Consiglio per psicologo ed eventuale consulto in città
Salve,
Da alcuni mesi mi trovo in una situazione particolare. Premetto che sono sempre stato un persona ansiosa, sin da piccolo. Ho sempre avuto paura di andare a fare anche una semplice visita medica.
Il motivo per cui vi contatto non è tanto per l'aspetto "medico", ma quanto più per una situazione ansiosa di cui soffro da alcuni mesi relativa al lavoro / futuro.
Ho 29 anni, dal 2010 lavoro in proprio da casa (mi ero dimesso dal lavoro dipendente, e ho iniziato per la seconda volta l'avventura del lavoro in proprio, dopo che la prima volta, nel 2008, avevo fallito ed ero tornato a fare il dipendente).
Faccio principalmente il programmatore, ma ultimamente ho imparato a lavorare anche in altri campi (per es. la grafica). Lavorando da dipendente (in due aziende) ero sempre insoddisfatto, mi sentivo privato della mia libertà, e ogni volta che finivano le ferie mi prendeva un'ansia assurda per il ritorno al lavoro.
Mi sono messo in proprio nel 2010 e mi sentivo libero, e fino al 2011 le cose sono andate bene anche grazie alla collaborazione con un amico. Guadagnavo vendendo app per iPhone nell'App Store, e riuscivo a guadagnare bene. Ero felice e spensierato.
Nel 2012 le app hanno iniziato ad andare male, ho preso qualche delusione e ho pensato che forse stava per iniziare il "periodo negativo". Nonostante continuavo a guadagnare con il lavoro che avevo fatto (le app pubblicate in passato), e nel 2012 e fino a metà 2014 circa non ho rilasciato nuove app (e adesso mi sento in colpa per questo).
Nel 2013 sono andato a vivere da solo, e da metà 2014 anche la mia ragazza vive con me (ed è una situazione temporanea, visto che siamo in un monolocale)
A metà 2013 ho iniziato un'altra collaborazione, in cui per farla breve guadagno grazie a dei siti che non sono miei. Nel frattempo i guadagni derivanti dalle app che avevo pubblicato in passato sono scesi di moltissimo e solo con quelli non potrei vivere. Nonostante ciò oggi riesco a guadagnare ancora decentemente ma solo grazie alla collaborazione con i siti "non miei"
Andando al dunque, da mesi ho forte ansia per vari motivi relativi al lavoro / futuro:
1) Sono praticamente "dipendente" da questa collaborazione, e se la persona con cui collaboro volesse fermarla non avrei più come vivere. Tornare a fare il dipendente mi genera forte ansia e non è quello che voglio per il mio futuro.
2) Nonostante mi sia messo a fare nuovi lavori con la grafica e ho ottenuto qualche piccolo risultato negli ultimi 2 mesi, ci vuole ancora molto per "riprendermi" e sono sempre pessimista su tutto, e per questo lavoro male e con l'ansia a 1000 quasi ogni giorno.
3) Penso a cose tipo: "Ammesso che riuscissi a riguadagnare in questo modo, come faccio da qui a 65 anni, quando andrò in pensione, a vivere solo con la grafica con la tecnologia ke cambia continuamente?"
E una serie di altri pensieri negativi e non riesco a fermarli
Consigli?
Sapete a chi posso rivolgermi che non sia a pagamento (ASL? e simile) ?
Grazie!
Da alcuni mesi mi trovo in una situazione particolare. Premetto che sono sempre stato un persona ansiosa, sin da piccolo. Ho sempre avuto paura di andare a fare anche una semplice visita medica.
Il motivo per cui vi contatto non è tanto per l'aspetto "medico", ma quanto più per una situazione ansiosa di cui soffro da alcuni mesi relativa al lavoro / futuro.
Ho 29 anni, dal 2010 lavoro in proprio da casa (mi ero dimesso dal lavoro dipendente, e ho iniziato per la seconda volta l'avventura del lavoro in proprio, dopo che la prima volta, nel 2008, avevo fallito ed ero tornato a fare il dipendente).
Faccio principalmente il programmatore, ma ultimamente ho imparato a lavorare anche in altri campi (per es. la grafica). Lavorando da dipendente (in due aziende) ero sempre insoddisfatto, mi sentivo privato della mia libertà, e ogni volta che finivano le ferie mi prendeva un'ansia assurda per il ritorno al lavoro.
Mi sono messo in proprio nel 2010 e mi sentivo libero, e fino al 2011 le cose sono andate bene anche grazie alla collaborazione con un amico. Guadagnavo vendendo app per iPhone nell'App Store, e riuscivo a guadagnare bene. Ero felice e spensierato.
Nel 2012 le app hanno iniziato ad andare male, ho preso qualche delusione e ho pensato che forse stava per iniziare il "periodo negativo". Nonostante continuavo a guadagnare con il lavoro che avevo fatto (le app pubblicate in passato), e nel 2012 e fino a metà 2014 circa non ho rilasciato nuove app (e adesso mi sento in colpa per questo).
Nel 2013 sono andato a vivere da solo, e da metà 2014 anche la mia ragazza vive con me (ed è una situazione temporanea, visto che siamo in un monolocale)
A metà 2013 ho iniziato un'altra collaborazione, in cui per farla breve guadagno grazie a dei siti che non sono miei. Nel frattempo i guadagni derivanti dalle app che avevo pubblicato in passato sono scesi di moltissimo e solo con quelli non potrei vivere. Nonostante ciò oggi riesco a guadagnare ancora decentemente ma solo grazie alla collaborazione con i siti "non miei"
Andando al dunque, da mesi ho forte ansia per vari motivi relativi al lavoro / futuro:
1) Sono praticamente "dipendente" da questa collaborazione, e se la persona con cui collaboro volesse fermarla non avrei più come vivere. Tornare a fare il dipendente mi genera forte ansia e non è quello che voglio per il mio futuro.
