Effetti bullismo

Buongiorno,
sono una ex vittima di bullismo. Ho subito bullismo da 3 anni fino alla fine delle elementari.. poi in parte anche alle medie.. poi, ho smesso di andare a scuola!
Ero una bambina molto esile, carina anche, ma proveniente da una famiglia molto numerosa, problematica e povera economicamente parlando.
Sono l'ultima di sette figli e la mia famiglia è sempre stata molto occupata e spesso mi venivano rovesciati addosso i loro pesi, con estremi sensi di colpa per aver fatto nulla, anche piccole violenze varie..
A scuola sono sempre stata molto introversa, per cui sempre presa di mira dal bullo o dalla bulla che capitava con violenze psicologiche dalle femmine e fisiche dai maschi. Attesto che la mia infanzia/adolescenza è stata un vero e proprio incubo.
Ho maturato nel tempo una forte snso di rivalsa e accumulato anche molta rabbia che mi sprona a muovermi, ad esempio nel lavoro ho dei buoni risultati, anche se fatiche notevoli per quanto riguarda i rapporti. Cambio spesso lavoro. Ora ho 31 anni.
Scrivo perchè tali conseguenze, mi creanoproblemi nella mia relazione sentimentale, cui tengo molto.
Non riesco a vivere bene gli ambienti del mio lui, a causa di questo problema.
C'è sempre una bulla pronta a schernirmi, screditarmi, umiliarmi agli occhi del mio partner, che sia sua sorella, una sua collega, una sua amica.
Ho imparato a gestire questi rapporti e ora non mi faccio più sottomettere e capisco che anche loro avranno le loro dinamiche, ma la cosa che mi manda fuori del tutto, è proprio il comportamento in tali occasioni, del mio fidanzato.
Lui non fa nulla di male, ma non prende mai le mie difese.. non essendo io stata mai difesa da insegnanti, genitori, provo un senso di isolamento anche nei suoi confronti e di rabbia, come se le cose che dice la "bulla" lui le approvasse.
Come se lui mi veda con gli occhi della bulla, un mostro.
Magari la bulla continua a provocare, a lui viene l'ansia perchè non sa come comportarsi, quindi ride e scherza con lei e a me non mi considera, anche se non fa nulla du male esplicitamente nei miei confronti.
A me salgono 30 anni di rabbia repressa e lo odio, in quel momento.
A me basterebbe capire che lui non pensa quelle cose, che mi protegge, ma non succede mai.. dice che mi invento le cose, ma non è così.. questa cosa mi fa perdere la fiducia nei suoi confronti e vado in ansia totale.. inizio ad accusarlo perchè non riesco a comunicare questa cosa diversamente, perchè lui per me, in quel momento è un nemico.. e lui vuole sempre lasciarmi. Dice che lui non mi piace, perchè non mi piaccioni i suoi ambiti, ma non è così. Io invece ci tengo molto a condividere con lui tutto e spronarlo.
Vivo male questa situazione e non so cosa fare. E' giusto chiedere che lui abbia cura di questa cosa? E' una cosa che devo tappare e tenere per me? Lui è disponibile a parlare dei fatti che mi sono capitati, ma non agisce nel momento in cui io ho proprio bisogno di lui.. Come devo comportarmi?
Grazie di cuore.
S.


[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Un fidanzato non può e non deve essere un terapeuta. Mai confondere ruoli affettivi e ruoli di aiuto terapeutico, altrimenti ci sono le premesse solo per la confusione. Se lei ha un problema sociale/relazionale, sbaglierebbe ad aspettarsi che fosse il suo uomo a risolverglielo.

>>> C'è sempre una bulla pronta a schernirmi, screditarmi, umiliarmi agli occhi del mio partner, che sia sua sorella, una sua collega, una sua amica
>>>

Questo potrebbe dipendere da due fattori: o lei mette su inconsapevolmente una maschera di remissività tale che gli altri si sentono incoraggiati ad attaccarla, come magari ha sempre fatto, oppure è rimasta sensibilizzata dalle esperienze infantili a un punto tale che la minima cosa è da lei vista come un attacco. Una ferita ancora aperta che fa male al minimo contatto, insomma.

Entrambi i fattori potrebbero essere presenti, ma mi sembra ci siano le premesse per rivolgersi a uno specialista psicoterapeuta.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazza,

credo sia giunto il momento, per potersi rivolgere ad un Collega e, in questa relazione d'aiuto, riuscire ad elaborare tutti questi suoi difficili e dolorosi vissuti.


Il fatto che, ad oggi, tutto si possa ripercuotere, anche, nella vita di coppia è comprensibile.

Ha bisogno di acquisire fiducia e consapevolezza, per poter vivere serenamente questa importante relazione.

Si prenda cura di lei, perché in futuro (non solo in ambito sentimentale ma anche di amicizia) il problema potrebbe, immancabilmente, ripresentarsi.

Può rivolgersi al Consultorio della sua città.



