Omosessualità: un anno dopo l'outing non è cambiato nulla...

Gentilissimi, vorrei un parare circa la mia situazione dal momento che ad un anno dal (diciamo) outing non è cambiato assolutamente nulla.

Trascorro un infanzia ed un adolescenza con un rapporto materno che dire ossessivo è poco, mai fatto di gesti o parole ma sempre con la frase "ti abbiamo lasciato tutte le libertà"... fisiche, perchè a livello psicologico è l'esatto opposto!! Devo esserci io presente a tavola perchè si possa mangiare, devo esserci io con i miei genitori perchè possano uscire la domenica o per un weekend, devo esserci io... praticamente sempre!
La figura paterna è completamente assente, con mio padre c'è un rapporto tranquillo ma distaccato e di certi argomenti (sentimenti, amicizia, sesso!) non si parla praticamente mai (caratteri incompatibili), in lui vedo solo una figura di "rimproveratore" e "giudicatore"... al punto che per evitare autolesionismo mi ci allontano sempre di più e mi chiudo al punto che conduco una vita al riparo da qualsiasi domanda a cui poi avrei dovuto dar seguito con spiegazioni dalle conseguenze catastrofiche: in pratica ho rimandato l'outing per anni....
Io sempre più legato a mia madre, mia sorella sempre più legata al padre...
Ho sempre temuto il giudizio dei coetanei e non mi sono mai esposto più di tanto... allontanando qualsiasi tipo di confronto (ho fatto sport per qualche anno, poi con l'adolescenza mi sono dato alla musica!). All'elementari vittima di bullismo riesco piano piano a riscattarmi ma per scongiurare completamente il rischio di finire di nuovo soggetto di abusi devo aspettare la fine delle scuole superiori. I rapporti con il sesso opposto sono sempre di amicizia, il passo in più per entrare nell'intimità non avviene mai... sia per un piccolo problema anatomico risolto solo due anni fa, sia perchè ho sempre avuto paura del giudizio.
Oggi ho quasi 32 anni e le mie esperienza sessuali con il sesso opposto sono solo un deludentissimo episodio "a pagamento", mentre colleziono già qualche bella serata "tra maschi" ma solo da un anno a questa parte. Ed è p roprio a seguito dell'aver intrapreso questo tipo di frequentazioni che in famiglia"mi hanno scoperto"
Ho avuto qualche approccio con qualche ragazza ogni volta sempre per motivi diversi (gli altri dicono che sono io che sbaglio!) finisce tutto...

Vorrei una vita di coppia stabile, sana e possibilmente fertile, perchè in fondo il desiderio di avere dei figli in questo momento c'è. L'idea di iniziare una vita di coppia omosessuale mi si paventa come catastrofica (famiglia che sparisce, case che si vendono, emarginazione da tutto e da tutti...) ma nemmeno ho abbastanza strumenti e/o abilità per affrontare con serentià il sesso opposto.

Mi è venuta in mente questa cosa ora: una terapeuta della mia età, sarebbe disposta (deontologicamente parlando) a "fingersi" mia partner in famiglia (almeno calimamo le acque) ma al contempo condurmi verso una posizione di chiarezza "interiore"!??

Ringrazio chi vorrà esprimersi in merito...
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Vorrei una vita di coppia stabile, sana e possibilmente fertile, perchè in fondo il desiderio di avere dei figli in questo momento c'è. L'idea di iniziare una vita di coppia omosessuale mi si paventa come catastrofica (famiglia che sparisce, case che si vendono, emarginazione da tutto e da tutti...) ma nemmeno ho abbastanza strumenti e/o abilità per affrontare con serentià il sesso opposto.


Gentile utente,
C'è veramente tanta confusione nel suo sentire e volere, un nostro collega potra aiutarla nella comprensione delle pieghe psichiche che abitano le sue fantasie ed i suoi desideri.

La situazione è abbastanza complessa e sembra limitare le sue scelte di vita e compromettere la qualità della sua vita.

Cosa intende per fingersi una partner?
Un terapeuta é Un terapeuta, non un partner e tantomeno può fare altro rispetto al suo ruolo clinico

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> una terapeuta della mia età, sarebbe disposta (deontologicamente parlando) a "fingersi" mia partner in famiglia (almeno calimamo le acque)
>>>

Mi perdoni, ma forse ha visto qualche film di troppo.. deontologicamente parlando, una simile ipotesi è del tutto da escludere.