2) Nonostante mi sia messo a fare nuovi lavori con la grafica e ho ottenuto qualche piccolo risultato negli ultimi 2 mesi, ci vuole ancora molto per "riprendermi" e sono sempre pessimista su tutto, e per questo lavoro male e con l'ansia a 1000 quasi ogni giorno.
3) Penso a cose tipo: "Ammesso che riuscissi a riguadagnare in questo modo, come faccio da qui a 65 anni, quando andrò in pensione, a vivere solo con la grafica con la tecnologia ke cambia continuamente?"
E una serie di altri pensieri negativi e non riesco a fermarli
Consigli?
Sapete a chi posso rivolgermi che non sia a pagamento (ASL? e simile) ?
Grazie!
[#1]
Gentile Utente,
sul sito della sua Asl di riferimento troverà di certo i recapiti dei servizi di psicologia a cui può rivolgersi per avere il sostegno psicologico che cerca.
Solitamente vi si accede dietro pagamento di un modesto ticket, ma dal momento che ogni realtà è differente, le consiglio di informarsi anche telefonicamente sulle modalità di funzionamento specifiche (anche, ad esempio, se sia necessaria o meno l'impegnativa del suo medico di base).
Cordialmente,
sul sito della sua Asl di riferimento troverà di certo i recapiti dei servizi di psicologia a cui può rivolgersi per avere il sostegno psicologico che cerca.
Solitamente vi si accede dietro pagamento di un modesto ticket, ma dal momento che ogni realtà è differente, le consiglio di informarsi anche telefonicamente sulle modalità di funzionamento specifiche (anche, ad esempio, se sia necessaria o meno l'impegnativa del suo medico di base).
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Ex utente
Si paga ogni incontro generalmente per quanto riguarda l'asl ?
Non è che per caso qualcuno di voi conosce un bravo psicologo / psicoterapeuta a Palermo ? preferibilmente con ASL.
Invece generalmente senza ASL, quindi a pagamento, si paga ogni singolo incontro ? sapete dirmi in genere quanti incontri al mese vengono fatti ?
A parte questo, avete qualche consiglio da darmi relativamente alla situazione che vi ho spiegato ? Ho paura ad andare anche dallo psicologo (ho ansia per tutto), vorrei riuscire a superare la cosa da solo, ma allo stesso tempo nei momenti in cui l'ansia mi prende di più ho la paura di non riuscire ad uscire più da questa situazione, nonostante so (con la logica) che la cosa più utile è non pensare al futuro perché è imprevedibile... e in alcuni momenti riesco a non pensarci e mi tranquillizzo, ma poi basta poco per farmi scattare di nuovo l'ansia e tornare nel circolo vizioso.
Ho provato a prendere varie pillole a base di erbe (iperico (No-Dep e altri), griffonia, biancospino, melissa, passiflora, valeriana, ho anche comprato alcune erbe sfuse). Ho provato anche a prendere il magnesio (Magnesio Supremo) per 15 giorni 2 cucchiaini al giorno, in quel periodo non ho avuto ansia (ma credo semplicemente perché non c'erano stati eventi particolari e penso sia stato un caso)... adesso sto riprovando a ricominciare con il magnesio nuovamente. Me l'hanno suggerito perché tra le varie funzioni mi hanno detto che aiuta anche a "modulare" l'azione elettrica del sistema nervoso (e magari a stabilizzare un po l'ansia e ragionare in modo più lucido, no?).
Le uniche cose che (temporaneamente) mi fanno calmare l'ansia e mi riportano a pensare in modo più lucido e positivo è l'alcool (so che è sbagliato, e non sono un bevitore abituale, ma in questo periodo bevo non più di una birra al giorno e quando sto molto male mi aiuta). Un'altra cosa che ho scoperto che mi da sollievo immediato è fumare un sigaretto (di quelli con il filtro). Prima li fumavo una volta ogni tanto (molto raramente, con gli amici), adesso ne fumo uno al giorno e mi da sollievo per 1-2 ore (mi gira anche un po' la testa e stranamente questa cosa mi aiuta un po'). So che non è l'atteggiamento giusto, so anche che è così che si prendono i vizi (io non sono un fumatore, ne un bevitore abituale, o almeno non lo sono stato mai), infatti mi sono posto il limite di massimo un sigaretto al giorno e non voglio superarlo perché non voglio prendere questa abitudine. Stessa cosa per la birra.
In alcuni momenti è come se riesco a penare in modo più lucido e mi sento più positivi, poi magari dopo poche ore torno ad essere negativo e non capisco come facevo prima ad essere positivo, e viceversa.
Non è che per caso qualcuno di voi conosce un bravo psicologo / psicoterapeuta a Palermo ? preferibilmente con ASL.
Invece generalmente senza ASL, quindi a pagamento, si paga ogni singolo incontro ? sapete dirmi in genere quanti incontri al mese vengono fatti ?
A parte questo, avete qualche consiglio da darmi relativamente alla situazione che vi ho spiegato ? Ho paura ad andare anche dallo psicologo (ho ansia per tutto), vorrei riuscire a superare la cosa da solo, ma allo stesso tempo nei momenti in cui l'ansia mi prende di più ho la paura di non riuscire ad uscire più da questa situazione, nonostante so (con la logica) che la cosa più utile è non pensare al futuro perché è imprevedibile... e in alcuni momenti riesco a non pensarci e mi tranquillizzo, ma poi basta poco per farmi scattare di nuovo l'ansia e tornare nel circolo vizioso.
Ho provato a prendere varie pillole a base di erbe (iperico (No-Dep e altri), griffonia, biancospino, melissa, passiflora, valeriana, ho anche comprato alcune erbe sfuse). Ho provato anche a prendere il magnesio (Magnesio Supremo) per 15 giorni 2 cucchiaini al giorno, in quel periodo non ho avuto ansia (ma credo semplicemente perché non c'erano stati eventi particolari e penso sia stato un caso)... adesso sto riprovando a ricominciare con il magnesio nuovamente. Me l'hanno suggerito perché tra le varie funzioni mi hanno detto che aiuta anche a "modulare" l'azione elettrica del sistema nervoso (e magari a stabilizzare un po l'ansia e ragionare in modo più lucido, no?).
