Senso di abbandono

Devo partire per un improvviso viaggio di lavoro dall'altra parte del mondo, lasciando a casa il mio bambino di 28 mesi. La cosa mi sta facendo soffrire profondamente. Ho sempre viaggiato prima di diventare mamma senza mai avere alcun timore di nessun tipo, questa volta invece sono terrorizzata all'idea che mi possa succedere qualcosa. Credo che quanto sto facendo sia proiettare su di lui l'idea del dolore infinito che io proverei se lui morisse. Molti mi dicono che i bambini così piccoli superano bene la perdita di un genitore, che quasi non se ne accorgono, io invece non faccio che pensare a lui senza di me, a dover crescere senza la sua mamma, a mio marito solo e perso senza di me. Sono molto fragile ed in difficoltà, sarei grata di ricevere i vostri consigli per superare questo momento buio.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Mi sembra che le sue paure e dubbi ricorrenti, evidentemente non occasionali, che ormai da qualche tempo esprime nelle richieste di consulto, renderebbero opportuno un parere di persona.

Proprio perché si sente molto fragile e in difficoltà, è importante che capisca che non potrà trovare sollievo con generici consigli e "pacche sulle spalle" ricevute per email. Se sente di aver bisogno davvero di aiuto, è di persona che dovrebbe cercarlo.

Altrimenti perderà un sacco di tempo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
< Credo che quanto sto facendo sia proiettare su di lui l'idea del dolore infinito che io proverei se lui morisse...>


Gentile Signora,

proprio in riferimento a questa sua "consapevolezza, credo di accogliere in pieno, ancora di piu, le sollecitazioni del Collega: attiviamoci per un aiuto costruttivo.

Purtroppo il suo timore è un po' quello di tutti, ma vissuto con una "sana" ansia, perché le disgrazie possono accadere da un momento all'altro...

... la sua, invece, sembra assumere tratti patologici e per questo motivo va accuratamente presa in considerazione.


Provi a rivolgersi ad un Consultorio della sua città e a prendersi cura di se' e, di conseguenza, anche della sua famiglia, che desidera sicuramente vivere serena in sua compagnia.


Un augurio,
di cuore
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Genrile Signora,
Diventare mamme rende vulnerabili e, spesso, cattivi pensieri ed ansia da separazione ci fanno compagnia.

Da quanto leggo di lei,però,le sue problematiche non sono passeggere e correlate a questo episodio del viaggio, ma potrebbero avere radici un po' più antiche e soprattutto non rientrare con un semplice consulto online.

Suo figlio adesso è piccolo, ma crescerà ed avrà busogno di una mamma forte, risolta ed equilibrata.
Ci saranno tante tappe importanti e difficili, dall'inserimento a scuola fino ad arrivare alle prime uscite con gli amici ed il motorino....

Si curi una volta per tutte, vedrà che potrà godere appieno di questa esperienza magica che è la maternità.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Cari dottori Santonocito e Rinella,

non ho trovato fino ad oggi il coraggio di scrivervi relativamente ai commenti che entrambi avete fatto alla mia richiesta di consulto. Ora sono pronta invece ad uscire allo scoperto, perché sono riuscita una volta per tutte ad ammettere a me stessa come stanno le cose.

Verissimo, come entrambi avete colto, che le mie problematiche non sono saltuarie e passeggere, al contrario so bene di avere alcuni nodi interiori da sciogliere. So anche che non posso riuscire a scioglierli con le mie sole forze.

La ragione per la quale non mi sono ancora mai rivolta ad un professionista è la seguente: mio marito non approva. Punto. Semplicemente così. non molto edificante, ma vero.

Nel dettaglio, dirò che "approvare" non è il concetto che rende meglio la situazione. Lui è una persona intelligente e collaborativa, non pone un veto sulla mia ipotetica scelta di andare da uno psicologo. Purtroppo però è vittima dell'equivoco secondo il quale dallo psicologo ci vanno i matti, o qualcosa del genere, quindi tende a pensare che io in realtà non ne abbia bisogno. L'idea che io mi lasci curare da uno psicologo gli sembra fuori luogo, e sminuente nei miei riguardi.

Non ho saputo finora fargli capire che non è così. Non ho finora avuto il coraggio di affrancarmi mentalmente, stabilendo che andare da uno psicologo è un mio diritto ed una decisione che posso prendere indipendentemente da come la vive lui. Non ho intenzione di andare di nascosto. E resto ferma qui, consapevole di trovarmi in una sorta di stand-by.

Ecco, mi pareva doveroso spiegare tutto questo, ringraziandovi al contempo per il tempo che mi avete dedicato.