Sedute psicologo
Gentili dottori,
avrei bisogno di un vostro parere riguardo ai colloqui psicologici.
Sono seguita, da un po' di tempo da uno psicologo, in quanto, vorrei imparare a gestire meglio i miei stati ansiosi e ad alzare il mio livello molto scarso di autostima.
Anche se è da un po' che sono in terapia (qualche settimana), continuo ad avvertire un certo imbarazzo, quando devo raccontare i miei problemi a una persona, che per me è un'estranea, anche perché, sono una persona abbastanza riservata.
E arrivo al punto: forse il mio sembrerà un paradosso, ma mi sento giudicata persino dallo psicologo (come mi sento giudicata negativamente dalla gente, per via della mia bassa autostima), ho paura di un suo giudizio (ovviamente negativo).
So che dovrei considerarlo semplicemente uno 'specialista della psiche' (esattamente come lo è il medico per il corpo), che è lì per ascoltarmi e per aiutarmi, ma mentre parlo e racconto, ho sempre paura di essere giudicata, di essere considerata un'incapace, una persona che non riesce a risolvere i suoi piccoli problemi (mentre gli altri ci riescono).
Ovviamente i miei discorsi sono spesso interrotti da silenzi, da blocchi, che a volte mi impediscono di andare avanti, che mi impediscono di aprirmi come dovrei, anche questi, tra l'altro, non privi di imbarazzo.
Credo che durante la vostra carriera, anche voi, vi siate imbattuti qualche volta, in pazienti come me.
Perciò vi chiedo cortesemente un parere, rispetto a questo mio ostacolo, questo mio impedimento che rende difficoltoso il proseguimento della terapia.
Grazie in anticipo a chiunque voglia rispondermi.
Cordiali saluti.
avrei bisogno di un vostro parere riguardo ai colloqui psicologici.
Sono seguita, da un po' di tempo da uno psicologo, in quanto, vorrei imparare a gestire meglio i miei stati ansiosi e ad alzare il mio livello molto scarso di autostima.
Anche se è da un po' che sono in terapia (qualche settimana), continuo ad avvertire un certo imbarazzo, quando devo raccontare i miei problemi a una persona, che per me è un'estranea, anche perché, sono una persona abbastanza riservata.
E arrivo al punto: forse il mio sembrerà un paradosso, ma mi sento giudicata persino dallo psicologo (come mi sento giudicata negativamente dalla gente, per via della mia bassa autostima), ho paura di un suo giudizio (ovviamente negativo).
So che dovrei considerarlo semplicemente uno 'specialista della psiche' (esattamente come lo è il medico per il corpo), che è lì per ascoltarmi e per aiutarmi, ma mentre parlo e racconto, ho sempre paura di essere giudicata, di essere considerata un'incapace, una persona che non riesce a risolvere i suoi piccoli problemi (mentre gli altri ci riescono).
Ovviamente i miei discorsi sono spesso interrotti da silenzi, da blocchi, che a volte mi impediscono di andare avanti, che mi impediscono di aprirmi come dovrei, anche questi, tra l'altro, non privi di imbarazzo.
Credo che durante la vostra carriera, anche voi, vi siate imbattuti qualche volta, in pazienti come me.
Perciò vi chiedo cortesemente un parere, rispetto a questo mio ostacolo, questo mio impedimento che rende difficoltoso il proseguimento della terapia.
Grazie in anticipo a chiunque voglia rispondermi.
Cordiali saluti.
[#1]
Gentile utente,
non è raro avere pazienti come Lei descrive: imbarazzo, silenzi, ...
Lei ci chiede un parere su ciò. Spesso è proprio per questi elementi che la persona si reca in terapia, e dunque nulla di cui meravigliarsi, è un terreno su cui si lavora e che gradualmente migliora.
La scarsa autostima facilita l'impressione di essere ascoltata e giudicata, ma non si faccia scoraggiare da questi suoi stati d'animo; altrimenti significherà che le difficoltà hanno avuto la meglio sulla Sua voglia di cambiare.
non è raro avere pazienti come Lei descrive: imbarazzo, silenzi, ...
Lei ci chiede un parere su ciò. Spesso è proprio per questi elementi che la persona si reca in terapia, e dunque nulla di cui meravigliarsi, è un terreno su cui si lavora e che gradualmente migliora.
