Ansia,depressione.Punto morto della mia vita.Disturbo bipolare?

Buonasera a tutti,questa è la prima volta che scrivo qui.Sinceramente è anche la prima volta che mi trovo ad esporre questo problema a qualcuno che non sia un amico o un familiare.Sono molto preoccupata per la mia situazione.Ho 23 anni e vivo ancora con i miei genitori,essendo ancora disoccupata non posso permettermi un consulto privato e non ho nemmenoil coraggio di chiedere un qualsiasi aiuto economico ai miei, in una situazione delicata come quella che stiamo vivendo adesso.Tutto è cominciato(io credo)con la mia prima,ed unica,relazione.O meglio,a causa.Dopo 7 anni di morboso amore travolgente e struggente mi ritrovo a non sapere più chi sono o cosa voglio.Spiego meglio.Sono sempre stata una ragazza molto attiva,forse troppo sensibile ed ingenua,ma solare ed estroversa e cosa molto importante ho sempre avuto ben chiaro quel che volevo.In questi anni di relazione ho completamente perso la mia individualità e la mia sicurezza.Dopo un anno circa dalla fine trascinata fino allo stremo di questa storia mi sono ritrovata spiazzata,insicura e paurosa anche della mia stessa ombra.Ho cominciato inaspettatamente ad amare la solitudine della mia stanza (io che a casa tornavo solo per mangiare e neanche sempre) ed a trovarmi a disagio in mezzo alla gente. A dar buca continuamente alle amicizie più care preferendo di gran lunga lo stare a casa a dipingere o leggere.Solo cosi trovo pace.Non riesco più a fare nulla e mi sento una fallita. Ho fatto molta fatica a finire il liceo,ho lasciato l'università e non ho il coraggio nemmeno di andare a fare un colloquio.Sono costantemente soggetta a forti ansie che si manifestano senza alcuna motivazione apparente e brutti umori che mi accompagnano per ore.Sto impazzendo. E mi sento come se fossi già morta. Non ho aspettative, non vedo futuro, non mi sento adeguata a far niente e non mi sento adeguata per gli altri.Sono bloccata.Ma molto consapevole.Ed è questa consapevolezza che mi sta uccidendo:essendo comunque molto lucida (e lo dico dopo un lungo periodo di assoluta e completa nebbia cerebrale)continuo a rimanere ferma.Bloccata. Infossata.L'unico lato positivo di questa situazione è la mia crescita personale ed il ritrovo della mia individualità.Ho imparato a conoscermi a fondo,a convivere con dei lati di me,smussarne alcuni ed arricchirne altri.Ma ecco l'ennesimo paradosso,sebbene tutta questa maturità stia crescendo in me,non riesco più ad avere una qualsiasi realazione interpersonale,non solo a causa della mia"passione"per la solitudine, ma anche perchè non riesco ad essere costante e coltivare una rapporto,qualsiasi esso sia.Probabilmente per il mio sentirmi continuamente inadeguata ed inferiore (a causa del mio stile di non vita).Chiudo porte in faccia a chiunque provi ad avvicinarsi o aiutarmi,da sola mi sto facendo terra bruciata intorno.I pochi sopravvissuti tendono forzatamente a far finta di niente e ad aggirare il problema solo per poter stare un po con me.Grazie in anticipo a chiunque voglia rispondere
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Cara Ragazza,
se ad un anno dal termine della sua relazione il suo malessere interiore è tale da limitare in modo consistente la sua vita e bloccarla, è opportuno che faccia riferimento diretto a un nostro collega.
<Ho imparato a conoscermi a fondo,a convivere con dei lati di me,smussarne alcuni ed arricchirne altri.> ma è bloccata in un'impasse dalla quale sembra non riesca ad uscire.

<Dopo 7 anni di morboso amore travolgente e struggente> che sembra avere lasciato tracce profonde e pesanti strascichi...bisognerebbe capire di più in merito a come sia stata vissuta questa relazione, sui motivi della fine, su lei e sulla sua storia personale.
<non posso permettermi un consulto privato >
può però rivolgersi al servizio pubblico, presso le strutture ASL del suo territorio, non esiti, provi ad informarsi.