Un caro saluto.
[#3]
Utente
Utente
Grazie Dottori,
Seguirò il vostro consiglio e mi rivolgerò a uno specialista.
Comunque, ci tengo a sottolineare, in favore mio e di tutti i bimbi bullizzati, che i bulli esistono davvero e per quel che mi riguarda, sono sempre persone viziate e mantenute,prive di soddisfazioni personali, che non hanno altro modo di emergere, se non quello di screditare chi in realtà è più forte, ma non si permetterebbe mai di aggredire una persona che non conosce. Sicuramente io mi accorgo facilmente di tutte le provocazioni, ma garantisco che questi bulli, possono essere molto subdoli.
Riesco molto a tenere testa a questi bulli, e non ho bisogno che il mio fidanzato lo faccia al posto mio, quello che chiedo al mio fidanzato è che in queste situazioni, lui mi faccia capire, con un piccolo gesto, che la bulla è smascherata e che lui è dalla mia parte. Mi renderebbe felice. È così assurdo? Alla fine i rapporti si costruiscono in due, siamo quel che siamo.. Grazie ancora.
S.
[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
I rapporti si costruiscono in due, ma per distruggerli basta uno solo.

A cosa le servono tutte le certezze che ha appena espresso? La aiutano ad essere più assertiva, a non lasciarsi più "bullizzare"? La aiutano a emendare le ferite del passato? Non credo.

L'unica cosa di cui le servirebbe davvero essere convinta, ma che ancora non ha interiorizzato, evidentemente, è: i bulli esistono, ma se la prendono solo con chi glielo permette. Sono le vittime a fare i carnefici, non il contrario.

Allora, smetta di cercare conferme. Dal suo ragazzo o da chicchessia, e si prenda in prima persona la responsabilità di CAMBIARE lei stessa, non la realtà che la circonda.
[#5]
Utente
Utente
Dottore ha ragione.
Forse percepisco che il mio ragazzo sarebbe contrario.
Quando succede qualcosa ad esempio, lui tende sempre a minimizzare.. Mi dice che devo sopportare e abbozzare, perché altrimenti significa che non tengo al suo rapporto con queste persone.
Ad esempio, la sorella (che ha un rapporto morboso col fratello)durante i pranzi di famiglia, mi faceva sempre trovare il mio piatto con dei pezzetti di pane e beveva nel mio bicchiere facendomelo trovare sporco, è arrivata persino a scartare le verdure dal suo piatto e metterle nel mio, davanti a tutti.. Il mio fidanzato minimizza la cosa è dice di capire la sorella e di abbozzare. Avrei dovuto risolvere la situazione da sola allora, a costo di litigarci.
Questo vuol dirmi?
(sarei capacissima...!)
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> (sarei capacissima...!)
>>>

Benissimo. Allora lo dimostri a se stessa, non a noi.

A me pare che lei stia dando di sé un'immagine talmente remissiva, talmente adattata al ruolo di vittima, talmente rassegnata e rinunciataria da lasciare che gli altri si divertano a maltrattarla.

Se lei per prima non ha rispetto per se stessa, per quale motivo dovrebbero averne gli altri? Rifletta su questo.

Ed è appena il caso di farle presente che risolverà poco scambiando email con degli psicologi. Se davvero intende cambiare, è di persona che deve cercare l'aiuto professionale che le serve.
[#7]
Utente
Utente
Gentile Dottore,
grazie per le sue positive provocazioni.
Andrò certamente da uno psicologo.
È durissima per me, essendo psicosomatica, mettermi in discussione a riguardo, perché lo confondo con un ammissione di colpa e ciò mi fa sentire orribile. Forse sono troppo dura con me stessa. Sono molto spaventata e spaesata, confusa. Mi chiedo come farò da qui a quando finalmente mi libererò da questa cosa. Mi sento fragilissima.
Oggi chiamerò il consultorio.
Grazie ancora!
S.
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Forse sono troppo dura con me stessa
>>>

Proprio il contrario, è troppo indulgente con se stessa.

Quando si sarà liberata da questa cosa, non avrà più alibi. Perché per riuscirci dovrà diventare responsabile e condurre lei la sua vita sociale nella direzione dove vuole che vada. Ma ciò ha un prezzo, che spaventa molte persone. È più facile dare la colpa alle circostanze e a gli altri piuttosto che rimboccarsi le maniche e dire "dipende da me".

Telefoni al consultorio, poi eventualmente ci faccia sapere.
[#9]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Santonocito,
mi sono recata in consultorio e mi faranno sapere, tra un mese e mezzo/due dicono.
Stasera ho lasciato l'ennesimo posto di lavoro. Lunedì inizierò iuna nuova opportunità lavorativa, cui tengo moltissimo, credo sia la migliore possibilità che mi sia mai capitata.
Sono felice di essermi licenziata, avendo già un'occasione migliore già certa. E' la prima volta. Solitamente mi licenziavo da un momento all'altro e dovevo accettare qualsiasi posto mi capitava.
Quindi questo mi rende felice, ma allo stesso tempo sono un pò abbattuta, perchè comunque sento di non essere riuscita a farmi tenere nel vecchio posto, oggi definitivamente lasciato, e lo vivo un pò come un'insuccesso.
Inoltre, sono un pò spaventata per la nuova occasione, perchè specialmente all'inizio, non avrò modo di confrontarmi con nessuno e non vorrei trovarmi in situazioni "remissive/aggressive" per cui non assertive.
So che Lei non potrà dirmi molto, ma avrebbe un consiglio da darmi nel frattempo? In attesa del consultorio?

La ringrazio ancora
S.

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