Combattere ansia e disturbi legati ad essa
Buonasera, sono una ragazza di 23 anni che vorrebbe superare i suoi problemi legati all'ansia. è da un pò di anni che mi accorgo di far molta fatica a gestire stress, nervosismo e ansia. Soffro di colon irritabile e lo stress non fa altro che peggiorare la situazione. Attualmente prendo Lexil (da prescrizione della gastroenterologa) sia come aiuto per il colon, che come leggero calmante. Quando lo stress è molto forte, mi capitano anche episodi di aritmia cardiaca. Da quest'estate mi accorgo di soffrire anche di forti attacchi di emicrania, a volte talmente forti da ricorrere a iniezioni di antidolorifico in pronto soccorso. Mi sono accorta che l'emicrania ha iniziato a manifestarsi da quando ho seri problemi sul posto di lavoro. E infatti, nei giorni in cui mi capitano discussioni, si manifesta l'emicrania. Sul posto di lavoro ho purtroppo a che fare con persone che cercano continuamente di screditarmi, siamo lavorativamente che come persona, e manomettono appositamente il mio lavoro. Altri colleghi prima di me sono passati nella stessa identica situazione e, o si sono licenziati per la disperazione, o grazie ai "giochetti" di queste persone sono stati licenziati. Quindi sapendo la sorte che mi spetta, non riesco a non prendermela per ciò che passo sul lavoro e purtroppo ne risente il mio benessere psicofisico e mi accorgo che sta andando sempre peggio. Io non vorrei mollare il lavoro, in primis perchè lo stipendio mi serve per vivere, e anche perchè non voglio assolutamente darla vinta a gente del genere. Se da una parte riesco a controbattere e cerco di difendermi sul lavoro, quando arrivo a casa lo stress inizia a manifestarsi fisicamente nonostante io tenti di convincermi che non devo prendermela avendo la coscienza a posto ed essendo sicura di svolgere il mio dovere. Ma è una cosa che non riesco proprio a controllare. Con l'ultimo episodio credo di aver raggiunto il limite scoppiando a piangere dalla rabbia. Io vorrei fregarmene, riuscire a controllare le mie emozioni, ma non riesco a trovare il modo per farlo e mi demoralizzo sempre più. Pratico anche sport 3 volte a settimana nella speranza di riuscire a sfogare lo stress, ma nell'ultimo periodo nemmeno questo mi aiuta più. Esiste un modo per convincere veramente corpo e mente a non farsi sopraffare dall'emotività? oppure è questione di carattere, così si nasce e così si è costretti a rimanere? ringrazio anticipatamente per la risposta. Saluti
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
< Esiste un modo per convincere veramente corpo e mente a non farsi sopraffare dall'emotività?
oppure è questione di carattere, così si nasce e così si è costretti a rimanere? >
Gentile ragazza,
le somatizzazioni rappresentano un modo attraverso cui si può esprimere la nostra ansia.
Mi chiedo se, in seguito, agli accertamenti clinici le è mai stato consigliato di rivolgersi ad uno Psicologo, per una valutazione accurata, poiché il suo racconto ci evidenzia proprio una condizione di " ingabbiamento ", che le impedisce di esprimersi per come è realmente.
Il suo corpo " grida " aiuto... ci parla delle difficoltà, che le nostre parole trovano nell'esprimersi.
Di fronte a queste "fragilità", che nascondono vari "perché"... è possibile farvi fronte, attraverso una " analisi " accurata del proprio vissuto: in un setting strutturato, dove realmente ha la possibilità di essere accolta e non giudicata.
Il consultorio della sua città potrebbe fare al caso suo.
Di cuore.
oppure è questione di carattere, così si nasce e così si è costretti a rimanere? >
Gentile ragazza,
le somatizzazioni rappresentano un modo attraverso cui si può esprimere la nostra ansia.
Mi chiedo se, in seguito, agli accertamenti clinici le è mai stato consigliato di rivolgersi ad uno Psicologo, per una valutazione accurata, poiché il suo racconto ci evidenzia proprio una condizione di " ingabbiamento ", che le impedisce di esprimersi per come è realmente.
Il suo corpo " grida " aiuto... ci parla delle difficoltà, che le nostre parole trovano nell'esprimersi.
Di fronte a queste "fragilità", che nascondono vari "perché"... è possibile farvi fronte, attraverso una " analisi " accurata del proprio vissuto: in un setting strutturato, dove realmente ha la possibilità di essere accolta e non giudicata.
Il consultorio della sua città potrebbe fare al caso suo.
Di cuore.
[#2]
Gentile Utente,
da una parte mi pare del tutto fisiologico che -attraverso il corpo- Lei abbia chiarissimi indicatori di disagio, dal momento che la situazione che descrive e che accade al lavoro sembra pesante. O comunque è almeno pesante per Lei.
