aiuto e io temo anche per lui...visto che anche nel nostro paese ci sono possibilità di parco giochi , passeggiate ecc, stiamo ai primi danni e rimaniamo vicino a casa. Non è strettamente necessario andare piu' lontano..."...ecco mi dico questo e cosi, ripeto, non essendo una cosa obbligatotria e necessaria, la evito ...io credi sia una cautela di buon senso, ma mi chiedo se invece è una precauzione esagerata e psicologicamente eccessiva..
insomma, qual è' il confine normale tra il giusto senso di responsabilità e di cercare di non mettere un bimbo piccolo in condizioni di pericolo o superflue e stressanti quando se ne puo' fare a meno, e dove invece inizia il tarlo psicologico , la paura nascosta dietro il senso di responsabilità?
è normale avere questi pensieri , sono detatti dal buon senso , dall'usare criterio o forse sono esagerati ?
non voglio essere sopraffatta dalla mente ma nemmeno ragionare in modo superficiale e smettere di pensare con razionalità
grazie mille
sono mamma di un bambino meraviglioso di 17 mesi e mezzo.
Nonostante lo stress psico-fisico soprattutto iniziale , lo stravolgimento ovvio che comporta l'arrivo di un figlio, fin da subito mi sono impegnata al massimo per imparare a diventare mamma, un mestiere che ti fa crescere giorno per giorno insieme a lui... e nonostante io sia una persona che è caduta anche in ansia nella mia vita, questa non l'ho mai riversata sul bambino , anzi. ho giurato a me stessa che lui non doveva minimamente assorbire nè percepire i miei momenti di maggiore stress ( quando sono piu' stanca e sovraccarica di cose da fare, mi sento piu' ansiosa, ma mai con lui con la quale gioco, canto rido , lui è felice sempre e sereno soprattutto). Anzi, Vi diro' , parlando con altre mamme , sento cose che a me non verrebbero nemmeno in mente ( ad esempio, una mia conoscente mi diceva che all'inizio ha tenuto per mesi il suo bambino chiiuso in casa per paura di virus, germi.. non lo portava in un bar per timore che si infettasse toccando il tavolino.)..insomma, sentendo queste storie, mi sono sentita una madre "normale", infatti mio figlio gioca , si sporca, si diverte a mettere le mani in giardino nella terra, ovviamentre sotto il mio occhio vigile , certo , non sono una madre scriteriata, lo controllo, vedo cosa fa.
Il mio unico scoglio che ho superato a fatica è stato l'allontanarmi in macchina da sola con lui. o per meglio dire, se devo farlo per impegni inderogabili e necessari che non posso farne a meno, non ho problemi, sto attenta e penso positivo. Pero' a volte vorrei anche uscire di piu' in giro anche fuori paese , andare per puro divertimento , ed è li' che mi scatta il senso di responsabilità cioè mi dico: visto che è solo per fare un giro di divertimento, puramente ludico , è il caso di mettersi in viaggio con un bimbo cosi piccolo..se per caso capita qualcosa a me, lui non è in grado di parlare e cercare aiuto e io temo anche per lui...visto che anche nel nostro paese ci sono possibilità di parco giochi , passeggiate ecc, stiamo ai primi danni e rimaniamo vicino a casa. Non è strettamente necessario andare piu' lontano..."...ecco mi dico questo e cosi, ripeto, non essendo una cosa obbligatotria e necessaria, la evito ...io credi sia una cautela di buon senso, ma mi chiedo se invece è una precauzione esagerata e psicologicamente eccessiva..
insomma, qual è' il confine normale tra il giusto senso di responsabilità e di cercare di non mettere un bimbo piccolo in condizioni di pericolo o superflue e stressanti quando se ne puo' fare a meno, e dove invece inizia il tarlo psicologico , la paura nascosta dietro il senso di responsabilità?
è normale avere questi pensieri , sono detatti dal buon senso , dall'usare criterio o forse sono esagerati ?
non voglio essere sopraffatta dalla mente ma nemmeno ragionare in modo superficiale e smettere di pensare con razionalità
grazie mille
[#1]
Gentile signora,
attenzione al troppo buon senso: che male c'è se Lei si fa un giro per divertirsi e porta con sè il bimbo?
attenzione al troppo buon senso: che male c'è se Lei si fa un giro per divertirsi e porta con sè il bimbo?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Aggiungo: ha mai consultato le statistiche degli incidenti domestici che capitano ai bambini?
Al di là del ragionevole controllo e delle opportune norme di sicurezza, è forse eccessivo porsi questi limiti: questa sua ansia ed iper-responsabilizzazione non può non avere ricadute sulle opportunità di conoscere il mondo e di crescere del suo piccolo.