Se crede ci potrà riaggiornare
Cari auguri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Gentile dr.ssa Rinella, la ringrazio molto per la sua tempestiva risposta. So che un consulto online non è dei più efficaci, ma speravo comunque di poter capire se il mio è un problema "passeggero" (nonostante si prolunghi comunque da troppo tempo) o se si tratta di un disturbo dovuto ad un trauma che però andrebbe curato a dovere. Sono molto spaventata ,e questa paura mi porta costantemente a rimandare, far finta di niente o sminuire il problema. E' vero che non posso permettermi un consulto privato, ma è altrettanto vero che ho quasi paura ad andarci. Ho paura di scoprire d'avere qualche disturbo serio. So che è una follia..ma come tale, è assolutamente incontrollata.
Rispondendo alla sua domanda: la relazione nei primi tempi, ha portato sia me che lui ad alienarci completamente dal mondo circostante.Vivevamo in simbiosi. Premettendo che, Giulio (lo chiamerò cosi), è sempre stato un ragazzo molto insicuro,nascondeva questo suo lato debole con apparente prepotenza e irriverenza, e cominciò con lo scaricarla su di me. Accusandomi di tradimenti e di essere una poco di buono (senza motivazioni) scoprii poi che era lui a tradirmi costantemente. Questo accese in me una reazione spropositata. Mi sono trasformata in lui, ma al maschile.Comportamenti che non mi appartenevano in poco si erano completamente impossessati di me. La cosa assurda è che abbiamo continuato a stare insieme, a forzare questa relazione fino allo stremo, in cui nessuno dei due si fidava dell'altro. Sapevo che finire questa relazione era la cosa più salutare per me, ma non ci riuscivo, contava troppo per me lui, era come dover rinunciare ad un membro della famiglia. E mi sembrava assurdo. Cosi ho cominciato ad accumulare disagi e emozioni negative , a sottostare a questa situazione terribile . Il dialogo serio tra noi si era ridotto al minimo indispensabile, tutto il resto era divertimento e basta. Non mi ero mai sentita cosi impotente fino a quel momento. Sono sempre stata una molto diretta ,senza peli sulla lingua insomma una che non si fa mettere i piedi in testa.. e questo è stato traumatico per me. Ero preda di una costante lotta interna. So cosa devo fare, so cosa è meglio per me, ma non ci riesco. Cosi sapevo che non sarei mai stata in grado di lasciarlo , aspettavo inconsciamente fosse lui a mettere fine a questo """"dolce"""" strazio. E cosi è stato. Dopo quasi 7 anni ha voltato pagina e come se niente fosse a ricominciato. Ed anche con la marcia ingranata oserei dire. Mi sono sentita tradire molto più che dopo un tradimento carnale. Probabilmente ancora non ho metabolizzato. Ma quello che non capisco è perchè alcuni giorni mi sento la persona più forte ed autonoma del mondo, e il giorno dopo nemmeno riesco ad alzarmi dal letto.Ho paura di andare ad un colloquio o di coltivare un rapporto, qualsiasi sia, con una persona...
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Pensa di essersi appoggiata troppo al suo ex-compagno?
Privilegiava la vita di coppia piuttosto che coltivare la sua individualità, i suoi interessi?
Come descriverebbe i ruoli all'interno della coppia?

Metterei da parte le diagnosi, per il momento, ma credo sia importante per lei il confronto con un professionista.
Come mai vuole negarsi la possibilità di iniziare a stare bene?







Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
-Pensa di essersi appoggiata troppo al suo ex-compagno?Privilegiava la vita di coppia piuttosto che coltivare la sua individualità, i suoi interessi?

assolutamente si.....è stata la mia prima ed unica storia ed ingenuamente (e stupidamente) pensavo finalmente di aver trovato una persona come me, molto empatica,sensibile ma allo stesso tempo forte e determinata e per questo ho cominciato ad appoggiarmi a lui. Pian piano,con il tempo, parlando di progetti di vita insieme (lo so è ridicolo) mi sono completamente e definitivamente, non appoggiata, ma proprio spiattellata su di lui. E cosi pian piano,anche la mia forza e determinazione sono andati affievolendosi..quando la situazione ha cominciato a dimostrarsi per quella che realmente era mi sono trovata più e più volte a piangere in maniera quasi "isterica" perchè stavo andando contro tutto ciò che sono ,che ero, io.

-Come descriverebbe i ruoli all'interno della coppia?

due persone molto forti e fin troppo dirette in una relazione portano inevitabilmente al cambiamento forzato di uno dei due, a volte anche inconscio (io credo) ed è esattamente quello che è successo a me. Mi sono ritrovata da attiva e determinata a succube e insicura,convinta fosse un cambiamento momentaneo e che avrebbe fatto bene alla relazione. Ovviamente l'unica conseguenza subita è stata sentirmi impotente e spesso e volentieri rabbiosa nei miei confronti. Infatti parlo di essere stata succube ma in realtà questa chiamiamola "sottomissione" era prettamente interna, esteriormente non mi sono mai fatta vedere troppo debole da lui. Probabilmente era la reazione alla reazione scaturitami in conseguenza al mio cambio netto di persona. (scusi il gioco di parole..non so se sono stata chiara....? sarà anche l'ora..mi perdoni..) Il suo ruolo invece era quello di farsi vedere sempre e comunque molto forte.. è complicato spiegare qui..ci sarebbero mille sfumature ed episodi da dover raccontare.. ma spero quantomento che un quadro generale della situazione lei possa farlo..
Sono quasi sicura che sia questa esperienza la causa del mio malessere .. che mi blocca sempre di più.. mi sembra di star buttando via i miei anni migliori.. dove dovrei collezionare esperienze di vita,lavorative e cominciare a far progetti seri.. ma non ci riesco... come dice lei, sembra che io mi voglia negare la possibilità d star bene...e forse a questo punto ha ragione.. l'ho pensato tante volte...ma non saprei che risponderle...ho paura...e non riesco a muovermi ... penso e ripenso che se non avessi conosciuto Giulio, sarei già laureata a quest'ora e starei facendo un master adesso...e invece? ho paura di tutto e sono una fallita su tutti i punti di vista. Lavorativo,interpersonale e individuale..e la colpa? e solo mia.. come è mia la colpa di rimandare la vita sempre a domani..a domani..e ancora a domani...scusi il mio essere cosi prolissa dottore..
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