Un amore difficile, come ripartire da zero? vi prego aiutatemi

Salve,
ho 23 anni e vi scrivo per avere un parere e ricevere un consiglio, visto che in questo momento da sola non riesco a chiarirmi le idee. Sono nata in un piccolo paese, dove tutto sommato, nonostante il doloroso divorzio dei miei genitori alle spalle e una situazione familiare non certo da Mulino Bianco, ho vissuto una vita serena e felice (crescendomi, in un certo senso, da sola, ovvero secondo le mie esperienze e convinzioni, e secondo i miei valori): sono sempre stata una persona forte e con carattere, determinata e sicura di sé, ho sempre deciso di testa mia senza farmi influenzare; ho sempre avuto buone amicizie e tante soddisfazioni, soprattutto nello studio. Finite le superiori ho scelto di continuare a studiare ed ho scelto di iscrivermi a giurisprudenza, poiché il mio sogno è sempre stato quello di diventare magistrato a causa dei miei grandi ideali e del mio profondo senso della giustizia. Premetto che a 17 anni mi sono fidanzata con un ragazzo del mio paese, una bravissima persona con cui ho condiviso una parte davvero serena e felice della mia vita e dove apparentemente tutto era perfetto; soltanto che, anche se può sembrare assurdo, non ero innamorata. Mi spiego: volevo molto bene a questa persona, e all’inizio ovviamente c’è stata la fase della “cotta”, ma dopo un annetto mi sono resa conto che non era l’amore della mia vita. Nonostante questo, ho continuato a stare con lui, poiché ci legavano un profondo affetto e tante affinità, amicizie, abitudini in comune. Il primo serio ostacolo l’ho incontrato quando, all’incirca a metà del secondo anno di università, dopo un periodo proficuo e ottimi risultati, ho iniziato ad avvertire una “crisi”: nonostante la mia profonda passione per la giustizia, non mi sentivo capita e valorizzata, ero delusa dalla superficialità degli esami, dove venivano valorizzati solo la memoria e la ruffianaggine, e dove i miei colleghi non mostravano il minimo interesse per quello che apprendevano: insomma, gli stimoli hanno cominciato a venire meno, sempre meno. In seguito, dopo 4 anni di relazione, è iniziata la crisi con il mio ragazzo: ero perfettamente consapevole che prima o poi sarebbe successo, e quindi diciamo che non mi ha colta impreparata. Il vero problema è arrivato quando il mio ragazzo appunto (in quel periodo eravamo tornati un po’ come single, e uscivamo con altri come un vero e proprio gruppo di amici, stando comunque bene insieme), che prima di stare con me ha avuto un passato “sballato”, propone di andare a ballare; ora, per quanto io mi sia sempre divertita e mi sia sempre piaciuto uscire, facendo le mie esperienze (non sono una santa) non avevo mai ecceduto. Quando arriviamo in discoteca, il mio ragazzo e il suo amico erano intenzionati ad assumere MDMA (nonostante i 30 anni, evidentemente volevano sentirsi ancora dei ragazzini) e io e la mia amica, alticce e prese dall’euforia del momento, li abbiamo seguiti. E’ stata certo un’esperienza forte, ma essendo io una ragazza con la testa sulle spalle il problema non era nemmeno questo in confronto a quello che è successo dopo. Quella stessa sera, infatti, ho conosciuto la persona che mi ha completamente cambiato la vita: sono bastate due parole e, proprio come nei film, il resto è accaduto da solo. Sono riuscita a ritrovarlo su facebook (non so nemmeno come, visto che non sapevo nemmeno il suo nome) e ci siamo incontrati. Da lì, è nato l’amore, un amore forte, totale, unico. Ho lasciato finalmente il mio ragazzo, ed ho seguito il mio cuore, ma la strada che mi attendeva era piena di difficoltà. Inizialmente, questo ragazzo si mostrava infatti eccessivamente chiuso e sembrava quasi volesse atteggiarsi da “stronzo”; io, vuoi per la mia innata sicurezza vuoi perché avvertivo chiaramente quello che provavamo quando eravamo insieme, non mi sono lasciata ingannare e ho continuato a vederlo, facendo io molti passi verso di lui e lui quasi nessuno verso di me. Nel mentre, tornando comunque spesso a casa mia (il ragazzo in questione è della città in cui studio ed ho un appartamento in affitto), ho cominciato a uscire e a vivere una vita “viziosa”, un po’ per divertimento e un po’ per affogare le mie preoccupazioni e l’ansia che mi provocava l’aver lasciato il sicuro, il vecchio, per gettarmi in una situazione che di sicuro non aveva nulla, solo sensazioni. Il ragazzo di cui mi sono innamorata conduceva una vita dedita allo sballo: con la sua compagnia di amici si trovava tutte le sere per fumare, e il venerdì e sabato discoteca e droga. Le vacanze erano all’insegna dei medesimi “hobby”. Una situazione, insomma, né facile né tantomeno bella, ma il sentimento che mi legava a lui era più forte di tutto questo. Piano piano (ma molto piano) ha cominciato a sciogliersi ed io a capire che era una persona profondamente insicura e fragile, bisognosa di continue conferme. Io sono una bella ragazza, intelligente e solare, lui al contrario ha un carattere molto timido ed introverso, e quindi manifestare quello che provava per me gli era cosa molto ardua. Sia perché il nostro amore cresceva sempre di più, sia perché giunta alla conclusione che avevamo bisogno di più tempo per stare insieme, ho cominciato a stare sempre più spesso nella sua città, e noi abbiamo cominciato a vederci praticamente sempre. Molti sabati sera siamo usciti con la sua compagnia di amici a ballare, e purtroppo a volte sono ricaduta nella trappola dell’ecstasy, pentendomene poi sempre il giorno dopo. Dopo qualche mese, il sentimento e il rapporto crescevano, ma io ero sempre più triste, come se sentissi che qualcosa in mezzo a noi si frapponeva; la risposta è arrivata quando a maggio ci siamo recati entrambi (io con due mie amiche, lui con i suoi) a Ibiza: sono stati giorni assurdi e davvero duri, ed io ho sperimentato un’esperienza