Insicurezza e paura del confronto con gli altri
Gentilissimi dottori,
sono una ragazza di 20 anni e frequento da poco l'università.
Sono una ragazza molto insicura e ho poca autostima; questo mi porta ad avere problemi relazionali con i miei coetanei e soprattutto con i ragazzi.
Quando sono in gruppo infatti tendo a rimanere i silenzio perché sento di non avere niente da dire, di essere inutile e fuori luogo.. Insomma mi sento di troppo. Anche quando mi trovo con qualche ragazzo non riesco ad interagire e mi sento tremendamente stupida, imbarazzata e sbagliata. Non ho mai avuto un vero e proprio fidanzato e questo mi rende ancora più triste. Non riesco a capire perché non attraggo i ragazzi.
Questo però non mi accade con tutti: riesco infatti a sentirmi ad essere me stessa con piccoli gruppetti o solitamente con ragazze. Per esempio: al ristorante con i miei amici universitari mi sentivo in soggezione e non riuscivo a scegliere cosa ordinare, ero in imbarazzo e mi ero arrossita, mentre quando mangio fuori con le mie solite amiche (che non conosco da molto quindi non è una questione di tempo) non ho questi problemi, quindi non so se si potrebbe definire timidezza.
Inoltre tendo ad adattarmi agli altri per essere accettata, è una cosa che va contro il mio modo di pensare ma è un istinto che non riesco a frenare.
Credo che il mio principale problema sia che non mi piaccio abbastanza e che dipendo troppo dal giudizio altrui. Inoltre ho proprio bisogno di essere amata, di sentirmi desiderata da qualcuno. Ho bisogno di un fidanzato.
Lavoro su me stessa già da un po' ma senza risultati e non so più come fare. Vi prego aiutatemi a trovare una via d'uscita.. C'è un grande conflitto dentro di me, non mi piace essere così fragile e priva di personalità ma non riesco a non essere così! Grazie mille per la vostra disponibilità..
sono una ragazza di 20 anni e frequento da poco l'università.
Sono una ragazza molto insicura e ho poca autostima; questo mi porta ad avere problemi relazionali con i miei coetanei e soprattutto con i ragazzi.
Quando sono in gruppo infatti tendo a rimanere i silenzio perché sento di non avere niente da dire, di essere inutile e fuori luogo.. Insomma mi sento di troppo. Anche quando mi trovo con qualche ragazzo non riesco ad interagire e mi sento tremendamente stupida, imbarazzata e sbagliata. Non ho mai avuto un vero e proprio fidanzato e questo mi rende ancora più triste. Non riesco a capire perché non attraggo i ragazzi.
Questo però non mi accade con tutti: riesco infatti a sentirmi ad essere me stessa con piccoli gruppetti o solitamente con ragazze. Per esempio: al ristorante con i miei amici universitari mi sentivo in soggezione e non riuscivo a scegliere cosa ordinare, ero in imbarazzo e mi ero arrossita, mentre quando mangio fuori con le mie solite amiche (che non conosco da molto quindi non è una questione di tempo) non ho questi problemi, quindi non so se si potrebbe definire timidezza.
Inoltre tendo ad adattarmi agli altri per essere accettata, è una cosa che va contro il mio modo di pensare ma è un istinto che non riesco a frenare.
Credo che il mio principale problema sia che non mi piaccio abbastanza e che dipendo troppo dal giudizio altrui. Inoltre ho proprio bisogno di essere amata, di sentirmi desiderata da qualcuno. Ho bisogno di un fidanzato.
Lavoro su me stessa già da un po' ma senza risultati e non so più come fare. Vi prego aiutatemi a trovare una via d'uscita.. C'è un grande conflitto dentro di me, non mi piace essere così fragile e priva di personalità ma non riesco a non essere così! Grazie mille per la vostra disponibilità..
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazza,
la sua narrazione è ricca di sensibilità, dolcezza e consapevolezza, ma anche di tanta sofferenza interiore...
Provo a chiarificare qualche riflessione...
< Credo che il mio principale problema sia che non mi piaccio abbastanza e che dipendo troppo dal giudizio altrui.
