Troverò mai una soluzione?
Buonasera. Riepilogo brevemente la mia storia, in modo da esporvi il problema.
Famiglia: ho assistito a liti tra i miei genitori sin da bambina. Mio padre talvolta alzava le mani. Quando avevo 18 anni i miei si sono separati. Il rapporto con mio padre si era già incrinato da qualche anno: lui era spesso fuori casa, ci ignoravamo e non ci rivolgevamo la parola, tranne che per questioni indispensabili. Non lo vedo da più di sei anni, né lo sento. Sono rimasta con mia madre: iperprotettiva, a tratti narcisista, credo ... mi dà la colpa di tutto e non è assolutamente consapevole dei suoi problemi.
Amici: dopo le medie, non ne ho praticamente mai più avuti sino a quando ho inziato l'università. Al liceo vivevo sui libri. Venivo spesso presa in giro per la mia timidezza ed il mio aspetto fisico. All'università le cose sono migliorate. L'anno scorso avevo una compagnia di amici (l'unica che ho avuto) che poi si è sciolta.Ora ho un paio di amiche.
Relazioni: sono sempre corsa dietro a persone che non mi volevano, che erano impegnate, che sparivano. Dopo innumerevoli delusioni, la depressione che si era già affacciata nel periodo del liceo (quando lle cose in casa peggioravano e non avevo amici), peggiora. Vado da un primo medico: mi diagnostica un disturbo d'ansia e la cosa finisce li' (terapia: ansiolitico). Dopo poco inizio una TCC di tre anni (stavolta mi viene diagnosticato un disturbo narcisistico di tipo II), che poi abbandono perché mi sembra non produrre risultati. Due anni fa ho la mia prima relazione, breve e intensa, con un ragazzo conosciuto su internet: probabilmente un narcisista perverso. Mi fa vivere il paradiso e l'inferno. Con sforzo estremo decido di chiudere i contatti, e nel frattempo seguo una terapia psicosintetica (da un counselor), per aiutarmi a superare il distacco, che per me è un colpo durissimo. Nel frattempo conosco un altro ragazzo (il mio attuale ragazzo). Non cercavo nessuno. E' stata l'unica persona che non ho ' cercato '. Lo frequento da più di anno, ma il problema è che non capisco che lo amo. A momenti (di durata breve) in cui penso di amarlo (e ho paura), si alternano momenti di rabbia e apatia. E non finisce qui ... ci sono momenti in cui ho paura che, stando con lui, potrei perdermi altre opportunità; momenti in cui penso che non è alla mia altezza perché non è intelligente quanto il mio ex (non so ... è come se avessi paura di sminurmi stando con lui). Momenti in cui sono io che non mi sento all'altezza. Momenti in cui mi sento in colpa perché gli sto facendo del male. Sono costantemente tormentata da pensieri.Non riesco a venirne a capo. Attualmente seguo di nuovo una terapia individuale e ne stiamo facendo una di coppia. Sono senza lavoro, quindi posso permettermi poche sedute (ogni due/tre settimane). Vorrei capire se cambiando persona cambierebbe qualcosa. A volte vorrei lasciarlo per non farlo soffrire, ma so anche che il problema è mio.Dipende sicuramente dal rapporto coi miei.Sono condannata a vivere cosi?
Famiglia: ho assistito a liti tra i miei genitori sin da bambina. Mio padre talvolta alzava le mani. Quando avevo 18 anni i miei si sono separati. Il rapporto con mio padre si era già incrinato da qualche anno: lui era spesso fuori casa, ci ignoravamo e non ci rivolgevamo la parola, tranne che per questioni indispensabili. Non lo vedo da più di sei anni, né lo sento. Sono rimasta con mia madre: iperprotettiva, a tratti narcisista, credo ... mi dà la colpa di tutto e non è assolutamente consapevole dei suoi problemi.