Le uniche cose che (temporaneamente) mi fanno calmare l'ansia e mi riportano a pensare in modo più lucido e positivo è l'alcool (so che è sbagliato, e non sono un bevitore abituale, ma in questo periodo bevo non più di una birra al giorno e quando sto molto male mi aiuta). Un'altra cosa che ho scoperto che mi da sollievo immediato è fumare un sigaretto (di quelli con il filtro). Prima li fumavo una volta ogni tanto (molto raramente, con gli amici), adesso ne fumo uno al giorno e mi da sollievo per 1-2 ore (mi gira anche un po' la testa e stranamente questa cosa mi aiuta un po'). So che non è l'atteggiamento giusto, so anche che è così che si prendono i vizi (io non sono un fumatore, ne un bevitore abituale, o almeno non lo sono stato mai), infatti mi sono posto il limite di massimo un sigaretto al giorno e non voglio superarlo perché non voglio prendere questa abitudine. Stessa cosa per la birra.
In alcuni momenti è come se riesco a penare in modo più lucido e mi sento più positivi, poi magari dopo poche ore torno ad essere negativo e non capisco come facevo prima ad essere positivo, e viceversa.
[#3]
Gentile Utente,
il funzionamento dei Servizi di Psicologia dipende da regione a regione.
Non so dirLe come funziona nella Sua città, se c'è un ticket che si paga per ogni colloquio oppure un pacchetto che comprende più colloqui, né quanti colloqui sono previsti.
Per questa ragione potrà informarsi personalmente chiamando il numero dell'ospedale della Sua città e chiedendo quali sono le modalità per prenotare.
Non so dirLe neppure quanti incontri al mese dovrà fare, ma questo dipende dalla valutazione che farà il Collega che La vedrà di persona: talvolta si fa una prima valutazione per intraprendere una psicoterapia, altre volte è necessario approfondire una situazione da un punto diagnostico, altre ancora c'è bisogno della consulenza di altri specialisti, e molte volte non c'è neppure bisogno di rivedersi.
Quindi, prima di porsi troppi interrogativi, potrebbe prenotare il colloquio e capire con il professionista qual è il problema e che cosa occorre fare per risolverlo.
Cordiali saluti,
il funzionamento dei Servizi di Psicologia dipende da regione a regione.
Non so dirLe come funziona nella Sua città, se c'è un ticket che si paga per ogni colloquio oppure un pacchetto che comprende più colloqui, né quanti colloqui sono previsti.
Per questa ragione potrà informarsi personalmente chiamando il numero dell'ospedale della Sua città e chiedendo quali sono le modalità per prenotare.
Non so dirLe neppure quanti incontri al mese dovrà fare, ma questo dipende dalla valutazione che farà il Collega che La vedrà di persona: talvolta si fa una prima valutazione per intraprendere una psicoterapia, altre volte è necessario approfondire una situazione da un punto diagnostico, altre ancora c'è bisogno della consulenza di altri specialisti, e molte volte non c'è neppure bisogno di rivedersi.
Quindi, prima di porsi troppi interrogativi, potrebbe prenotare il colloquio e capire con il professionista qual è il problema e che cosa occorre fare per risolverlo.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Ex utente
Capisco... il problema è che ho anche paura di non incontrare una persona brava e di trovarmi peggio di come sono adesso, o comunque di trovare qualcuno furbo che mi dice di fare più incontri quando invece non ce n'è bisogno. Capisco che non sono tutti così, ma andare alla cieca senza conoscerlo è difficile, per questo chiedevo se sapevate consigliarmene uno della mia città nello specifico (o se qualcuno di medicitalia che lavora a Palermo può aiutarmi).
Comunque la ringrazio molto per le risposte!
Cordiali saluti.
Comunque la ringrazio molto per le risposte!
Cordiali saluti.
[#5]
Può guardare l'elenco di specialisti iscritti al sito e che esercitano a Palermo: sono certa troverà ottimi professionisti.
Tuttavia vorrei anche rassicurarLa sui Suoi dubbi: di solito è anche il pz. che sente di NON aver più bisogno di una terapia, ma ribadisco che non è mica detto che Lei debba fare una psicoterapia. Quindi, in altre parole, non c'è verso di "ingannare" un paziente!
Le auguro in ogni caso di trovarsi bene! :-)
Cordiali saluti,
Tuttavia vorrei anche rassicurarLa sui Suoi dubbi: di solito è anche il pz. che sente di NON aver più bisogno di una terapia, ma ribadisco che non è mica detto che Lei debba fare una psicoterapia. Quindi, in altre parole, non c'è verso di "ingannare" un paziente!
Le auguro in ogni caso di trovarsi bene! :-)
Cordiali saluti,
[#6]
Ex utente
Salve, torno a scrivervi perché ho finalmente deciso di iniziare un percorso con una dott.essa della mia città che mi è stata consigliata da un dirigente medico che conosce mio padre. Ma ho alcuni dubbi:
Come detto sopra il mio è un problema di ansia che è "esploso" da circa 1 mese e che mi causava l'impossibilità di lavorare e di affrontare ogni giorno a causa della forte ansia, anche se sono sempre stato ansioso ma quella di prima era un'ansia che si presentava solo x eventi specifici e poi passava (ed era meno invalidante).
Praticamente la dottssa che mi hanno suggerito è laureata in medicina e specializzata in psichiatria e ha diploma in psicologo analista. Le prestazioni sono effettuate in Intramoenia.