Perché poi potrebbero esserci persone diverse da Lei che reagiscono in modo diverso (infischiandosene? Licenziandosi? Altro?).
Qui però la cosa importante è che per Lei questa situazione sia difficile.
Pertanto credo che la domanda da porre sia un'altra: visto l'ambiente di lavoro alquanto ostile, vale la pena rimanerci o no?
Se sì, considerando anche l'attuale periodo di crisi, cosa posso fare io?
Per prima cosa mi verrebbe da dire che la rabbia, emozione sanissima che Lei ha provato, non può mica reprimerla: può modularla certamente, ma è un indicatore di qualcosa di preciso. Di solito ci arrabbiamo perché subiamo delle ingiustizie (o così a noi sembrano e così le interpretiamo).
Per quanto riguarda gli altri sintomi potrebbero essere letti nella stessa ottica, cioè è chiaro che in un ambiente stressante e ostile il cuore inizia a battere più velocemente perché so che ci saranno competizione, problemi da risolvere, conflitti accesi, ecc... e quindi non potrò stare serena.
A questo punto, se da sola non riesce, potrebbe chiedere aiuto ad uno psicologo psicoterapeuta per capire come gestire la situazione e ci conflitti al lavoro.
In fondo si tratta forse più di un problema relazionale...
Cordiali saluti,
da una parte mi pare del tutto fisiologico che -attraverso il corpo- Lei abbia chiarissimi indicatori di disagio, dal momento che la situazione che descrive e che accade al lavoro sembra pesante. O comunque è almeno pesante per Lei.
Perché poi potrebbero esserci persone diverse da Lei che reagiscono in modo diverso (infischiandosene? Licenziandosi? Altro?).
Qui però la cosa importante è che per Lei questa situazione sia difficile.
Pertanto credo che la domanda da porre sia un'altra: visto l'ambiente di lavoro alquanto ostile, vale la pena rimanerci o no?
Se sì, considerando anche l'attuale periodo di crisi, cosa posso fare io?
Per prima cosa mi verrebbe da dire che la rabbia, emozione sanissima che Lei ha provato, non può mica reprimerla: può modularla certamente, ma è un indicatore di qualcosa di preciso. Di solito ci arrabbiamo perché subiamo delle ingiustizie (o così a noi sembrano e così le interpretiamo).
Per quanto riguarda gli altri sintomi potrebbero essere letti nella stessa ottica, cioè è chiaro che in un ambiente stressante e ostile il cuore inizia a battere più velocemente perché so che ci saranno competizione, problemi da risolvere, conflitti accesi, ecc... e quindi non potrò stare serena.
A questo punto, se da sola non riesce, potrebbe chiedere aiuto ad uno psicologo psicoterapeuta per capire come gestire la situazione e ci conflitti al lavoro.
In fondo si tratta forse più di un problema relazionale...
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Psicologo
Gentile utente,
Mi permetto di aggiungere un collegamento ad un mio articolo che, trattando degli aspetti psicologici del genere di sintomi che lei descrive, mi sembra in linea con la problematica da lei presentata e le indicazioni fornite dalle colleghe.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2094-stress-rilassamento-soggettivita-aspetti-psicologici-e-psicosomatici.html
Spero possa contribuire ad orientarla.
Cordialità,
Mi permetto di aggiungere un collegamento ad un mio articolo che, trattando degli aspetti psicologici del genere di sintomi che lei descrive, mi sembra in linea con la problematica da lei presentata e le indicazioni fornite dalle colleghe.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2094-stress-rilassamento-soggettivita-aspetti-psicologici-e-psicosomatici.html
Spero possa contribuire ad orientarla.
Cordialità,
[#4]
Utente
ringrazio tutti di cuore per i consigli forniti. Avevo pensato anch'io a uno psicologo. Sinceramente ci ero già stata in passato, se non sbaglio facevo un paio di sedute alla settimana per circa 3 mesi. Poi era diventato troppo costoso e con il mio stipendio non avevo più potuto permettermi di proseguire. Da li avevo pensato di potercela fare da sola...ma purtroppo non è così facile come sembra....
Il consiglio di rivolgermi al consultorio invece, fa al caso mio
e anche l'articolo suggeritomi, rispecchia effettivamente le mie problematiche e l'ho trovato molto interessante,
ringrazio ancora tutti
Il consiglio di rivolgermi al consultorio invece, fa al caso mio
e anche l'articolo suggeritomi, rispecchia effettivamente le mie problematiche e l'ho trovato molto interessante,
ringrazio ancora tutti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.8k visite dal 07/01/2015.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.