Periodo difficile dovuto alla perdita di alcune persone
Salve, vi scrivo perchè da fine 2013 ad agosto 2014 ho assistito alla scomparsa di alcune persone che conoscevo, che erano miei amici e a cui ero legato.
Nel novembre 2013 un compagno di scuola di quasi la mia stessa età ha perso la vita in un incidente stradale, un mese dopo un mio compagno di classe è scomparso dopo aver lottato contro una lunga malattia. Quel giorno ricordo che fu il giorno più triste della mia vita, ricordo che dopo mi invitarono anche ad un compleanno, ma rimasi triste per tutto il resto della serata. Non mi capacitavo di quello che era successo.
Nel 2014, per la precisione a Maggio, sono sconvolto da una notizia terribile, un mio carissimo professore (non era un prof era un vero e proprio maestro di vita) si spegne in pochi mesi a causa di un male incurabile.
Anche qui troppa tristezza e per il dolore non riesco nemmeno ad andare al funerale. Ma l'episodio che ha scatenato in me le riflessioni (che è anche l'ultimo) è quello di un mio coetaneo e compagno di università morto a causa di un incidente stradale ad Agosto.
Da li inizio a pensare continuamente al fatto che non mi capacito che tutto questo possa succedere, pensavo che le persone che conoscevo fosse come "indistruttibili e immortali". Di conseguenza inizio a pensare a come potrei sentirmi se venisse meno un familiare o una persona molto vicino a me.
Questi pensieri mi assalgono, e penso sempre a loro al fatto che se ne siano andati, di conseguenza mi chiedo "e se capitasse a me all'improvviso?".
Sono molto confuso, queste perdite mi hanno fatto riflettere su cose su cui prima non ci pensavo. Non so come comportarmi.
Nel novembre 2013 un compagno di scuola di quasi la mia stessa età ha perso la vita in un incidente stradale, un mese dopo un mio compagno di classe è scomparso dopo aver lottato contro una lunga malattia. Quel giorno ricordo che fu il giorno più triste della mia vita, ricordo che dopo mi invitarono anche ad un compleanno, ma rimasi triste per tutto il resto della serata. Non mi capacitavo di quello che era successo.
Nel 2014, per la precisione a Maggio, sono sconvolto da una notizia terribile, un mio carissimo professore (non era un prof era un vero e proprio maestro di vita) si spegne in pochi mesi a causa di un male incurabile.
Anche qui troppa tristezza e per il dolore non riesco nemmeno ad andare al funerale. Ma l'episodio che ha scatenato in me le riflessioni (che è anche l'ultimo) è quello di un mio coetaneo e compagno di università morto a causa di un incidente stradale ad Agosto.
Da li inizio a pensare continuamente al fatto che non mi capacito che tutto questo possa succedere, pensavo che le persone che conoscevo fosse come "indistruttibili e immortali". Di conseguenza inizio a pensare a come potrei sentirmi se venisse meno un familiare o una persona molto vicino a me.
Questi pensieri mi assalgono, e penso sempre a loro al fatto che se ne siano andati, di conseguenza mi chiedo "e se capitasse a me all'improvviso?".
Sono molto confuso, queste perdite mi hanno fatto riflettere su cose su cui prima non ci pensavo. Non so come comportarmi.
[#1]
Probabilmente al dolore per la perdita di queste persone, che realmente non sono state poche in poco tempo, si aggiunge una tua tendenza all'ansia, forse preesistente. Ti definiresti una persona ansiosa?
Cosa stai facendo per cercare di ridurre la confusione e il dolore?
Cosa stai facendo per cercare di ridurre la confusione e il dolore?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Gentile ragazzo,
tutti noi in un certo periodo della vita - frequentemente quello adolescenziale - incontriamo/ci scontriamo con questo evento inevitabile che è la morte, e di conseguenza con la consapevolezza della finitezza della vita.
Questo determina la necessità di un adattamento alla nuova consapevolezza, che talvolta sfocia in positive prese di coscienza: "Se la vita ha un termine, e dunque anche la mia, la vivrò con intensità ogni giorno". Talaltra invece provoca ansia, soprattutto se la quantità di stimoli è stata eccessiva e dunque risulta "indigeribile".
"Queste perdite mi hanno fatto riflettere su cose su cui prima non ci pensavo", ma questo non è un disturbo, sono interrogativi esistenziali.
tutti noi in un certo periodo della vita - frequentemente quello adolescenziale - incontriamo/ci scontriamo con questo evento inevitabile che è la morte, e di conseguenza con la consapevolezza della finitezza della vita.
Questo determina la necessità di un adattamento alla nuova consapevolezza, che talvolta sfocia in positive prese di coscienza: "Se la vita ha un termine, e dunque anche la mia, la vivrò con intensità ogni giorno". Talaltra invece provoca ansia, soprattutto se la quantità di stimoli è stata eccessiva e dunque risulta "indigeribile".
"Queste perdite mi hanno fatto riflettere su cose su cui prima non ci pensavo", ma questo non è un disturbo, sono interrogativi esistenziali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Cercare di non pensare a qualcosa, purtroppo, è già pensarci. È un tentativo che non funziona.
Se sei una persona ansiosa, ciò facilmente sta contribuendo ad alimentare il fastidio, oltre al dolore, di non sentirti al sicuro. Cerchi di aggrapparti a delle certezze che però non si possono avere per questioni come la morte o la scomparsa delle persone care.
Se il disagio è troppo può essere indicato il ricorso, anche breve, allo psicologo.
Se sei una persona ansiosa, ciò facilmente sta contribuendo ad alimentare il fastidio, oltre al dolore, di non sentirti al sicuro. Cerchi di aggrapparti a delle certezze che però non si possono avere per questioni come la morte o la scomparsa delle persone care.
Se il disagio è troppo può essere indicato il ricorso, anche breve, allo psicologo.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 24/01/2015.
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