Provo amore in maniera normale?
Buongiorno,
cerco di raccontare la mia storia brevemente. Fidanzata da 17 anni,cinque anni fa ruppi la mia relazione in crisi perchè mi innamorai follemente di un uomo che mi aveva corteggiata con cura e tenerezza (lui fidanzato,era un amico del mio compagno). La nostra storia durò per un anno e mezzo (clandestinamente perchè lui non lasciava la sua compagna) tra tira e molla...lui si sentiva in colpa per la compagna, non si decideva, non voleva farla soffrire ed io aspettavo fiduciosa, soggiacendo ai suoi umori. Tralascio i mille dolori che mi ha fatto vivere.Un giorno mi dice che ha deciso, ha scelto me, stiamo insieme completamente, è felice, io alle stelle. Dieci giorni dopo tramite una telefonata mi comunica che non dobbiamo vederci piu perchè "ha capito di essere innamorato di lei quando lei ha minacciato di lasciarlo" presa dai sospetti di una relazione clandestina. Io chiedo incontri, voglio spiegazioni, ci vediamo ma non cambia nulla, non l'ho mai visto cosi deciso, si lascia scappare che sono stata un errore. Addirittura mi chiede di non sparire perchè la mia sparizione potrebbe destare sospetti in lei e io devo aiutarlo affinchè ciò non accada. E io lo faccio. E' solo una delle mille follie che mi chiede a cui io acconsento.Sto male ma accetto perchè lo amo e farei di tutto perchè lui non mi odi e mi apprezzi o comunque abbia di me un bellissimo ricordo. Ritengo che siamo adulti, possiamo restare amici, il lavoro grosso di sacrificio è il mio e mi addosso il peso della cosa senza che su di lui ricada nulla. Non gli faccio mai una scenata, mai una cattiveria, solo dolci parole e tanto affetto, nonstante tutto. Ma dopo poco tempo lui comincia a cambiare, parla di cose strane, che la vita cambia, che non puo mantenere una amicizia..per dirla in parole povere sparisce. Io lo cerco ma senza esagerare...quando capisco che non vuole piu saperne mi ritiro ma comincia i mio inferno personale..comincio a soffrire di ansia e attacchi di panico (infatti ho gia scritto qui), lui non sa nulla nè io mai ritengo corretto farglielo pesare. Nel frattempo passano cinque anni, lui si sposa, ha un figlio..io segui la sua vita dalle parole degli amici in comune e da facebook, è felice, raggiante, realizzato. Io non esisto piu. La mia nevrosi peggiora ma vado avanti..mi curo, miglioro, a fatica costruisco il mio futuro, torno con il mio vecchio compagno, prendo casa, nonostante panico ansia ricordi, psichiatra e dolore non posso fermarmi.Eppure oggi scrivo...scrivo che mi fa male la sua mancanza, mi chiedo come ha potuto dimenticarsi di me e cancellarmi cosi. Mi chiedo quanto si senta felice di essersi liberato di me. Mi chiedo.....perchè lo penso ancora? è un amore malato, è un modo ossessivo che ho io di vivere i sentimenti?Sono invidiosa della sua felicità o sono solo stata ferita nell'orgoglio?Mi chiedo...è importante sapere quanto gli altri ci abbiano amato e quanto e se ci ricordino?Mi chiedo...qual è davvero il mio problema, se non so dimenticare?
cerco di raccontare la mia storia brevemente. Fidanzata da 17 anni,cinque anni fa ruppi la mia relazione in crisi perchè mi innamorai follemente di un uomo che mi aveva corteggiata con cura e tenerezza (lui fidanzato,era un amico del mio compagno). La nostra storia durò per un anno e mezzo (clandestinamente perchè lui non lasciava la sua compagna) tra tira e molla...lui si sentiva in colpa per la compagna, non si decideva, non voleva farla soffrire ed io aspettavo fiduciosa, soggiacendo ai suoi umori. Tralascio i mille dolori che mi ha fatto vivere.Un giorno mi dice che ha deciso, ha scelto me, stiamo insieme completamente, è felice, io alle stelle. Dieci giorni dopo tramite una telefonata mi comunica che non dobbiamo vederci piu perchè "ha capito di essere innamorato di lei quando lei ha minacciato di lasciarlo" presa dai sospetti di una relazione clandestina. Io chiedo incontri, voglio spiegazioni, ci vediamo ma non cambia nulla, non l'ho mai visto cosi deciso, si lascia scappare che sono stata un errore. Addirittura mi chiede di non sparire perchè la mia sparizione potrebbe destare sospetti in lei e io devo aiutarlo affinchè ciò non accada. E io lo faccio. E' solo una delle mille follie che mi chiede a cui io acconsento.Sto male ma accetto perchè lo amo e farei di tutto perchè lui non mi odi e mi apprezzi o comunque abbia di me un bellissimo ricordo. Ritengo che siamo adulti, possiamo restare amici, il lavoro grosso di sacrificio è il mio e mi addosso il peso della cosa senza che su di lui ricada nulla. Non gli faccio mai una scenata, mai una cattiveria, solo dolci parole e tanto affetto, nonstante tutto. Ma dopo poco tempo lui comincia a cambiare, parla di cose strane, che la vita cambia, che non puo mantenere una amicizia..per dirla in parole povere sparisce. Io lo cerco ma senza esagerare...quando capisco che non vuole piu saperne mi ritiro ma comincia i mio inferno personale..comincio a soffrire di ansia e attacchi di panico (infatti ho gia scritto qui), lui non sa nulla nè io mai ritengo corretto farglielo pesare. Nel frattempo passano cinque anni, lui si sposa, ha un figlio..io segui la sua vita dalle parole degli amici in comune e da facebook, è felice, raggiante, realizzato. Io non esisto piu. La mia nevrosi peggiora ma vado avanti..mi curo, miglioro, a fatica costruisco il mio futuro, torno con il mio vecchio compagno, prendo casa, nonostante panico ansia ricordi, psichiatra e dolore non posso fermarmi.Eppure oggi scrivo...scrivo che mi fa male la sua mancanza, mi chiedo come ha potuto dimenticarsi di me e cancellarmi cosi. Mi chiedo quanto si senta felice di essersi liberato di me. Mi chiedo.....perchè lo penso ancora? è un amore malato, è un modo ossessivo che ho io di vivere i sentimenti?Sono invidiosa della sua felicità o sono solo stata ferita nell'orgoglio?Mi chiedo...è importante sapere quanto gli altri ci abbiano amato e quanto e se ci ricordino?Mi chiedo...qual è davvero il mio problema, se non so dimenticare?