bruttissima, ovvero l’essere completamente sballati. Non so perché lo facevo, forse per provare il suo stile di vita e vedere se poteva esserci qualcosa di buono, o forse perché non volevo essere da meno, o forse entrambe le cose sommate al fatto che a me bastava essere con lui…non lo so. Fatto sta che, appena tornati, ho detto NO a tutto questo, ne ho parlato con lui, e ho detto che non andava assolutamente bene. Lui ha da subito capito, ma da lì sono cominciati i veri e propri dolori: per me si era aperto un nuovo mondo che ogni giorno capivo sempre di più (e che per questo odiavo), mentre per lui non esisteva nessun altro mondo in quanto fin da ragazzino tutta la sua vita era stata solo questo. Siccome però il mio ragazzo, nonostante l’apparente insicurezza è in realtà una persona estremamente romantica e sensibile, nonché tranquilla e con grande forza di volontà, è riuscito a smettere, con un mio grande aiuto e con la mia vicinanza e amore. Nel mentre, le cose si sono complicate, perché ho conosciuto “ufficialmente” il suo gruppo di amici e da subito sono stata presa in giro e schernita, forse perché sono sempre rimasta me stessa, e non solo non ho seguito il loro stile di vita ma ho aiutato il mio ragazzo a capire che era sbagliato. Questo, però, è sembrato non andare a genio ai suoi amici, i quali da subito hanno mostrato grande ostilità e cattiveria nei miei confronti, secondo me anche per una discreta dose di invidia nei confronti del nostro amore (da sempre e da subito, unica gioia, unico scoglio, unica certezza, unica ancora di salvezza di questa storia fragile e difficile). Ho cominciato quindi a sentirmi sempre più a disagio insieme a loro, ma nonostante questo abbiamo continuato ad uscirci. Se però facevo presente questa cosa al mio ragazzo, lui non voleva sentirne parlare, negava tutto e diceva che era colpa mia, che ero paranoica; inoltre, se provavo a fargli notare quanto lo stile di vita seguito dai suoi amici e un tempo da lui fosse sbagliato e privo di senso, reagiva in modo aggressivo asserendo che non ci fosse nulla di male e che a tutti piace “divertirsi”. Insomma, sono stati mesi duri e difficili, pieni di dubbi discussioni e litigi: io, per stare con lui, mi sono praticamente trasferita qui ed ho impiegato tutte le mie energie e risorse in questa storia, ma adesso mi sento sola, fragile ed abbandonata. Ci amiamo tanto e lui sta sempre con me, non mi fa mancare nulla ed è la persona più dolce e unica dell’universo, il nostro amore è grande e profondo, anche a causa di quello che abbiamo passato. Con il passare dei mesi e con il nostro continuo parlare (io ho la capacità di riuscire ad essere chiara e convincente, di spiegare le cose affinchè arrivino dritte a chi ascolta) sono riuscita a insegnargli molto, ad aiutarlo a crescere, a capire i suoi disagi e i suoi errori, a farlo riflettere; ogni volta è stata dura ma poi alla fine siamo sempre andati avanti. Attualmente le cose vanno un po’meglio, anche se visto che lui riempiva la sua vita solo di quello adesso è, come dire, “vuoto”: essendo un po’ “orso” già di suo non è un esperto di iniziative, poi non ha hobby, passioni, interessi, se non il lavoro a cui tiene tantissimo (elemento, questo, molto positivo), e la televisione (il resto del tempo lo passava in questo “circolo”). Io al contrario sono una persona molto esigente e piena di interessi; qui dove sono non riesco a fare nuove amicizie poiché le persone che finora ho incontrato sono molto opportuniste, ed io mi lascio andare e apprezzo la compagnia di qualcuno solo se so che posso fidarmi e starci bene. Non so davvero come fare a compensare questo “vuoto” del mio ragazzo, a fare riniziare e rinascere la sua e la nostra vita insieme ora che l’ho tolto da quello schifo. Inoltre, lui asserisce sempre che i suoi amici non li vuole abbandonare del tutto, ma io davvero non riesco più a uscire con loro, oramai i rapporti sono troppo incrinati; la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’organizzazione di un addio al celibato a Berlino per 4 giorni, dedito ovviamente a prostitute, discoteche e droga. Basta! Io non mi sono sentita rispettata e capita, non sopporto più questo genere di persone, e anche se so che il mio ragazzo non andrebbe mai a prostitute (è un po’ “fuori dalla norma” in questo senso, molto timido e sensibile, non “animale” come la maggior parte degli uomini), ho paura che venga ritentato dalla droga, che i suoi amici lo rispronino a farlo, che lui sia ancora troppo debole, che si faccia traviare dagli altri. Inoltre trovo l’iniziativa di per sé sbagliata, e quindi l’ho fatto presente. Il mio ragazzo ha deciso di non andare, scatenando ulteriormente così l’ira dei suoi amici su di me; addirittura, uno (il leader del gruppo, quello “peggio” che tutti assurgono però a esempio) lo ha convocato per una pizza asserendo che secondo lui non è felice con me, che io non li lascio i suoi spazi…ma ci rendiamo conto? Quando io alla fine sopportavo anche il fatto di uscire con loro facendomi però i miei, e lui ha fatto di tutto per farmi odiare! Vi prego, qualcuno mi aiuti: il mio ragazzo forse è un po’ debole e insicuro, ingenuo, è vero: ma è un essere tanto buono, tanto affettuoso, tanto dolce, tanto disponibile, e io lo amo con tutta me stessa, darei la vita per lui e per la nostra felicità. E’ stato debole e incosciente a vivere così, ma quello non è il suo posto, lui è fatto per amare e il suo sogno è avere una famiglia, non aveva mai trovato una ragazza che lo capisse, tutto qui Vorrei solo riuscire a riniziare da zero con lui, lasciandoci alle spalle questa brutta realtà, che come una trappola, come un tarlo, come un incubo, continua a darci fastidio e a tormentarci, e poter ricominciare con una vita nuova, vera, accanto alla persona che amo. Scusate per la lungaggine. Vi ringrazio tanto qualora vorrete darmi un parere. M.