Inoltre ho proprio bisogno di essere amata, di sentirmi desiderata da qualcuno. Ho bisogno di un fidanzato..>
Bassa autostima, poca fiducia in se', sono essenzialmente collegate a "come mi sento" e a " "come mi sono sentita" durante la mia infanzia...
Il bisogno di essere viste e riconosciute dalle nostre figure di riferimento; essere l'oggetto del loro amore... che mi porta, in modo " sano " ad essere l'oggetto d'amore di altro del nucleo familiare.
< Lavoro su me stessa già da un po' ma senza risultati e non so più come fare.
Vi prego aiutatemi a trovare una via d'uscita.. >
Segue già una Psicoterapia? Può chiarirci meglio questo tipo di percorso? Approccio, tempi e obiettivi raggiunti?
Così da comprendere meglio...e provare ad orientarla nel modo giusto..
< C'è un grande conflitto dentro di me, non mi piace essere così fragile e priva di personalità ma non riesco a non essere così! >
Questo aspetto ambivalente è ricco di consapevolezza e desiderio di cambiamento, ma nutrito di un forte senso di "impotenza"!
Di cuore...
la sua narrazione è ricca di sensibilità, dolcezza e consapevolezza, ma anche di tanta sofferenza interiore...
Provo a chiarificare qualche riflessione...
< Credo che il mio principale problema sia che non mi piaccio abbastanza e che dipendo troppo dal giudizio altrui.
Inoltre ho proprio bisogno di essere amata, di sentirmi desiderata da qualcuno. Ho bisogno di un fidanzato..>
Bassa autostima, poca fiducia in se', sono essenzialmente collegate a "come mi sento" e a " "come mi sono sentita" durante la mia infanzia...
Il bisogno di essere viste e riconosciute dalle nostre figure di riferimento; essere l'oggetto del loro amore... che mi porta, in modo " sano " ad essere l'oggetto d'amore di altro del nucleo familiare.
< Lavoro su me stessa già da un po' ma senza risultati e non so più come fare.
Vi prego aiutatemi a trovare una via d'uscita.. >
Segue già una Psicoterapia? Può chiarirci meglio questo tipo di percorso? Approccio, tempi e obiettivi raggiunti?
Così da comprendere meglio...e provare ad orientarla nel modo giusto..
< C'è un grande conflitto dentro di me, non mi piace essere così fragile e priva di personalità ma non riesco a non essere così! >
Questo aspetto ambivalente è ricco di consapevolezza e desiderio di cambiamento, ma nutrito di un forte senso di "impotenza"!
Di cuore...
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
La ringrazio infinitamente per la sua risposta.
In realtà non ho mai seguito un vero e proprio percorso psicoterapeutico, intendevo dire che ho provato da sola a cercare di limitare o eliminare questi aspetti di me che mi fanno stare male.
In particolare ho letto dei libri su come aumentare l'autostima, facendo esercizi come scrivere su un quaderno le cose positive che mi sono accadute o a vedere il lato positivo delle situazioni negative ma con scarsi risultati. Devo dire però che con l'esperienza universitaria sono riuscita a sciogliermi un po' ma comunque provo le stesse sensazioni di prima..
In questo momento ho dei problemi abbastanza gravi riguardanti i miei genitori,in particolare ho un rapporto conflittuale con mia madre, e sono figlia unica non so se in qualche modo questo possa influire sulla faccenda. Mi accorgo anche che sono molto instabile, sono felicissima quando qualcuno mi abbraccia o dice di volermi bene, e divento tristissima quando qualcuno mi dice qualcosa di negativo.. Insomma basta un nonnulla per farmi stare male: per esempio oggi un mio amico aveva dimenticato di salutarmi e mi ha detto "mi ero dimenticato della tua esistenza".. Ora sono a casa e mi sento così vuota e inutile per quella stupida frase che magari lui neanche pensava.
Ho davvero tanta voglia di cambiare e mostrare agli altri la mia dolcezza e simpatia che so di avere ma che non so valorizzare. Grazie ancora per la sua risposta!!
La ringrazio infinitamente per la sua risposta.
In realtà non ho mai seguito un vero e proprio percorso psicoterapeutico, intendevo dire che ho provato da sola a cercare di limitare o eliminare questi aspetti di me che mi fanno stare male.