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Gentile utente , è umano domandarsi se lui ci abbia amato e se lui ci ricorda , ma intanto è bene andare avanti , mi congratulo con lei , che è riuscita a riprendersi la sua vita , con fatica con dolore , ma ce l'ha fatta,ed è questa la cosa importante , ne sia fiera.
Lui certo era attratto , affascinato , anche appassionato , forse fragile , forse confuso.. la diagnosi non la cerchi più, mia cara , ha avuto momenti splendidi , si tenga in tasca quelli e lo lasci perdere.
Ora , lui ora è raggiante , non lo sappiamo veramente , ma non se ne occupi più..
Continua a pensarci, perchè secondo Zeigarnick, si ricordano i compiti interrotti , e così è stato per lei , certo , ed è stata una ferita narcisistica anche , ma la più forte è lei che ha saputo nuotare controvento..
Le faccio molti auguri di giorni sereni , costruttivi , e di continuare ad avere uno sguardo lucido e positivo sul mondo..
Lui certo era attratto , affascinato , anche appassionato , forse fragile , forse confuso.. la diagnosi non la cerchi più, mia cara , ha avuto momenti splendidi , si tenga in tasca quelli e lo lasci perdere.
Ora , lui ora è raggiante , non lo sappiamo veramente , ma non se ne occupi più..
Continua a pensarci, perchè secondo Zeigarnick, si ricordano i compiti interrotti , e così è stato per lei , certo , ed è stata una ferita narcisistica anche , ma la più forte è lei che ha saputo nuotare controvento..
Le faccio molti auguri di giorni sereni , costruttivi , e di continuare ad avere uno sguardo lucido e positivo sul mondo..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
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Probabilmente non è riuscita ad elaborare il lutto della separazione, è un po' come se qualcosa si fosse incistato.
I farmaci non possono aiutarla a dare un senso profondo e compiuto alle sue esperienze così come non possono aiutarla a comprendere i meccanismi inconsci che regolano il suo modo di costruire le relazioni affettive.
Lei descrive una forma di dipendenza affettiva che purtroppo la mette in una condizione di passività, assecondando i comportamenti svalutanti dell'altro che minano la sua autostima e il suo senso di sicurezza personale.
Tutto questo ha chiaramente radici antiche e profonde che meritano di essere affrontate in un contesto adeguato. Sarebbe il caso quindi di consultare un Collega (psicologo) di persona, meglio se di orientamento psicodinamico.
I farmaci non possono aiutarla a dare un senso profondo e compiuto alle sue esperienze così come non possono aiutarla a comprendere i meccanismi inconsci che regolano il suo modo di costruire le relazioni affettive.
Lei descrive una forma di dipendenza affettiva che purtroppo la mette in una condizione di passività, assecondando i comportamenti svalutanti dell'altro che minano la sua autostima e il suo senso di sicurezza personale.
Tutto questo ha chiaramente radici antiche e profonde che meritano di essere affrontate in un contesto adeguato. Sarebbe il caso quindi di consultare un Collega (psicologo) di persona, meglio se di orientamento psicodinamico.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#3]
Utente
grazie delle risposte.Pero non riesco a smettere di provare invidia e rabbia...a tratti penso che vorrei fosse felice, a tratti che soffrisse come me. Immagino sempre di parlargli per fargli sapere quanto mi ha fatto del male...e penso che non voglio perdonarlo. E' giusto non voler perdonare?
[#4]
>>E' giusto non voler perdonare? <<
credo sia naturale sentire il bisogno di comprendere meglio la propria condizione e cercare di avere chiarimenti. L'invidia e la rabbia sono emozioni comprensibili, ma denotano un desiderio inconscio di poter stare altrettanto bene.
Però tutto questo andrebbe trovato al di fuori di questa persona, perché altrimenti rischia di fare un "soliloquio"; deve considerare l'ipotesi che questa persona potrebbe essere assolutamente disinteressata a lei e a come si sente ora.
Quindi ha senso continuare a coltivare queste fantasie (per altro molto ambivalenti)?
Non si precluda la possibilità di stare bene, dopotutto sta dedicando molti pensieri ad una persona disinteressata e opportunista.
credo sia naturale sentire il bisogno di comprendere meglio la propria condizione e cercare di avere chiarimenti. L'invidia e la rabbia sono emozioni comprensibili, ma denotano un desiderio inconscio di poter stare altrettanto bene.
Però tutto questo andrebbe trovato al di fuori di questa persona, perché altrimenti rischia di fare un "soliloquio"; deve considerare l'ipotesi che questa persona potrebbe essere assolutamente disinteressata a lei e a come si sente ora.
Quindi ha senso continuare a coltivare queste fantasie (per altro molto ambivalenti)?
Non si precluda la possibilità di stare bene, dopotutto sta dedicando molti pensieri ad una persona disinteressata e opportunista.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.5k visite dal 09/02/2015.
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