Scissione dell'io e elaborazione del dolore

Gentili Dottori,
Più o meno 3 anni fa mi lasciai con la mia ragazza, spagnola, più grande, (la mia prima seria esperienza sessuale), dopo un anno di relazione. Ci eravamo gettati in quel rapporto già sapendo che un giorno sarebbe ripartita. Dopo l'addio stetti molto male e più o meno un mese dopo, ebbi un incidente in motorino e mi ruppi femore, tibia e perone. Fui costretto a passare un mese e mezzo a letto. La cosa mi diede molto sui nervi, anche perchè voleva dire rimandare di quasi un anno la laurea. Comunque, tornato dall'incidente nella città in cui studiavo ,incontrai una ragazza canadese di cui mi innamorai e con cui instaurai una relazione abbastanza seria per due mesi, prima che lei ripartisse. Piansi di nuovo delle lacrime e, dopo la sua partenza iniziai ad avere una visione della vita un po' più crepuscolare, ma che comunque mi piaceva lo stesso. Finchè un giorno ad una festa mi capitò una cosa strana. Premetto che avevo assunto cannabis, ma avvertii come se d'un tratto una sorta di mio io perfezionato avesse iniziato ad insultarmi e criticarmi. Mi guardavo dall'esterno e provavo una spiacevole sensazione. Da allora ho iniziato a vivere con una sorta di mio Io interiore che mi giudicava e mi criticava e non riuscivo più a stare in pace. Tutto ha iniziato lentamente a perdere senso e non riuscivo più a provare sincero divertimento e sincera empatia. Essendo musicista, inoltre, i ritrovai molte volte al centro dell'attenzione e venni, alle volte, anche ingiustamente criticato o insultato pubblicamente. Il mio senso di sdoppiamento aumentava ed ero caduto in una sorta di spirale narcisistica in cui consideravo il mio destino come quello di un poeta maledetto e altre stronzate simili. Sono giunto alla conclusione che avevo sviluppato un disturbo narcisistico della personalità, che mi faceva distorcere la realtà e da cui mi sono definitivamente liberato (grazie a dio!). Adesso conduco una vita più tranquilla. Purtroppo però continuo spesso ad avere quel senso di sdoppiamento e mi critico dall'esterno, giungendo alle volte a considerarmi un fallito che sta sprecando la sua vita senza viverla al massimo, come se fosse una competizione con gli altri a chi ha la vita più piena. Quando mi capita di avvertire queste sensazioni, mi sento come estraneo alla mia vita. Mi si annebbia il pensiero e, ricordando scene del passato, mi guardo dall'esterno, con distacco. Parlando con un amico, mi sono reso conto che non ricordavo nemmeno l'odore o lo sguardo delle mie due ex, preso da questo sdoppiamento, e adesso che ripenso a loro e elaboro le cose mi si schiarisce la mente.Ora, ciò che vorrei chiedervi è questo: è possibile che questo sdoppiamento iniziato tempo fa, possa essere solo un meccanismo difensivo nei confronti del dolore derivatomi da quelle tre batoste (le separazioni e l'incidente)? O forse che è solo una reazione ad una maturazione che mi sono rifiutato di affrontare?
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile ragazzo, certo queste due gravi perdite più il pesante incidente, più cannabis, per quanto tempo e in che dosi ? hanno reso problematico e infelice il suo.. essere nel mondo.. Questa diagnosi .. disturbo narcisistico di personalità . .da chi è stato diagnosticato ? può essere un meccanismo difensivo nei confronti del dolore derivante da quelle tre batoste,.. ? lei ci chiede ora, .. può darsi anche, ma di lontano, senza sapere molto di lei , della sua storia, non si possono fare diagnosi serie..
Le consiglio di farsi aiutare de visu , da un Collega, per rileggere e chiarire la sua storia.. e comprendere i suoi tratti di personalità.
Le faccio molti auguri e mi auguro che le serate con cannabis siano uscite dalla sua vita ora..
Se le fa piacere ci tenga informati..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
Ahahah, grazie al cielo le serate adesso sono molto più sane! Il mio consumo era un consumo giornaliero, ma mai niente di troppo esagerato. Consumavo insieme ai miei amici, che comunque, per quanto ne so, non hanno mai sofferto di questi disagi. Diciamo quindi il consumo medio di un universitario festaiolo.
Il disturbo narcisistico non è stato diagnosticato da nessuno, è solo un idea che mi sono fatto in seguito, leggendo, dopo aver fatto un po' più di chiarezza nella mia vita. E, anche se questa auto-diagnosi si potesse rivelare giusta, in ogni caso sono contento di poterne parlare al passato.
Il fatto è che questo "sdoppiamento", questa scissione produce in mè paranoie fuorvianti e del tutto scollate dalla realtà. Quando ne soffro, ho una paura matta del futuro e non riesco a vivere alla giornata e a godermi il presente. Inoltre mi fa sperimentare un'ansia sociale che prima mi era sconosciuta. Sono sempre stato un ragazzo socievole, che stava in compagnia volentieri. Il mio ultimo anno di università (quello in cui mi sentivo un po' sotto i riflettori e consumavo cannabis) ha fatto sì che iniziassi a preoccuparmi del giudizio che gli altri avevano su di me e a cercare di tenere il controllo su quello che succedeva, sul mio comportamento ecc.... con una relativa perdita dell'empatia. Vede, era una città molto piccola e mi è capitato diverse volte di scoprire voci che circolavano sul mio conto o opinioni pregresse che persone che non conoscevo neanche avevano sul mio conto, tentando di comportarmi di conseguenza. Credo che questa situazione, aggiunta a ciò che avevo appena trascorso, possa aver creato in me questo "seme della discordia".
Ho provato ad intraprendere un percorso terapeutico, ma, sinceramente, non ne trovavo beneficio. ritengo che l'unica soluzione sia essere onesto con me stesso. Ho scritto qui per capire se questo modo di pensare, che mi sta schiarendo un po' le idee, potesse essere plausibile oppure se, forse, era solo frutto della mia immaginazione. Grazie comunque per aver risposto :D
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Purtroppo però continuo spesso ad avere quel senso di sdoppiamento e mi critico dall'esterno, giungendo alle volte a considerarmi un fallito che sta sprecando la sua vita senza viverla al massimo"