La scarsa autostima facilita l'impressione di essere ascoltata e giudicata, ma non si faccia scoraggiare da questi suoi stati d'animo; altrimenti significherà che le difficoltà hanno avuto la meglio sulla Sua voglia di cambiare.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Gentile Utente,
Lei ha già ben spiegato che cosa accade: "...mi sento giudicata persino dallo psicologo (come mi sento giudicata negativamente dalla gente, per via della mia bassa autostima), ho paura di un suo giudizio (ovviamente negativo)...."
Se Lei ha il timore del giudizio e una bassa stima di sé, è del tutto chiaro che avvertirà la stessa sgradevole sensazione anche con lo psicologo durante le sedute.
Questa però è una buona notizia: non perda tempo e alla prossima seduta lo riferisca allo psicologo, magari può stampare questa pagina. Perché Le dico questo? Perchè su questo aspetto Lei deve lavorare in terapia, dal momento che mi pare sia uno dei problemi per i quali va dallo psicologo.
Tenga presente poi che, come in qualunque relazione, ci vuole un po' di tempo per costruire una fiducia totale: ciò che emerge nei colloqui, comunque, è del tutto fisiologico. E' vero che lo psicologo è un professionista, ma è comunque una persona e Lei porta all'interno di questa relazione il Suo funzionamento psichico.
Cordiali saluti,
Lei ha già ben spiegato che cosa accade: "...mi sento giudicata persino dallo psicologo (come mi sento giudicata negativamente dalla gente, per via della mia bassa autostima), ho paura di un suo giudizio (ovviamente negativo)...."
Se Lei ha il timore del giudizio e una bassa stima di sé, è del tutto chiaro che avvertirà la stessa sgradevole sensazione anche con lo psicologo durante le sedute.
Questa però è una buona notizia: non perda tempo e alla prossima seduta lo riferisca allo psicologo, magari può stampare questa pagina. Perché Le dico questo? Perchè su questo aspetto Lei deve lavorare in terapia, dal momento che mi pare sia uno dei problemi per i quali va dallo psicologo.
Tenga presente poi che, come in qualunque relazione, ci vuole un po' di tempo per costruire una fiducia totale: ciò che emerge nei colloqui, comunque, è del tutto fisiologico. E' vero che lo psicologo è un professionista, ma è comunque una persona e Lei porta all'interno di questa relazione il Suo funzionamento psichico.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
>>è lì per ascoltarmi e per aiutarmi, ma mentre parlo e racconto, ho sempre paura di essere giudicata, di essere considerata un'incapace, una persona che non riesce a risolvere i suoi piccoli problemi..<<
la dinamica non è così infrequente, ma dovrebbe comprendere che si tratta del suo modo di rapportarsi agli altri, intendo dire che la relazione con lo psicologo è semplicemente il "prototipo" del suo modo di organizzare le relazioni affettive, qualsiasi esse siano.
Le sue difficoltà andrebbero rivolte al Collega che la segue; lei ancora si trova in una fase "empatica" e la relazione terapeutica ha bisogno di tempo per diventare "interpretativa" e quindi terapeutica.
Quindi non è un problema la sua posizione, perché è il motivo per il quale sta facendo il trattamento.
la dinamica non è così infrequente, ma dovrebbe comprendere che si tratta del suo modo di rapportarsi agli altri, intendo dire che la relazione con lo psicologo è semplicemente il "prototipo" del suo modo di organizzare le relazioni affettive, qualsiasi esse siano.
Le sue difficoltà andrebbero rivolte al Collega che la segue; lei ancora si trova in una fase "empatica" e la relazione terapeutica ha bisogno di tempo per diventare "interpretativa" e quindi terapeutica.
Quindi non è un problema la sua posizione, perché è il motivo per il quale sta facendo il trattamento.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#4]
Utente
Ringrazio tutti per le utili risposte e per la disponibilità.
Rispondo alla dottoressa Pileci:
'..non perda tempo e alla prossima seduta lo riferisca allo psicologo...' : lo psicologo conosce già questa mia difficoltà, è stato il primo a farmelo notare.