In questo modo a mio avviso sta già passando, pur magari non volendolo, al suo bambino l'idea di una realtà colma di rischi e pericoli, da cui doversi proteggere.
Cordialmente,
Al di là del ragionevole controllo e delle opportune norme di sicurezza, è forse eccessivo porsi questi limiti: questa sua ansia ed iper-responsabilizzazione non può non avere ricadute sulle opportunità di conoscere il mondo e di crescere del suo piccolo.
In questo modo a mio avviso sta già passando, pur magari non volendolo, al suo bambino l'idea di una realtà colma di rischi e pericoli, da cui doversi proteggere.
Cordialmente,
[#3]
>>ho giurato a me stessa che lui non doveva minimamente assorbire nè percepire i miei momenti di maggiore stress<<
purtroppo questo non è completamente possibile (anzi denota una forma di controllo eccessivo), perché la maggior parte della comunicazione è "non verbale" e i bambini sono attenti allo stato psico-affettivo dei genitori, indipendentemente da quello che dicono o fanno, quando i genitori neanche se ne accorgono.
>>la paura nascosta dietro il senso di responsabilità..<<
credo sia questo il punto: talvolta un eccesso di senso di responsabilità e un eccessivo controllo razionale sono già sintomi di stati ansiosi. A mio avviso dovrebbe iniziare a comprendere come gestire meglio la sua ansia (per lei e per il bambino), magari consultando un Collega di persona.
Ha mai preso in considerazione questa ipotesi?
purtroppo questo non è completamente possibile (anzi denota una forma di controllo eccessivo), perché la maggior parte della comunicazione è "non verbale" e i bambini sono attenti allo stato psico-affettivo dei genitori, indipendentemente da quello che dicono o fanno, quando i genitori neanche se ne accorgono.
>>la paura nascosta dietro il senso di responsabilità..<<
credo sia questo il punto: talvolta un eccesso di senso di responsabilità e un eccessivo controllo razionale sono già sintomi di stati ansiosi. A mio avviso dovrebbe iniziare a comprendere come gestire meglio la sua ansia (per lei e per il bambino), magari consultando un Collega di persona.
Ha mai preso in considerazione questa ipotesi?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#4]
Ex utente
Gentilissimi Dottori,
innanzitutto grazie infinite a tutti e tre per la disponibilità e l'aiuto che mi avete dato.
Dott.ssa Pileci, Lei ha ragione quando dice che non c'è nulla di male a farsi un giro fuori porta col bimbo, anche senza un motivo o una meta obbligatoria. Infatti all'inizio me lo sono imposta, e non Le dico quanto ero contenta al ritorno a casa per i bei momenti trascorsi col bambino, quasi mi spiaceva il tempo fosse volato. All'inizio me lo sono imposta proprio per superare questo limite che era solo mentale, me ne rendo conto, dettato sicuramente dal mio vissuto, diciamolo pure controllato a sua volta dai miei genitori nei confronti miei da piccola e nell'adolescenza.. e certamente tutto questo ha avuto delle ripercussioni su di me, sulla mia crescita che io pero' , ringraziando Dio e , credo soprattutto, ringraziando la mia testa, sono riuscita da sola a sradicare il piu' possibile, non ho voluto rimanere incastrata , sono andata oltre, anche se a volte non è stato facile, ma non ho mai rinunciato ai miei obiettivi e tra questi c'è anche quello di vivere ilpiu' serenamnte possibile tutto cio' che faccio per il mio bambino. Dove i miei mi hanno bloccato , io ho voluto lavorare su me stessa e fare la mia strada..
Dott.ssa Scalco , Lei mi ha fatto ragionare su una cosa verissima. Se deve capitare qualcosa, capita anche nelle quattro mura, anzi, ci sono moltissimi pericoli in casa. Quindi se uno pensa a tutto , si mette sotto una campana di vetro. Io voglio proprio evitare questo : non voglio che mio figlio cresca nella paura e nei timori , ma nemmeno sottovalutare il rovescio della medaglia. Io devo insegnargli che esiste anche il pericolo e che bisogna usare la testa...insomma vorrei sapere qual è il giusto equilibrio per non essere ne' troppo "aperta" ne troppo ansiosa come già ho dovuto subire io ... La ringrazio.
Dott. Del Signore, ho pensato alla possibilità di un percorso di psicoterapia, e non è detto che appena avro' piu' tempo, lo faccia. Adesso il bambino mi assorbe molto e inoltre lavoro...non Le nascondo infine che se il percorso diventasse lungo , significherebbe anche una spesa notevole, e purtroppo gravante economicamente. Se ogni seduta costasse un po meno, lo avrei già fatto.