Ho già fatto il primo incontro e ho spiega in linea di massima tutto quanto, lei era seduta dietro la scrivania di fronte a me e io ero seduto nella poltrona subito di fronte davanti la scrivania. Parlavo molto velocemente e balbettavo (come se non sapevo cosa dire prima) e lei si limitava ad ascoltare e mi ha detto che ho molta confusione in testa e dei conflitti da risolvere probabilmente.
Intanto mi ha prescritto 2 compresse di Xanax 0.50mg, una alle 8 e una alle 14 e poi escitalopram 5 gocce alle 8.00. Quest'ultimo però per adesso abbiamo rimandato xke devo prima fare ecocardio (le ho detto che ho lieve insuff. Mitralica e ogni tanto qualche "tuffo al cuore", credo siano extrasistole, ma dall'ultimo ECG del 2009 non risultava nulla a parte tachicardia).
Cmq con le xanax in questi due giorni non ho più avuto quella brutta ansia e sono riuscito a lavorare, tranne oggi che è tornata un po di ansia(è normale nonostante sono sotto xanax?) per alcuni pensieri tra cui uno che mi preoccupa e per cui ci sto contattando:
Praticamente mi preoccupa il fatto che nel curriculum di questa dott.ssa c'è scritto che ha diploma in psicologo analista, quindi suppongo che quella che stia facendo è psicanalisi, e ho letto che psicanalisi oltre a richiedere molto tempo (2-3-4 anni) richiede più di una seduta a settimana e questo per me sarebbe insostenibile economicamente.
Il prossimo (secondo incontro) lo ha fissato dopo 1 settimana dal primo ma ho paura che poi diventano più frequenti di 1 volta a settimana se fosse veramente psicoanalisi.
Permetto che quando faccio la prenotazione la prestazione è chiamata "Psicoterapia individuale"
Mi chiedo quindi:
1) Se questo medico ha diploma come psicologo analista (e specializzazione in psichiatria) è certo che mi stia facendo psicanalisi?
2) se è psicanalisi è vero che ci vogliono quasi sempre più di 1 seduta a settimana?
3) se inizio la terapia con lei, e dopo alcune settimane o mesi volessi cambiare per i motivi sopra indicati, una volta che ho già iniziato prendere i farmaci da lei prescritti potrò cambiare psicoterapeuta e addirittura tipo di approccio (per es. Passando alla cognitiva e comportamentale), oppure visto che mi ha dato lei i farmaci poi sono costretto a continuare con lei ? (Ho paura visto che non potrò togliere i farmaci di testa mia se non potrò più pagare e quindi mi sento imprigionato e mi sta aumentando l'ansia)
4) Secondo me il mio problema non è poi così grave da giustificare una psicanalisi, è sfociato da circa 1 mese nella forma di ansia (e forse lieve depressione) ma mi sembra esagerato fare psicanalisi per anni e andare a scovare cause lontane (credo dipenda tutto dalla situazione lavorativa e altri stress connessi avuti nell'ultimo anno). Cosa mi consigliate?
5) E' possibile che anche se è psichiatra/psicologo analista mi stia in realtà facendo una normale "psicoterapia" che richiede breve tempo e 1 seduta a settimana e non una psicanalisi come temo?
Nota: nello studio non c'era un lettino (ho letto che per la psicanalisi dovrebbe esserci).
Probabilmente mi direte di chiedere a lei, ma ho l'ansia di aspettare fino al prossimo incontro e volevo sapere se in qualche modo potete rassicurarmi a riguardo. E poi mi vergogno un po a mettere subito in chiaro con lei che non posso sostenere economicamente più di una seduta a settimana.
Grazie!
Come detto sopra il mio è un problema di ansia che è "esploso" da circa 1 mese e che mi causava l'impossibilità di lavorare e di affrontare ogni giorno a causa della forte ansia, anche se sono sempre stato ansioso ma quella di prima era un'ansia che si presentava solo x eventi specifici e poi passava (ed era meno invalidante).
Praticamente la dottssa che mi hanno suggerito è laureata in medicina e specializzata in psichiatria e ha diploma in psicologo analista. Le prestazioni sono effettuate in Intramoenia.
Ho già fatto il primo incontro e ho spiega in linea di massima tutto quanto, lei era seduta dietro la scrivania di fronte a me e io ero seduto nella poltrona subito di fronte davanti la scrivania. Parlavo molto velocemente e balbettavo (come se non sapevo cosa dire prima) e lei si limitava ad ascoltare e mi ha detto che ho molta confusione in testa e dei conflitti da risolvere probabilmente.
Intanto mi ha prescritto 2 compresse di Xanax 0.50mg, una alle 8 e una alle 14 e poi escitalopram 5 gocce alle 8.00. Quest'ultimo però per adesso abbiamo rimandato xke devo prima fare ecocardio (le ho detto che ho lieve insuff. Mitralica e ogni tanto qualche "tuffo al cuore", credo siano extrasistole, ma dall'ultimo ECG del 2009 non risultava nulla a parte tachicardia).
Cmq con le xanax in questi due giorni non ho più avuto quella brutta ansia e sono riuscito a lavorare, tranne oggi che è tornata un po di ansia(è normale nonostante sono sotto xanax?) per alcuni pensieri tra cui uno che mi preoccupa e per cui ci sto contattando:
Praticamente mi preoccupa il fatto che nel curriculum di questa dott.ssa c'è scritto che ha diploma in psicologo analista, quindi suppongo che quella che stia facendo è psicanalisi, e ho letto che psicanalisi oltre a richiedere molto tempo (2-3-4 anni) richiede più di una seduta a settimana e questo per me sarebbe insostenibile economicamente.
Il prossimo (secondo incontro) lo ha fissato dopo 1 settimana dal primo ma ho paura che poi diventano più frequenti di 1 volta a settimana se fosse veramente psicoanalisi.
Permetto che quando faccio la prenotazione la prestazione è chiamata "Psicoterapia individuale"
Mi chiedo quindi:
1) Se questo medico ha diploma come psicologo analista (e specializzazione in psichiatria) è certo che mi stia facendo psicanalisi?
