Problema col denaro
Buongiorno,
chiedo cortesemente un consulto per capire il tipo di problema.
Ho un problema col denaro o più precisamente col denaro nel momento in cui mi rapporto con le altre persone, ho 46 anni e da quando mi ricordo l'ho sempre avuto.
Quando devo effettuare qualche pagamento nella vita quotidiana preferisco preparare in anticipo il denaro contato oppure se sono in compagnia di altre persone (tipo amici quando si esce per una pizza o altro) dare a loro il denaro per pagare. Questo perchè nel momento in cui mi viene dato il resto vado in panico, non riesco proprio a contarlo e sono costretto a prendere ciò che mi viene dato e andare via.
Non si tratta di paura dei soldi che infatti maneggio senza problemi.
E nemmeno problemi sui numeri visto che risolvo tranquillamente le funzioni più complesse avendo avuto sempre eccellenti risultati nel periodo degli studi e anche per divertimento nel tempo libero.
Fino ad ora non è stato un grosso disagio o comunque facilmente risolvibile, ma il problema è ora il lavoro. Lavoro in banca da 26 anni e fortunatamente non ho mai prestato servizio alla cassa; per esigenze organizzative mi hanno appena spostato alla cassa e sto avendo continuamente differenze di contante che devo quasi quotidianamente rimborsare. Io non riesco ovviamente ad accorgermi del momento preciso in cui ho il problema ma un collega che un giorno mi seguiva ha assistito e mi ha prontamente fermato facendomi rendere conto della situazione: quando devo dare o ricevere denaro che non sia esattamente contato e devo fare calcoli molto elementari per dare resti cado nel buio più completo e pure di non fare vedere questa difficoltà e mandare via il cliente prima possibile gli consegno più o meno inconsciamente una certa quantità di denaro sperando che se è troppa me la dia indietro oppure se poca mi dica lui quanto dare. Ho parlato ai responsabili della filiale di questo problema ma si mettono a ridere non credendomi pensando che sia mancanza di volontà e dicono prendendomi in giro che se non voglio fare la cassa di portare un certificato che attesti questo. Ma il fatto è che io non riesco proprio a fare questo servizio. E comunque anche se esistesse un medico che mi fa questo "certificato" sorgerebbe grossissimi problemi nel senso che probabilmente conoscendo il comportamento del datore di lavoro mi trasferirebbe, per ripicca, ad altre filiali (con spostamenti quotidiani di decine di km) scatenando problematiche di altro tipo per situazioni famigliari che mi ritrovo.
Nonostante sappia benissimo che non troverei più lavoro, mi rendo conto di preferire la scelta di licenziarmi piuttosto che continuare il servizio di cassa diventando lo zimbello di tutti oppure essere trasferito lontano da casa.
Non so proprio come muovermi.
Grazie.
chiedo cortesemente un consulto per capire il tipo di problema.
Ho un problema col denaro o più precisamente col denaro nel momento in cui mi rapporto con le altre persone, ho 46 anni e da quando mi ricordo l'ho sempre avuto.
Quando devo effettuare qualche pagamento nella vita quotidiana preferisco preparare in anticipo il denaro contato oppure se sono in compagnia di altre persone (tipo amici quando si esce per una pizza o altro) dare a loro il denaro per pagare. Questo perchè nel momento in cui mi viene dato il resto vado in panico, non riesco proprio a contarlo e sono costretto a prendere ciò che mi viene dato e andare via.
Non si tratta di paura dei soldi che infatti maneggio senza problemi.
E nemmeno problemi sui numeri visto che risolvo tranquillamente le funzioni più complesse avendo avuto sempre eccellenti risultati nel periodo degli studi e anche per divertimento nel tempo libero.
Fino ad ora non è stato un grosso disagio o comunque facilmente risolvibile, ma il problema è ora il lavoro. Lavoro in banca da 26 anni e fortunatamente non ho mai prestato servizio alla cassa; per esigenze organizzative mi hanno appena spostato alla cassa e sto avendo continuamente differenze di contante che devo quasi quotidianamente rimborsare. Io non riesco ovviamente ad accorgermi del momento preciso in cui ho il problema ma un collega che un giorno mi seguiva ha assistito e mi ha prontamente fermato facendomi rendere conto della situazione: quando devo dare o ricevere denaro che non sia esattamente contato e devo fare calcoli molto elementari per dare resti cado nel buio più completo e pure di non fare vedere questa difficoltà e mandare via il cliente prima possibile gli consegno più o meno inconsciamente una certa quantità di denaro sperando che se è troppa me la dia indietro oppure se poca mi dica lui quanto dare. Ho parlato ai responsabili della filiale di questo problema ma si mettono a ridere non credendomi pensando che sia mancanza di volontà e dicono prendendomi in giro che se non voglio fare la cassa di portare un certificato che attesti questo. Ma il fatto è che io non riesco proprio a fare questo servizio. E comunque anche se esistesse un medico che mi fa questo "certificato" sorgerebbe grossissimi problemi nel senso che probabilmente conoscendo il comportamento del datore di lavoro mi trasferirebbe, per ripicca, ad altre filiali (con spostamenti quotidiani di decine di km) scatenando problematiche di altro tipo per situazioni famigliari che mi ritrovo.