Amici: dopo le medie, non ne ho praticamente mai più avuti sino a quando ho inziato l'università. Al liceo vivevo sui libri. Venivo spesso presa in giro per la mia timidezza ed il mio aspetto fisico. All'università le cose sono migliorate. L'anno scorso avevo una compagnia di amici (l'unica che ho avuto) che poi si è sciolta.Ora ho un paio di amiche.
Relazioni: sono sempre corsa dietro a persone che non mi volevano, che erano impegnate, che sparivano. Dopo innumerevoli delusioni, la depressione che si era già affacciata nel periodo del liceo (quando lle cose in casa peggioravano e non avevo amici), peggiora. Vado da un primo medico: mi diagnostica un disturbo d'ansia e la cosa finisce li' (terapia: ansiolitico). Dopo poco inizio una TCC di tre anni (stavolta mi viene diagnosticato un disturbo narcisistico di tipo II), che poi abbandono perché mi sembra non produrre risultati. Due anni fa ho la mia prima relazione, breve e intensa, con un ragazzo conosciuto su internet: probabilmente un narcisista perverso. Mi fa vivere il paradiso e l'inferno. Con sforzo estremo decido di chiudere i contatti, e nel frattempo seguo una terapia psicosintetica (da un counselor), per aiutarmi a superare il distacco, che per me è un colpo durissimo. Nel frattempo conosco un altro ragazzo (il mio attuale ragazzo). Non cercavo nessuno. E' stata l'unica persona che non ho ' cercato '. Lo frequento da più di anno, ma il problema è che non capisco che lo amo. A momenti (di durata breve) in cui penso di amarlo (e ho paura), si alternano momenti di rabbia e apatia. E non finisce qui ... ci sono momenti in cui ho paura che, stando con lui, potrei perdermi altre opportunità; momenti in cui penso che non è alla mia altezza perché non è intelligente quanto il mio ex (non so ... è come se avessi paura di sminurmi stando con lui). Momenti in cui sono io che non mi sento all'altezza. Momenti in cui mi sento in colpa perché gli sto facendo del male. Sono costantemente tormentata da pensieri.Non riesco a venirne a capo. Attualmente seguo di nuovo una terapia individuale e ne stiamo facendo una di coppia. Sono senza lavoro, quindi posso permettermi poche sedute (ogni due/tre settimane). Vorrei capire se cambiando persona cambierebbe qualcosa. A volte vorrei lasciarlo per non farlo soffrire, ma so anche che il problema è mio.Dipende sicuramente dal rapporto coi miei.Sono condannata a vivere cosi?
[#1]
Il nocciolo del problema è questo: " Sono costantemente tormentata da pensieri."
Gentile Utente, sono pensieri e sceglie Lei quale peso dare.
Oppure, se è una persona ansiosa, come mi pare Le abbia già detto un collega in passato, attribuisce un peso eccessivo a quanto Le passa per la testa.
Chieda al terapeuta come fare per non essere tormentata da questi pensieri ma per lasciarli passare, semplicemente guardandoli come nuvole nel cielo.
Cordiali saluti,
Gentile Utente, sono pensieri e sceglie Lei quale peso dare.
Oppure, se è una persona ansiosa, come mi pare Le abbia già detto un collega in passato, attribuisce un peso eccessivo a quanto Le passa per la testa.
Chieda al terapeuta come fare per non essere tormentata da questi pensieri ma per lasciarli passare, semplicemente guardandoli come nuvole nel cielo.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Gentile utente,
<<Vorrei capire se cambiando persona cambierebbe qualcosa.<<
A questa domanda Lei stessa più sotto si dà la risposta: <ma so anche che il problema è mio<.
E dunque la strada della psicoterapia è quella giusta, non la abbandoni come in precedenza.
Saluti cordiali.
<<Vorrei capire se cambiando persona cambierebbe qualcosa.<<
A questa domanda Lei stessa più sotto si dà la risposta: <ma so anche che il problema è mio<.
