Dubbio esistenziale

Scrivo questa lettera con grande fatica. Vorrei dei consigli.
Da quando ho memoria riconosco che ho sempre avuto tendenze evitanti con i coetanei , avevo dei problemi. La psichiatra , ai tempi delle scuole elementari, parlò di sindrome depressiva ma non riesco a ricordare quasi nient'altro. Piangevo sempre, ad ogni disappunto anche da parte di adulti. Ero molto ansioso ma non apatico.
Con il proseguire del tempo sono invece diventato sempre più apatico, disinteressato, anestetizzato , vago. Sempre più lento mentalmente, sempre più evitante con gli altri coetanei , sempre più vuoto mentalmente ed emotivamente. Tempo fa scrissi una lettera parlando di una specie di fobia della conoscenza, ma non ero sicuro di chiedere aiuto di persona. è passato altro tempo sprecato nella mia stanza ma più passa il tempo e più mi sembra però di arrivare più al nocciolo della mia persona attuale.
Da fobico della conoscenza sono arrivato a pensare di essere una di quelle persone con il carattere apatico. Però non intendo quelle persone depresse, intendo quelle che mantengono in vita il corpo ma che non vogliono fare nient'altro o pensare a nient'altro. Mangio , bevo , dormo e mi lavo ma non mi va di fare niente nella vita , pensare a niente e non vedere nessuno. Ancora prima delle scuole elementari io non ero così, nessuno di noi lo era.Non soffro la fatica del corpo , ma non riesco quasi minimamente a sopportare il coinvolgimento della mente nelle cose della vita. Anche scrivendo questa lettera faccio molta fatica anche perchè non riesco ad ordinare bene i già vaghi pensieri , poi in tutto il resto sono diventato semplicemente insensibile. Non mi va di chiedermi cosa vorrei fare da grande , anche se vado scrisciando in un ufficio di cui non ho nessun interesse, non provo la minima gioia nel vedere un altro umano oltre me e nemmeno il mio riflesso. Non mi va di impegnarmi e penso subito che non mi interessa niente. Quando provo a relazionarmi con gli altri , percepisco una forte pressione sulla fronte e faccio un immensa fatica a trovare argomenti di cui parlare, quasi fossimo degli incubatori di concetti fini a sestessi. Quasi subito dopo mi sento svuotato completamente di tutto quel che avevo da dire e sparisco dalla vista. Tanta fatica intellettuale senza nessun appagamento , nemmeno un senso di calma e piacere, ricevendo solo mal di testa e senso di vuoto irrecuperabile. Non ha senso relazionarsi e quindi ci rinuncio sempre. Diventa ogni anno sempre più faticoso, ho sempre troppa poca energia. Provo a simulare le emozioni ma non ci riesco e mi sento finto. Provo a non avere quella faccia da funerale ma poi mi fanno male i muscoli. Provo a pensare ma non penso a niente. Il tempo passa troppo velocemente e tutto il mio tempo è sprecato. Non riesco a voler cambiare.
Mi chiedo se abbia un senso , questa volta, chiedere aiuto di persona. Io sono un incoerente : non voglio cambiare ma mi lamento.L'unica cosa certa è che non ho futuro.
Cosa credete che debba fare?
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazzo,
come le avevamo consigliato già in precedenza, si dovrebbe rivolgere a un nostro collega.

Non le è di aiuto continuare a cercare da solo una diagnosi (tra l'altro non possibile ), in questo modo non risolve, solo uno psicologo la aiuterebbe a capire come affrontare i suoi disagi.

Ha senso sì, chiedere aiuto di persona, lei merita una qualità di vita più appagante e un migliore benessere e uno psicologo psicoterapeuta la potrebbe accompagnare in questo percorso.

Noto dalla sua scheda personale che risulta sottopeso, ha sottoposto la questione al suo medico curante? Come si alimenta?
Vive in famiglia? Come vanno le cose, cosa le dicono i suoi genitori?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Cosa credete che debba fare?<<
prima dovrebbe chiedere a se stesso se ci sono delle cose che non vanno nella sua vita e se vuole fare effettivamente qualcosa che cercare di stare meglio.