Mi accorgo di una cosa pero' : che queste stupidaggini mentali, questi interrogativi e timori di sbagliare , mi prendono soprattutto quando sono maggiormente stanca e sfinita....perche'? mi sento forse piu' vulnerabie ? E' questo il motivo scatenante? E cosa posso fare per indirizzare la mente verso altri pensieri invece di lasciarsi impantanare dalla stanchezza?
innanzitutto grazie infinite a tutti e tre per la disponibilità e l'aiuto che mi avete dato.
Dott.ssa Pileci, Lei ha ragione quando dice che non c'è nulla di male a farsi un giro fuori porta col bimbo, anche senza un motivo o una meta obbligatoria. Infatti all'inizio me lo sono imposta, e non Le dico quanto ero contenta al ritorno a casa per i bei momenti trascorsi col bambino, quasi mi spiaceva il tempo fosse volato. All'inizio me lo sono imposta proprio per superare questo limite che era solo mentale, me ne rendo conto, dettato sicuramente dal mio vissuto, diciamolo pure controllato a sua volta dai miei genitori nei confronti miei da piccola e nell'adolescenza.. e certamente tutto questo ha avuto delle ripercussioni su di me, sulla mia crescita che io pero' , ringraziando Dio e , credo soprattutto, ringraziando la mia testa, sono riuscita da sola a sradicare il piu' possibile, non ho voluto rimanere incastrata , sono andata oltre, anche se a volte non è stato facile, ma non ho mai rinunciato ai miei obiettivi e tra questi c'è anche quello di vivere ilpiu' serenamnte possibile tutto cio' che faccio per il mio bambino. Dove i miei mi hanno bloccato , io ho voluto lavorare su me stessa e fare la mia strada..
Dott.ssa Scalco , Lei mi ha fatto ragionare su una cosa verissima. Se deve capitare qualcosa, capita anche nelle quattro mura, anzi, ci sono moltissimi pericoli in casa. Quindi se uno pensa a tutto , si mette sotto una campana di vetro. Io voglio proprio evitare questo : non voglio che mio figlio cresca nella paura e nei timori , ma nemmeno sottovalutare il rovescio della medaglia. Io devo insegnargli che esiste anche il pericolo e che bisogna usare la testa...insomma vorrei sapere qual è il giusto equilibrio per non essere ne' troppo "aperta" ne troppo ansiosa come già ho dovuto subire io ... La ringrazio.
Dott. Del Signore, ho pensato alla possibilità di un percorso di psicoterapia, e non è detto che appena avro' piu' tempo, lo faccia. Adesso il bambino mi assorbe molto e inoltre lavoro...non Le nascondo infine che se il percorso diventasse lungo , significherebbe anche una spesa notevole, e purtroppo gravante economicamente. Se ogni seduta costasse un po meno, lo avrei già fatto.
Mi accorgo di una cosa pero' : che queste stupidaggini mentali, questi interrogativi e timori di sbagliare , mi prendono soprattutto quando sono maggiormente stanca e sfinita....perche'? mi sento forse piu' vulnerabie ? E' questo il motivo scatenante? E cosa posso fare per indirizzare la mente verso altri pensieri invece di lasciarsi impantanare dalla stanchezza?
[#5]
"All'inizio me lo sono imposta proprio per superare questo limite che era solo mentale..."
Gentile signora,
più evita di fare ciò che Le fa paura, più peggiora la situazione.
Quindi fa bene ad uscire, godendosi i momenti che trascorrerà con il Suo bimbo, in modo tale da spezzare questo meccanismo di paura e sensi di colpa.
Inoltre è normale essere più vulnerabili quando si è stanchi.
Chieda aiuto a chi Le sta attorno, anche per la cura del bimbo.
Ciò non toglie che affrontare la situazione direttamente con un collega, anche presso l'ASL della Sua zona, sarebbe a Suo vantaggio e del Suo bambino.
Cordiali saluti,
Gentile signora,
più evita di fare ciò che Le fa paura, più peggiora la situazione.
Quindi fa bene ad uscire, godendosi i momenti che trascorrerà con il Suo bimbo, in modo tale da spezzare questo meccanismo di paura e sensi di colpa.
Inoltre è normale essere più vulnerabili quando si è stanchi.
Chieda aiuto a chi Le sta attorno, anche per la cura del bimbo.
Ciò non toglie che affrontare la situazione direttamente con un collega, anche presso l'ASL della Sua zona, sarebbe a Suo vantaggio e del Suo bambino.
Cordiali saluti,
[#6]
Gentile Signora,
proprio perché ha già vissuto sulla sua pelle l'esperienza di avere genitori eccessivamente controllanti e la conseguente difficoltà ad affrancarsi da quella loro modalità di vedere la vita, sarebbe opportuno riuscire a tenere distinti i bisogni di crescita, sperimentazione, conoscenza, ecc. del suo bambino dal suo bisogno di sentirsi una buona mamma che tutto controlla e tutto pianifica.