Nonostante sappia benissimo che non troverei più lavoro, mi rendo conto di preferire la scelta di licenziarmi piuttosto che continuare il servizio di cassa diventando lo zimbello di tutti oppure essere trasferito lontano da casa.
Non so proprio come muovermi.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
potrebbe essere un problema d'ansia, legato al controllo.
E' possibile modificare il comportamento, partirei magari dall'uso del denaro per questioni personali (es quando va a cena con gli amici: lo tenga Lei e controlli una volta sola il resto).
Se non spezza questo meccanismo, ma lo alimenta, non ne esce più. Quindi deve cambiare il Suo comportamento.
Se da solo non ce la fa, una consulenza psicologica diventa necessaria.
Cordiali saluti,
potrebbe essere un problema d'ansia, legato al controllo.
E' possibile modificare il comportamento, partirei magari dall'uso del denaro per questioni personali (es quando va a cena con gli amici: lo tenga Lei e controlli una volta sola il resto).
Se non spezza questo meccanismo, ma lo alimenta, non ne esce più. Quindi deve cambiare il Suo comportamento.
Se da solo non ce la fa, una consulenza psicologica diventa necessaria.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Gentile utente,
Lei riferisce di averlo sempre avuto questo problema con il denaro , sarebbe utile capire quando e' nato e come si è' evoluto nella sua vita. Da solo difficilmente riuscirà a modificare questo meccanismo sarebbe utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta e vedrà che riuscirà a migliorare il suo rapporto con il denaro. Non si licenzi ma agisca in modo diverso provi a capire cosa la blocca e cosa le impedisce di "dare il resto" . Le faccio una domanda " cosa significa dare il resto a qualcuno per lei?"
Spero di averle dato qualche spunto utile!
Cordialmente
Lei riferisce di averlo sempre avuto questo problema con il denaro , sarebbe utile capire quando e' nato e come si è' evoluto nella sua vita. Da solo difficilmente riuscirà a modificare questo meccanismo sarebbe utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta e vedrà che riuscirà a migliorare il suo rapporto con il denaro. Non si licenzi ma agisca in modo diverso provi a capire cosa la blocca e cosa le impedisce di "dare il resto" . Le faccio una domanda " cosa significa dare il resto a qualcuno per lei?"
Spero di averle dato qualche spunto utile!
Cordialmente
Dr.ssa Verena Elisa Gomiero
psicologa psicoterapeuta
Operatore training autogeno
[#3]
Gentile Utente,
concordo con le Colleghe sull'opportunità di un consulto psicologico diretto per valutare alla luce di ogni elemento utile il problema descritto e affrontarlo in modo efficace, tanto più che ora si sta riverberando concretamente anche sulla sua vita lavorativa creandole ulteriori preoccupazioni che non mi sembrano di poco conto.
<scatenando problematiche di altro tipo per situazioni famigliari che mi ritrovo.>
Come va la sua vita familiare?
concordo con le Colleghe sull'opportunità di un consulto psicologico diretto per valutare alla luce di ogni elemento utile il problema descritto e affrontarlo in modo efficace, tanto più che ora si sta riverberando concretamente anche sulla sua vita lavorativa creandole ulteriori preoccupazioni che non mi sembrano di poco conto.
<scatenando problematiche di altro tipo per situazioni famigliari che mi ritrovo.>
Come va la sua vita familiare?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#4]
Gentile utente, concordo con le Colleghe , si faccia aiutare, subito, licenziarsi da una Banca, oggi, è impensabile.. Intanto vorrei farla riflettere, che rapporti ha avuto col denaro lei, insieme alla sua famiglia da ragazzo, c'erano magari aspirazioni ad avere di più, o la necessità, combattuta di controllarlo, misurarlo il denaro ? Il denaro è un grande decodificatore delle relazioni.. dice il libro, cioè il modo con cui la gente si rapporta col denaro la dice lunga sul modo con cui si rapporta in termini affettivi con gli altri e con le persone significative della propria vita.
Dare, prendere, controllare..Forse, ipotizzo, lei non vuole verificare troppo quello che gli altri ? , le danno a diversi livelli..
Cosa ne pensa ? Restiamo in ascolto.. di buone notizie..