>>è passato altro tempo sprecato nella mia stanza ma più passa il tempo e più mi sembra però di arrivare più al nocciolo della mia persona attuale.<<
le sue riflessioni sono a carattere depressivo e meritano una valutazione accurata dopo la quale sarebbe utile iniziare un percorso di psicoterapia.

La lamentela è una condizione passivizzante che non contempla il cambiamento, se intende iniziare a stare bene deve fare qualcosa di attivo: la psicoterapia.






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.4k 597
Gentile ragazzo,
il consulto a cui Lei fa riferiementi è quasi estattamente di un anno fa.
Nel frattempo >>è passato altro tempo sprecato nella mia stanza >>.

Non creda che l'apatia sia un passo avanti migliore rispetto alla palese depressione,
è che sempre più di stacca la spina.

Come vede, sia allora, sia oggi, tutti noi La invitiamo caldamente a iniziare una psicoterapia.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile ragazzo, apprezzo che , nonostante la fatica, lei ci scrive ed è passato un anno dalle precedenti risposte, mi pare di capire che lavora, malvolentieri in un ufficio, però qualcosa deve pur fare, sul piano pratico lei ha qualcuno, la mamma ? che si occupa di lei ? e che le permette questa chiusura al mondo.. La invito a riflettere che questa crescente " condizione passivizzante"come ben dice il dottor Del Signore ,non la porta da nessuna parte, cominci ad andare dal medico di base , che è lì anche per lei, non mi sembra molto in forma e poi si dia da fare per andare in psicoterapia , privata o pubblica, come tutti noi la invitiamo a fare.. Ognuno è responsabile del proprio destino, io ci credo..
Coraggio..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#5]
Utente
Utente
La mia alimentazione credo sia delle più comuni ma mi sazio presto. A volte mangio per gola , ma di solito prendo quel che serve. Sono però sempre stato magrissimo e con la lordosi molto pronunciata. Al medico non ho mai parlato del mio peso.
Della mia famiglia avrei da dire tanto credo. Sono cresciuto tra mia madre, mia nonna coinquilina e mio padre. Mia nonna dittatore nevrotica insegnava la rinuncia totale nella vita per non faticare combattendo contro tutti perchè io venissi protetto ed allontanato al massimo, mia madre ci litigava sempre affermando invece il contrario ma se però non ero come voleva lei si arrabbiava molto e se ne andava via , mio padre abbastanza menefreghista non badava al fatto che avessi problemi. Dopotutto non avevo più nessuna richiesta , andare in giro, vedere persone, fare tutte quelle cose che fanno gli adolescenti non apatici perciò si può dire che sono stato un figlio comodo. Ero stato NEET per due anni dopo il diploma ma lui non era mai, mai venuto da me a darmi una mossa o chiedermi se stavo bene e se gli dicevo che mi sentivo un po depresso lui non capiva e si domandava cosa ci fosse di sbagliato nella mia vita che mi rendesse di basso umore. Però mi vergognavo moltissimo quando mi guardava.
Io adesso assomiglio molto più a mia nonna che ai miei genitori.
L'indifferenza era già cominciata , infatti alla psichiatra delle elementari mentii dicendole che avessi dei nuovi amici ma non era vero.
Sinceramente però ci sarebbe un fardello che veramente mi rende le giornate di una depressione insopportabile. Ciclicamente , ogni due anni, comincio ad ossessionarmi del rapporto che hanno i miei 'amici' (quasi abbandonati perchè sono apatico) con le ragazze. Ritengo vergognoso ciò perchè è come l'elemosina di un povero interiormente. Ma io sono povero dentro di fatto.Di certo non ha senso per una ragazza amarmi.
Ma mi sento effimero come se mi conoscessi poco.
Provo l'invidia , ma nei fatti quando mi era capitato di conoscere delle ragazze non provavo nessuna curiosità o interesse nel conoscerle. Non ha nessun senso logico. Se uno non ha interesse per una cosa non può invidiare fino a voler dormire per sempre qualcuno che invece possiede quella cosa.
E poi io non riesco a guardarli negli occhi i miei coetanei, vedo troppa energia e troppa vitalità rispetto a me. Ho sempre percepito un enorme, misteriosa, differenza tra me e gli altri ma in passato non credevo si trattasse di questo. Loro erano solo superiori a me , ora capisco che loro erano e sono più vivi di me. Troppo più di me. Così tanto che sanno come reagire alle malefatte degli altri , mentre io non ho mai saputo neppure cosa pensare quando mi prendevano in giro. Io non sapevo cosa pensare o provare nemmeno quando qualche ragazza mi invitava a ballare o dialogare.
Questa enorme differenza mi mette a disagio, sento che devo fare troppa fatica per arrivare al loro livello, per dialogarci e giocarci da pari a pari. Io non so che emozioni provare e va a finire sempre che mi prendono in giro o mi guardano in malomodo. Io allora me ne vado.
Forse posso creare il desiderio , poi allora mi impegnerò nel sociale e nella formazione professionale ancora da scegliere.
Proverò a contattare qualcuno. Egli mi dirà se cambiare oppure rimanere così come sono perchè è il mio carattere e imparare ad accettarmi ed amarmi anche con una vita probabilmente povera e noiosa.
[#6]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.4k 597
Gentile ragazzo,
Lei mette il dito su due aspetti importanti della vita:

>>Di certo non ha senso per una ragazza amarmi.<<
><Ma mi sento effimero come se mi conoscessi poco.>>

: quello affettivo, e quello della conoscenza di sè.

Se tutto quello che ha raccontato a noi di sè, con grande capacità di introspezione, lo narrasse a un nostro collega de visu certamente potreste avere un dialogo di aiuto.

<<imparare ad accettarmi ed amarmi>> è il compito di ognuno di noi, con le nostre limitatezze inevitabili. Ma avere << una vita probabilmente povera e noiosa>>, beh, questo è proprio evitabile.
E glielo auguro di cuore, in questa apertura d'anno e di cuore.
[#7]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile ragazzo, così intelligente, sensibile e disarmato..Spiace dirlo, ma secondo me il punto è che , presi dalle loro dinamiche i suoi non hanno attrezzato lei a vivere una vita costruttiva e felice e non questa .. povera e noiosa.. come lei ben descrive..
Convengo con lei che è stato .. un figlio comodo..uno che non dà problemi.. per quanto, come mai dalla psichiatra alle scuole elementari ? Cosa è stato fatto per quella diagnosi ?
Adesso lei si sente quasi identificato alla nonna e alla sua visione perdente della vita, ma con sottile analisi lei si definisce.. apatico, vago, anestetizzato.." con una proprietà di linguaggio insolita..
Per cui , forse a scuola ha imparato molte cose, oppure legge molto..
A questo punto , basta baloccarsi con questi sguardi romantici e negativi sulla vita, su sè stesso, forse sua madre con meno strumenti di lei ,oltre ad arrabbiarsi , sentendosi sopraffatta, se ne andava..e non è riuscita a difendere lei abbastanza..
Ora, mio caro, lei ha il dovere morale di darsi aiuto , di organizzare la sua salvezza, esca, prima telefoni al medico di base e gli chieda aiuto.. è lì anche per lei.. magari un bel giro di aiuti farmacologici sarebbero una buona cosa.. e poi uno psicoterapeuta ..
La salvezza non viene da sola.. ognuno , alla fine, è responsabile del proprio destino..
Ci dimostri che sta imparando ad" accettarsi e ad amarsi "..
Anno nuovo , vita nuova.. dicono dalle mie parti..
[#8]
Utente
Utente
> come mai dalla psichiatra alle scuole elementari ? Cosa è stato fatto per quella diagnosi ? <
Mi ci mandarono perchè , per qualche ragione, ero estremamente sensibile a molte situazioni sociali. Se venivo rimproverato o soltanto ricevevo disappunti , la prendevo molto male e piangevo immediatamente. Le insegnanti dopo cinque annni ne avevano piene le scatole, si capiva. Se dovevo conoscere situazioni sociali nuove, avevo troppa paura e piangevo. Se mio padre mi guardava prendendomi in giro in modo innocuo, piangevo e scappavo. Se mi facevano un torto gli altri bambini io piangevo e poi non facevo nient'altro.
Alla fine quella dottoressa mi sembra che disse che si trattasse di una sindrome depressiva ma non mi ricordo di nessun rimedio , anche minimo, da attuare. Ricordo che lei però chiedeva anche spesso del comportamento della nonna e dei litigi dei miei tre familiari. In famiglia mai nessun problema venne comunque risolto.
Poi gli incontri con la dottoressa terminarono anni più tardi con la mia menzogna (mia madre era presente e sapeva ma tacque).

