Depressione - sbalzi d'umore, ansia, panico
Salve, vi scrivo perchè per ora non ho mai considerato realmente di rivolgermi ad uno specialista, non credendo molto nell'aiuto che questo possa darmi (e ritenendo che per risolvere il mio problema il primo step sia impegnarmi io stessa a farlo, cosa che al momento mi risulta complicata), e vorrei capire che tipo di terapia poter intraprendere.
Provengo dal terremoto del 2009, in cui la mia casa e parte di tutto ciò che vivevo è stato distrutto. Tutt'ora le difficoltà e i ricordi orribili di quella notte pesano sulla mia famiglia (che però è fortunata ad avere i suoi membri intatti). Sono riuscita a sorreggere il trauma trasferendomi in una grande città per l'università: l'unico modo che ho trovato è stato il distrarmi, anche in modi futili, che però ho trovato utili per dimenticare. Tutt'ora non mi sento a casa in nessun luogo e anche per via di una recente chiusura mi sento sempre più sola. Con gli anni ho smesso sempre più di studiare, di interessarmi alle mie passioni, di uscire, di svegliarmi di giorno. Ho sempre avuto la tendenza a restare sveglia di notte, ma vivendo da sola ho capovolto gli orari, e ne risento in ogni campo, sia sociale che universitario. Quasi ogni giorno arrivo a notte fonda senza aver concluso nulla della giornata, sentendomi sempre più una nullità. Il problema è che non riesco ad impegnarmi in nulla, neanche nel portare a termine qualche esame o nel cercare di svegliarmi prima; quando ci riesco mi ritrovo allo stesso punto dopo poco. Sono passata da una relazione ad un'altra per pura casualità, ma ciò mi ha portata a pensare che non sono neanche capace di stare sola; la mia nuova relazione è vissuta con ansia e moltissima rabbia nei confronti di una persona molto indipendente, capace di ottenere quello che vuole e molto più capace di passare tempo per fatti suoi senza che io gli manchi molto, cosa che mi fa soffrire. So che per come passo la mia vita non mi stima molto, e questo, oltre a dei presunti tradimenti e a dei comportamenti freddi che si sono susseguiti nel tempo, da un lato me lo fa odiare, dall'altro fa in modo che io mi ci attacchi in modo morboso. Ormai vivo ogni difficoltà con lui con molta esagerazione, con attacchi di panico, profondo senso di solitudine, invidia per la sua indipendenza da me, forti sbalzi d'umore quando invece facciamo pace. Non riesco più ad uscire da sola senza avere l'ansia. Ogni volta che mi arrabbio mi sembra di impazzire, e ogni volta che mi rendo conto di quanto sto buttando la mia vita vado nel panico totale. Fin da piccola ho avuto un disturbo ossessivo che mi fa grattare le gambe, ferendomi (come se avessi sempre la varicella), sono ossessionata dalla morte dei miei cari e al contempo non ho mai ripudiato il suicidio in situazioni difficili, vedendolo come una via di fuga. Mi rendo conto che sono giovane, ma anche che il continuare così mi farà precipitare in età adulta. Vorrei capire almeno come gestire rabbia e panico, che spesso mi bloccano per giorni. Grazie mille
Provengo dal terremoto del 2009, in cui la mia casa e parte di tutto ciò che vivevo è stato distrutto. Tutt'ora le difficoltà e i ricordi orribili di quella notte pesano sulla mia famiglia (che però è fortunata ad avere i suoi membri intatti). Sono riuscita a sorreggere il trauma trasferendomi in una grande città per l'università: l'unico modo che ho trovato è stato il distrarmi, anche in modi futili, che però ho trovato utili per dimenticare. Tutt'ora non mi sento a casa in nessun luogo e anche per via di una recente chiusura mi sento sempre più sola. Con gli anni ho smesso sempre più di studiare, di interessarmi alle mie passioni, di uscire, di svegliarmi di giorno. Ho sempre avuto la tendenza a restare sveglia di notte, ma vivendo da sola ho capovolto gli orari, e ne risento in ogni campo, sia sociale che universitario. Quasi ogni giorno arrivo a notte fonda senza aver concluso nulla della giornata, sentendomi sempre più una nullità. Il problema è che non riesco ad impegnarmi in nulla, neanche nel portare a termine qualche esame o nel cercare di svegliarmi prima; quando ci riesco mi ritrovo allo stesso punto dopo poco. Sono passata da una relazione ad un'altra per pura casualità, ma ciò mi ha portata a pensare che non sono neanche capace di stare sola; la mia nuova relazione è vissuta con ansia e moltissima rabbia nei confronti di una persona molto indipendente, capace di ottenere quello che vuole e molto più capace di passare tempo per fatti suoi senza che io gli manchi molto, cosa che mi fa soffrire. So che per come passo la mia vita non mi stima molto, e questo, oltre a dei presunti tradimenti e a dei comportamenti freddi che si sono susseguiti nel tempo, da un lato me lo fa odiare, dall'altro fa in modo che io mi ci attacchi in modo morboso. Ormai vivo ogni difficoltà con lui con molta esagerazione, con attacchi di panico, profondo senso di solitudine, invidia per la sua indipendenza da me, forti sbalzi d'umore quando invece facciamo pace. Non riesco più ad uscire da sola senza avere l'ansia. Ogni volta che mi arrabbio mi sembra di impazzire, e ogni volta che mi rendo conto di quanto sto buttando la mia vita vado nel panico totale. Fin da piccola ho avuto un disturbo ossessivo che mi fa grattare le gambe, ferendomi (come se avessi sempre la varicella), sono ossessionata dalla morte dei miei cari e al contempo non ho mai ripudiato il suicidio in situazioni difficili, vedendolo come una via di fuga. Mi rendo conto che sono giovane, ma anche che il continuare così mi farà precipitare in età adulta. Vorrei capire almeno come gestire rabbia e panico, che spesso mi bloccano per giorni. Grazie mille
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Gentile utente,
direi che occorre riprenedere da dove il tutto è cominciato, dal trauma del terremoto.
Infatti non solo lei ci presenta rabbia e panico, bensìn una serie di probelmatiche che - rileggendo la propria mail - anche Lei identifica.
Il consiglio è quello di iniziare un percorso psicoterapeutico.
Saluti cordiali.
direi che occorre riprenedere da dove il tutto è cominciato, dal trauma del terremoto.
Infatti non solo lei ci presenta rabbia e panico, bensìn una serie di probelmatiche che - rileggendo la propria mail - anche Lei identifica.
Il consiglio è quello di iniziare un percorso psicoterapeutico.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.5k visite dal 08/02/2015.
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