Ci pensi e , veloce e tempista, si faccia aiutare
Dare, prendere, controllare..Forse, ipotizzo, lei non vuole verificare troppo quello che gli altri ? , le danno a diversi livelli..
Cosa ne pensa ? Restiamo in ascolto.. di buone notizie..
Ci pensi e , veloce e tempista, si faccia aiutare
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#5]
Ex utente
Innanzitutto ringrazio per le solerti risposte.
Per quanto riguarda la domanda relativa al rapporto col denaro da ragazzo non mi sembra di avere mai avuto aspirazioni particolari ad averne di più oppure sentire la necessità di controllarlo.
Per quanto riguarda la situazione famigliare è un pò particolare. Vivo ancora con mia mamma. Dopo la scomparsa di mio babbo avvenuta quando avevo 18 anni, io e mia mamma ci siamo un pò chiusi in noi stessi, evitando la vita sociale. Mentre io dopo qualche anno sono riuscito a superare il problema e ho iniziato a rifrequentare persone e a farmi amici; iscrivermi all'università e laurearmi pur lavorando (desiderio che avevo sempre avuto ma al quale avevo dovuto rinunciare vista la situazione contingente) ecc; mia mamma non è mai uscita da questa situazione. Non credo che per lei ci sia molto da fare oramai, però mi condiziona non poco, infatti ogni volta che esco a cena con amici sembra che le faccia un torto e spesso reagisce anche male. Mi fa pesare il fatto di lasciarla sola, di farla mangiare da sola ecc. Il fatto di lavorare lontano e non tornare a casa per pranzo diventerebbe una situazione molto pesante e difficile da gestire anche dal punto di vista psicologico per me a seguito dei tentativi più o meno velati di adossarmi la colpa della sua solitudine.
Seppure con qualche difficoltà sono bene o male sempre riuscito a gestire la situazione e a gestire la mia vita privata nonostante le pressione di mia mamma.
Non pensavo che questo potesse influire sul mio rapporto col denaro. Visti i vostri consigli chiederò un appuntamento ad uno psicologo per affrontare questa situazione.
Grazie ancora.
Per quanto riguarda la domanda relativa al rapporto col denaro da ragazzo non mi sembra di avere mai avuto aspirazioni particolari ad averne di più oppure sentire la necessità di controllarlo.
Per quanto riguarda la situazione famigliare è un pò particolare. Vivo ancora con mia mamma. Dopo la scomparsa di mio babbo avvenuta quando avevo 18 anni, io e mia mamma ci siamo un pò chiusi in noi stessi, evitando la vita sociale. Mentre io dopo qualche anno sono riuscito a superare il problema e ho iniziato a rifrequentare persone e a farmi amici; iscrivermi all'università e laurearmi pur lavorando (desiderio che avevo sempre avuto ma al quale avevo dovuto rinunciare vista la situazione contingente) ecc; mia mamma non è mai uscita da questa situazione. Non credo che per lei ci sia molto da fare oramai, però mi condiziona non poco, infatti ogni volta che esco a cena con amici sembra che le faccia un torto e spesso reagisce anche male. Mi fa pesare il fatto di lasciarla sola, di farla mangiare da sola ecc. Il fatto di lavorare lontano e non tornare a casa per pranzo diventerebbe una situazione molto pesante e difficile da gestire anche dal punto di vista psicologico per me a seguito dei tentativi più o meno velati di adossarmi la colpa della sua solitudine.
Seppure con qualche difficoltà sono bene o male sempre riuscito a gestire la situazione e a gestire la mia vita privata nonostante le pressione di mia mamma.
Non pensavo che questo potesse influire sul mio rapporto col denaro. Visti i vostri consigli chiederò un appuntamento ad uno psicologo per affrontare questa situazione.
Grazie ancora.
[#7]
Ex utente
Innanzitutto ringrazio per le solerti risposte.
Per quanto riguarda la domanda relativa al rapporto col denaro da ragazzo non mi sembra di avere mai avuto aspirazioni particolari ad averne di più oppure sentire la necessità di controllarlo.
Per quanto riguarda la situazione famigliare è un pò particolare. Vivo ancora con mia mamma. Dopo la scomparsa di mio babbo avvenuta quando avevo 18 anni, io e mia mamma ci siamo un pò chiusi in noi stessi, evitando la vita sociale. Mentre io dopo qualche anno sono riuscito a superare il problema e ho iniziato a rifrequentare persone e a farmi amici; iscrivermi all''università e laurearmi pur lavorando (desiderio che avevo sempre avuto ma al quale avevo dovuto rinunciare vista la situazione contingente) ecc; mia mamma non è mai uscita da questa situazione. Non credo che per lei ci sia molto da fare oramai, però mi condiziona non poco, infatti ogni volta che esco a cena con amici sembra che le faccia un torto e spesso reagisce anche male. Mi fa pesare il fatto di lasciarla sola, di farla mangiare da sola ecc. Il fatto di lavorare lontano e non tornare a casa per pranzo diventerebbe una situazione molto pesante e difficile da gestire anche dal punto di vista psicologico per me a seguito dei tentativi più o meno velati di adossarmi la colpa della sua solitudine.