> Per cui , forse a scuola ha imparato molte cose, oppure legge molto..<
Andavo bene a scuola e mi impegnavo , ma non raggiunsi mai l'interesse profondo o al limite la passione per nessuna delle materie.
Ho cominciato a leggermi diversi libri solo dopo la scuola , ma ora è diventato uno sforzo che non mi va più di fare perchè non c'è mai sentimento, mi dimentico pure le cose lette o le ricordo solo meccanicamente e non c'è un minimo di gusto.
Se penso che per trovare il mestiere della mia vita dovrò prima informarmi e interessarmi leggendo , mi sento sul serio male.
[#9]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Caro Ragazzo,
completamente d'accordo con quanto le dice la Collega dott.ssa Muscarà, intervento prezioso che sottolineo e che la invito a rileggere per gli spunti che le può offrire.

Lei ha il diritto e il dovere verso se stesso di dare una svolta alla sua vita per viverla in modo più pieno e appagante, di imparare a volersi bene, un nostro collega la potrebbe accompagnare in questo percorso ritrovando risorse e potenzialità smarrite che certamente possiede.

Inizi con un primo consulto, così come ha fatto il primo passo scrivendo qui e poi ci faccia sapere, la riascolteremo volentieri.

Cari auguri
[#10]
Utente
Utente
> magari un bel giro di aiuti farmacologici sarebbero una buona cosa.. < ma esattamente che genere di farmaci? Perchè ho letto che esistono gli antidepressivi ma io mi sento depresso solo nei casi 'romantici' che ho descritto , ma per il resto invece sono senza forze mentali e completamente svogliato e annoiato. Non esattamente triste, ma credo rassegnato.
É solo un senso di 'pace' ma non c'è mai un minimo di felicitá e voglia di crearmi un futuro , quasi in tutti i sensi. Sono molto confuso ma proveró a fare questa esperienza di terapia. ..solo ho paura della domanda: sei sicuro di voler cambiare?
[#11]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>esattamente che genere di farmaci?<<
per le informazioni sui farmaci si dovrebbe rivolgere ad uno psichiatra, lo psicologo non è un medico. La depressione (se di questo si tratta) può assumere diverse forme.

>>solo ho paura della domanda: sei sicuro di voler cambiare?<<
allora sarebbe utile consultare uno psicologo specializzato in psicoterapia, piuttosto che uno psichiatra. I farmaci non possono aiutarla sulla motivazione al cambiamento.






