Ansia per lettura in pubblico

Ho la fobia di leggere in pubblico, mi genera ansia e fiato corto che conducono ad un ulteriore peggioramento della lettura che diventa soffocata e spezzata: un cane che si morde la coda.
Il problema e' ben specifico perche' quando parlo in pubblico riesco generalmente a cavarmela molto bene nonostante un po' di apprensione, essendo conscio di poter fare delle pause quando voglio per interagire con il pubblico. Quando invece devo leggere 1/2 pagine senza fermarmi, il mio cervello non ha piu' queste uscite di sicurezza a cui appigliarsi, perche' durante la lettura non e' possibile soffermarsi se non per la normale punteggiatura. A questo punto la mia respirazione diventa affannosa, vado in carenza di ossigeno e la lettura diventa uno strazio.
Cosa posso fare? esiste qualche trucco per spezzare questo meccanismo?
Grazie in anticipo
Marco
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Salve, una domanda. Qual è la cosa peggiore che teme che possa accadere leggendo in pubblico? Quale conseguenza teme per il fatto di non poter fare pause lunghe durante la lettura?
[#2]
Utente
Utente
Buonasera,
innanzitutto grazie per la rapida risposta.
E' un circolo vizioso: normalmente quando devo parlare in pubblico parto gia' con un po' di agitazione che mi porta ad avere il fiato corto ma sapendo di poter fare pause riesco pian piano a controllarmi.

Se devo leggere invece, non ci sono pause consistenti e il fiato corto che avevo all'inizio si incrementa fino ad una sorta di apnea (non ho nessuna uscita di sicurezza per poter prendere fiato e fermarmi).

Quindi in definitiva la paura e' quella di non poter leggere o leggere in maniera imbarazzante con voce spezzata e affannata (come mi e' capitato).


C'e' un modo di spezzare il circolo vizioso?
Grazie in anticipo,
Marco

[#3]
Utente
Utente
Nella mia testa, la lettura in maniera imbarazzante genera altre paure a seconda del contesto: la paura di essere ridicolo agli occhi di amici, colleghi... fino alla paura della perdita del lavoro.
[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Provo a sintetizzare gli elementi che ci fornisce secondo una prospettiva cognitivo-comportamentale.

Se ho ben capito, lei si approccia alla lettura con quella che potremmo ipotizzare come un' "ansia anticipatoria", per il timore di alcune conseguenze negative che immagina potrebbe avere una sua lettura inadeguata.

Immaginare tutte queste conseguenze negative, ovviamente, la carica di ulteriore ansia, magari obbedendo a "regole" di performance molto rigide (come ad esempio "Devo assolutamente leggere molto bene, altrimenti sarà terribile e le conseguenze catastrofiche per me, la mia immagine ed il mio lavoro!").

Questo modo di pensare, se effettivamente rispecchiasse quello che lei pensa prima di approcciarsi alla lettura in pubblico, potrebbe "alzare la temperatura" e contribuire ad un ulteriore stato di tensione.

E' da tempo nota, in psicologia, la correlazione tra ansia e livello di performance. In generale, livelli di ansia bassissimi o troppo alti sembrano correlare con performance sotto la media, mentre un livello di attivazione "medio" sembra poter predire i risultati "ottimali".

Questo significherebbe che abbiamo bisogno di un pò di attivazione, che ci motivi e tenga alto il ritmo quando dobbiamo approcciarci ad una performance importante.

Ma se la tensione è eccessiva, rischia di compromettere la nostra capacità di mettere in campo le nostre risorse al servizio dei nostri obiettivi.

Il problema sembra complicarsi per almeno altre due ragioni: l'ansia può accompagnarsi ad una cattiva respirazione, che a sua volta può interferire con la lettura; e potrebbe sentire l'impulso a "controllarsi", rendendo di fatto la sua lettura innaturale ed ancor meno efficace.

Si riconosce in queste ipotesi?
[#5]
Utente
Utente
Buongiorno,
grazie per la risposta.
Si', c'e' una sorta di "ansia anticipatoria" dovuta forse piu' al ricordo dei precedenti eventi spiacevoli in situazioni analoghe e alla convinzione che si ripeteranno, ma certamente anche alle paure che lei diceva ("Devo assolutamente leggere molto bene, altrimenti sarà terribile e le conseguenze catastrofiche per me, la mia immagine ed il mio lavoro!").
Quest'ansia porta con se una cattiva respirazione e il gioco e' fatto... tutto si ripete come al solito.
Servirebbe un evento "positivo" per sbloccare il ciclo.
Che cosa posso fare?
La ringrazio in anticipo,
Saluti

Marco
[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Si', c'e' una sorta di "ansia anticipatoria" dovuta forse piu' al ricordo dei precedenti eventi spiacevoli in situazioni analoghe e alla convinzione che si ripeteranno, ma certamente anche alle paure che lei diceva

Questa sua affermazione, così com'è, è logica, sensata e realistica. In altre parole, è sempre possibile commettere errori o leggere male.