Le suggerisco la lettura del libro "Errori da non ripetere. Come la conoscenza della propria storia aiuta a essere genitori", Raffaello Cortina Editore.
Ciò, ovviamente, non è risolutivo né alternativo all'incontro di persona con un nostro collega
Se si rivolge al Consultorio della sua zona, potrà effettuare gratuitamente (o quasi, a seconda delle città) delle sedute con uno psicologo ed iniziare ad affrontare più efficacemente il problema, senza attendere che suo figlio cresca troppo.
Saluti.
proprio perché ha già vissuto sulla sua pelle l'esperienza di avere genitori eccessivamente controllanti e la conseguente difficoltà ad affrancarsi da quella loro modalità di vedere la vita, sarebbe opportuno riuscire a tenere distinti i bisogni di crescita, sperimentazione, conoscenza, ecc. del suo bambino dal suo bisogno di sentirsi una buona mamma che tutto controlla e tutto pianifica.
Le suggerisco la lettura del libro "Errori da non ripetere. Come la conoscenza della propria storia aiuta a essere genitori", Raffaello Cortina Editore.
Ciò, ovviamente, non è risolutivo né alternativo all'incontro di persona con un nostro collega
Se si rivolge al Consultorio della sua zona, potrà effettuare gratuitamente (o quasi, a seconda delle città) delle sedute con uno psicologo ed iniziare ad affrontare più efficacemente il problema, senza attendere che suo figlio cresca troppo.
Saluti.
[#7]
Ex utente
Grazie Dottoressa Pileci e Dottoressa Scalco
È così. Non solo ho voluto spezzare questo meccanismo di paura ma ho voluto spezzare proprio nella sua globalità, il meccanismo culturale di casa mia, giorno dopo giorno, attraverso anche le azioni quotidiane apparentemente più normali, come una sorta di ribellione mia personale, perché la mia testa fortunatamente, ha avuto la forza di comprendere che la mia educazione è stata troppo severa e frenante e che non era giusto. Non e' stato facile tanto che all'inizio avevo davvero ansia e paura a fare queste cose semplici come un giro in piena libertà io e il piccolo .(per l'agitazione iniziale temevo di star male, ma era solo la mente , in realtà non è mai successo e tornavo a casa ogni volta stando sempre meglio, fiduciosa e contenta)A forza di fare cose in più, ho innescato un circolo virtuoso e ora molte cose , sono diventate consuetudine che svolgo con naturalezza , non con timore .
Leggerò sicuramente il libro consigliatomi. E spero di organizzare tempi e modi compatibilmente con il lavoro e la famiglia per la psicoterapia.
Tutto ciò che sono diventata oggi lo devo grazie alla mia forza di volontà, al mio cervello pensante e non passivo e sottomesso per fortuna e lo devo al mio bambino perché grazie al suo arrivo, ho dovuto fare i conti con quei lati deboli di me e migliorarli per dare il meglio a lui..quello che è mancato a me su cui ho dovuto lavorare e rinforzare : la fiducia in me stessa.
Un grazie enorme a entrambe.
.
È così. Non solo ho voluto spezzare questo meccanismo di paura ma ho voluto spezzare proprio nella sua globalità, il meccanismo culturale di casa mia, giorno dopo giorno, attraverso anche le azioni quotidiane apparentemente più normali, come una sorta di ribellione mia personale, perché la mia testa fortunatamente, ha avuto la forza di comprendere che la mia educazione è stata troppo severa e frenante e che non era giusto. Non e' stato facile tanto che all'inizio avevo davvero ansia e paura a fare queste cose semplici come un giro in piena libertà io e il piccolo .(per l'agitazione iniziale temevo di star male, ma era solo la mente , in realtà non è mai successo e tornavo a casa ogni volta stando sempre meglio, fiduciosa e contenta)A forza di fare cose in più, ho innescato un circolo virtuoso e ora molte cose , sono diventate consuetudine che svolgo con naturalezza , non con timore .
Leggerò sicuramente il libro consigliatomi. E spero di organizzare tempi e modi compatibilmente con il lavoro e la famiglia per la psicoterapia.
Tutto ciò che sono diventata oggi lo devo grazie alla mia forza di volontà, al mio cervello pensante e non passivo e sottomesso per fortuna e lo devo al mio bambino perché grazie al suo arrivo, ho dovuto fare i conti con quei lati deboli di me e migliorarli per dare il meglio a lui..quello che è mancato a me su cui ho dovuto lavorare e rinforzare : la fiducia in me stessa.
Un grazie enorme a entrambe.
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Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 3.3k visite dal 15/02/2015.
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