[#12]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Chiarisco meglio, forse un approccio combinato psichiatra, psicoterapeuta è la cosa giusta, perchè ci vogliono i farmaci, a me da qua lei sembra depresso e romantico , cioè anche le piace lasciarsi andare, si può permettere di essere svogliato, scusi , chi fa la spesa.? chi cucina ..?
.Completamente svogliato e annoiato.. davvero le piace essere così.. ? LEI CI SCRIVE, TUTTI NOI RISPONDIAMO DI FARSI AIUTARE, LEI CONTINUA A SCRIVERCI, RACCONTARSI..
Le conviene cambiare, mi creda , coraggio.. !
Alla fine anche chi ti vuol bene si scoraggia, altrimenti..
[#13]
Utente
Utente
Ho preso appuntamento con un analista. La prossima settimana c'è l incontro.
In questi ultimi giorni mi sono chiuso ancora di più e siccome in periodi simili ho la tendenza a indagare in internet o su libri circa la condizione in cui mi trovo, io sono finito a leggere cose di caratterologia e morfologia..
Non sono competente , ma io mi rivedo nel temperamento apatico e ho un viso dilatato atonico.
Ora non riesco a smettere di pensare a quel che ho letto. Sopratutto per quanto riguarda la morfologia. Ora ne sono ossessionato. E mi rivedo in tutto quel che ho letto. Sono effettivamente quasi sempre stato un po così... il mio viso non è cambiato con gli anni. Io non sono cambiato interiormente con gli anni. Ad avermi messo paura sono state le ipotesi secondo le quali le persone morfologicamente come me sono rimaste caratterialmente come dei neonati. Sinceramente mi sono sempre sentito un bambino anche dopo le scuole . Quasi mai ho avuto voglia di socializzare, o di fare molte esperienze fuori di casa e con sconosciuto. Sempre rimasto nel mio mondo privato , senza crescita o novità.
Ora non riesco ad evitare la ricerca del vuoto.
Sto provando un po ad interessarmi di più alle cose , socializzare di più , provare emozioni inesistenti , ma è faticosissimo e non riesco a sentire l'appagamento o il divertimento. Qualsiasi cosa accada, nessuna gioia. Uscire da me stesso mi terrorizza. Studiare adesso mi terrorizza. Interessarmi di più agli altri pure. Provare emozioni forti idem. Ambire ad un buon lavoro mi mette moltissima ansia. Lasciarmi andare al flusso della vita mi fa disperare. Leggere Louis Corman mi inquieta.
Ora è proprio la consapevolezza di essere in una età in cui tutto è possibile mi fa disperare. Ho sempre evitato di fare cose al di fuori dall'ordinario , ma ora devo farlo per forza perchè altrimenti farò la fine dei barboni , come Corman stesso aveva scritto e verrò disprezzato da tutti quanti. Perchè in vita mia non ho mai visto nessuno con un viso come il mio.
[#14]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Bravo!! Sono contenta che abbia preso appuntamento con uno Psicoterapeuta..Continuo a pensare che ci voglia anche un pò di psicofarmaco, come le ho già detto.. Smetta la prego, di leggere su internet di tutto, che alla fine ci si sente addosso tutti i problemi possibili..
Non è necessario fare cose fuori dell'ordinario, ma fare le cose normali, uscire, telefonare ad un amico, andare a fare la spesa, mettersi a posto la camera.., occuparsi del futuro.. lavoro ? studio ?
Coraggio, intanto cominci a fare piccole cose, a uscire ogni giorno , intanto comincia il suo percorso..
Restiamo in ascolto..
[#15]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Il suo modo di fare è tipico dei soggetti ansiosi e facilmente suggestionabili. L'ansia può assumere diverse forme con l'ossessione o l'ipercontrollo.

>>Ora è proprio la consapevolezza di essere in una età in cui tutto è possibile mi fa disperare.<<
la psicoterapia può risolvere il suo disagio e la variabile età è suo favore.

>>Ad avermi messo paura sono state le ipotesi secondo le quali le persone morfologicamente come me sono rimaste caratterialmente come dei neonati.<<
tesi bizzarra. Lei non è un "neonato" perché ha un modo di pensare tipico degli adulti, ansiosi, ma adulti.

Le suggerisco di evitare di fare ricerche, perché non saranno queste a migliorare il suo stato, ne a risolvere le sue difficoltà, ne a migliorare la percezione di se.





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