Se ci riflette, poichè ognuno di noi ha commesso almeno qualche volta degli errori in pubblico, allora tutti dovremmo essere molto ansiosi all'idea di una performance pubblica.

In altre parole, non sono gli eventi negativi "in sè" a provocare ansia; è la "pretesa" irrealistica che questo non capiti, che agiamo sempre al meglio, ovvero degli standard di performance irrealistici.

Se a questo somma anche il timore che gli errori possano determinare conseguenze terribili, allora è chiaro che sarà in tensione!

Se queste premesse le risultano convincenti, allora forse non è un evento positivo che può aiutarla... Che ne pensa?
[#7]
Utente
Utente
La ringrazio ancora, lei e' gentilissimo.

La sua analisi e' corretta, quello che pero' forse non sono riuscito a trasmettere e' la dimensione del problema: non si tratta di semplici errori di lettura di una parola o due, ma di una lettura che a causa della pessima respirazione avviene quasi in completa apnea dando l'impressione di essere in procinto di soffocare.
Quando posso infatti evito sempre questa situazione (e forse questo ha un po' aggravato il problema che poteva essere affrontato a tempo debito quando si e' presentato), ma in alcuni casi proprio non si puo' ed e' un disastro perche' la gente davvero non capisce cosa mi stia succedendo.
Non pretendo di leggere perfettamente ma almeno di non dare l'impressione di essere sul punto di soffocare.
Se non e' un evento positivo che puo' rompere il ciclo, mi devo forse abituare all'idea di leggere in questo modo?
[#8]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>una lettura che a causa della pessima respirazione avviene quasi in completa apnea dando l'impressione di essere in procinto di soffocare.

Beh, comprendo che se è questa la dimensione del fenomeno forse "abituarsi" semplicemente all'idea di leggere così significherebbe rinunciare a risolvere il problema!

Vorrei soffermarmi con lei su un aspetto che lei ha tirato in ballo in quest'ultima replica:

>>Quando posso infatti evito sempre questa situazione (e forse questo ha un po' aggravato il problema che poteva essere affrontato a tempo debito quando si e' presentato)

L'evitamento delle situazioni che temiamo, di solito, non produce un miglioramento dei problemi ansiosi a lungo termine, ma al contrario un loro peggioramento ed un loro mantenimento.

Nell'affrontare un problema come quello che lei ci descrive, in terapia cognitivo-comportamentale cerchiamo di individuare quelli che si chiamano appunto "fattori di mantenimento", ovvero quei modi di comportarsi (come evitare) e di pensare (come le immagini che ci descriveva e che le vengono in mente prima di affrontare una lettura pubblica), al fine di aiutare le persone a modificarli con altri modi più costruttivi e funzionali di interpretare gli eventi ed agire.

Se, a seguito di una valutazione psicologica, dovesse risultare per lei indicato un eventuale percorso di terapia, questo modo di lavorare pensa che possa essere "nelle sue corde"?
[#9]
Utente
Utente
La ringrazio.
Penso che cerchero' di non evitare piu' la situazione ma di affrontarla come lei mi ha consigliato.
Mi sembra molto interessante il percorso che mi propone, riflettero' sulla sua proposta. Eventualmente c'e' un modo di contattarla privatamente?
Ha un indirizzo email?
Saluti,
Marco
[#10]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile sig. Marco,
quello che le ho prospettato è solo l'esempio di un tipo di intervento molto comune in terapia cognitivo-comportamentale.

Di solito, l'iter che si segue è questo: si effettua una valutazione psicologica, al fine di chiarire quali sono e come funzionano le difficoltà presentate dalla persona, e poi si concordano degli obiettivi. Le strategie e le prassi che le ho presentato possono essere un esempio di metodi per conseguire alcuni obiettivi in terapia.

Può cercare un terapeuta nella sua città, basta rivolgersi ad una delle due principali associazioni di terapia cognitivo-comportamentale italiane, ovvero l'AIAMC e la SITCC (Google l'aiuterà di certo!).

Cordiali saluti
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