2) se è psicanalisi è vero che ci vogliono quasi sempre più di 1 seduta a settimana?
3) se inizio la terapia con lei, e dopo alcune settimane o mesi volessi cambiare per i motivi sopra indicati, una volta che ho già iniziato prendere i farmaci da lei prescritti potrò cambiare psicoterapeuta e addirittura tipo di approccio (per es. Passando alla cognitiva e comportamentale), oppure visto che mi ha dato lei i farmaci poi sono costretto a continuare con lei ? (Ho paura visto che non potrò togliere i farmaci di testa mia se non potrò più pagare e quindi mi sento imprigionato e mi sta aumentando l'ansia)
4) Secondo me il mio problema non è poi così grave da giustificare una psicanalisi, è sfociato da circa 1 mese nella forma di ansia (e forse lieve depressione) ma mi sembra esagerato fare psicanalisi per anni e andare a scovare cause lontane (credo dipenda tutto dalla situazione lavorativa e altri stress connessi avuti nell'ultimo anno). Cosa mi consigliate?
5) E' possibile che anche se è psichiatra/psicologo analista mi stia in realtà facendo una normale "psicoterapia" che richiede breve tempo e 1 seduta a settimana e non una psicanalisi come temo?
Nota: nello studio non c'era un lettino (ho letto che per la psicanalisi dovrebbe esserci).
Probabilmente mi direte di chiedere a lei, ma ho l'ansia di aspettare fino al prossimo incontro e volevo sapere se in qualche modo potete rassicurarmi a riguardo. E poi mi vergogno un po a mettere subito in chiaro con lei che non posso sostenere economicamente più di una seduta a settimana.
Grazie!
[#7]
In attesa del resto del testo:
- sulla terapia farmacologica come psicologa non Le posso rispondere, in quanto se ne occupa il medico
- sulla psicoanalisi la durata può essere superiore rispetto ad altre psicoterapie, ma di questo deve discutere direttamente con la dottoressa.
Al di là dei cv, avete stabilito di inizare una psicoterapia?
- sulla terapia farmacologica come psicologa non Le posso rispondere, in quanto se ne occupa il medico
- sulla psicoanalisi la durata può essere superiore rispetto ad altre psicoterapie, ma di questo deve discutere direttamente con la dottoressa.
Al di là dei cv, avete stabilito di inizare una psicoterapia?
[#8]
1) sta facendo terapia analitica
2) non saprei se è sempre così
3) sì, può cambiare
4) dipende dagli orientamenti. Alcuni vanno alla ricerca delle cause, altri no...
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
5) deve chiedere al curante
Quanto al resto, nessuna vergogna: ci sono pz che vengono in terapia ogni due settimane per problemi economici. Nessun problema.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
2) non saprei se è sempre così
3) sì, può cambiare
4) dipende dagli orientamenti. Alcuni vanno alla ricerca delle cause, altri no...
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
5) deve chiedere al curante
Quanto al resto, nessuna vergogna: ci sono pz che vengono in terapia ogni due settimane per problemi economici. Nessun problema.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
[#9]
Ex utente
In che senso? Siamo semplicemente rimasti di rivederci dopo 1 settimana. Penso sia implicito che sia già in terapia con lei credo, no? Non sono mai andato da uno psicologo non so come funziona. Lei dice che questi primi incontri siano solo per conoscerci e poi al prossimo o uno dei prossimi mi dirà chiaramente come si imposta la terapia (durata medi e quante sedute a settimana serviranno)? Se mi dovesse proporre più di una seduta a settimana e io volessi farne una a settimana secondo lei è ugualmente fattibile oppure la terapia diventa vana?
[#10]
Dipende tutto dal tipo di lavoro che si vuole impostare.
A volte è sufficiente un solo colloquio per valutazione della situazione, altre volte di più; a volte si imposta la terapia e si fissano gli obiettivi terapeutici in prima battuta già nel primo incontro...
Avete fissato gli obiettivi terapeutici?
Anche per la durata dipende: non Le so dire in tutta onestà se in terapia analitica ci si incontra più raramente. Ma se questo è un Suo problema, non vedo perché non proporlo al terapeuta.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
A volte è sufficiente un solo colloquio per valutazione della situazione, altre volte di più; a volte si imposta la terapia e si fissano gli obiettivi terapeutici in prima battuta già nel primo incontro...
Avete fissato gli obiettivi terapeutici?
Anche per la durata dipende: non Le so dire in tutta onestà se in terapia analitica ci si incontra più raramente. Ma se questo è un Suo problema, non vedo perché non proporlo al terapeuta.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
[#11]
Ex utente
Quindi può comunque scegliere il paziente la frequenza e non inficia sulla qualità della terapia? (Al massimo si allunga?) anche nell'_analitica?
La terapia cognitivo comportamentale è contrapposta alla psicanalisi (che se ho capitombene sarebbe la terapia analitica che ha menzionato) ? Quindi lo stessp medico se fa analitica non può fare TCC?
È in qualche modo difficile o dannoso cambiare medico ed eventualmente anche tipo di approccio terapeutico dopo aver iniziato il percorso con un medico anche dopo settimane o mesi? (Intendo dire, nel passaggio, visto che si prendono farmaci, si potrebbero avere problemi di star male x es. Perché il nuovo medico cambia improvvisamente posologia o farmaci o gli viene difficile capire come il precedente ha impostato la terapia farmacologica?).
Insomma, nel peggiore dei casi, se proprio non avessi più soldi per potermi pagare la terapia, basterebbe andare in un ASL con il SSN e qualsiasi medico saprebbe ridurmi i farmaci a poco a poco se non volessimo non potessi più affrontare la terapia? Scusi la domanda forse un po' stupida ma da persona ansiosa ho bisogno di capire se in ogni caso avrei una via d'uscita :)
La terapia cognitivo comportamentale è contrapposta alla psicanalisi (che se ho capitombene sarebbe la terapia analitica che ha menzionato) ? Quindi lo stessp medico se fa analitica non può fare TCC?
