Tracollo post-universitario

mio padre è un professionista e sin dall'infanzia sono sempre stato spinto a seguire le sue orma ma sin da piccolo o sempre fatto tutt'altro, cercando di avvicinarmi alle attività più disparate, salendo di livello in attività lavorative sempre più "opposte" alla vita da ufficio, raggiungendo anche bei traguardi, pur non lasciando mai gli studi che svogliatamente continuavo secondo le indicazioni familiari sino alla laurea. Tutto è andato bene fino alla laurea. Appena laureato ho avuto la fortuna di associare i vari lavori fatti durante gli anni (completamente opposti alla carriera professionale paterna) agli studi fatti, arrivando a traguardi inimmaginabili con pubblicazioni scientifiche e testi pubblicati. Purtroppo il sogno non è durato perchè, complice la crisi economica questa attività non ha più ricevuto fondi pubblici e quindi si è interrotta. A due anni dalla laurea ho dovuto fare i conti con il passaggio generazionale che ad oggi non riesce ad avvenire per colpa mia. Nel lavoro che da sempre mi è stato progettato non riesco a vedermici e anzi, dò a quel lavoro la colpa della distanza tra me e mio padre, perchè per quel lavoro io e lui non ci siamo mai veramente conosciuti e ora lui in me vede il fallimento del suo piano di felicità familiare. Nè io né mio padre riusciamo a lasciare fuori dalla famiglia i diverbi lavorativi e ne risentiamo anche fisicamente. Io non so come uscire da questa situazione perchè ho provato a cercare altro ma non ho trovato nulla e in cuor mio vorrei solo riuscire a mettermi l'anima in pace e riuscire a svolgere al meglio quel lavoro (che non condivido) ma che in questi tempi è oro. Vorrei far sentire mio padre fiero di me, ma ogni giorno arrivo in ufficio e dopo mezz ora la mia mente crolla...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Ok, ma se lei è riuscito:

1) a laurearsi;
2) a perdurare e persistere malgrado la poca voglia;
3) a raggiungere traguardi inimmaginabili;
4) addirittura ad avere delle pubblicazioni,

mi sembra che non si possa dire che le qualità le manchino.

E quindi, secondo lei, che cosa le ha impedito di dire semplicemente a suo padre che lei, per la sua vita, aveva in mente tutt'altro?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
grazie per la risposta,
all'inizio neanche io avevo le idee chiare su quello che volevo fare e quindi ho navigato a vista, poi piano piano l'ho capito, ma non volevo dargli un dispiacere e non mi andava di abbandonare un percorso iniziato così ho continuato. Questa scelta sembrava essere stata quella giusta visto che le cose sembravano essere andate a posto da sole riuscendo a congiungere passione e studi, poi tutto si è dissolto e quello che ormai sembrava solo un ricordo è arrivato all'improvviso.
Ho iniziato a collaborare tanto per capire se potevo farcela, in un primo tempo ho anche pensato di riuscire ma adesso capisco che la mia mente e la mia personalità non vuole vedermi diventare come mio padre... lontano dai figli, stressato e costantemente in ansia.
Adesso ho paura di lasciarlo solo, di complicare il suo pensionamento, di deluderlo ancora di più e ho paura per me, perchè il tempo passa e non riesco nè a dedicarmi all'attività di famiglia nè tantomeno ad altro.
la situazione economica poi non giova e sento un senso di disorientamento enorme che stordisce fino a fine giornata e la cosa che adesso inizia a pesarmi di più è che la famiglia la confondo con il lavoro.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> ma non volevo dargli un dispiacere
>>>

Uno dei fatti della vita è che non si possono ottenere i traguardi che più ci piacciono senza scontentare qualcuno. Abbandoni pure l'idea che potrà raggiungere il successo con tutti lì a dirle "bravo", perché non succederà. Ci sarà sempre qualcuno contrario alla strada che sceglie. A volte anche in famiglia, purtroppo.

La buona notizia però è che una volta riuscito a ottenere quello che ci si era prefissi e a dimostrare che avevamo i numeri per farcela, di solito chi era contrario cambia idea. Soprattutto i familiari.

La situazione economica invece è una questione diversa.

Da sempre molte persone fanno lavori sgraditi. Però lei pensi a chi lavora una vita in fonderia, e pensi quindi che tutto sommato è stato fortunato. E poi, date le sue notevoli capacità, può sempre lavorare per cambiare la sua condizione, se quella in cui sta non le piace.
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Utente
Utente
grazie!