Seppure con qualche difficoltà sono bene o male sempre riuscito a gestire la situazione e a gestire la mia vita privata nonostante le pressione di mia mamma.
Non pensavo che questo potesse influire sul mio rapporto col denaro. Visti i vostri consigli chiederò un appuntamento ad uno psicologo per affrontare questa situazione.
Grazie ancora.
Per quanto riguarda la domanda relativa al rapporto col denaro da ragazzo non mi sembra di avere mai avuto aspirazioni particolari ad averne di più oppure sentire la necessità di controllarlo.
Per quanto riguarda la situazione famigliare è un pò particolare. Vivo ancora con mia mamma. Dopo la scomparsa di mio babbo avvenuta quando avevo 18 anni, io e mia mamma ci siamo un pò chiusi in noi stessi, evitando la vita sociale. Mentre io dopo qualche anno sono riuscito a superare il problema e ho iniziato a rifrequentare persone e a farmi amici; iscrivermi all''università e laurearmi pur lavorando (desiderio che avevo sempre avuto ma al quale avevo dovuto rinunciare vista la situazione contingente) ecc; mia mamma non è mai uscita da questa situazione. Non credo che per lei ci sia molto da fare oramai, però mi condiziona non poco, infatti ogni volta che esco a cena con amici sembra che le faccia un torto e spesso reagisce anche male. Mi fa pesare il fatto di lasciarla sola, di farla mangiare da sola ecc. Il fatto di lavorare lontano e non tornare a casa per pranzo diventerebbe una situazione molto pesante e difficile da gestire anche dal punto di vista psicologico per me a seguito dei tentativi più o meno velati di adossarmi la colpa della sua solitudine.
Seppure con qualche difficoltà sono bene o male sempre riuscito a gestire la situazione e a gestire la mia vita privata nonostante le pressione di mia mamma.
Non pensavo che questo potesse influire sul mio rapporto col denaro. Visti i vostri consigli chiederò un appuntamento ad uno psicologo per affrontare questa situazione.
Grazie ancora.
[#8]
<chiederò un appuntamento ad uno psicologo>
Benissimo anche perché la relazione con sua madre, per come la descrive, sembra connotata da una non maturata distanza emotiva -vista la sua età adulta -e da dinamiche disfunzionali (invischianti) che la intrappolano interferendo non poco sulla sua autonomia,sulla possibilità di costruirsi una vita propria al di fuori delle mura domestiche, costringendola a fare i salti mortali per compiacere sua madre.
Dice di gestire la sua vita privata, ma a che prezzo e con quali sacrifici?
Benissimo anche perché la relazione con sua madre, per come la descrive, sembra connotata da una non maturata distanza emotiva -vista la sua età adulta -e da dinamiche disfunzionali (invischianti) che la intrappolano interferendo non poco sulla sua autonomia,sulla possibilità di costruirsi una vita propria al di fuori delle mura domestiche, costringendola a fare i salti mortali per compiacere sua madre.
Dice di gestire la sua vita privata, ma a che prezzo e con quali sacrifici?
[#11]
Mi scusi, ma quanti anni ha la mamma.. ? Ne ha parlato col medico di base ' Possibile che non si possa fare niente ? Il fatto che a parte tutto , lei debba necessariamente esserci a pranzo , mi sembra.. pazzesco..Provi a pensarci.. !
[#13]
Carissimo, è questione di punti di vista, ci sono settantenni che vanno ai Caraibi con un paio di amiche, ma forse qualcosa si può fare per non dico, risolvere, ma migliorare il quadro, io proverei a vedere se in Parrocchia non fanno gruppi, piccole gite e così via, parlerei col medico di base.. depressione o brutto carattere..?
Intanto si faccia aiutare davvero, perchè da qui, questo suo lasciarsi fare, dall' accettare resti, magari sbagliati, a farsi mettere in colpa perchè all'ora di pranzo è fuori per lavoro, mi fa preoccupare per lei, come si vede tra dieci anni.. ?
Le auguro sicurezza e coraggio e serenità, restiamo in ascolto..
Intanto si faccia aiutare davvero, perchè da qui, questo suo lasciarsi fare, dall' accettare resti, magari sbagliati, a farsi mettere in colpa perchè all'ora di pranzo è fuori per lavoro, mi fa preoccupare per lei, come si vede tra dieci anni.. ?
Le auguro sicurezza e coraggio e serenità, restiamo in ascolto..
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 2.9k visite dal 04/02/2015.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.