È in qualche modo difficile o dannoso cambiare medico ed eventualmente anche tipo di approccio terapeutico dopo aver iniziato il percorso con un medico anche dopo settimane o mesi? (Intendo dire, nel passaggio, visto che si prendono farmaci, si potrebbero avere problemi di star male x es. Perché il nuovo medico cambia improvvisamente posologia o farmaci o gli viene difficile capire come il precedente ha impostato la terapia farmacologica?).
Insomma, nel peggiore dei casi, se proprio non avessi più soldi per potermi pagare la terapia, basterebbe andare in un ASL con il SSN e qualsiasi medico saprebbe ridurmi i farmaci a poco a poco se non volessimo non potessi più affrontare la terapia? Scusi la domanda forse un po' stupida ma da persona ansiosa ho bisogno di capire se in ogni caso avrei una via d'uscita :)
[#12]
Ribadisco che nella terapia analitica non so quale sia la frequenza delle sedute, ma può certamente discuterne col curante.
Di solito la specializzazione è una, in un determinato tipo di psicoterapia e pertanto uno psicoanalista non fa TCC e viceversa.
Se lo psichiatra imposta una terapia e poi Lei ha necessità di cambiare medico, può farlo tranquillamente.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
Di solito la specializzazione è una, in un determinato tipo di psicoterapia e pertanto uno psicoanalista non fa TCC e viceversa.
Se lo psichiatra imposta una terapia e poi Lei ha necessità di cambiare medico, può farlo tranquillamente.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
[#13]
Ex utente
No non abbiamo fissato alcun obbiettivo in questo primo incontro. Mi ha solo ascoltato, le ho spiegato il lavoro che faccio, come è iniziato, le sensazioni che ho avuto in quesrte 3-4 settimane di "inferno", e mi ha solo detto che hp molta confusione n testa e che dobbiamo risolverla, e mi ha dato queste medicine credo sia per poter intanto lavorare e stare meglio in questi giorni, e forse per affrontare meglio il prossimo appuntamento (visto che parlavo in modo molto veloce quasi accavallandosi le parole e " tremando" un po per l'emozione).
Per quanto riguardo questo farmaco invece, l'escitalopram, lei sa dirmi qualcosa? Ho letto che può causare gravi aritmie cardiache perché causa prolungamento del QT (che non so cos'è) e mi ha chiesto di rifare l'ecocardio (ma io sto facendo anche l'ECG per sicurezza). In teoria con lieve insuff. Mitralica e forse qualche extrasistole ogni tanto (che credo nemmeno si evidenzi nelL'ecg) posso incorrere in problemi o sono evenienze molto rare e per persone con problemi più gravi? Ovviamente ne parlerò anche con il cardiologo ma voleva capire quanto era "pericoloso_" questo farmaco o se è solo un eccesso di precauzione.
PS. Scrivo da tablet, scusi quindi gli errori ortografici.
Per quanto riguardo questo farmaco invece, l'escitalopram, lei sa dirmi qualcosa? Ho letto che può causare gravi aritmie cardiache perché causa prolungamento del QT (che non so cos'è) e mi ha chiesto di rifare l'ecocardio (ma io sto facendo anche l'ECG per sicurezza). In teoria con lieve insuff. Mitralica e forse qualche extrasistole ogni tanto (che credo nemmeno si evidenzi nelL'ecg) posso incorrere in problemi o sono evenienze molto rare e per persone con problemi più gravi? Ovviamente ne parlerò anche con il cardiologo ma voleva capire quanto era "pericoloso_" questo farmaco o se è solo un eccesso di precauzione.
PS. Scrivo da tablet, scusi quindi gli errori ortografici.
[#16]
Gentile utente,
quanto si chiede in #6, l'ha già chiesto alla sua terapeuta? Credo di no. Ma, considerato che vi vedete una volta in settimana, ritiene opportuno farlo?
Tutte queste sono domande legittime di un paziente alla propria curante..
quanto si chiede in #6, l'ha già chiesto alla sua terapeuta? Credo di no. Ma, considerato che vi vedete una volta in settimana, ritiene opportuno farlo?
Tutte queste sono domande legittime di un paziente alla propria curante..
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#17]
Ex utente
Gent.lissimi dottore, vi aggiorno sulla situazione, sperando di ottenere un po' di chiarezza anche dalla vostra esperienza, che come saprete per una persona ansiosa è sempre un conforto avere dei pareri da persone esperte come voi.
Ho già fatto diverse sedute dallo psichiatra/psicoterapeuta che mi sta seguendo (che vi ricordo, è un medico specializzato in Psichiatria, con diploma in Psicologia Analitica al CIPA (mi pare si chiami così), il che significa, da ciò che ho capito, che segue la psicologia "junghiana").
In queste sedute (se non sbaglio ad oggi ne abbiamo fatto circa 4), le prime due a distanza di una settimana dall'altra, poi a distanza di 10 giorni e la prossima l'abbiamo programmata a distanza di 20 giorni, praticamente non abbiamo fatto psicoterapia vera e propria. Non ho mai fatto psicoterapia, ma l'ho dedotto dal fatto che non abbiamo parlato come immaginavo si parlasse da uno psicoterapeuta, ma più che altro i colloqui (durati 30-45 minuti ciascuno) si sono ridotti al sapere com'è andata la settimana (o i 10 gg) precedenti, ho descritto come mi sono sentito, ho spiegato cosa secondo me potrebbe aver scatenato, le mie ansie, ecc... ma fondamentalmente non mi ha detto nulla di che se non il fatto che (questo me lo diceva nelle prime due sedute) secondo lei avevo anche depressione perché quando in quel periodo ansioso avevo perso interesse al lavoro (cosa che prima mi piaceva, anche se ero pigro di mio), mi sentivo sconfortato e angosciato, ecc... Mi ha detto che dovevo fortificare il mio carattere (e credo si riferisse al fatto che lo avremmo fatto in seguito grazie al suo aiuto con la psicoterapia).