Gentile ragazzo,

non escluderei che, a partire dall'assunzione della cannabis, Lei possa aver avuto un problema d'ansia e che, adesso, al ricordo di quella sgradevole circostanza, ci sia ancora un disagio.

Quindi concordo sull'opportunità di discutere con un nostro Collega di persona il Suo disagio attuale. Prima di pensare allo "sdoppiamento" ecc... penserei ad escludere un problema organico o un'eventuale attivazione ansiosa.

Il percorso terapeutico intrapreso non ha portato risultati, secondo Lei perché? Che tipo di lavoro ha fatto in questa terapia e che diagnosi era stata posta?

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Premetto che i percorsi terapeutici sono stati portati avanti per breve tempo, un massimo di 5 sedute. Il fatto è che, andando dallo psicologo, non riuscivo mai ad affrontare il vero nocciolo della questione. Nel senso che il discorso si protraeva sempre verso argomenti lontani dal vero malessere e le risposte dello psicologo venivano sempre "dall'esterno", contribuendo a rinforzare, piuttosto che distruggere, quel senso di analisi dall'esterno e di ansia che, rivolto alle figure della mia vita, mi svuotava di ogni sentimento nei loro confronti. Ho provato a fare training autogeno e mi è piaciuto, dopodiché non sono riuscito più a fare neanche quello, perché mi era impossibile rilassarmi. Il fatto è che sento di aver individuato il nocciolo della questione e volevo sapere da esperti come voi (gentilissimi per avermi risposto, tra l'altro!) se, clinicamente, questa linea di pensiero potesse essere plausibile oppure no! In ogni caso, avendo una passione per la scrittura, sto tenendo un diario nel quale sto affrontando questi pensieri e questi problemi e, devo dire, mi fa sentire meglio!
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Ottima l'idea di scrivere un diario, cio' le permette di prendere le distanze dal problema e in qualche modo di.. consegnarlo.. e perciò di sentirsi più leggero.
Bravo ...intanto rifletta e scriva, valuti lei se, prendere contatto con un diverso Collega possa farla sentire compreso ed aiutato..
Restiamo in ascolto..
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