Una (o un) terapeuta, della sua età o meno, tuttavia, potrebbe esserle molto utile per venire a capo del suo problema di invischiamento familiare.

Avrà notato anche lei che si sta esprimendo come un adolescente. Problemi come quelli che descrive sono tipici dei ragazzi fino a 20 anni o poco più. Ma se lei ha 32 anni, una tale dipendenza dalla famiglia di origine non può che dar luogo a problemi. Perciò, dato che in tutti questi anni non è riuscito da solo a risolverli, è evidente che deve decidersi a lasciarsi aiutare da un professionista. Nel modo canonico e adeguato.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazzo,
nonostante la complessità della situazione, vedo che mantiene un discreto umorismo e ciò oltre ad essere piacevole mi sembra vada anche a suo merito.

Come le dice la collega, la sua richiesta di psicologa-finta partner è del tutto strampalata, ma una terapeuta può esserle bastevolmente utile per dipanare la complicata rete di rapporti familiari e renderle la vita più agevole e serena.

Sono ovviamente necessari dei colloqui, sarebbe velleitario, oltre che vietato, pensare di poter modificare la sua situazione, che appare variegata, con un consulto.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#4]
Psicologo attivo dal 2014 al 2017
Psicologo
Gentile Utente,

Un terapeuta ha un preciso ruolo e norme etiche e deontologiche da rispettare. Quello che può fare è accompagnarla e aiutarla a capire ed affrontare la problematica che riporta, all'interno di un preciso setting. Se per - "fingersi mia partner in famiglia (almeno calmiamo le acque)" - intende che il terapeuta faccia finta di essere la sua fidanzata da presentare alla famiglia (in modo che non creda alla sua omosessualità), deontologicamente parlando, non esiste tale ruolo da parte del terapeuta.
La sua storia di vita effettivamente è complessa; le è mancato l'amore e l'attenzione di cui aveva bisogno, l'accettazione e l'approvazione da parte non solo della sua famiglia ma anche dagli altri. Ha sviluppato così una mancanza che l'ha fatto sentire inadeguato di fronte al mondo e questo senso di inadeguatezza ha inciso nelle relazioni con gli altri e nella gestione della propria vita.
Le suggerisco di contattare uno specialista terapeuta solo per condurla verso una posizione di chiarezza "interiore" come da lei stesso riferito.

[#5]
Utente
Utente
Bene! Ringrazio per le risposte innanzitutto sulla mia idea "strampalata" ma almeno ho capito che è un gesto assolutamente da scartare...

Il problema è che io ho già avuto due esperienze l'anno scorso con due terapeute e non hanno sortito alcun risultato, per lo meno cosidero ciò alla luce del fatto che permangono i miei dubbi e le mie incertezze...e che io se mi chiedono "come stai" in questo momento mi sento di rispondere "non sto bene!!!"

Il primo ciclo (a pagamento), aveva l'obiettivo di scoprire la causa della mia assoluta intoccabilità, ovvero una paura del contatto fisico attivo-passivo da parte del sesso opposto e in alcune occasione anche dello stesso sesso, con il quale poi attraverso le prime esperienze sono riuscito a trovarne la causa e in parte a risolvere il problema (diciamo che ce l'ho fatta da solo).
Spinto a fare outing mi sono lasciato scoprire ma la mia situazione è peggiorata, tantovaleva continuare a fingere almeno non aprivo la guerra in casa per restare in pace col mondo... o sbaglio?!

Ho riprovato a riagganciare durante la scorsa estate con alcune ragazze poi, un po' per dimostrare a me stesso più che ai miei genitori che forse è solo questione di impegno (!?) di buona volontà (?!?!) o di perseveranza (?!?!) risultato: due sconfitte incassate in pieno e allora sono ritornato sui miei passi...

Un altro ciclo lo scorso autunno stavolta con la terapeuta dell'ASL che, confusa quanto me (o di più o di meno, non l'ho capito) ,mi ha detto che la prima cosa assolutamente da fare è un percorso di "individualizzazione" ovvero andar via da casa... cosa che farei immediatamente se non fosse che lascio la famiglia a pensare che lo faccio per "andare cogli uomini"... ma che lo faccio per me! Poi EVENTUALEMTE si è offerta di fare un percorso di tipo comportamentale più che riparativo per darmi la possibilità di avvicinare il sesso opposto e quindi dare inizio ad una vita di tipo "normale" (assecondando così il mio desiderio di avere dei figli!), senza assolutamente cambiare il mio orientamento. E conosco altri ragazzi con cui mi sono confrontato che ci sono riusciti! La cosa che non mi ha convinto di questo ultimo percorso è che mi ha prospettato comunque un fondo di "infelicità" che dovrò accettare...