Quello che ha fatto, più che altro, è stato quello di prescrivermi dei farmaci. La prima volta, come credo di aver già scritto, mi ha prescritto Xanax + Escitalopram, mi ha detto che così avrei intanto stabilizzato la situazione in modo da poter anche mettermi in condizione di lavorare (lavoro in proprio e in quel periodo non riuscivo nemmeno a mettermi al pc).
La prima settimana ho preso solo Xanax (perché prima di prendere Escitalopram dovevo fare degli esami al cuore), e in effetti stavo molto meglio, l'ansia era quasi sparita, riuscivo a lavorare anche se non moltissimo, ecc... Poi ho iniziato a prendere Escitalopram e dopo circa 5-6 giorni è ricomparsa ansia, sconforto, ecc.., ho detto questa costa per telefono e lei mi ha detto di interromperlo e di riparlarne al prossimo incontro.
All'incontro successivo mi ha suggerito di continuare solo con lo Xanax per "stabilizzare" questi stati d'ansia, poi per l'antidepressivo eventualmente vedremo. Così, nei 10 gg successivi con solo Xanax (che ha aumentato a 2 mg al giorno) sono stato MOLTO meglio. L'ansia era praticamente sparita, se non qualche piccolo episodo sporadico ma credo fosse ansia "fisiologica". Lavoravo ogni giorno, e mi sentivo tornato alla mia normalità.
All'incontro successivo, spiegando come sono stato mi ha detto che ho fatto dei grandi progressi rispetto al primo colloquio, che mi ha trovato molto meglio, incoraggiandomi, ecc... e mi ha detto che secondo lei dal successivo incontro (dopo altri 20 giorni) potremmo interrompere lo Xanax. Nel frattempo, per questi 20 giorni, mi ha detto di prendere un integratore semi-naturali che ha la funzione di stabilizzare l'umore, si chiama Sumor (mi ha detto che è simile al Samyr), contiene S-ADENOSIL-METIONINA (mi pare si scriva così) e varie vitamine del complesso B, sali minerali, ecc..
Per i primi 6 giorni sono da questo incontro, con solo Xanax e integratore sono stato bene come le settimane precedenti, adesso da due giorni sto cominciando ad avere un po' di ansia, sempre immotivata. E' una ansia lieve, ma è come se il fatto che mi viene già un po' di ansia entro in "allarme", comincio a sentire tutte le sensazioni interiori della mia ansia e mi preoccupo di nuovo di tornare come prima. Ho fatto caso che mi succede più che altro quando ho delle giornate "vuote" in cui sento di non avere degli "obbiettivi", e appena mi metto a lavorare spesso l'ansia passa. Credo che in parte la mia ansia sia legata al fatto che in questi ultimi anni ho trascurato il lavoro, il che mi ha portato ad un problema economico, e ogni volta che lavoro poco scatta l'ansia (di questo ne ho parlato anche con lei e mi ha detto che potrebbe essere un motivo), infatti dopo che lavoro mi sento più "appagato", come se ho soddisfatto il mio "dovere" del giorno.
Comunque, più che altro vi ho scritto per chiedervi le seguenti cose:
1) Dopo queste circa 4 sedute, visto che non capivo se stavamo effettivamente facendo psicoterapia, e che tipo di psicoterapia, le ho chiesto se e quando intraprenderemo un percorso psicoterapico vero e proprio, ma lei mi ha risposto che quello che stiamo facendo (e, se ho capito bene, che faremo) è un "supporto psicoterapeutico". Cercando su internet, mi pare di capire che non si tratta di psicoterapia vera e propria, ma una sorta di supporto psicologico (come dei "consigli" su come superare una situazione momentanea della vita) unita ai farmaci che mi ha prescritto. E' corretto ? Secondo voi è un approccio corretto e devo avere fiducia a continuare così ? Vorrei capire meglio cosa si intende per "supporto psicoterapeutico".
2) Quando mi ha detto che dal prossimo incontro secondo lei potremmo togliere lo Xanax, le ho chiesto se lo avremmo ridotto a poco a poco, e mi ha risposto: "mannò, lo prende solo da 2 mesi, non c'è bisogno!". Adesso non so cosa intendesse...ma non credo che mi faccia staccare di botto, da un giorno all'altro, 2 mg di Xanax senza scalare un minimo, vero ? Credo sia dannoso ? Se mi dovesse dire di staccare all'improvviso da un giorno all'altro devo fidarmi oppure di testa mia scalo un po' più lentamente magari nel giro di 1-2 settimane ?
3) E' normale che prendendo lo Xanax, ogni tanto, si può avere di nuovo un po' di ansia ? E' come se mi sono talmente abituato a non averne più, che anche la minima ansia mi desta preoccupazione.
Mi rendo conto che le domande relative ai farmaci dovrei farle nella sezione Psichiatria, quindi nel caso non possiate rispondere a quest'ultime provo comunque a replicarle anche lì.
Grazie mille intanto!
Ho già fatto diverse sedute dallo psichiatra/psicoterapeuta che mi sta seguendo (che vi ricordo, è un medico specializzato in Psichiatria, con diploma in Psicologia Analitica al CIPA (mi pare si chiami così), il che significa, da ciò che ho capito, che segue la psicologia "junghiana").