E dunque la strada della psicoterapia è quella giusta, non la abbandoni come in precedenza.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Utente
Buongiorno sono qui perché volevo aggiornare la situazione. Purtroppo è peggiorata. Abbiamo interrotto la terapia di coppia. Poi ho iniziato a litigare sempre più spesso con il mio ragazzo ed ultimamente ho avuto degli scatti d'ira che lo hanno fatto allontanare. Gli davo la colpa, lo criticavo. Ho sbagliato tutto dall'inzio alla fine. Tutto. Mi sono accorta di avere sbagliato tutto e che ci tenevo tantissimo a lui perché era la cosa più bella che mi era capitata ed io non gli ho dato valore. Non so se sceglierà di continuare con me o di lasciarmi perdere. Io vorrei davvero rimediare e provare seriamente a costruire qualcosa con lui, ma oramai ho sbagliato tutto e sono veramente devastata. credo che se non vorrà più vedermi dovrò pensare di prendere degli antidepressivi o non so...non ce la faccio veramente più a vivere in questa maniera. Non riesco a perdonarmi per come l'ho trattato e perché non sono riuscita a sistemare le cose prima che finissero così.,Ho anche il timore di essere borderline o comunque di sabotare le mie relazioni e dopo questa cosa che mi è successa (finita esattamente come con il mio ex), penso che non abbia più alcuna speranza.Non so cosa fare e non so cosa deciderà il mio ragazzo, ma mi sento veramente male. Mi riconosco un po' nei tratti border (in alcuni) e ho paura di avergli rovinato la vita e che non mi vorrà mai più vedere o che comunque anche se vorrà non sarà mai più nulla come prima. Attualmente sto seguendo un'altra psicologa, ma non so da che parte sbattere la testa. Mi sento malissimo. Non credo ci siano parole per esprimerlo. L'unica cosa di cui sono contenta è che quantomeno ho capito che qeuesto ragazzo lo amavo e che senza di me starà meglio. :(
[#4]
Cara ragazza,
Mi scusi, ma questa definizione di essere "border" mi sembra una giustificazione a valle di un errore.
Gli errori li facciamo tutti ed e' un bene soffrirne. E' una strategia difensiva per evitare di ripeterli.
Ma se Lei invece di comprendere i meccanismi e cercare di evitare che si ripetano, si definisce "border" si assolve.
Cosa vuole dirsi? Che e' impossibilitata a non ripetersi?
Eh no signorina! Ogni giorno tutti noi siamo chiamati a confrontarci con le difficolta', con la rabbia, le delusioni. Ma sappiamo che dobbiamo contenere le nostre reazioni o perderemo gli amici, gli affetti.
Questo e' un bilancio che tutti dobbiamo fare.
Anche i "border" lo fanno. Poi restano soli. E soffrono. Moltissimo!
Si faccia aiutare da uno psicoterapeuta dinamico per gestirsi compiutamente in queste sue crisi cosi' rovinosa. Quando capira' da dove originino riuscira' a controllarsi e sara' molto piu' sicura di se'!
I migliori saluti.
Mi scusi, ma questa definizione di essere "border" mi sembra una giustificazione a valle di un errore.
Gli errori li facciamo tutti ed e' un bene soffrirne. E' una strategia difensiva per evitare di ripeterli.
Ma se Lei invece di comprendere i meccanismi e cercare di evitare che si ripetano, si definisce "border" si assolve.
Cosa vuole dirsi? Che e' impossibilitata a non ripetersi?
Eh no signorina! Ogni giorno tutti noi siamo chiamati a confrontarci con le difficolta', con la rabbia, le delusioni. Ma sappiamo che dobbiamo contenere le nostre reazioni o perderemo gli amici, gli affetti.
Questo e' un bilancio che tutti dobbiamo fare.
Anche i "border" lo fanno. Poi restano soli. E soffrono. Moltissimo!
Si faccia aiutare da uno psicoterapeuta dinamico per gestirsi compiutamente in queste sue crisi cosi' rovinosa. Quando capira' da dove originino riuscira' a controllarsi e sara' molto piu' sicura di se'!
I migliori saluti.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2k visite dal 05/02/2015.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.