Una cosa che non ho specificato nel mio messaggio precedente, è che inizialmente, durante le prime sedute, i momenti di silenzio non capitavo quasi mai, e quando capitavano, erano piuttosto brevi, tanto da essere quasi irrilevanti, per me.
Poi seduta dopo seduta hanno cominciato ad imporsi sempre più.
Io lo considero un po' un controsenso, perché con il passare del tempo, dovrei essere più propensa ad aprirmi, invece mi succede l'esatto contrario.
Ci sono state delle volte in cui ho posticipato appositamente la seduta, proprio per evitare di affrontare questo mio problema (quello del silenzio) e a volte, durante la seduta, non vedo l'ora di uscire dallo studio.
Il bello è che ogni volta, prima della seduta, mi prometto sempre di aprirmi del tutto, ma non mantengo mai.
Ultimamente ho capito però che oltre alla paura del giudizio da parte dello specialista, c'è anche quella di non riuscire a migliorare: di parlare, di raccontare i miei problemi, le mie paure, ma, o di non ricevere consigli utili per migliorare, o di non poter migliorare perché 'sono fatta così' e quindi continuerò a vivere moltissime situazioni sempre con la stessa ansia che provo ora.
Rispondo alla dottoressa Pileci:
'..non perda tempo e alla prossima seduta lo riferisca allo psicologo...' : lo psicologo conosce già questa mia difficoltà, è stato il primo a farmelo notare.
Una cosa che non ho specificato nel mio messaggio precedente, è che inizialmente, durante le prime sedute, i momenti di silenzio non capitavo quasi mai, e quando capitavano, erano piuttosto brevi, tanto da essere quasi irrilevanti, per me.
Poi seduta dopo seduta hanno cominciato ad imporsi sempre più.
Io lo considero un po' un controsenso, perché con il passare del tempo, dovrei essere più propensa ad aprirmi, invece mi succede l'esatto contrario.
Ci sono state delle volte in cui ho posticipato appositamente la seduta, proprio per evitare di affrontare questo mio problema (quello del silenzio) e a volte, durante la seduta, non vedo l'ora di uscire dallo studio.
Il bello è che ogni volta, prima della seduta, mi prometto sempre di aprirmi del tutto, ma non mantengo mai.
Ultimamente ho capito però che oltre alla paura del giudizio da parte dello specialista, c'è anche quella di non riuscire a migliorare: di parlare, di raccontare i miei problemi, le mie paure, ma, o di non ricevere consigli utili per migliorare, o di non poter migliorare perché 'sono fatta così' e quindi continuerò a vivere moltissime situazioni sempre con la stessa ansia che provo ora.
[#6]
Utente
No, non sto facendo una psicoterapia, o almeno, non credo si tratti di psicoterapia (sono ignorante in materia).
Le mie sedute consistono in colloqui nei quali io spiego le mie difficoltà e le mie paure, e lo psicologo a volte interviene per farmi delle domande, per capire meglio il mio problema.
[#7]
Alcuni aspetti non sono chiari, perché Lei nelle repliche precedenti ha scritto: "Anche se è da un po' che sono in terapia (qualche settimana)...." e invece qui asserisce di non essere in terapia.
Sarebbe allora sensato fare chiarezza con il collega che La segue, perché da qui risulta un po' difficile comprendere dov'è il problema.
Non abbia remore a chiedere al Collega di fare il punto della situazione, eventualmente mostrando anche questo scambio.
Cordiali saluti,
Sarebbe allora sensato fare chiarezza con il collega che La segue, perché da qui risulta un po' difficile comprendere dov'è il problema.
Non abbia remore a chiedere al Collega di fare il punto della situazione, eventualmente mostrando anche questo scambio.
Cordiali saluti,
[#8]
Utente
Con 'terapia' intendevo 'insieme di sedute, insieme di colloqui' (non sapevo come definirla altrimenti).
Per quanto riguarda il mio problema, invece, avverto una sensazione di ansia quando mi trovo in certe situazioni: ho paura di essere giudicata perché potrei dire/fare qualcosa di sgradevole, di sbagliato, di risultare un'incapace nel fare le cose.