p.s. unica cosa positiva: ho ritrovato lo stimolo per studiare
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
La sua richiesta di consulenza contiene parecchi spunti di riflessione, fa trasparire inoltre il suo "bisogno" di raccontarsi ed essere ascoltata, ma l'etere non è proprio il luogo adatto.

"lasciandoci alle spalle questa brutta realtà, che come una trappola, come un tarlo, come un incubo, continua a darci fastidio e a tormentarci, e poter ricominciare con una vita nuova, vera, accanto alla persona che amo."

Dovrebbe, in sede di consulenza, leggersi più a fondo, comprendere le dinamiche di questo amore e soprattutto della sua psiche, soltanto così potrà modificare il suo sentire e ripartire, come desidera lei.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
La ringrazio, ha ragione. Ovvio che in un messaggio non si può riassumere un'intera vita, ci ho provato ma in effetti è risultato un mix di troppe cose. E' solo che sono sempre stata abituata a risolvere le cose da sola, forse perchè troppo testarda, e adesso si sono per così dire "accumulate". Cercherò comunque di seguire il Suo consiglio. Cordiali saluti e grazie ancora.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Molte cose, soprattutto quando si tratta di psiche, non si può risolvere da soli.....

Ci vogliono o clinici che la terranno per mano nella disamina competente e completa del suo disagio
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,
la lunga descrizione del Suo travaglio riflette la sofferenza e i dubbi che ha percorso.
Lei sembra meravigliarsi che il gruppo Le sia "contro", ma è logico: uno del gruppo ha "tradito" per Lei.

<<quello non è il suo posto, lui è fatto per amare e il suo sogno è avere una famiglia, non aveva mai trovato una ragazza che lo capisse<<

Non possiamo saper con certezza quale sia il posto giusto per l'altro, e tutte queste riflessioni fatte da sola La portano ad avvitarsi su se stessa senza fine.