In particolare ho letto dei libri su come aumentare l'autostima, facendo esercizi come scrivere su un quaderno le cose positive che mi sono accadute o a vedere il lato positivo delle situazioni negative ma con scarsi risultati. Devo dire però che con l'esperienza universitaria sono riuscita a sciogliermi un po' ma comunque provo le stesse sensazioni di prima..
In questo momento ho dei problemi abbastanza gravi riguardanti i miei genitori,in particolare ho un rapporto conflittuale con mia madre, e sono figlia unica non so se in qualche modo questo possa influire sulla faccenda. Mi accorgo anche che sono molto instabile, sono felicissima quando qualcuno mi abbraccia o dice di volermi bene, e divento tristissima quando qualcuno mi dice qualcosa di negativo.. Insomma basta un nonnulla per farmi stare male: per esempio oggi un mio amico aveva dimenticato di salutarmi e mi ha detto "mi ero dimenticato della tua esistenza".. Ora sono a casa e mi sento così vuota e inutile per quella stupida frase che magari lui neanche pensava.
Ho davvero tanta voglia di cambiare e mostrare agli altri la mia dolcezza e simpatia che so di avere ma che non so valorizzare. Grazie ancora per la sua risposta!!
[#3]
Gentile ragazza,
Lei scrive: "In particolare ho letto dei libri su come aumentare l'autostima, facendo esercizi come scrivere su un quaderno le cose positive che mi sono accadute o a vedere il lato positivo delle situazioni negative ma con scarsi risultati."
Di solito la stima che abbiamo di noi stessi è correlata anche alla nostra autoefficacia, e quindi più facciamo delle cose e più riusciamo a modificare anche il modo con il quale pensiamo a noi stessi e alla nostra capacità di esercitare un controllo sulla nostra vita e avere così successo, scegliendo cosa fare.
Quindi non sorprende che l'esperienza universitaria abbia contribuito ad aiutarLa in questo senso: esperienze nuove di solito possono aprire scenari non previsti, soprattutto quando si è molto giovani come Lei.
Però bisogna anche dire che alcune modalità comportamentali non si spazzano via velocemente se sono molto radicate e se i nostri schemi mentali sono molto rigidi. E comunque il primo step è una maggiore consapevolezza di se stessi e del proprio modo di funzionare, nonché del problema e di che cosa dobbiamo cambiare.
Se questo è un grande problema per Lei e La fa soffrire molto, io Le consiglierei una consulenza psicologia per meglio inquadrare il problema, almeno meglio di quanto possiamo fare da qui. Non una psicoterapia, perché non è neppure detto che Lei abbia bisogno di una psicoterapia, ma un colloquio psicologico per mettere a fuoco il problema.
Infine, legga questo articolo: sono certa Le sarà utile.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
Cordiali saluti,
Lei scrive: "In particolare ho letto dei libri su come aumentare l'autostima, facendo esercizi come scrivere su un quaderno le cose positive che mi sono accadute o a vedere il lato positivo delle situazioni negative ma con scarsi risultati."
Di solito la stima che abbiamo di noi stessi è correlata anche alla nostra autoefficacia, e quindi più facciamo delle cose e più riusciamo a modificare anche il modo con il quale pensiamo a noi stessi e alla nostra capacità di esercitare un controllo sulla nostra vita e avere così successo, scegliendo cosa fare.
Quindi non sorprende che l'esperienza universitaria abbia contribuito ad aiutarLa in questo senso: esperienze nuove di solito possono aprire scenari non previsti, soprattutto quando si è molto giovani come Lei.
Però bisogna anche dire che alcune modalità comportamentali non si spazzano via velocemente se sono molto radicate e se i nostri schemi mentali sono molto rigidi. E comunque il primo step è una maggiore consapevolezza di se stessi e del proprio modo di funzionare, nonché del problema e di che cosa dobbiamo cambiare.
Se questo è un grande problema per Lei e La fa soffrire molto, io Le consiglierei una consulenza psicologia per meglio inquadrare il problema, almeno meglio di quanto possiamo fare da qui. Non una psicoterapia, perché non è neppure detto che Lei abbia bisogno di una psicoterapia, ma un colloquio psicologico per mettere a fuoco il problema.
Infine, legga questo articolo: sono certa Le sarà utile.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 9.8k visite dal 13/01/2015.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Disfunzione erettile
La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?