Questa ansia si fa sentire talvolta (purtroppo) anche quando non dovrei avvertirla, mentre sto leggendo un libro, per esempio, perché penso alle situazioni future che potrei vivere in maniera poco tranquilla, poco serena.
Di conseguenza, a volte, mi dà anche problemi di concentrazione, in quanto, mentre leggo, la mia mente si trova altrove (questo problema mi capitava anche mentre studiavo, a scuola, perciò, ero costretta a passare più tempo del dovuto sui libri).
Mi dà (a volte) problemi persino ad organizzare le cose da fare.
Comunque, seguirò il suo consiglio esponendo meglio questi punti allo psicologo che mi segue.
La ringrazio nuovamente per la disponibilità. Le auguro una buona domenica.
Per quanto riguarda il mio problema, invece, avverto una sensazione di ansia quando mi trovo in certe situazioni: ho paura di essere giudicata perché potrei dire/fare qualcosa di sgradevole, di sbagliato, di risultare un'incapace nel fare le cose.
Questa ansia si fa sentire talvolta (purtroppo) anche quando non dovrei avvertirla, mentre sto leggendo un libro, per esempio, perché penso alle situazioni future che potrei vivere in maniera poco tranquilla, poco serena.
Di conseguenza, a volte, mi dà anche problemi di concentrazione, in quanto, mentre leggo, la mia mente si trova altrove (questo problema mi capitava anche mentre studiavo, a scuola, perciò, ero costretta a passare più tempo del dovuto sui libri).
Mi dà (a volte) problemi persino ad organizzare le cose da fare.
Comunque, seguirò il suo consiglio esponendo meglio questi punti allo psicologo che mi segue.
La ringrazio nuovamente per la disponibilità. Le auguro una buona domenica.
[#9]
Nelle psicoterapie attive e prescrittive come ad esempio quella cognitivo-comportamentale, si insegna al pz. a superare queste difficoltà iniziando a confrontarsi con eventuali occasioni in cui il pz teme di poter essere giudicato.
Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
Inoltre Lei scrive: "Questa ansia si fa sentire talvolta (purtroppo) anche quando non dovrei avvertirla, mentre sto leggendo un libro, per esempio, perché penso alle situazioni future che potrei vivere in maniera poco tranquilla...", in realtà, se Lei sta pensando all'eventualità di essere giudicata, è più che sensato che ci sia ansia perché probabilmente per Lei tutto ciò rappresenta un pericolo. Ed è anche fisiologico che, se è ansiosa, anche la concentrazione sia ridotta.
Ma di questi significati deve parlarne con lo psicologo.
Buona domenica anche a Lei!
Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
Inoltre Lei scrive: "Questa ansia si fa sentire talvolta (purtroppo) anche quando non dovrei avvertirla, mentre sto leggendo un libro, per esempio, perché penso alle situazioni future che potrei vivere in maniera poco tranquilla...", in realtà, se Lei sta pensando all'eventualità di essere giudicata, è più che sensato che ci sia ansia perché probabilmente per Lei tutto ciò rappresenta un pericolo. Ed è anche fisiologico che, se è ansiosa, anche la concentrazione sia ridotta.
Ma di questi significati deve parlarne con lo psicologo.
Buona domenica anche a Lei!
[#10]
E' importante comprendere il contesto del trattamento (pubblico o privato?) e soprattutto sapere che tipo di intervento sta facendo (consulenze, supporto, psicoterapia).
>>Con 'terapia' intendevo 'insieme di sedute, insieme di colloqui' (non sapevo come definirla altrimenti).<<
la definizione la deve dare lo psicologo che la segue, perché questa implica un'eventuale diagnosi e una valutazione di personalità. Tutti gli interventi psicologici sono un "Insieme di sedute, insieme di colloqui", ciò che differenzia le sedute è la scelta dell'intervento che viene messo in atto.
>>Con 'terapia' intendevo 'insieme di sedute, insieme di colloqui' (non sapevo come definirla altrimenti).<<
la definizione la deve dare lo psicologo che la segue, perché questa implica un'eventuale diagnosi e una valutazione di personalità. Tutti gli interventi psicologici sono un "Insieme di sedute, insieme di colloqui", ciò che differenzia le sedute è la scelta dell'intervento che viene messo in atto.
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 8.8k visite dal 12/02/2015.
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