Chieda aiuto ad un/a nostro collega Psicoterapeuta, Le sarà di grande aiuto.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Gentilissima dottoressa,
io non ho la presunzione di sapere quale sia il posto dell'altro, semplicemente conosco la persona che ho accanto e lui stesso mi ha detto che non si era mai mostrato con nessuno prima di me. Tante volte, parlando con lui, gli ho chiesto se per caso non credesse che eravamo troppo diversi, o meglio, che i nostri vissuti erano troppo diversi, per stare insieme, e lui risponde sempre che ama me e vuole stare con me. Forse ho sbagliato a scrivere tanto, è solo che volevo dare i più spunti di riflessione possibili per far capire la situazione; potrei riassumere il mio papiro come segue: è sbagliato lottare contro questo gruppo e questo passato sbagliati (spero che in questo io ci abbia visto giusto) in nome dell'amore che provo per questa persona, e cercare di "portarlo via? Mi dica, dottoressa: si può definire "tradimento" nei confronti degli amici lo smettere di drogarsi anche se prima si faceva e loro continuano a farlo? Intorno a questa drammatica realtà-la droga-ruotano attorno i miei dubbi e le mie paure. Il resto è, come dire, sostenibile.
La ringrazio ancora e le pongo i miei più sinceri saluti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Intorno a questa drammatica realtà-la droga-ruotano attorno i miei dubbi e le mie paure. Il resto è, come dire, sostenibile.
>>>

Beh, non è affatto una cosa da poco.

La droga, per chi ci è dentro davvero, monopolizza tutte le risorse della persona, la sua attenzione, la motivazione. Il drogato riduce la sua esistenza al solo problema di come procurarsi la dose per lo sballo successivo. Tutto ciò che dovrebbe contare davvero - amici, sentimenti, affetti, famiglia, lavoro - passa decisamente in secondo piano.

Perciò non credo, per come ti sei descritta, che un fidanzato tossicodipendente possa darti ciò di cui hai bisogno. A meno che tu non sia pervasa dal classico demone dell' "Io ti salverò".

Sembri una ragazza tutto sommato equilibrata, con la testa sulle spalle. Forse dovresti fare una riflessione su ciò che vuoi davvero dalla vita e pensare se questo ragazzo è in grado di dartelo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Ed è proprio così dottore. Si immagini una ragazza tranquilla e semplice, con la testa sulle spalle, catapultata in questo mondo orribile. Io non conoscevo le sue dinamiche (che, tra l'altro, sono proprio come Lei le ha descritte...ora le conosco eccome, potrei scriverci un libro!), ma appena me ne sono resa conto ho detto NO. E il mio ragazzo, da subito, mi ha seguita, ed è venuto con me. Ha piano piano capito i suoi errori e lui stesso, da fuori, ha finalmente compreso il tunnel buio in cui si era sempre più addentrato. Ora, non era come dire "disperato": viene da due genitori molto uniti e che lo hanno coccolato e gi hanno trasmesso molti valori, ha un lavoro a cui tiene molto, e che lo impegna tutta la settimana; il problema arrivava nel tempo libero, che veniva "buttato" in questa maniera assurda (come secondo me tanti, troppi miei coetanei fanno). Ma questo non è forse ancora più inquietante? quando non manca nulla, e lo stesso ci si riduce a questo? Mi interrogo spesso sul perchè di tutto questo, e penso che la mia generazione sia ammalata di superficialità e esibizionismo, che manchino valori e rispetto. Diciamo che io, tra i giovani, sono un po' quella che si direbbe la "pecora nera"; eppure io e il mio ragazzo da subito ci siamo trovati e capiti. E' questo contorno che frega. Contorno al quale il mio ragazzo è inevitabilmente legato, in quanto cresciuto con queste persone. Ma, più vado avanti, più mi sembra che io per lui rappresenti una strada, i suoi amici un'altra, e che queste due strade siano esattamente l'opposto. Una volta ho chiesto al mio ragazzo che cosa ci facesse lì uno come lui, e lui ha risposto "ti stavo aspettando" (è l'introversione per eccellenza).
Mi pongo sempre il quesito da Lei suggeritomi, in quanto si dice che un uomo debba dare alla donna sicurezza, conforto, stimoli, attenzioni, e mille altre cose, e allora io penso a quanto invece abbia sofferto in questi mesi a causa di quella maledetta roba; mi dico "forse ho sbagliato tutto"!". Ma quando la sera lo vedo arrivare, quando lo abbraccio e sento la sua vicinanza, penso che ne sia valsa la pena. Come dice lei, quel vuoto che un certo stile di vita ha lasciato io lo vorrei compensare. E vorrei non sentirmi dire che ho cambiato una persona solo perchè ho guardato nella sua profondità e l'ho amato.
Grazie comunque, grazie ancora a tutti.