In queste sedute (se non sbaglio ad oggi ne abbiamo fatto circa 4), le prime due a distanza di una settimana dall'altra, poi a distanza di 10 giorni e la prossima l'abbiamo programmata a distanza di 20 giorni, praticamente non abbiamo fatto psicoterapia vera e propria. Non ho mai fatto psicoterapia, ma l'ho dedotto dal fatto che non abbiamo parlato come immaginavo si parlasse da uno psicoterapeuta, ma più che altro i colloqui (durati 30-45 minuti ciascuno) si sono ridotti al sapere com'è andata la settimana (o i 10 gg) precedenti, ho descritto come mi sono sentito, ho spiegato cosa secondo me potrebbe aver scatenato, le mie ansie, ecc... ma fondamentalmente non mi ha detto nulla di che se non il fatto che (questo me lo diceva nelle prime due sedute) secondo lei avevo anche depressione perché quando in quel periodo ansioso avevo perso interesse al lavoro (cosa che prima mi piaceva, anche se ero pigro di mio), mi sentivo sconfortato e angosciato, ecc... Mi ha detto che dovevo fortificare il mio carattere (e credo si riferisse al fatto che lo avremmo fatto in seguito grazie al suo aiuto con la psicoterapia).
Quello che ha fatto, più che altro, è stato quello di prescrivermi dei farmaci. La prima volta, come credo di aver già scritto, mi ha prescritto Xanax + Escitalopram, mi ha detto che così avrei intanto stabilizzato la situazione in modo da poter anche mettermi in condizione di lavorare (lavoro in proprio e in quel periodo non riuscivo nemmeno a mettermi al pc).
La prima settimana ho preso solo Xanax (perché prima di prendere Escitalopram dovevo fare degli esami al cuore), e in effetti stavo molto meglio, l'ansia era quasi sparita, riuscivo a lavorare anche se non moltissimo, ecc... Poi ho iniziato a prendere Escitalopram e dopo circa 5-6 giorni è ricomparsa ansia, sconforto, ecc.., ho detto questa costa per telefono e lei mi ha detto di interromperlo e di riparlarne al prossimo incontro.
All'incontro successivo mi ha suggerito di continuare solo con lo Xanax per "stabilizzare" questi stati d'ansia, poi per l'antidepressivo eventualmente vedremo. Così, nei 10 gg successivi con solo Xanax (che ha aumentato a 2 mg al giorno) sono stato MOLTO meglio. L'ansia era praticamente sparita, se non qualche piccolo episodo sporadico ma credo fosse ansia "fisiologica". Lavoravo ogni giorno, e mi sentivo tornato alla mia normalità.
All'incontro successivo, spiegando come sono stato mi ha detto che ho fatto dei grandi progressi rispetto al primo colloquio, che mi ha trovato molto meglio, incoraggiandomi, ecc... e mi ha detto che secondo lei dal successivo incontro (dopo altri 20 giorni) potremmo interrompere lo Xanax. Nel frattempo, per questi 20 giorni, mi ha detto di prendere un integratore semi-naturali che ha la funzione di stabilizzare l'umore, si chiama Sumor (mi ha detto che è simile al Samyr), contiene S-ADENOSIL-METIONINA (mi pare si scriva così) e varie vitamine del complesso B, sali minerali, ecc..
Per i primi 6 giorni sono da questo incontro, con solo Xanax e integratore sono stato bene come le settimane precedenti, adesso da due giorni sto cominciando ad avere un po' di ansia, sempre immotivata. E' una ansia lieve, ma è come se il fatto che mi viene già un po' di ansia entro in "allarme", comincio a sentire tutte le sensazioni interiori della mia ansia e mi preoccupo di nuovo di tornare come prima. Ho fatto caso che mi succede più che altro quando ho delle giornate "vuote" in cui sento di non avere degli "obbiettivi", e appena mi metto a lavorare spesso l'ansia passa. Credo che in parte la mia ansia sia legata al fatto che in questi ultimi anni ho trascurato il lavoro, il che mi ha portato ad un problema economico, e ogni volta che lavoro poco scatta l'ansia (di questo ne ho parlato anche con lei e mi ha detto che potrebbe essere un motivo), infatti dopo che lavoro mi sento più "appagato", come se ho soddisfatto il mio "dovere" del giorno.
Comunque, più che altro vi ho scritto per chiedervi le seguenti cose:
1) Dopo queste circa 4 sedute, visto che non capivo se stavamo effettivamente facendo psicoterapia, e che tipo di psicoterapia, le ho chiesto se e quando intraprenderemo un percorso psicoterapico vero e proprio, ma lei mi ha risposto che quello che stiamo facendo (e, se ho capito bene, che faremo) è un "supporto psicoterapeutico". Cercando su internet, mi pare di capire che non si tratta di psicoterapia vera e propria, ma una sorta di supporto psicologico (come dei "consigli" su come superare una situazione momentanea della vita) unita ai farmaci che mi ha prescritto. E' corretto ? Secondo voi è un approccio corretto e devo avere fiducia a continuare così ? Vorrei capire meglio cosa si intende per "supporto psicoterapeutico".
2) Quando mi ha detto che dal prossimo incontro secondo lei potremmo togliere lo Xanax, le ho chiesto se lo avremmo ridotto a poco a poco, e mi ha risposto: "mannò, lo prende solo da 2 mesi, non c'è bisogno!". Adesso non so cosa intendesse...ma non credo che mi faccia staccare di botto, da un giorno all'altro, 2 mg di Xanax senza scalare un minimo, vero ? Credo sia dannoso ? Se mi dovesse dire di staccare all'improvviso da un giorno all'altro devo fidarmi oppure di testa mia scalo un po' più lentamente magari nel giro di 1-2 settimane ?
3) E' normale che prendendo lo Xanax, ogni tanto, si può avere di nuovo un po' di ansia ? E' come se mi sono talmente abituato a non averne più, che anche la minima ansia mi desta preoccupazione.
Mi rendo conto che le domande relative ai farmaci dovrei farle nella sezione Psichiatria, quindi nel caso non possiate rispondere a quest'ultime provo comunque a replicarle anche lì.
Grazie mille intanto!
Questo consulto ha ricevuto 18 risposte e 3.1k visite dal 08/02/2015.
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