La mia situazione comunque è stabile: una forte attrazione fisica di tipo omosessuale e qualche episodio rarissimo di tipo eterosessuale, ma mentre nel primo caso riesco ad interagire, approcciare, iniziare, condurre... concludere!! Nel secondo caso restano solo fantasie... barricato da un blocco inspiegabile... o una spiegazione c'è e si chiama omosessualità?! Io però vorrei dei figli o forse sono i miei genitori che vogliono diventare nonni?!
[#6]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Caro ragazzo,
non ho proprio capito perche l'ALTRO sesso sia il sesso OPPOSTO... E' un elemento linguistico o sostanziale?
Certo che se è OPPOSTO ci sarà qualche difficoltà.

Lei desidera che la terapeuta possa al "contempo condurmi verso una posizione di chiarezza "interiore"!??"
Certamente un/a psicoterapeuta con esperienz professionale potrà aiutarLa a chiarire quanto il desiderio di famiglia sia reale e concreto.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#7]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile utente,

< Il problema è che io ho già avuto due esperienze l'anno scorso con due terapeute e non hanno sortito alcun risultato, per lo meno cosidero ciò alla luce del fatto che permangono i miei dubbi e le mie incertezze...e che io se mi chiedono "come stai" in questo momento mi sento di rispondere "non sto bene!!!" >

Quello che percepisco da questa postazione è una sorta di " crisi esistenziale ": non solo " chi sono io " ma anche cosa voglio e " dove sto "? ... il mio posto nel mondo!!

Credo abbia bisogno di una terapia del profondo, che la aiuti a districare il filo della matassa, contorta e complessa, per iniziare ad avere un po' di chiarezza...

... a mio avviso il focus non è l'orientamento sessuale in se e per se, ma proprio questo suo " stare nel mondo "!


Provi a riflettere!

Un caro saluto
[#8]
Psicologo attivo dal 2014 al 2017
Psicologo

Caro Utente

Riguardo al fatto che ha già avuto due esperienze di terapia ciò non vuol dire che sia stato inutile e debba abbandonare la scelta di farsi aiutare da un terapeuta. Succede, non è la prima persona che le è capitato di cambiare terapeuta e ciò non deve prenderla come un fallimento e un'inutilità. Ogni professionista ha il suo modo di lavorare e un suo orientamento di base; evidentemente lei deve ancora trovare il suo. Inoltre il percorso di terapia di cui lei necessita ha i suoi tempi, richiede pazienza e fiducia; non è possibile ottenere tutto e subito, il terapeuta non ha la bacchetta magica e affinché la terapia funzioni occorre una collaborazione e fiducia piena del cliente.

Quanto tempo sono durate le due terapie?

"Tanto valeva continuare a fingere almeno non aprivo la guerra in casa per restare in pace col mondo" - Capisco come sia importante per lei l'approvazione e la tranquillità ma credo che invece abbia fatto bene ad aprirsi, a mostrare se stesso. Non le fa bene trattenere per compiacere gli altri.

"Blocco inspiegabile" - Le suggerisco di fare una ricerca approfondita (se non l'ha fatta) sui terapeuti presenti nella sua zona o zone limitrofe e guardare il tipo di orientamento che hanno e informarsi un pò al riguardo, cominciando un serio percorso di terapia del profondo come già suggerito dai colleghi. Lei ha bisogno di un percorso che l'aiuti a spiegare questo blocco, il suo fondo di infelicità che si impone di accettare.

Un caro saluto
[#9]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazzo,
che approccio usavano o usano le due terapeute che l'hanno seguita?
Penso che nel suo caso un giusto utilizzo di tecniche proprie della psicoterapia della Gestalt, potrebbe migliorare, anche di molto, il suo rapporto con l'altro sesso.

La Psicoterapia della Gestalt è un indirizzo nato dalle geniali intuizioni di un ex-allievo di Freud, che si discosta molto, nella tecnica terapeutica, dalla psicoanalisi.
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